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Sharna Gafur Abdul, 18 anni, lavoratrice saltuaria. Soffocata dall’amante

Monza (Monza Brianza), 15 Gennaio 2012

 


Titoli & Articoli

«Uccisa perchè voleva lasciarlo»Braccato l’amante di Sharna (il Cittadino MB – 19 gennaio 2012)
Omicidio di via D’Annunzio, il cerchio si stringe attorno all’amante 25enne di Sharna Abdul Gafur, 18enne bengalese: secondo gli investigatori la ragazza voleva troncare la relazione e l’uomo potrebbe averla strangolata in un raptus.
Si sono tenuti in contatto fino a poche ore prima del ritrovamento del cadavere. Tra Sharna Abdul Gafur e il ragazzo bengalese 25enne col quale aveva una relazione sentimentale, sparito nel nulla dal giorno dell’omicidio, ci sono stati scambi di telefonate ed sms, il giorno stesso dell’omicidio della povera ragazzina bengalese di 18 anni, trovata strangolata venerdì pomeriggio nell’appartamento dello zio, al civico 12 di via Gabriele D’Annunzio, nel quartiere San Rocco. E’ quanto emerge dalle indagini che proseguono serrate da parte di carabinieri e procura di Monza, dal giorno dell’omicidio. Esaminando i tabulati telefonici, risultano telefonate fra i due nella mattinata di venerdì. Non è nemmeno escluso, che il ragazzo si trovasse fisicamente in zona, nello stesso periodo. Alla luce di questo riscontro effettuato dagli inquirenti, la posizione del giovane bengalese, a questo punto, si aggrava, anche se lo stesso non risulta formalmente iscritto nel registro degli indagati.
Il fascicolo per omicidio, aperto dal sostituto procuratore Alessandro Pepè, infatti, risulta ancora iscritto contro ignoti. La svolta, però, potrebbe arrivare una volta trovato il 25enne bengalese, che deve ancora essere sentito in relazione all’uccisione della povera Sharna, che si trovava a Monza, ospite dello zio, da soli 15 giorni, a seguito di un dissidio maturato all’interno della sua famiglia, in particolare, sembra, con la madre e la sorella maggiore. I contrasti erano nati, secondo quanto ricostruito in questi giorni di interrogatori, a causa della relazione che Sharna ed il ragazzo bengelese avevano allacciato. Entrambi, infatti, avevano una situazione familiare che non gli consentiva certo, secondo gli schemi culturali delle rispettive famiglie, di legarsi ad altre persone.
Sharna Abdul Gafur, sin dalla tenera età di 14 anni, era stata promessa in sposa ad un altro giovane, che si trova in Bangladesh. E sempre nel paese asiatico, si trovano anche la moglie ed il figlio piccolo del ragazzo di 25 anni, che i carabinieri stanno braccando proprio in queste ore. Il loro rapporto, dunque, era osteggiato a tal punto che Sharna, stando ad una delle ipotesi prese in considerazioni dagli investigatori, avrebbe potuto deciso di troncare definitivamente col ragazzo. Una decisione di fronte alla quale, il 25enne potrebbe aver reagito con violenza tale da trasformarsi in un omicida.
Solo ipotesi, comunque, in attesa di sentire finalmente la versione dello stesso, cercato attivamente muovendosi tra la comunità bengalese di Milano, dove è maturata la vicenda. A fianco alle congetture, si aggiungono gli elementi certi forniti all’indagine dall’autopsia effettuata sul corpo di Sharna. L’esame ha confermato la morte per soffocamento ed un ecchimosi sullo sterno, come se l’assassino l’avesse tenuta ferma con un ginocchio premuto sul petto.

 

Caccia al fidanzato della ragazza strangolata: è sparito (il Giornale – 15 gennaio 2012)
Il marito «ufficiale» in Bangladesh, un legame affettivo «ufficioso» in Italia, avversato dai genitori di religione musulmana. Nel mezzo le ragioni della morte di Sharna Abdul Gafur, 19 anni a marzo, strangolata con una sciarpa e gettata sul letto. Il delitto, venerdì in un monolocale di via D’Annunzio 42, nel popolare quartiere di San Rocco a Monza. Un mazzo di chiavi sparito, il cellulare della vittima sottratto dall’assassino oltre che l’interrogatorio di parenti e conoscenti, portano i carabinieri, agli ordini del colonnello Giuseppe Spina, a ricercare in tutta Italia un giovane bengalese, fidanzato «inconfessabile» della ragazza, anche lui, come la vittima, originario della stessa regione del Bangladesh.
Dopo un’intera notte trascorsa in caserma dunque, si allontanano i sospetti attorno a Alì Yousuf Khan, lo zio di 34 anni, cameriere. L’uomo aveva scoperto il cadavere al rientro dal lavoro e aveva chiamato i carabinieri. Le indagini da subito si sono concentrate sulla sfera sentimentale. La ragazza era in Italia da tre anni con un regolare permesso di soggiorno. Svolgeva lavori saltuari e da 15 giorni si era trasferita dallo zio dopo aver litigato per «questioni caratteriali» con mamma e sorella maggiore. Era sposata, ma da qualche mese frequentava assiduamente un altro connazionale coetaneo, residente a Monza, svanito nel nulla dal giorno del delitto.
Sharna Abdul Gafur conosceva molto bene l’assassino. L’ha fatto entrare in casa con il mazzo di chiavi, ora sparito, che le aveva dato lo zio. Lo conosceva tanto bene da accoglierlo in pigiama. Né sulla porta né alle finestre sono stati trovati segni di effrazione. Nessun componente delle 36 famiglie che abitano nella casa di corte ha sentito urla o rumori sospetti provenienti dal monolocale al primo piano. Da un primo esame del corpo, l’autopsia verrà effettuata a Milano domani, non ci sono segni di colluttazione. Sharna non ha lottato per difendersi è stata colta all’improvviso e non ha avuto tempo di reagire.
L’omicidio pertanto potrebbe essere avvenuto a causa di un improvviso raptus dell’assassino che poi se ne è andato portandosi via anche il cellulare, forse per rallentare l’identificazione, ed è scappato chiudendo a doppia mandata l’ingresso. Nel frattempo sono stati sentiti anche la sorella maggiore con la quale la vittima aveva avuto più di un alterco e i genitori, residenti a Gallarate in provincia di Varese. Tutto quanto però porta verso il misterioso bengalese «fidanzato» di Sharna.