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Nicola Testa, 81 anni, pensionato. Accoltella la moglie, che muore dopo nove giorni di agonia. Condannato a 14 anni di reclusione

Cressa (Novara), 17 Marzo 2015


Titoli & Articoli

Anziana accoltellata dal marito: è sempre grave in Rianimazione (La Stampa – 12 marzo 2015)
Il giudice ha convalidato l’arresto dell’uomo che si trova in carcere a Novara con l’accusa di tentato omicidio
Sono stazionarie le condizioni di Lucia Di Salvatore, 81 anni, accoltellata domenica dal marito, Nicola Testa, durante una lite. Resta ricoverata in prognosi riservata in rianimazione all’ospedale Maggiore di Novara. Le sue condizioni non sono cambiate ma il decorso post operatorio sembra favorevole. E’ ancora in carcere il marito che è già stato interrogato dal magistrato. È accusato di tentato omicidio. L’uomo l’avrebbe colpita sconvolto dalla malattia della donna che curava con assiduità.
È bastato un banale litigio, domenica dopo pranzo, per scatenare la reazione dell’anziano che ha colpito la moglie con un coltello. All’inizio le ferite non sembravano gravissime ma poi in serata la situazione è peggiorata a causa di un’emorragia che ha costretto i medici a intervenire d’urgenza. Il decorso pare positivo ma pesano sulla ripresa l’età della donna e le sue già precarie condizioni di salute.

Ferita da marito, morta dopo nove giorni (Ansa – 17 marzo 2015)
E’ morta stamattina, dopo nove giorni di agonia, Lucia Di Salvatore, 81 anni. La donna era ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Novara dallo scorso 8 marzo, quando era stata accoltellata dal marito, Nicola Testa, 83 anni. L’aggressione nel giorno della festa della donna: il marito, che da mesi accudiva la moglie per una serie di problemi di salute, l’ha accoltellato, poi si è costituito ai carabinieri. Arrestato, le accuse nei suoi confronti diventano ora ancora più gravi.

Cressa, è morta l’ottantenne accoltellata dal marito l’8 marzo (Novara Today – 17 marzo 2015)
La donna, Lucia Di Salvatore, si è spenta all’ospedala Maggiore di Novara, dove era stata ricoverata in seguito all’accaduto
E’ morta all’ospedale Maggiore di Novara Lucia di Salvatore, la donna di Cressa che l’8 marzo scorso era stata accoltellata dal marito, Nicola Testa, al termine di una lite. La tragedia, proprio nel giorno della Festa della Donna. Subito dopo il fatto, l’uomo (di 83 anni) è poi corso a costituirsi ai carabinieri di Borgomanero. La donna, 81enne, era stata subito trasportata all’ospedale di Borgomanero, ma a causa dell’aggravarsi delle ferite era stata poi trasferita al Maggiore di Novara.

L’addio di Cressa a Lucia: il marito l’aveva sempre curata (La Stampa – 24 marzo 2015)
«Lucia era una donna di una energia incredibile.
 Quando si è ammalata ha sofferto molto delle limitazioni che qualsiasi malattia porta, ma il marito le è sempre stato vicino, l’ha accudita. Nicola è sempre stato una persona mite, lui era tifoso del napoletano e io della Fiorentina, al centro dei nostri incontri c’era il calcio».
Pierfranco Mirizio, assessore a Borgomanero, è parente di Lucia Di Salvatore e Nicola Testa, e sabato ha partecipato ai funerali della donna uccisa a coltellate dal marito nel giorno della festa della donna.
Il cordoglio del Comune. La chiesa di Cressa non è riuscita a contenere la folla che ha partecipato alle esequie. Ad attendere la salma sul sagrato i figli Flavia, Antonio e Giuliano, e la sorella Emilia, i parenti e gli amici. Prima del funerale il sindaco di Cressa, Gino Tacca, ha portato le condoglianze del Comune. «Ho voluto esprimere il cordoglio di tutto il paese per questo dramma che ha colpito. L’ho fatto in modo discreto, il modo adatto in una situazione così difficile». Don Simone Dall’Ara, parroco di Cressa, ha ripreso nell’omelia il passo evangelico di Maria che lava i piedi con l’unguento profumato a Gesù: «Un atto di delicatezza importante, così come sono stati molti gli atti di delicatezza che in questi giorni hanno ricevuto i familiari di Lucia, le testimonianze di vicinanza. Sono questi i gesti che infondono speranza, la parola che oggi dobbiamo ricordare, in un momento di forte disorientamento».
Il coniuge in carcere. Molti si aspettavano l’arrivo anche di Nicola Testa, dietro permesso del magistrato. Il marito di 81 anni invece resta in carcere, in attesa che il gip Angela Fasano decida quali provvedimenti adottare dopo che i legali, Giuseppe Brusorio e Lorena Fornarelli, hanno depositato l’istanza per ottenere una misura alternativa al carcere, data l’età dell’uomo. Testa ha ribadito di avere agito in preda alla confusione e alla stanchezza, dopo un periodo pesante di assistenza alla moglie malata, una tesi che ieri tutti hanno condiviso: «Una persona come Nicola non avrebbe mai agito con violenza; in quel momento non si stava rendendo conto di quello che faceva».

 

Uccise la moglie a coltellate: il giudice dispone la perizia psichiatrica (La Stampa – 13 gennaio 2016)
Il delitto l’8 marzo 2015 a Cressa: Nicola Testa, 83 anni, colpì la donna malata dopo una lite
Perizia psichiatrica su Nicola Testa, il pensionato di 83 anni che l’8 marzo dello scorso anno ha assassinato a coltellate la moglie Lucia Di Salvatore, di 81, nella loro abitazione di Cressa. L’ha disposta ieri il giudice Angela Nutini accogliendo la richiesta dell’anziano di essere processato con giudizio abbreviato condizionato a una consulenza sulle condizioni psicologiche al momento dei fatti e anche ora. Testa, difeso dall’avvocato Claudio Teruggi, è ricoverato in una casa di riposo a Momo. Nei mesi scorsi è stato più volte ospite (ai domiciliari) di Villa Cristina a Nebbiuno, un centro di cura specializzato.
Accusato di omicidio. La perizia è stata affidata alla psichiatra Liliana Zedda di Novara, già docente dell’università del Piemonte Orientale e medico dell’ospedale Maggiore. Le visite cominceranno il 1° febbraio e si torna in aula il 10 maggio per ascoltare il consulente. Lo stesso giorno sono previste le richieste di accusa e difesa e probabilmente la sentenza. Il pensionato è accusato di omicidio volontario. Ha accoltellato la moglie al collo e all’addome. La donna era stata trasportata d’urgenza in ospedale ed era morta dopo nove giorni di ricovero. L’assassino ha detto agli inquirenti che da alcuni mesi viveva in una condizione di esasperazione: da dicembre non ce la faceva più a stare dietro alla moglie seminferma, con gravi difficoltà a deambulare e salute precaria.
Aggredita dopo una lite. Poi lo scatto d’ira, pare per una banalità: lei deve avergli detto di uscire a strappare l’erba. «Ero confuso perché da dieci giorni non dormivo. E non so cosa mi è preso». Oggi, spiega il suo legale, è un uomo distrutto dal dolore: più passa il tempo più riaffiorano i ricordi di quella tragedia familiare, motivo di sofferenza e di depressione. Non ha più voluto tornare nella casa in cui sono avvenuti i fatti.

Uccise la moglie: è in grado di intendere e di volere (Prima Novara – 10 maggio 2016)
Nicola Testa, l’83enne che l’8 marzo 2015 ha colpito, uccidendola, la moglie Lucia Di Salvatore di 81 anni, nella loro abitazione di Cressa, nel Novarese, è in grado di intendere e volere. E’ l’esito della perizia illustrata martedì 10 maggio al processo in abbreviato in Tribunale a Novara. Una perizia chiesta dal difensore dell’uomo, l’avvocato Claudio Teruggi. Prossima udienza il 6 settembre, quando ci sarà la discussione e probabilmente la sentenza.

Uccise la moglie malata: condannato a 14 anni (Prima Novara – 6 settembre 2016)
Condanna a 14 anni di carcere
(il pm Silvia Baglivo aveva chiesto una pena di 18 anni) per Nicola Testa, l’83enne che l’8 marzo 2015 ha colpito con un coltello, uccidendola, la moglie malata Lucia Di Salvatore di 81 anni, nella loro casa di Cressa, nel Novarese. La sentenza questa mattina, al processo in abbreviato nell’aula gip, in Tribunale a Novara. L’uomo aveva ferito la donna (al collo e all’addome) per un piccolo litigio, inserito in una situazione di esasperazione. Da tempo era impegnato a seguire la moglie seminferma e, nel fare questo, faticava, non ce la faceva più. Quel giorno, pare per una banalità, la reazione. I colpi non erano stati forti, ma, in una persona già debilitata e di una certa età, erano stati fatali. L’anziana, inizialmente trasportata al nosocomio di Borgomanero, era stata poi portata a Novara, dove era deceduta 9 giorni dopo.Il difensore, l’avvocato Claudio Teruggi, che aveva chiesto il riconoscimento dell’attenuante dello stato d’ira, non riconosciuto, ricorrerà in appello.


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