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Alessandro Garlaschi, 39 anni, tranviere, sposato. Già denunciato per stalking, uccide con 85 coltellate una ragazza cui aveva offerto un lavoro. Ergastolo confermato in Cassazione

Milano, 7 Febbraio 2018


Titoli & Articoli

Jessica Valentina Faoro, massacrata dal tranviere che non accettava rifiuti (GQ Italia – 9 febbraio 2018)
Dieci coltellate per la diciannovenne Jessica Valentina Faoro. Le ha sferrate Alessandro Garlaschi, che amava portarsi in casa le ragazzine.
Jessica Valentina Faoro aveva una vita difficile. Amava i cani e su Facebook postava immagini del suo e appelli per ritrovare quelli scomparsi. Era stata tolta da piccola alla sua famiglia. Di comunità in comunità, era finita in una per ragazze madri. Una volta uscita, sui social, aveva visto un annuncio di un uomo, tranviere come suo padre, che subaffittava una stanza. Non poteva immaginare che sarebbe stata l’ultima sua destinazione.
L’uomo delle ragazze in topless. Si chiama Alessandro Garlaschi, 39 anni. È sposato, definito schivo, di certo strano. Al lavoro lo hanno prima licenziato, poi riammesso per via di una causa vinta, quindi sospeso per il frequente numero di incidenti provocati. Nel 2013 è stato denunciato per stalking. E Jessica non è la prima ragazza che ospita nel suo appartamento milanese di via Brioschi, cambiato, pare, per non avere più screzi coi vecchi vicini. A un collega mostrava le foto delle ragazze giovanissime che arrivavano a stirargli le camicie. Uno, giura, lo faceva in topless. Con Jessica lo avevano visto passeggiare in un giardino della zona. Dirà lui che, in cambio della stanza, lei gli prestava cure mediche, iniezioni per il diabete, a essere precisi.
Il delitto. Per ragioni che ancora non si conoscono una notte la moglie decide di lasciarlo a casa con Jessica e di andare a dormire dalla propria madre. La mattina successiva Alessandro, poco prima delle undici scende in cortile, incontra il portiere dello stabile e gli dice: «Ho una ragazza morta in casa». Ha le mani fasciate e i vestiti sporchi di sangue. Il cadavere è sotto al divano, avvolto nel cellophane, con le gambe rotte. Alessandro ha provato a disfarsene come è successo a Pamela Mastropietro, a Macerata. Ha tentato di darle fuoco. Poi si è arreso e ha chiamato i soccorsi.
Il film. Quando lo fermano, ammette di essere stato lui. Sostiene che la sera prima hanno litigato per il film da guardare in tv. Poi lei aveva un coltello, lui glielo ha rivolto contro. E l’ha uccisa. Però pare che le coltellate siano dieci. Per gli inquirenti Jessica è stata uccisa dopo aver rifiutato un approccio sessuale, da un uomo con precedenti per stalking, che amava circondarsi di giovani ragazze per mostrarle come trofei ai colleghi.

Jessica Valentina Faoro, il movente è sessuale: l’agghiacciante biglietto del tranviere (Oggi – 13 febbraio 2018)
Per gli inquirenti il movente è un “chiaro interesse sessuale”. E secondo il medico legale sarebbero 40 le coltellate inflitte dall’uomo alla ragazza, colpita ad addome, volto e arti superiori.
Il gip Anna Calabi, nell’ordinanza di convalida del fermo, cita un biglietto rinvenuto sul comodino della camera da letto dell’assassino: “Ciao bimba sai che tvb. E ci tengo un casino a te! Ti giuro e te lo scrivo, sei dentro al mio cuore. A stasera”. Firmato Ale.
Secondo il medico legale sarebbero 40 le coltellate inflitte dal tranviere alla ragazza, colpita ad addome, volto e arti superiori nella notte tra il 6 e il 7 febbraio. Scrive il gip che Alessandro “resosi autore di un gravissimo delitto, ha agito con determinazione atteso il numero di fendenti inferto alla vittima e con lucidità ha gestito la fase successiva rimanendo presso l’abitazione alcune ore ove ha inizialmente tentato di cancellare le prove del delitto e pensato di occultare il cadavere della vittima e di disfarsene come riferito dallo stesso indagato (…)”.
SETTE GIORNI PRIMA – La settimana prima Jessica aveva allertato i carabinieri per gli “ambigui comportamenti tenuti da Garlaschi” tra i quali carezze a un braccio mentre lei stava dormendo. Purtroppo aveva poi deciso di restare. Il tranviere dopo averla uccisa “si è sbarazzato dei propri indumenti coperti di sangue occultandoli tra la spazzatura del condominio, ha dato fuoco al corpo della vittima per poi cercare di collocarlo all’interno di due grossi borsoni probabilmente al fine di trasportarlo altrove e ha tentato di cancellare le tracce del reato lavando il coltello e il pavimento della stanza ove è avvenuto l’omicidio; e, successivamente e in un primo momento, si è allontanato dal luogo del delitto”.
OSSESSIONI – Alessandro era ossessionato da oggetti erotici come maschere e frustini, che comprava e rivendeva on-line insieme a intimo sexy. Qualche giorno prima si era infuriato perché Jessica era rientrata tardi. Come se ritenesse la ragazza un altro oggetto della sua collezione.

Jessica Valentina Faoro, collega di Alessandro Garlaschi: “Ha precedenti per stalking” (Blitz Quotidiano – 15 gennaio 2018)
Alessandro Garlaschi “ha precedenti per stalking”. A dirlo, alla trasmissione di Rai Tre Chi l’ha visto?,  è una collega del tranviere Atm di 39 anni indagato per l’omicidio di Jessica Valentina Faoro, uccisa a coltellate a 19 anni a Milano. Secondo quanto dichiarato dalla collega di Garlaschi a Chi l’ha visto?, un’altra collega dell’uomo sarebbe stata perseguitata e continuerebbe ad essere rimborsata per il danno subito.
La giovane Jessica Valentina Faoro è stata ammazzata mercoledì 7 febbraio nell’appartamento di via Brioschi a Milano dove viveva Garlaschi. La ragazza si trovava lì dopo essere stata assunta come domestica dall’uomo, che era collega del padre, anche lui dipendente Atm (l’azienda del trasporto pubblico di Milano). Proprio per questo l’uomo si sarebbe vantato con i colleghi della presenza di una bella e giovane ragazza in casa sua.  E avrebbe, secondo l’accusa, tentato diverse volte approcci di natura intima con la ragazza, che era arrivata a chiedere l’aiuto dei carabinieri una settimana prima dell’omicidio.
L’interesse sessuale di Garlaschi per Faoro, secondo l’accusa, sarebbe avvalorato da un biglietto scritto a mano dall’uomo alla ragazza: “Ciao bimba, sai che tvb. E ci tengo un casino a te! Stasera spero che mi starai facendo ‘qualcosina’ oltre al dvd, ma devi fare tutto tu e dirmi quando iniziare. Mi raccomando con il tipo stasera…”.
Il giudice ha ricostruito che la ragazza, la sera prima di essere uccisa, era uscita per un appuntamento con un coetaneo ed era rincasata intorno alle 21. Mezz’ora dopo Garlaschi aveva accompagnato la moglie dalla suocera a Novegro (Milano), dove la donna aveva trascorso la notte. Rientrato a casa, avrebbe quindi tentato “un approccio di natura sessuale” con Jessica, aggredita a morte perché avrebbe rifiutato le sue avances. Ore dopo è lo stesso Garlaschi, si legge ancora nel provvedimento, a confessare il delitto prima alla moglie e poi a un operatore del 118.
“La ragazza mi ha colpito con un coltello ad entrambe le mani – ammette Garlaschi nellatelefonata riportata nell’ordinanza – io sono riuscito a prenderle il coltello, l’ho girato e l’ho colpita allo stomaco”. Poi si è chiuso nel silenzio sia davanti al pm che al gip. Tra gli altri indizi e riscontri messi in luce nel provvedimento e a sostegno del movente “sessuale” alla base dell’omicidio, ci sono buste contenenti ‘sex toys’ comprati su un noto sito di e-commerce e che Garlaschi avrebbe provato a far sparire. Il giudice ha deciso di applicare la misura cautelare in carcere dato il “concreto e attuale” pericolo che il tranviere fuggisse. Lui che “con lucidità ha gestito la fase successiva rimanendo dentro l’abitazione alcune ore ove ha inizialmente tentato di cancellare le prove del delitto e di occultare il cadavere della vittima”, provando anche a bruciarlo.

 

Jessica Faoro uccisa con 85 coltellate: «Si ribellò alle avances del tranviere» (Corriere della Sera – 17 settembre 2018)
Il pm Roveda ha chiuso l’inchiesta sull’omicidio della 19enne in un appartamento di via Brioschi, a Milano. Al tranviere, Alessandro Garlaschi, contestato l’omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi.
Non sono state 40 ma 85 le coltellate con cui Alessandro Garlaschi avrebbe colpito a morte Jessica Valentina Faoro, 19 anni, dopo un litigio avvenuto, probabilmente, per via delle sue avances non ricambiate, dopo le quali ha anche bruciato il tronco del corpo della giovane, ormai senza vita. È il risultato dell’indagine, appena chiusa dal pm Cristiana Roveda in vista della richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti del tranviere 39enne, a cui viene contestato l’omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi e il vilipendio di cadavere per quel terribile assassinio avvenuto nel febbraio scorso nel suo appartamento di via Brioschi a Milano.
L’uomo è accusato anche di sostituzione di persona per aver presentato la moglie (risultata estranea all’indagine) come sua sorella. Nella ricostruzione di inquirenti e investigatori la 19enne, che viveva in casa dell’uomo come «ragazza alla pari», la sera prima di essere uccisa era uscita per un appuntamento con un ragazzo ed era rincasata intorno alle 21. Mezz’ora dopo il 39enne aveva accompagnato la moglie dalla suocera a Novegro, nel Milanese, dove la donna aveva trascorso la notte. Aveva anche lasciato un biglietto sul comodino della camera da letto alla giovane, con scritto: «Ciao bimba, sai che tvb. E ci tengo un casino a te! Stasera spero che mi starai facendo `qualcosina´ oltre al dvd, ma devi fare tutto tu e dirmi quando iniziare. Mi raccomando con il tipo stasera…».
Lo stesso Garlaschi ha messo a verbale che Jessica gli avrebbe detto «tu mi stai troppo addosso». Poi lo avrebbe ferito probabilmente per minacciarlo di non avvicinarsi a lei, con lievi coltellate alle mani. Da lì sarebbe scattata la furia omicida dell’uomo, che nel corso degli interrogatori ha però affermato di non rammentare quanto accaduto e di ricordare solo di aver colpito Jessica con tre coltellate leggere e poi il «buio».
Il tranviere, che ha negato qualsiasi approccio di tipo sessuale, ha ammesso però che Jessica gli piaceva e ha raccontato che in cambio dei lavori domestici, oltre a ospitarla, le avrebbe pagato i vestiti, il parrucchiere, e le avrebbe trovato anche un lavoro, aggiungendo che il giorno dopo il brutale assassinio, lei avrebbe dovuto sostenere un colloquio. Il difensore di Garlaschi, l’avvocato Francesca Santini, ha nominato un consulente, uno psichiatra, affinché accerti il suo stato di salute mentale e la sua capacità di intendere e volere.

85 coltellate alla 19enne Jessica, poi bruciò il cadavere: condannato all’ergastolo (Milano Today – 14 dicembre 2018)
Pena massima per il tranviere di 39 anni che uccise brutalmente la ragazza in casa sua
Condannato all’ergastolo con rito abbreviato (e all’isolamento diurno) il tranviere Alessandro Garlaschi, 39 anni, a processo per l’omicidio della 19enne Jessica Valentina Faoro, avvenuto in una notte del mese di febbraio 2018 con 85 coltellate nell’appartamento di Garlaschi in via Brioschi a Milano.
Il gup di Milano Alessandra Cecchelli ha accolto la richiesta del pm Cristiana Roveda. Garlaschi ospitava la ragazza (che aveva bisogno di un domicilio dopo un’adolescenza tormentata) in cambio di piccoli lavori domestici, ma si era invaghito di lei e aveva già tentato un primo approccio sessuale in seguito al quale la 19enne se n’era andata da via Brioschi, per poi tornare. Fino alla tragica notte in cui venne brutalmente assassinata.
Quella volta, in casa c’erano soltanto Garlaschi e la giovane. La moglie del tranviere infatti era andata a dormire dai propri genitori. Peraltro Garlaschi l’aveva presentata a Jessica come la propria sorella, e per questo motivo l’uomo è stato condannato anche per sostituzione di persona. Il terzo capo d’accusa era villipendio di cadavere, perché il tranviere, dopo avere inferto le coltellate, ha bruciato alcune parti del corpo della 19enne nel tentativo di nascondere il cadavere in un sacco e liberarsene. Non vi riuscì: quella mattina scese sconvolto di casa e rivolgendosi al portiere esternò una preoccupazione non comune. Il gup ha disposto una provvisionale di risarcimento di 25 mila euro per il padre, 25 mila euro per la madre e 50 mila euro per il fratello di Jessica, oltre che di 10 mila euro per il Comune di Milano, che si era costiuito parte civile al processo.

Appello. Confermato ergastolo per tranviere che uccise 19enne con 85 coltellate Alessandro Garlaschi, oggi in aula, in collegamento video dal carcere, ha chiesto “scusa” e ha aggiunto rivolgendosi alla corte: “Se mi fate uscire e mi fate ritornare a una vita normale, lavorerò e risarcirò il danno” (Rai News – 27 maggio 2020)
Alessandro Garlaschi, il tranviere di 41 anni che oggi si è visto confermare in appello la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Jessica Valentina Faoro, la ragazza di appena 19 anni  che ha ucciso con  85 coltellate nel suo appartamento in via Brioschi a Milano nel febbraio 2018, oggi in aula, in collegamento video dal carcere, ha chiesto “scusa” per quel che ha fatto e  ha aggiunto rivolgendosi alla corte: “Se mi fate uscire e mi fate ritornare a una vita normale, lavorerò e risarcirò il danno”.
A riferire delle parole dell’imputato rese con le sue dichiarazioni spontanee durante il processo di secondo grado è il difensore, l’avvocato Francesca Santini, sottolineando come il suo assistito mancasse “di lucidità”.  Il legale, che si è visto respingere la richiesta di una perizia per accertare la capacità di intendere e volere dell’uomo al momento del fatto e la capacità di stare in giudizio ha affermato: “Riproporremo l’istanza in Cassazione. Impugneremo la sentenza dopo aver letto le motivazioni”.
Corte ha accolto richiesta del sostituto pg La Corte, dunque, ha accolto la richiesta del sostituto pg Daniela Meliota, che aveva chiesto la conferma del verdetto emesso nel dicembre 2018 a carico di Garlaschi. La difesa, col legale Francesca Santini, aveva provato a giocare la carta della seminfermità mentale, chiedendo ai giudici di disporre una perizia sulla capacità di intendere e volere e di stare in giudizio dell’uomo. Istanza che era supportata da una consulenza con la quale il professor Alessandro Meluzzi, noto psichiatra e criminologo, aveva sostenuto il vizio parziale di mente. Con la sentenza di oggi (motivazioni in 15 giorni) sono stati anche confermati i risarcimenti provvisionali a carico dell’imputato: 50mila euro per il fratello della ragazza, 25mila euro ciascuno per padre e madre e per il Comune di Milano, anch’esso parte civile con l’avvocato Maria Rosa Sala, 10 mila euro.
I familiari sono rappresentati dai legali Eliana Capizzi, Veronica Villani e Mara Merlini.  Come riportato nelle motivazioni di primo grado, fu la “lucida volontà criminale” di Garlaschi, esplosa in “tutta la sua brutale violenza” per il “rifiuto” di Jessica di intrattenerlo con “i giochi erotici da lui pretesi”, a “scatenare la furia omicida” dell’uomo all’epoca 39enne. E che la ragazza volesse scappare da quell’abitazione, dove prima di lei erano state ospitate altre due giovani, era già chiaro una settimana prima dell’omicidio.
La 19enne, infatti, il primo febbraio, presa dal panico per le molestie che subiva, se ne era andata chiedendo pure aiuto ai carabinieri ed era stata ricoverata al Policlinico. Poi la mattina dopo, però, era tornata in quell’appartamento, dove una settimana dopo è stata massacrata. Garlaschi le aveva promesso che mai più si sarebbe comportato in quel modo e, come ha raccontato uno dei medici, lei non aveva un tetto sicuro dove dormire per via della sua “devastata situazione personale e familiare”.
Mamma Jessica: “Ergastolo non sufficiente per quel che ha fatto” “Avergli dato l’ergastolo non è sufficiente per quel che ha fatto”. Sono le parole con cui Anna Maria Natella, mamma di Jessica Valentina, Faoro ha commentato la sentenza con cui la Corte d’Assise d’Appello di Milano oggi ha confermato la condanna del carcere a vita per Alessandro Garlaschi, il tranviere che nel febbraio del 2018 ha brutalmente ucciso sua figlia. “E’ stata fatta giustizia e per questo Jessica almeno potrà stare tranquilla. La tristezza c’è sempre – ha aggiunto – e nulla potrà ridarmi quel che ho perso”.

Confermato l’ergastolo per il killer della 19enne Jessica Faoro: Cassazione respinge il ricorso (FanPage – 5 giugno 2021)
È definitiva la condanna all’ergastolo per Alessandro Garlaschi, l’ex tranviere che nel febbraio del 2018 a Milano uccise con 85 coltellate la 19enne Jessica Faoro, ragazza che ospitava in casa. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso che era stato presentato da Garlaschi dopo la conferma dell’ergastolo in Corte d’assise d’appello.
Diventa definitiva la condanna all’ergastolo per Alessandro Garlaschi, l’ex tranviere di Milano che nella notte tra il 6 e il 7 febbraio del 2018 uccise con 85 coltellate la 19enne Jessica Faoro, ragazza che ospitava nella sua casa in via Brioschi. Sia in primo grado sia in appello i giudici avevano condannato Garlaschi all’ergastolo: ma dopo la sentenza pronunciata nel maggio del 2020 dalla Corte d’assise d’appello di Milano il 41enne aveva deciso di presentare ricorso in Cassazione. Ieri tuttavia, secondo quanto dichiarato dall’avvocato della mamma di Jessica Eliana Capizzi al quotidiano “La Repubblica”, “la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per Cassazione presentato nell’interesse dell’imputato. Ha, pertanto, accolto appieno le nostre richieste di parte civile e del procuratore generale, al contempo confermando la condanna all’ergastolo. Abbiamo sempre riposto estrema fiducia a che Jessica ricevesse definitiva adeguata giustizia – ha aggiunto l’avvocato – e ieri è stato finalmente il grande giorno”.
La morte di Jessica agevolata dalla condizione di abbandono e solitudine in cui viveva. Jessica, stando a quanto chiarito dai diversi processi, venne uccisa da Garlaschi perché rifiutò le sue avances. La ragazza era ospite da alcuni giorni a casa del tranviere e della moglie, che però l’uomo aveva presentato come sua sorella ed è stata ritenuta estranea al delitto. Garlaschi colpì Jessica con 85 coltellate e cercò poi di disfarsi del cadavere cercando di bruciarlo. Il delitto scosse molto l’opinione pubblica, anche perché portò alla luce la condizione di disagio in cui la ragazza viveva. Nelle motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo, difatti, la Corte d’assise d’appello aveva scritto che la “atroce morte” di Jessica fu “indirettamente agevolata dalla condizione di abbandono, di solitudine e dal venir meno di ogni tutelante sostegno emotivo che ha scandito e caratterizzato la breve esistenza in vita” della giovane.

 

 

Il killer di Jessica Faoro, uccisa con 85 coltellate, ora scrive lettere al padre della ragazza (Milano Today – 9 maggio 2023)
Alessandro Garlaschi, il tranviere condannato per l’omicidio, ha scritto più volte al papà della 19enne
“Non lo perdonerò mai e gli chiedo di non cercarmi, non voglio incontrarlo”
. A parlare è il papà di Jessica Valentina Faoro, la ragazza di 19 anni uccisa con 85 coltellate il 7 febbraio del 2018 a Milano. L’uomo fa riferimento ad Alessandro Garlaschi, il tranviere che ospitava la ragazza in casa e che, dopo una serie di avances rifiutate, ha deciso di massacrarla senza pietà. Un delitto per cui l’uomo è già stato condannato all’ergastolo, ma dal carcere Garlaschi continua a cercare un contatto con il padre della 19enne: “Non mi ha mai chiesto scusa – ha raccontato Stefano Faoro al quotidiano Il Giorno -. Da lui ho ricevuto lettere e cartoline: mi ha scritto di portare un fiore o un lumino a Jessica. Mi ha chiesto se sono davvero convinto che sia stato lui a uccidere mia figlia. Io non gli ho mai risposto. Non solo non lo perdonerò mai ma gli chiedo di non cercarmi, non voglio incontrarlo. Neppure quando uscirà dal carcere”.
Il padre di Jessica non riesce a perdonare l’atroce crimine commesso contro la sua bambina: “È stata massacrata. Ogni volta che ci penso, sto male. Ho avuto bisogno di supporto psicologico, è un trauma che non si cancella. Sabato ci sarà uno spettacolo teatrale in memoria di Jessica. Questa storia deve servire ad aiutare altri ragazzi come lei, a colmare il vuoto tra genitori e figli, anche attraverso progetti mirati. Nessuno sia più dimenticato”.
Garlaschi è stato condannato all’ergastolo per il brutale omicidio della giovane, che in quel periodo aveva chiesto ospitalità al tranviere in cambio di un aiuto nei lavori domestici. La ragazza, che aveva alle spalle un passato difficile ed era cresciuta in comunità, si era allontanata dall’appartamento che il tranviere divideva con la moglie perché l’uomo le aveva fatto delle avances che lei non aveva gradito. Dopo essersi rivolta alle forze dell’ordine, senza però denunciare l’uomo, Jessica ha poi deciso di tornare in quella casa.
In quell’appartamento, nella notte del 7 febbraio 2018, Garlaschi approfittò dell’assenza della moglie per provare un nuovo approccio sessuale nei confronti della 19enne, poi massacrata con 85 coltellate. Non sapendo cosa fare con il corpo, l’uomo tentò prima di bruciarlo, per poi nasconderlo all’interno di due borsoni. “Una lucida volontà criminale che si trasforma in atto punitivo – scrisse il giudice di Milano, motivando la condanna all’ergastolo – Una brutale violenza tale da consentire almeno 85 coltellate, approfittando dell’ora notturna e della fragilità della giovane vittima, sola con lui in casa, senza persone a cui chiedere aiuto e fiduciosa ancora di poter trascorrere una notte serena”. Una condotta cruenta e prolungata, che secondo i giudici rivelava l’indole malvagia dell’uomo e la sua totale insensibilità. Giudicato con rito abbreviato, non gli è stata riconosciuta infermità mentale, avendo mostrato per il giudice un chiaro intento omicida, aggravato anche dalla manipolazione dei resti avvenuta dopo il delitto.


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