Valeria Melpignano, 21 anni, impiegata. Uccisa dall’ex con quattordici coltellate.
Torino, 13 agosto 1998. Sono le 7 e 40, un’auto si ferma al semaforo. Una ragazza scende dalla macchina urlando “Aiuto, mi uccide”. Ha il corpo coperto di sangue, cade per terra e dopo pochi minuti muore. Dall’auto scende un uomo, ha in mano un coltello e fugge.
Bruno Fruzzetti, 46 anni, artigiano con precedenti per atti osceni. Non aveva accettato l’ennesimo rifiuto.
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Espedienti, denunce e dolore. La vita travagliata di Bruno Fruzzetti
Condanna confermata a 28 anni
L’ho uccisa, non volevo perderla
TRAGEDIA A TORINO SUICIDA PER IL DOLORE
Una madre si e’ tolta la vita lanciandosi dal quinto piano un anno dopo che sua figlia, Valeria Melpignano, 21 anni, era stata uccisa con 14 coltellate. Lo ha fatto nell’ agosto scorso, alla vigilia del processo d’ Assise contro l’ assassino.
La notizia del suicidio e’ stata resa nota solo ieri dall’ avvocato della famiglia Melpignano, nel corso del procedimento che vede imputato Bruno Fruzzetti, 47 anni, artigiano di origine toscana, che dopo il delitto dell’ agosto ‘ 98 si costitui’ a Viareggio
Bruno Fruzzetti aveva gia’ sequestrato una volta la ragazza minacciandola, ma lei non aveva voluto denunciarlo
” Se Valeria e’ morta, libero o in cella non cambia nulla ”
Si e’ costituito l’ assassino della giovane accoltellata a Torino: non aveva accettato l’ ennesimo rifiuto …
“Se Valeria e’ morta allora la mia vita non ha piu’ senso. Libero o in carcere non cambia nulla”. Si e’ conclusa cosi’ la fuga di Bruno, con poche parole pronunciate davanti agli agenti al commissariato. Bruno Fruzzetti, 46 anni, e’ l’uomo che giovedi’ mattina, quando ha sentito Valeria ripetergli che la loro storia “non poteva continuare”, che lei voleva una vita e una famiglia sua, che la loro differenza di eta’ (25 anni) era un ostacolo, non ha piu’ capito nulla e ha cominciato a colpire. Sei coltellate, l’ultima, mortale, al collo. Una storia di cieca passione. Un amore malato.
Ricordiamo la vicenda. Giovedi’, Torino. Una giornata tragica, in cui due donne hanno pagato con la vita le loro scelte. Valeria e Monica Sassone, 36 anni, strangolata e tagliata a pezzi dal suo ex convivente. Anche lei colpevole di aver deciso di cambiare vita. Ma torniamo a Valeria. Sono le 7 e 40 di mattina, in piazza Omero, nel quartiere di Mirafiori Sud un’auto si ferma al semaforo. Una ragazza, Valeria Melpignano, 21 anni, impiegata in una finanziaria, scende dalla macchina urlando: “Aiuto, mi uccide”. Ha il corpo coperto di sangue, cade per terra e dopo pochi minuti muore. Dall’auto scende un uomo, ha in mano un coltello: vede Valeria cadere, torna indietro e fugge.
Parte la caccia all’uomo. Si comincia a scavare nella vita della ragazza. Vive con la famiglia: mamma, papa’ e tre fratelli. Alta, un sorriso bellissimo, Valeria cerca l’amore della vita. Nel ’94, Valeria, allora 17enne, conosce a Firenze Bruno Fruzzetti. Nasce una relazione. Quando il padre di Valeria scopre la storia, cerca di impedire alla figlia di continuare quel rapporto. Bruno si rende autore di un “sequestro” della ragazza. Scatta una denuncia. Poi la storia sembra risolversi. La scorsa primavera l’uomo torna a farsi vivo.
Divorziato, due figlie grandi, precedenti per furto e atti osceni, nel frattempo si e’ risposato e vive in provincia di Lucca. Bruno insiste, vuole rivedere Valeria. Lei cede, e all’inizio di agosto accetta un invito. Ma lui la sequestra nuovamente, minacciandola con un coltello. La porta in Valle d’Aosta e poi in Toscana per riconquistarla. Valeria finge di cedere, ma al momento opportuno fugge e torna a Torino in autostop.
Cerca di cancellare quella storia, ma confessa a un amico la forte preoccupazione. Decide di non fare alcuna denuncia. un errore gravissimo. Bruno continua a tempestarla di telefonate. E mercoledi’ scorso arriva a Torino. Aspetta tutta la notte sotto la casa di Valeria. Giovedi’ mattina, quando la vede uscire, le chiede di salire, di guidare lei che conosce la citta’, vuole parlarle. Lei accetta. Pochi minuti e scoppia la lite.
Bruno Fruzzetti con in mano un coltello a scatto, comincia a colpire. Poi la fuga, senza sapere che Valeria a Torino e’ gia’ morta. Quindi la telefonata alla moglie, che sapeva della morbosa passione del marito.E’li’ che apprende della fine di Valeria e decide di costituirsi: “Se lei e’ morta allora la mia vita non ha piu’ senso. Libero o in carcere non cambia nulla”.
di Antonio Troiano
Espedienti, denunce e dolore – La vita travagliata di Bruno Fruzzetti, interrogato in carcere
Una vita travagliatacondita da piccoli precedenti penali. Bruno Fruzzetti, 46 anni (in serata è stato interrogato incarcere dal sostituto procuratoretorinese Lo Mastro), da poco più di un anno viveva con laseconda moglie Rosella, 40 anni,dipendente in un cappellificio nella Piana, e il figlio in unappartamento di S. Pietro a Vico.
All’apparenza un’esistenza tranquilla anche se alcuni viciniavevano notato qualcosa d’insolito nel suo comportamento. Di tanto in tanto si assenteva- sostengono – per qualche giorno. Pensavamo fosse per motividi lavoro, ma poi abbiamo saputoche non aveva un’occupazionefissa. Svolgeva saltuariamente attività artigianali, ma in pratica era la moglie a tirare avanti la famiglia. Un tipo solitario? Sulle spalle Fruzzetti ha tre denunce, due delle quali per attiosceni in luogo pubblico.
La prima l’8 giugno 1992 in provinciadi Lucca e la seconda il 16ottobre 1994 in provincia di Pistoia. Per questi reati era statoanche condannato in primo grado. Poi, il 27 gennaio 1995,l’accusa di furto a Viareggio. Mitomane? Esibizionista? Difficiledirlo. Sicuramente una personalità complessa.
Nativo di Forno, in provincia di Massa,Fruzzetti aveva lasciato il paese natale nel 1968 e, dopo una breve parentesi a Lecco, era andatoad abitare in via XX settembre a Torre del Lago nel1975, dopo il matrimonio conE.G., casalinga, dalla quale aveva avuto due figli.
Nel 1983, lasciata la famiglia, era andato a vivere con l’attuale compagna a Torre, in Lucchesia. Un anno fa la decisione di lasciarela casa per il costo dell’affitto eccessivo, per trasferirsi provvisoriamentein un appartamento di S. Pietro a Vico.
La vittima l’aveva conosciuta quattro anni fa, durante una gita a Firenze.Tra i due era nato un sentimento all’inizio forse reciproco, anche se all’epoca la giovane non era maggiorenne. Da una segnalazione della polizia risulterebbe che, proprio 4 anni fa, lacoppia sia stata notata ferma in auto di sera alla stazione di Viareggio. Gli agenti, insospettiti,si erano avvicinati richiedendo i documenti. Una relazione segreta, anche secondo i conoscenti.
E’ Rosella non ne hamai parlato – dicono – eppure era solita confidarsi con gli amici. Se avesse saputo una cosadel genere si sarebbe sfogata con qualcuno?. Impossibile avvicinare la compagna, provata e sottochoc: ha appreso la notizia dell’arresto del marito nel cuore della notte dalle forze dell’ordine,dopo che aveva trascorso laserata assieme al figlio in compagnia di alcuni vicini.
Per compiere il delitto Fruzzetti avrebbe uZato la stessa Renault Clio blu presa a noleggio da un’agenzia di piazza S. Maria, poco fuori le Mura urbane,con la quale aveva trascorso le vacanze in Francia in compagnia della studentessa di cui era innamorato. La sua Lancia Prisma era rimasta alla moglie,che la utilizzava per andare al lavoro. La follia omicida è scattata al suo ritorno a casa quando,stando all’accusa, la ragazza gli aveva telefonato comunicandogli la fine del rapporto.
A quel punto era partito, semprecon l’auto a noleggio, per Torino portandosi da casa un coltello a serramanico: quello, non ancora recuperato, servito a infliggere alla studentessa le coltellate mortali.
(l.t.)