Rita Pullara, 64 anni, madre di due figli. Soffocata dal marito
Caselle (Torino), 18 Marzo 2012
Titoli & Articoli
Soffoca la moglie col cuscino: lei voleva separarsi dopo 40 anni (la Repubblica – 18 marzo 2012)
L’uomo si è costituito. Ha confessato di averla uccisa perché lei intendeva separarsi
Un uomo ha soffocato la moglie coprendole il viso con un cuscino nella loro abitazione a Caselle Torinese. Ha poi telefonato ai carabinieri raccontando quello che aveva fatto. I militari sono arrivati nell’appartamento della coppia e hanno arrestato l’uomo. La vittima si chiamava Rita Pullara, 64 anni, il marito Giuseppe Baudo, 68 anni, l’ha uccisa dopo l’ennesimo litigio. Secondo quanto riferiscono i carabinieri, la coppia si stava separando dopo 40 anni di matrimonio. I figli, tutti maggiorenni, al momento del tragico fatto non si trovavano in casa.
Omicidio Rita Pullara di Caselle: non è stato un delitto passionale (Torino Today – 19 marzo 2012)
Rita Pullara non è stata uccisa dal marito per ragioni passionali. La lite, degenerata poi con la tragedia, è nata per questioni legate al trattamento economico dei figli. Da tempo la coppia litigava e la separazione era in vista
Ha soffocato la moglie dopo 40 anni di matrimonio. Così è morta Rita Pullara, 64 anni e residente a Caselle Torinese, uccisa perché stava per separarsi dal marito. Ma le ragioni dell’omicida non sono state passionali: la lite con la donna, poi degenerata, è nata per questioni legate al trattamento economico dei figli.
Inizialmente si pensava che Giuseppe B. avesse usato un cuscino per soffocare la consorte, invece è stata una corda l’arma del delitto. Poi, resosi conto di quello che aveva fatto, è uscito di casa e ha raggiunto la caserma dei Carabinieri dove si è costituito. La tragedia si è consumata in una palazzina di tre piani di Caselle. La coppia viveva in un appartamento al pianterreno, con uno dei due figli, ormai entrambi grandi.
L’ultimo periodo tra marito e moglie non andava di certo tutto liscio. L’ennesimo diverbio, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, è scoppiato in cucina ed era legato alla vendita di un immobile, il cui ricavato doveva essere diviso tra i due figli. Secondo l’uomo, il figlio che ancora viveva con la coppia non era per questo meritevole della stessa dote che invece era stata destinata all’altro figlio, che invece vive per conto proprio. L’uomo, però, ha perso il controllo, ha preso una corda e l’ha stretta intorno al collo della moglie fino a strangolarla. Poi ha appoggiato sul corpo un cuscino, come per coprirla. La verità sul movente di quello che apparentemente era un delitto passionale è emersa soltanto nel tardo pomeriggio davanti al pm Paola Stupino, che conduce l’inchiesta e ha ascoltato l’uomo, arrestato per omicidio volontario aggravato. (Ansa)
Caselle: «Diceva: non sei un buon padre. Ho perso la testa e l’ho uccisa» (Torino Cronaca – 20 marzo 2012)
«Aveva detto che non mi avrebbe più accusato di non essere un buon padre e quando invece l’ha rifatto di nuovo ho perso la testa, non ci ho più visto, ma non volevo ucciderla, non volevo». Così, tra le lacrime, Giuseppe Baudo, assistito dall’avvocato Marco Marchio, ha raccontato l’omicidio di sua moglie ai carabinieri e al procuratore Paola Stupino. Un interrogatorio in alcuni momenti drammatico, più volte interrotto dalle crisi di pianto del 68enne che, con il passare delle ore, cominciava a realizzare cosa aveva appena fatto.
L’omicidio è avvenuto domenica, al termine di un litigio scoppiato a causa di un appartamento venduto poco tempo fa dalla coppia. La cessione aveva fruttato circa 120mila euro che Baudo e la moglie, Rita Pullara, 64 anni, avevano deciso di dividere tra i due figli. A mettere alle strette la coppia pare siano state le continue richieste del figlio maggiore. Un rapporto difficile quello tra i genitori e il ragazzo, conosciuto alle forze dell’ordine per alcuni precedenti. «Ci ha chiesto prima 10mila euro, poi il giorno dopo ne voleva 20mila ha spiegato Baudo -, ma noi quei soldi ancora non li avevamo». Il padre avrebbe comunque voluto dividerli in parti uguali mentre la madre avrebbe preferito darne di più al maggiore, forse con la speranza che gli servissero per mettersi su una strada migliore. Da qui una lunga serie di discussioni, come già era successo in passato.