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Vera Maria Icardi, 84 anni, casalinga in pensione, mamma. Uccisa con un colpo di revolver dal marito

Vinovo (Torino), 24 Luglio 2023


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Vinovo, spara alla moglie e poi si uccide. Scrive alla figlia: «Non odiarmi»
L’84enne Claudio Colli Cantone ha ammazzato la donna, Vera Maria Icardi, nella loro casa di Vinovo. Entrambi erano malati
«Non odiarmi». La grafia è incerta e il biglietto non è finito. Claudio Colli Cantone, 84 anni, è riuscito scrivere solo poche righe indirizzate a sua figlia. Poi ha lasciato quel piccolo foglietto di carta per impugnare un vecchio revolver arrugginito, di cui nessuno conosceva l’esistenza. E ha fatto fuoco. Il primo proiettile calibro 38 ha ucciso la moglieVera Maria Icardi, anche lei 84enne, che dormiva in camera da letto. Cantone si è poi sdraiato accanto a lei e si è tolto la vita sparandosi alla tempia.
Pochi istanti per cancellare nel modo peggiore 56 anni di vita insieme, una lunga storia d’amore scandita dalle fotografie sparse lungo i due piani della villetta nel villaggio«Le Torrette», a Vinovo, dove Claudio e Vera vivevano dal 1976.Si erano sposati 9 anni prima, a Torino, e poi si erano trasferiti per far crescere fuori città le due figlie, Sonia e Lorena.
La loro casa era ordinatissima, mai nulla fuori posto. Dai libri negli scaffali ai dischi, passando per le rose e gli alberi nel giardino curato alla perfezione o gli attrezzi da lavoro in garage. Claudio Colli Cantone, amante dell’opera ed esperto di informatica, è stato responsabile tecnico del salumificio Lenti di Santena, in pensione ormai da anni. Ha sempre avuto una particolare attenzione per i dettagli e si prendeva cura della moglie, affetta da una forma di demenza senile.
Ultimamente anche le sue condizioni di salute erano gravemente peggiorate. Si era sottoposto a un delicato intervento chirurgico che non si era rivelato risolutivo e l’idea di non essere più autonomo lo aveva abbattuto. Non voleva essere di peso alle figlie, che ogni notte dormivano al piano terra: «Ormai ho vissuto la mia vita, inutile continuare a soffrire». Cantone non accettava badanti in casa ed era spaventato all’idea di entrare in una struttura.
«Siamo tutti allibiti — racconta il nipote Luca Icardi, che da bambino ha vissuto nell’appartamento accanto a quello degli zii —. Lui impiegato, lei casalinga, due persone dolcissime. Mio zio l’ho visto un paio di domeniche fa, non ho notato nulla di strano».
Lunedì mattina, poco dopo le 3, Vera Icardi è caduta dal letto e si è ferita. La figlia Sonia l’ha medicata assieme al padre ed è rimasta nella loro stanza fino alle 6.30. Poi è crollata in un sonno profondo e non ha sentito gli spari. Alle 8 l’ha svegliata la sorella, arrivata a darle il cambio. Insieme sono salite al primo piano e hanno fatto la terribile scoperta. La madre respirava ancora, ma il suo cuore si è fermato poco prima dell’arrivo dell’elicottero del 118. I carabinieri di Vinovo e Moncalieri hanno sequestrato la villa e avviato un’indagine. Ma sul fatto che si tratti di un omicidio-suicidio non sembrano esserci dubbi.

 

«Chiedo scusa», poi i colpi con il revolver del 1800: così l’anziano di Vinovo ha ucciso la moglie e si è sparato
L’84enne Claudio Colli Cantone e la moglie Vera Maria Icardi sono morti nella casa dove vivevano da 50 anni
Claudio Colli Cantone ha preso carta e penna e ha scritto un messaggio con due sole parole: “Scusa Lorena”, riferito a una delle due figlie. Ha lasciato il biglietto sul comodino, poi ha preso il vecchio revolver arrugginito che aveva in casa, ha sparato alla moglie Vera Maria Icardi e poi ha rivolto la pistola contro di sé: due colpi alla testa, che in pochi attimi hanno messo fine alla vita dei due 84enni. «Un gesto d’amore» dice qualcuno nella tranquillità violata del villaggio residenziale delle Torrette a Vinovo, visto che entrambi gli anziani erano malati da tempo. «Ma ci stavamo prendendo cura di loro, non ci capacitiamo di una decisione del genere» sono le poche parole che hanno detto i parenti più stretti dei due anziani trovati morti stamattina nella loro villetta al civico 33 di viale dei Tigli.
Da quasi 50 anni in quella casa. Claudio Colli Cantone e Vera Maria Icardi erano pensionati come tanti della provincia torinese. Lui originario del capoluogo ed ex dirigente d’azienda, lei casalinga nata a Costigliole d’Asti, vivevano da quasi 50 anni nel villaggio delle Torrette: un grosso complesso di case nato negli anni ’70 per ospitare l’espansione del paese e attirare nuove famiglie. Fra queste, anche dirigenti e imprenditori (e calciatori come Claudio Marchisio, che abita nel vicino villaggio Cavalieri). Un quartiere nato dal nulla e avvolto nella tranquillità, spezzata negli ultimi anni solo da furti e rapine. Tra cui quella proprio a casa dell’ex campione della Juventus, nell’ottobre 2019.La coppia era andata a vivere lì con la famiglia quasi 50 anni fa, a due passi da quello che è diventato lo Juventus Training Center: «Loro e i nostri genitori si erano divisi la villetta e abbiamo vissuto qui tutti insieme – ripercorre Luca, nipote dei due anziani defunti – Mi ricordo quando siamo venuti c’erano ancora le scale da fare. Sono persone tranquillissime, che hanno vissuto e sono invecchiati qui insieme».
Il revolver arrugginito. Di recente le condizioni di salute dei due anziani erano peggiorate molto: la signora Vera Maria soffriva di demenza senile, il marito aveva un tumore. Per questo le due figlie, Sonia e Lorena, si spostavano dalle loro case e facevano i turni per assistere i due anziani genitori all’interno della villetta: la scorsa notte c’era la 60enne Sonia, più grande della sorella di 5 anni, nel divano letto al piano terra della casa. Ma, a quanto pare, ha dormito poco e nulla perché la mamma non stava bene e ha dovuto starle accanto.
Forse è quel malessere che ha fatto scattare qualcosa in Colli Cantone: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ha aspettato che la figlia scendesse a dormire e crollasse dopo la notte in bianco (erano le 5.30 di stamattina). Poi ha preso un biglietto e ha scritto “Scusa, Lorena”. Infine è andato a prendere il vecchio revolver che teneva in casa da chissà quanti anni, un calibro 38 che dovrebbe risalire alla fine dell’800: nonostante fosse inutilizzato e arrugginito, ha funzionato. L’anziano ha sparato prima alla testa della moglie, poi alla sua. E Sonia non ha sentito nulla. L’altra figlia é poi arrivata alle 8.30 e ha mandato un messaggio alla sorella, che si è finalmente svegliata. Insieme, le due donne sono salite nella camera dei genitori e li hanno trovati senza vita sul letto. Hanno chiamato subito il 112 e sono arrivati ambulanze, pattuglie dei carabinieri e anche l’elisoccorso. Ma per i due anziani non c’era più nulla da fare.
La villetta sotto sequestro A quel punto sono iniziate le indagini, affidate ai carabinieri di Vinovo, Moncalieri e Torino e coordinate dal pubblico ministero Dionigi Tibone. Sono intervenuti anche il medico legale dell’Asl To5 e gli esperti del reparto Scientifica per analizzare nei dettagli l’interno della villetta, che poi è stata posta sotto sequestro (così come l’arma del delitto). Gli inquirenti sono convinti della dinamica come l’hanno ricostruita grazie al racconto delle figlie e a quella che hanno trovato nella camera da letto ma non è escluso che venga disposta l’autopsia sulle due salme, recuperate dalle Onoranze funebri San Bartolomeo di Vinovo.
Anche il movente sembra chiaro: Colli Cantone era preoccupato per le condizioni di salute sue e della moglie. Forse non voleva più gravare sulle figlie e ha deciso di farla finita per entrambi: «Siamo rimasti senza parole, per noi è un gesto incomprensibile che non riusciamo a capire: l’età, il caldo o la paura hanno fatto scattare qualcosa» si sfoga ancora Luca, il nipote. Le figlie e i generi dicono solo che «non riusciamo a capacitarci di una decisione del genere». Inaspettata e immotivata, sostengono i parenti: «Non hanno dato nessun segnale, di recente li abbiamo visti tranquillissimi e sorridenti – continua il nipote – Probabilmente chi prende queste decisioni, le nasconde fino all’ultimo. Sono cose che non dovrebbero succedere ma ultimamente se ne sentono sempre di più».


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