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Abderrahim Qablaoui, 55 anni, disoccupato, padre. Denunciato più volte, uccide la moglie con una coltellata al cuore davanti ai figli, poi fugge con loro. Condannato a 30 anni in primo grado, pena ridotta a 18 anni in appello

Budrio (Bologna), 23 Febbraio 2013

Ha chiesto scusa


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Uccide moglie, coltellata al cuore dopo lite banale, fugge coi figli poi si consegna.
L’ha uccisa davanti alla figlia di poco più di tre anni e al fratellino di 16 mesi, con un colpo al cuore, sferrato con un coltello da cucina, poi gettato nel lavello. Quindi è fuggito con una Fiat Punto, portandosi via i bambini. Ma dopo un paio d’ore, si è costituito nella stazione dei carabinieri di Budrio, il paese dove viveva con la moglie nella pianura bolognese. Ora Abderrahim Qablaoui, 53 anni, marocchino come la sua vittima, è in stato di fermo per l’omicidio di Jamila Assafa, 30 anni. In mattinata è stato interrogato dal pm Giuseppe Di Giorgio. Si è consegnato nella notte dopo aver lasciato i bambini ad una sorella. Ai militari ha detto di aver fatto una sciocchezza: la coltellata mortale è arrivata al culmine di una lite per motivi banali. Lei gli avrebbe fatto notare di non aver gradito il modo in cui era stata trattata, poco prima, davanti ai parenti di lui. Poi i toni si sono accesi. Non era la prima volta: i carabinieri in passato erano intervenuti per litigi. Ieri l’allarme è stato dato alle 21.15 da vicini, che hanno sentito trambusto e grida al primo piano della casa in via Frati Cappuccini e qualcuno ha visto l’uomo uscire in fretta. Arrivati, i militari hanno sentito che dentro la tv era accesa, ma non rispondeva nessuno. Hanno forzato la porta e hanno trovato la donna in terra, in sala. Inutile, l’intervento del 118. La coppia aveva difficoltà economiche, lei disoccupata e lui con lavori saltuari. Vivevano in una casa comunale, pare che da qualche tempo non pagassero l’affitto

Budrio, condannato a 30 anni l’assassino di Jamila Assafa

 

Budrio, uccise la moglie e portò via i figlioletti, condanna ridotta in appello
Budrio, uccise la moglie e portò via i figlioletti, condanna ridotta in appello
Per Abderrahim Qablaoui che uccise la moglie Jamila il 23 febbraio 2013, pena ridotta dai 30 ai 18 anni. Caduta l’aggravante dei futili motivi.
Bologna 11 giugno 2015 – Condanna ridotta da 30 a 18 anni in secondo grado per Abderrahim Qablaoui, a processo per aver ucciso la moglie Jamila Assafa a Budrio il 23 febbbraio 2013. L’uomo, 55 anni, marocchino come la vittima 30enne, la colpì al cuore con un coltello da cucina nella casa in cui vivevano con due figli piccoli, all’epoca di 3 anni e 16 mesi. Dopo il delitto l’uomo fuggì portandosi via i bambini. Ma, dopo un paio d’ore, si costituì ai carabinieri.
Prima di consegnarsi, lasciò i bambini a una sorella. Davanti alla Corte di assise di appello di Bologna si sono discussi i motivi di impugnazione della difesa di Qablaoui, assistito dall’avvocato Savino Lupo, intervenuto nel processo di secondo grado dopo i 30 anni per l’omicidio aggravato dal rapporto di parentela e dai futili motivi, inflitti dal gup Bruno Perla in rito abbreviato. In appello, accogliendo il ricorso del difensore, è caduta l’aggravante dei futili motivi e sono state riconosciute, seppur parzialmente, le attenuanti generiche. «Sono estremamente soddisfatto», ha commentato l’avvocato Lupo. «Sentenze come questa, in un delicato processo di appello tutto basato sul diritto – ha proseguito – riconciliano un avvocato con la giustizia. È il trionfo del diritto quando la gravità del fatto non prevale sugli elementi giuridici. Tutto questo lo dico con il massimo rispetto per la vittima: anche oggi l’imputato, reo confesso, ha chiesto scusa per quello che ha fatto».

 


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