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Sharna Gafur Abdul, 18 anni. Strangolata per motivi sentimentali

Monza, 15 gennaio 2012

Lei era promessa in sposa da quando aveva 14 anni ad un connazionale mai visto, ma si era innamorata di un altro, che aveva anche lui una sposa e un figlio in Bangladesh. Poi l’hanno trovata strangolata nella sua stanza, e l’amante è sparito.

Titoli & Articoli

Il Giorno

Omicidio via D’Annunzio, Sharna è stata strangolata. Ricerche sul connazionale 25enne …

E’ stata strangolata con una sciarpa mentre il suo assassino la teneva a terra con il ginocchio piantato sullo sterno. Questo il risultato dell’autopsia …

L’ecchimosi sul torace della vittima e i segni sul collo non lasciano scampo, la bella e giovane bengalese è stata uccisa dalla mano di una persona che lei conosceva. Troppo intimo il gesto, troppo impeto nell’omicidio per l’impersonalità di uno sconosciuto. Una ecchimosi come se il suo assassino le avesse appoggiato un ginocchio in pettomentre la strangolava. E’ questo un dettaglio emerso dall’autopsia.

Le ricerche sono ancora concentrate sul connazionale 25enne con cui Sharma aveva stretto una relazione.

Il Giornale

Caccia al fidanzato della ragazza strangolata: è sparito – Il marito «ufficiale» in Bangladesh, un legame affettivo «ufficioso» in Italia, avversato dai genitori di religione musulmana.

Nel mezzo le ragioni della morte di Sharna Abdul Gafur, 19 anni a marzo, strangolata con una sciarpa e gettata sul letto. Il delitto, venerdì in un monolocale di via D’Annunzio 42, nel popolare quartiere di San Rocco a Monza. Un mazzo di chiavi sparito, il cellulare della vittima sottratto dall’assassino oltre che l’interrogatorio di parenti e conoscenti, portano i carabinieri, agli ordini del colonnello Giuseppe Spina, a ricercare in tutta Italia un giovane bengalese, fidanzato «inconfessabile» della ragazza, anche lui, come la vittima, originario della stessa regione del Bangladesh.

Dopo un’intera notte trascorsa in caserma dunque, si allontanano i sospetti attorno a Alì Yousuf Khan, lo zio di 34 anni, cameriere. L’uomo aveva scoperto il cadavere al rientro dal lavoro e aveva chiamato i carabinieri. Le indagini da subito si sono concentrate sulla sfera sentimentale. La ragazza era in Italia da tre anni con un regolare permesso di soggiorno. Svolgeva lavori saltuari e da 15 giorni si era trasferita dallo zio dopo aver litigato per «questioni caratteriali» con mamma e sorella maggiore.

Era sposata, ma da qualche mese frequentava assiduamente un altro connazionale coetaneo, residente a Monza, svanito nel nulla dal giorno del delitto.

Sharna Abdul Gafur conosceva molto bene l’assassino. L’ha fatto entrare in casa con il mazzo di chiavi, ora sparito, che le aveva dato lo zio. Lo conosceva tanto bene da accoglierlo in pigiama. Né sulla porta né alle finestre sono stati trovati segni di effrazione. Nessun componente delle 36 famiglie che abitano nella casa di corte ha sentito urla o rumori sospetti provenienti dal monolocale al primo piano. Da un primo esame del corpo, l’autopsia verrà effettuata a Milano domani, non ci sono segni di colluttazione. Sharna non ha lottato per difendersi è stata colta all’improvviso e non ha avuto tempo di reagire.

L’omicidio pertanto potrebbe essere avvenuto a causa di un improvviso raptus dell’assassino che poi se ne è andato portandosi via anche il cellulare, forse per rallentare l’identificazione, ed è scappato chiudendo a doppia mandata l’ingresso. Nel frattempo sono stati sentiti anche la sorella maggiore con la quale la vittima aveva avuto più di un alterco e i genitori, residenti a Gallarate in provincia di Varese. Tutto quanto però porta verso il misterioso bengalese «fidanzato» di Sharna.

La Provincia di Varese  

I bengalesi di Gallarate chiedono giustizia per Sharna – «Non dimentichiamo Sharna, lei e la famiglia meritano giustizia», sono le incisive parole che arrivano dalla comunità bengalese di Gallarate, riunita intorno a Mohammad Noor. Sharna Abdul Gafur, 18 anni, è stata uccisa lo scorso 13 gennaio a Monza, in un bilocale di via D’Annunzio, rione di San Rocco, di proprietà dello zio.

Da subito i sospetti dei carabinieri del comando provinciale di Monza si sono diretti sul fidanzato di Sharna, connazionale di 26 anni della giovane, con il quale aveva intrecciato una relazione controversa e contrastata. L’uomo, a carico del quale pende un fermo di pg, sarebbe però riuscito a rifugiarsi in Bangladesh. Questa è la novità che emerge dalle indagini: l’uomo era immediatamente sparito nel nulla. Muovendosi come un professionista aveva gettato il cellulare, servendosi di un telefonino internazionale riconducibile ad un utente cinese, aveva evitato di utilizzare il bancomat e, muovendosi in silenzio, potrebbe essere riuscito a imbarcarsi a Malpensa …

Gli indizi a carico del giovane sarebbero pesanti, scambio di sms con Sharna il giorno dell’omicidio, poi il silenzio, il suo cellulare agganciato da una cella monzese che copre la zona di via D’Annunzio. Indizi pesanti non sufficienti però a richiedere un mandato di cattura internazionale: l’indagine scientifica condotta dagli uomini del Ris di Parma nell’appartamento teatro dell’omicidio non sono riusciti a provare con certezza la presenza dell’uomo in luogo al momento dell’omicidio.

Sharna si era rifugiata dallo zio a Monza proprio per lui: lui, già sposato in patria e padre di tre figli, motivo di contrasti aspri nella famiglia Gafur soprattutto tra Sharna, la madre e la sorella maggiore della ragazza.

Sharna stessa era già stata promessa in sposa con un contratto matrimoniale dalla famiglia. La ragazza certamente conosceva il suo assassino: fu lei ad aprirgli la porta quel giorno. La giovane, strangolata con una sciarpa di seta mai ritrovata, si sarebbe ritrovata con l’aggressore a premerle con le ginocchia sul petto mentre la strozzava. Il medico legale ha trovato un’ecchimosi allo sterno compatibile con questa dinamica; singolare il fatto che la donna non avesse le caratteristiche ferite da difesa, quasi si sia lasciata sopraffare senza lottare.

Ora gli inquirenti stanno tentando di rintracciare il fuggitivo per ascoltarlo; impresa ardua visto i tempi biblici di risposta delle autorità bengalesi. Il ragazzo dovrà essere rintracciato; quindi gli bisognerà notificargli gli atti, quindi forse si riuscirà ad ascoltarlo. Intanto Sharna attende giustizia e con lei tutta la comunità bengalese di Gallarate.