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Sonia Di Maggio, 29 anni. Dopo mesi di violenze, stalking e minacce, e numerose denunce, viene accoltellata in strada dall’ex che per ucciderla percorre 800km

Specchia Gallone (Lecce), 2 Febbraio 2021


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Sonia Di Maggio: catturato l’ex fidanzato. Brutale omicidio a Lecce, il racconto choc (Quotidiano Nazionale – 2 febbraio 2021)
Salvatore Carfora avrebbe confessato: preso mentre cercava di raggiungere un mezzo per lasciare il Salento. L’attuale compagno della vittima, Francesco Damiano: “Più di 20 coltellate”
Svolta nelle indagini per l’omicidio di Sonia Di Maggio, la 29enne riminese uccisa con una ventina di coltellate ieri sera a Minervino di Lecce. Salvatore Carfora, 39enne di Annuziata, è stato catturato questa mattina. È l’ex fidanzato della vittima, da subito unico sospettato del femminicidio:  gli agenti del commissariato di Otranto lo hanno fermato nei pressi della stazione mentre cercava a piedi di raggiungere un mezzo con il quale allontanarsi dal Salento. Ma il suo tentativo di fuga e di far perdere le proprie tracce è durato poche ore.  L’uomo avrebbe confessato l’omicidio durante l’interrogatorio, uscendo a metà mattinata dal commissariato a bordo di una volante, seduto accanto a dei poliziotti. Gli agenti lo hanno portato nel luogo dove ha detto di aver lasciato l’arma del delitto. Il questore di Lecce ha definito Carfora una persona “poco lucida” e al momento “ancora meno lucida del solito”. Poco dopo l’uscita del presunto omicida, in commissariato sono entrati i genitori di Sonia, giunti in mattinata da Rimini. Nessuna parola con i giornalisti che attendevano all’esterno. Carfora è stato fermato non lontano dalla via dell’agguato. Era già noto alle forze dell’ordine: lo scorso 19 giugno era uscito dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Era finito in carcere per aver ferito a coltellate un parcheggiatore abusivo nel corso di una lite.
Il suo nome è emerso subito dopo il femminicidio, grazie alle testimonianze raccolte sul luogo del delitto. Quando la polizia l’ha bloccato aveva ancora gli indumenti e lo zainetto che avrebbe indossato nel momento dell’omicidio.
Il brutale omicidio. Sonia era originaria di Riminima viveva in Salento da inizio anno con l’attuale fidanzato Franceso Damiano, un carpentiere di 29 anni. Era per lui che aveva lasciato Carfora ed era venuta ad abitare a Specchia Gallone, una zona periferica di Minervino. Voleva rifarsi una vita. Ma alcuni giorni fa il suo assassino è partito da Napoli, meditando una folle vendetta per quello che riteneva “un tradimento”.
Quando Sonia lo ha visto in via Pascoli, poco dopo le 19 di ieri, è sbiancata. Stava andando a fare la spesa col suo compagno: hanno subito cercato di cambiare strada. Ma Carfora li ha inseguiti e quindi li ha affrontati. “Siete dei vermi, tutti e due, non meritate di vivere”, avrebbe urlato. Sonia ha chiesto aiuto gridando, ma non c’era nessuno nelle vicinanze. E nessuno è intervenuto, mentre il fidanzato di lei ha cercato di fermare l’assassino. Senza riuscirci. E quando Carfora ha tirato fuori il coltello, Sonia si è messa in mezzo, ha fatto da scudo. “Scappa e va a chiamre i carabinieri”, avrebbe detto al compagno. Sperava che l’ex si sarebbe calmato, confidava non sarebbe andato fino in fondo. Invece si è trovata vittima di una violenza brutale: lui prima l’ha schiaffeggiata, poi l’ha presa a coltellate. Quindi si è dileguato. Giunta sul posto, la polizia ha trovato la donna riversa nel sangue, priva di vita. Immediata è partita la caccia all’uomo conclusasi questa mattina, dopo poche ore, non lontano dal punto in cui aveva portato a termine la sua feroce vendetta.
La testimonianza del fidanzato di Sonia, Francesco, è agghiacciante. “Stavamo andando al supermercato io e lei da soli, poi è sbucato lui, l’ha presa dal collo e ha cominciato ad accoltellarla, e ha continuato dandole più di una ventina di coltellate”, ha raccontato l’uomo in diretta Tv a Mattino Norba. “Lei ha cercato di liberarsi e io nel frattempo stavo cercando aiuto e non c’era nessuno, poi mi sono messo ad urlare ed è arrivato qualcuno. Ma lui era già scappato e lei stava a terra”, ha aggiunto.
Damiano ha detto ancora di aver riconosciuto Carfora, avendolo visto più volte sui social. Non ha notizia di precedenti minacce a Sonia “ma – racconta – non accettava che lei lo avesse lasciato, le mandava messaggi“. Francesco e Sonia si erano conosciuti sui social un anno fa, stavano insieme da un mese. Damiano ha confermato come l’omicida inizialmente volesse ucciderlo, si sarebbe accanito sulla ex fidanzata quando questa ha cercato di difenderlo. “Ha fatto quello che voleva fare e se ne è andato”, ha concluso.

 

Omicidio Sonia Di Maggio, l’ultimo messaggio di Carfora: “Siete due morti che camminano” (FanPage – 7 febbraio 2021)
“Siete due morti che camminano”. Questo avrebbe scritto Carfora a Sonia e al nuovo compagno prima di ucciderla. L’omicida avrebbe affermato che l’ex fidanzata avrebbe provocato quella reazione. “Se l’è cercata”, avrebbe detto. “Per lui era inaccettabile che lei non lo volesse più nonostante lui per due mesi non l’avesse mai picchiata” ha scritto il gip.
Uno degli ultimi messaggi di Salvatore Carfora all’ex Sonia Di Maggio: “Siete due morti che camminano“. Un messaggio che Sonia e Francesco, il suo nuovo compagno, hanno preso come una minaccia che però non avrebbe trovato seguito. Invece Carfora ha viaggiato dalla Campania alla Puglia, per aggredire Sonia. L’ha accoltellata più e più volte, lasciandola morire dissanguata in strada. Si è nascosto per un’intera nottata prima di tentare nuovamente la fuga verso la Campania, ma è stato fermato dalle forze dell’ordine e alla fine ha dovuto indicare loro dove trovare l’arma del delitto. Per l’omicida, la ragazza non doveva appartenere a nessun altro: lo avrebbe spiegato lui stesso nel corso dell’udienza per la convalida del fermo.
Secondo il gip, l’uomo avrebbe potuto uccidere anche Francesco se fosse rimasto ancora in libertà. “Nella sua testa – scrive – è colui che gli ha tolto la fidanzata”. Per dimostrare a Sonia il suo “amore”, Carfora aveva raggiunto casa di sua madre per sapere dove lei fosse. La ragazza però aveva deciso di non tornare più a Napoli, impaurita dall’ex fidanzato che più volte l’aveva picchiata, lasciandole anche una cicatrice in volto.
Carfora ha affermato quella che ormai è diventata una triste frase fatta: “Se l’è cercata”. Per lui, secondo quanto scritto dal Gip, era inaccettabile che Sonia non volesse più stare con lui nonostante lui non l’avesse picchiata negli ultimi due mesi. Per lui era assolutamente normale pretendere che la compagna non lavorasse perché, in quanto bella ragazza, chiunque avrebbe potuto guardarla. Sonia Di Maggio avrebbe dovuto stare in casa tutto il tempo per uscire soltanto quando Carfora poteva controllarla. Soprattutto, lei non avrebbe dovuto permettersi di rifarsi una vita con un altro uomo. Non dopo essere stata con lui ed essere stata, secondo il ragionamento malato, “roba sua”.

 


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