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Rosa Sequino, 44 anni, mamma. Cosparsa di benzina dal marito che le ha poi dato fuoco con un accendino.

Acqualoreto Baschi (Orvieto), 27 luglio 2011

Mamma non andare in macchina con papà, le ha detto il figlio diciassettenne quella mattina. Invece lei c’è andata, su quella Mercedes, pensando che si sarebbero finalmente recati dall’avvocato a Todi per la separazione. Luciano aveva un’amante e un altro figlio con la nuova donna, Rosa si voleva separare o forse non voleva. Allora lui, per metterle paura, l’ha portata in una località isolata, l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco con un accendino. Lei è morta dopo quasi 20 anni di matrimonio e 4 giorni di agonia.

Luciano Brancaccio, 40 anni, imprenditore. Voleva solo metterle paura o darle una lezione, per questo aveva comprato una tanica di benzina e invece di andare all’appuntamento con l’avvocato l’ha portata in una zona isolata. Condannato a 30 anni di reclusione.

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Morta la donna data alle fiamme dal marito – La donna (…) è deceduta all’ospedale Sant’Eugenio di Roma dove era stata trasferita d’urgenza a causa delle gravi ustioni riportate. Mercoledì scorso il marito di Rosa, Luciano Brancaccio (…) ha cosparso la moglie di benzina e le ha dato fuoco. Il gesto, come ha spiegato lo stesso Brancaccio ai carabinieri, sarebbe nato dalla volontà di spaventare la moglie e non quello di ucciderla. “Non volevo ammazzarla, l’idea di buttargli addosso la benzina ce l’ho avuto solo perché volevo spaventarla, poi la situazione è degenerata”.

…  “Quando ho avvicinato l’accendino acceso era solo per mettergli tanta paura, ma è scoppiato il finimondo” … . Sembra, infatti, che i due avessero un burrascoso rapporto già da molti anni. Pur risiedendo formalmente con la moglie e i tre figli a Bevagna, Brancaccio aveva da almeno un paio d’anni una relazione con una donna di Gubbio. Dal quadro emerso finora dai racconti dell’uomo, sembra che a fargli perdere definitivamente la testa sia stata la consapevolezza o il semplice sospetto che anche Rosa avesse avviato una relazione con un altro uomo. Ciò che lui faceva da anni doveva, insomma, essere precluso alla moglie con la quale le cose non andavano più bene da molto tempo, tanto che ormai si era deciso per la separazione.

I coniugi litigavano in continuazione e, seppur non risulti alcun precedente episodio di violenza ai danni della donna, sembra che il figlio maggiore di diciassette anni avesse messo in guardia la mamma dal salire in macchina con il padre mercoledì mattina quando Brancaccio le aveva detto che si sarebbero recati ad un appuntamento con l’avvocato a Todi per parlare della separazione legale. Al momento i tre figli della coppia di 17, 16 e 14 anni sono stati affidati ai servizi sociali

di Mena Grimaldi

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I coniugi, residenti a Foligno, erano da tempo in crisi e a scatenare l’insano gesto dell’uomo, era stato il rifiuto della donna a firmare la carte della separazione. Brancaccio, attualmente ristretto nel cacere di Orvieto, ha sempre dichiarato di non aver avuto l’intenzione di uccidere ma solo quella di dare una lezione.

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