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Alexander Gruber, 55 anni, custode. Già denunciato per maltrattamenti, massacra a calci e pugni la compagna e la lascia morire al freddo. In ospedale racconta che lei è caduta dalle scale.

Merano (Bolzano), 18 Febbraio 2023


Titoli & Articoli

“Sigrid Groeber è caduta dalle scale”: arrestato il compagno per omicidio (Today – 23 febbraio 2023)
La donna aveva 39 anni. Alexander Gruber aveva riferito ai medici di un incidente domestico, ma la tesi non convince gli inquirenti. Per la Procura la vittima è stata picchiata e poi lasciata al freddo
Sigrid Groeber, la 39enne morta a Merano nella notte tra sabato 18 e domenica 19 febbraio, è stata uccisa. Ne sono convinti gli inquirenti, che non credono alla tesi dell’incidente domestico fornita dal compagno Alexander Gruber e hanno fatto scattare l’arresto.  L’uomo, 55 anni, è accusato di omicidio volontario.
Gruber lavora come custode della scuola alberghiera “Kaiserhof” e vive nell’alloggio di servizio. Nella notte tra sabato e domenica chiama i soccorsi chiedendo aiuto per la sua compagna. Racconta che hanno passato la serata insieme e di averla poi trovata priva di sensi. Dice che la donna è caduta dalle scale. Sigrid Groeber viene soccorsa e portata in ospedale, dove muore. Quando l’uomo apprende la notizia, si sente male e viene ricoverato. I medici hanno dei dubbi sulla versione fornita dall’uomo. Vengono allertati i carabinieri. Viene anche disposta l’autopsia sul cadavere di Sigrid Groeber. La Procura di Bolzano ha deciso però di non rendere noti gli esiti dell’esame autoptico per non inquinare le indagini. Nemmeno una settimana dopo la morte della donna, per Gruber scattano le manette.
“Sigrid è stata picchiata e lasciata al freddo” A spiegare cosa ha fatto scattare l’arresto di Alexander Gruber è la Procura in una nota con cui si spiega che l’autopsia ha accertato più lesioni al capo, al collo, al torace, agli arti superiori e inferiori “tra cui plurimi fenomeni fratturativi coinvolgenti più elementi costali, a livello sia anteriore (torace) sia posteriore (dorso)”.
“Le lesioni riscontrate – continua la Procura -, sia per entità sia per distribuzione sul corpo, sono risultate essere del tutto incompatibili con una caduta accidentale e sono dovute all’utilizzo di strumenti contundenti, quali pugni e calci. Le lesioni, aggravate dalle condizioni di ipotermia in conseguenza del fatto che la persona offesa è rimasta esposta al freddo per un significativo lasso di tempo dopo l’aggressione, hanno portato a una crisi respiratoria che ha determinato la morte della donna”.

 

Sigrid Groeber morta a Merano, il legale del compagno: “Confuso, non da escludere perizia psichiatrica” (FanPAge – 24 febbraio 2023)
L’avvocato del 55enne Alexander Gruber, indagato per omicidio volontario aggravato, ha raccontato a Fanpage.it l’incontro con il suo assistito in carcere. “Ha ricordi confusi, sostiene ancora che Groeber sia caduta dalle scale”.
Avrebbe continuato a insistere su una caduta accidentale Alexander Gruber, il 55enne indagato per l’omicidio della compagna Sigrid Groeber di 39 anni. L’esame autoptico sul corpo della donna di Merano ha evidenziato lesioni dovute a “calci e pugni”, non compatibili con la sola caduta accidentale dalle scale. Gruber è per il momento indagato per omicidio volontario aggravato e, dopo un ricovero presso il reparto di psichiatria dell’ospedale Tappeiner, è stato condotto in carcere nella giornata di domenica. Qui ha ricevuto la visita dell’avvocato Enrico Lofoco che si occupa della difesa.
“Non ci sono novità rispetto a quanto già dichiarato dopo la morte della 39enne – ha spiegato a Fanpage.it il legale – Gruber è confuso, continua a parlare di una caduta accidentale dalle scale. Lunedì vi sarà l’interrogatorio di garanzia e il 55enne ha qualche giorno per fare ordine nella sua memoria. L’autopsia sul corpo della vittima ha smentito la sola caduta da le scale, o comunque ha respinto l’evento come causa del decesso, ma cosa sia davvero successo non è ancora chiaro”.
Secondo quanto raccontato dall’avvocato Lofoco, Gruber e la 39enne sarebbero accomunati da un passato difficile legato alla dipendenza da alcolici. Entrambi avevano cercato di rifarsi una vita attraverso un nuovo lavoro rispettivamente in un istituto alberghiero e in un ristorante. La vittima, originaria di  Selva dei Molini, aveva conosciuto il compagno circa un anno fa a Vipiteno, dove aveva lavorato. Nonostante il trasferimento del 55enne a Merano avevano deciso di far continuare la loro relazione. “Questo è quello che sappiamo del passato della coppia – ha ribadito – e per il momento non abbiamo notizie di disagi psichici pregressi di Gruber. Non è esclusa l’ipotesi di una perizia psichiatrica, ma siamo solo all’inizio delle indagini”.
Secondo quanto ricostruito finora, poche ore prima del decesso la 39nne aveva passato del tempo al bar con il compagno. I due avevano consumato, stando al racconto di testimoni, diversi alcolici prima di alzarsi per tornare presso l’abitazione del 55enne, un alloggio seminterrato accessibile da una scalinata esterna. Diverso tempo dopo aver lasciato il ristorante, Alexander Gruber è stato avvistato nei pressi della stazione mentre chiedeva aiuto ad alcuni passanti asserendo che la compagna era caduta dalle scale. Quando le forze dell’ordine sono arrivate sul luogo del delitto, hanno trovato il 55enne accanto al corpo della donna, lasciato esposto al freddo a lungo prima dell’intervento delle autorità.

Morte di Sigrid Groeber, scena muta davanti al giudice di Gruber (Radionbc – 27 febbraio 2023)
La difesa sta pensando di chiedere al tribunale del riesame la revoca della custodia cautelare in carcere
Stamattina si è avvalso della facoltà di non rispondere Alexander Gruber, il 55enne in carcere a Bolzano accusato di aver ucciso l’amica Sigrid Groeber, di 39 anni, a calci e pugni e trovata morta sulle scale della scuola Kaiserhof di Merano. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato. Sigrid Gröber aveva già denunciato Alexander Gruber per maltrattamenti e lesioni. Un procedimento è tuttora pendente. La difesa sta intanto pensando di chiedere al tribunale del riesame la revoca della custodia cautelare in carcere.

Merano, omicidio Sigrid Gröber: spuntano due testimoni (Corriere del Veneto – 1 marzo 2023)
Due donne hanno visto poche ore prima della morte la cameriera di 39 anni, accasciata fuori dall’uscio dell’appartamento. Prima che potessero avvicinarsi un uomo le ha aggredite verbalmente e allontanate
Maltrattamenti e lesioni. Sigrid Gröber, la cameriera di 39 anni massacrata di botte e morta all’ospedale di Merano all’alba di domenica 18 febbraio, aveva già denunciato il compagno, Alexander Gruber, per le violenze subite. Lo aveva fatto cinque volte negli ultimi tre anni, rivolgendosi alle forze dell’ordine di Campo di Trens e di Bolzano, che a loro volta avevano trasmesso gli atti in Procura. Ma non è bastato: la donna è stata uccisa nella notte tra sabato 18 e domenica 19, massacrata a calci e pugni e poi abbandonata al gelo della notte meranese, ai piedi della scalinata che porta all’appartamento seminterrato dove viveva Gruber, ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravat.
Da un mese e mezzo, al 55enne era stato messo a disposizione un alloggio dalla scuola provinciale alberghiera Kaiserhof dove lavorava come custode. Un posto di lavoro che avrebbe dovuto aiutarlo a ripartire, dopo un passato difficile. Cosa sia accaduto, nella notte in cui Gröber è stata uccisa, è ancora avvolto da una fitta coltre di mistero. Ma i contorni cominciano a delinearsi: l’ultimo tassello è quello offerto dal racconto di due testimoni. Due passanti che, alle 19 di sabato, hanno dichiarato di aver visto la donna, accasciata all’ingresso dell’appartamento di servizio nel seminterrato della scuola.
Le due testimoni. Le due si sono avvicinate per prestarle aiuto: l’impressione era quella di trovarsi davanti a una donna che aveva bevuto troppo. Prima che potessero raggiungerla, però, un uomo (con ogni probabilità lo stesso Gruber) ha iniziato ad aggredirle verbalmente, intimando loro di allontanarsi. Cosa che, spaventate, avevano fatto, nella convinzione che sarebbe stato lui ad aiutare la donna a terra. Un tassello fondamentale, perché finora, nella ricostruzione della serata c’erano otto ore di “vuoto” (ora accorciate a sette). Gröber, infatti,era stata vista per l’ultima volta alle 18, mentre usciva da un locale di via Goethe (a poche centinaia di metri di distanza da dove è stata trovata in fin di vita), dopo avervi trascorso diverse ore insieme al compagno, consumando alcolici. Lui, poi, era stato visto alle 21 in un altro locale di via Otto Huber. Poi il vuoto fino alle 2. È a quell’ora che la telefonata con la richiesta d’aiuto era arrivata ai soccorritori. Partita da due passanti, che Gruber aveva incrociato nella zona della stazione dei treni, dove ha riferito di essere andato proprio in cerca di aiuto per la compagna in quanto lui, il cellulare, l’aveva dimenticato. Al loro arrivo, i soccorritori avevano trovato la donna incondizioni disperate: era morta due ore dopo all’ospedale Tappeiner.
La versione del compagno e l’autopsia. Appresa la notizia, Gruber aveva avuto uno shock ed era stato ricoverato, in osservazione, nel reparto di Psichiatria. Ai carabinieri che lo avevano ascoltato, aveva ripetuto la versione già fornita ai soccorritori: «Sigrid è caduta dalle scale». La Procura aveva aperto un fascicolo d’indagine per omicidio, a carico di ignoti. Col passare delle ore, però, l’ipotesi di reato era passata a omicidio volontario aggravato, e nel registro degli indagati era stato iscritto Gruber. Lunedì, il pm aveva incaricato il medico legale Dario Raniero dell’autopsia sul corpo della donna, eseguita martedì. I primi risultati erano stati decisivi per smentire la versione di Gruber. Sul corpo di Gröber «sono state riscontrate molteplici lesività a livello di capo, collo, torace, arti superiori e inferiori», con diverse fratture alle costole sia a livello del torace che del torso. Lesioni che, per entità e distribuzione, risultano «del tutto incompatibili con una caduta accidentale e sono dovute all’utilizzo di strumenti contundenti, quali pugni e calci». Dopo essere stata picchiata, Gröber è stata abbandonata al gelole lesioni sono state «aggravate dalle condizioni di ipotermia in conseguenza del fatto che la persona offesa è rimasta esposta al freddo per un significativo lasso di tempo dopo l’aggressione, hanno portato ad una crisi respiratoria che ha determinato la morte della donna». Mercoledì, il pm aveva richiesto al gip la misura della custodia cautelare in carcere, eseguita giovedì mattina. E confermata lunedì, durante l’interrogatorio di garanzia, durante il quale Gruber si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Merano, femminicidio di Sigrid Gröber derubricato: non è volontario (Corriere della Sera – 18 agosto 2023)
Sigrid Gröber, 39 anni, è stata lasciata morire al gelo. Indagato il compagno Alexander Gruber, 55 anni. I legali dell’uomo: «Senza patologie, la donna non sarebbe morta»
La Procura ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini per il femminicidio di Merano (Bolzano), costato la vita a Sigrid Gröber, 39 anni. Derubricando l’ipotesi di reato a carico del compagno, Alexander Gruber, 55 anni da omicidio volontario aggravato a omicidio preterintenzionale.
La soddisfazione. Soddisfatti i legali della difesa, Nicola Nettis e Silvia Negri: «I pm titolari del fascicolo, Axel Bisignano e Günter Morandell, hanno recepito e concordato con le osservazioni che abbiamo fatto fin dall’inizio. E cioè che le patologie delle quali soffriva Gröber, ossia anemia cronica, epatopatia cirrotica ipocoagulabilità ematica, oltre all’intossicazione alcolica acuta (sarebbe stata soccorsa con un tasso alcolemico superiore a 3 grammi per litro, ndr), erano tali da permettere una riqualificazione del fatto in termini meno gravi.
La pena minima, in caso di condanna, scende così dai 21 anni previsti per l’omicidio volontario ai 10 per quello preterintenzionale». Gröber, 39 anni, cameriera originaria di Selva dei Molini, era morta all’ospedale di Merano all’alba del 19 febbraio. La sera prima, verso le 18, era stata vista uscire da un bar di via Goethe insieme al compagno, Gruber, 55 anni, custode della scuola superiore Kaiserhof, nei confronti del quale aveva già sporto sette denunce per maltrattamenti e lesioni. Lui era stato visto da solo tre ore dopo, in un locale di via Otto Huber. Alle 2, dopo aver chiesto in prestito un cellulare a due passanti, aveva chiesto aiuto chiamando il 112: i soccorritori avevano trovato la donna a terra, agonizzante, sulla scalinata dell’appartamento seminterrato di lui (all’interno della scuola). Era morta in ospedale, dove il compagno era stato ricoverato per tre giorni in Psichiatria, prima di essere trasferito nel carcere di Bolzano.
Non credibile. Gruber aveva riferito che la compagna era caduta dalle scale, ma la versione era stata ritenuta da subito non credibile. Ad oggi, però, ha sempre sostenuto di non ricordare nulla. Nei giorni successivi, erano spuntate due testimoni che avevano raccontato ai carabinieri di aver visto Gröber a terra, all’ingresso dell’alloggio, verso le 19. Di essersi avvicinate per soccorrerla, con l’impressione di trovarsi davanti a una donna che aveva bevuto molto. Ma di non essere riuscite ad aiutarla, perché aggredite verbalmente da un uomo (con ogni probabilità lo stesso Gruber) che le aveva cacciate.
L’autopsia eseguita dal medico legale Dario Raniero aveva identificato in una «crisi respiratoria» la causa di morte: sul corpo erano state riscontrate «molteplici lesività a livello di capo, collo, torace, arti superiori e inferiori», con diverse fratture alle costole, che, per entità e distribuzione, risultavano «del tutto incompatibili con una caduta accidentale», ma dovute «all’utilizzo di strumenti contundenti, quali pugni e calci». E aggravate poi «dalle condizioni di ipotermia in conseguenza del fatto che la persona offesa è rimasta esposta al freddo per un significativo lasso di tempo dopo l’aggressione».
Un esame dall’esito favorevole alla difesa di Gruber, che da subito aveva ventilato l’ipotesi di una derubricazione dell’accusa formulata nel fascicolo d’indagine in omicidio preterintenzionale. E questo, alla luce delle patologie delle quali soffriva Gröber: «Se non ci fossero state — sostiene Nettis —, probabilmente, la donna non sarebbe morta». La Procura ha inoltre chiesto per Gruber il giudizio immediato: «Insieme al nostro cliente — anticipa il legale —, decideremo se affrontare il dibattimento o se, invece, optare per un rito alternativo, come l’abbreviato». Il caso ricalca, in parte, il femminicidio di Brunico del 17 luglio 2018. Daniel Caciula, 24 anni, aveva ucciso sua zia Nicoleta, 46 anni, nell’appartamento di lei, stringendole con forza un braccio intorno al collo. Caciula aveva patteggiato una pena di 4 anni e 10 mesi per omicidio preterintenzionale, ma la Cassazione aveva annullato la sentenza, facendo ripartire da zero il processo per errata qualificazione giuridica del fatto. Nel luglio 2020, il giovane era stato condannato a 10 anni per omicidio volontario con dolo eventuale, nell’ambito del processo che si è svolto con la formula del rito abbreviato.

 


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