Raffaella Ingrassia, 44 anni, impiegata in un supermercato, mamma. Uccisa a coltellate da un collega
Sesto Fiorentino (Firenze), 8 giugno 2010
Quando viene uccisa una donna, il suo omicida o chi per lui hanno oltretutto la libertà di dire che tra loro vi fosse una relazione. Senza che la vittima possa replicare: ingiuriata oltre che ammazzata.
Al dolore per la scomparsa di una moglie e di una madre, marito e figli devono subire le offese e le illazioni di un assassino reo confesso che però fino al processo rimane “presunto” killer, mentre la donna è già amante e fedifraga senza possibilità di replica o difesa.
I giornali, internet e le televisioni inoltre danno eco ed amplificano, rendendole verità , le parole chissà perché attendibili di un omicida con precedenti penali, senza alcun rispetto per chi non c’è più e per chi resta.
Mauro Iorio, 25 anni, impiegato in un supermercato. Con precedenti per stupefacenti e reati contro il patrimonio, era già conosciuto alle forze e collezionava coltelli.
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… Si può già considerare risolto il mistero … Quando i militari sono entrati nell’appartamento si sono trovati davanti il corpo senza vita della donna immerso in una pozza di sangue. Nella notte gli investigatori hanno controllato gli alibi di alcune persone e ascoltato amici e colleghi della vittima che lavorava in un supermercato.Ed è stato proprio uno dei suoi colleghi ad averla uccisa: il 25enne Mauro Iorio, residente a Firenze, che ha già confessato di essere l’autore dell’omicidio.
Il giovane, secondo gli inquirenti, avrebbe agito per motivi passionali: i due avevano da tempo una relazione che la Ingrassia, di punto in bianco, aveva deciso di interrompere.
Il delitto, come rivelato già in precedenza, sarebbe avvenuto ieri pomeriggio, intorno alle 15.30, ma il corpo è stato scoperto solo ieri sera, poco dopo le 22.30.
Da quanto si è appreso, Iorio ha confessato di aver ucciso Raffaella a coltellate e di aver gettato l’arma – non ancora ritrovata – lungo il tragitto tra la casa della donna e la fermata del bus che prendeva per andare a lavoro.
C’è un movente di natura passionale alla base dell’omicidio di Raffaella Ingrassia, la donna di 44 anni uccisa a coltellate ieri nella sua abitazione … Il pm Giuseppina Mione ha sottoposto a fermo di pg un collega 25enne della vittima. I due lavoravano nello stesso supermercato di Sesto Fiorentino.
Secondo quanto riferito dai carabinieri in conferenza stampa, il giovane prima ha negato le sue responsabilità, ma poi ha ammesso e ha indicato ai militari il luogo in cui ha gettato l’arma del delitto, un coltello a serramanico che non è però stato ancora trovato.
Il delitto, è stato spiegato, sarebbe stato commesso intorno alle 15.30 di ieri. Il ragazzo sarebbe andato a casa della donna, e in un raptus avrebbe estratto il coltello colpendola con più fendenti, di cui quello mortale al collo. I carabinieri sono risaliti a Mauro Iorio, questo il nome del presunto assassino, in base ad una serie di testimonianze raccolte da amici e colleghi di Raffaella. Da quanto è emerso il fermato provava dell’affetto nei confronti della donna, sposata e con una figlia di 22 anni.
L’allarme è stato dato ieri sera intorno alle 23 dai colleghi della donna, che erano stati invitati a cena nell’abitazione e che, non avendo risposte né al campanello né al telefonino, hanno avvertito le Forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti i militari del reparto operativo di Firenze e della compagnia di Signa, insieme ai vigili del fuoco che hanno trovato Raffaella Ingrassia in un lago di sangue.
Nel corso del sopralluogo i militari della Scientifica hanno rilevato numerose impronte di scarpe di marca Hogan, con la ‘H’ impressa sul pavimento e sulle macchie di sangue. Intorno alle 4.30 del mattino i carabinieri sono andati a casa del giovane, in zona Novoli. Qui gli investigatori hanno rinvenuto un paio di scarpe della stessa misura e della stessa marca: sulla suola, ma anche sui lacci delle calzature sono state rinvenute tracce ematiche, grazie al Luminol. A quel punto i carabinieri hanno perquisito l’abitazione del giovane e hanno sequestrato altri capi di abbigliamento, anch’essi con tracce ematiche.
Il 25enne inizialmente ha negato ogni coivolgimento, poi ha ammesso di essere stato ieri nell’appartamento, ma , dopo aver visto il cadavere, di essere andato via. Solo dopo che gli investigatori gli hanno esposto le prove compromettenti il giovane ha ammesso l’omicido.
Secondo quanto riferito dal presunto killer, tra lui e la vittima c’era una relazione affettiva: ieri i due si sono visti a casa di Raffaella, e si sarebbe sentito offeso da alcune affermazioni fatte dalla donna, i due hanno litigato, e in preda ad un raptus il ragazzo ha colpito la collega con 7-8 coltellate, alle braccia, al collo, alla testa e all’addome.
La scena del crimine si presentava particolarmente cruda, con sangue dappertutto e viscere che fuoriuscivano parzialmente dall’addome. La vittima era riversa su un fianco accanto al divano nel soggiorno. Mauro Iorio, che ha precedenti per stupefacenti e reati contro il patrimonio e prende degli psicofarmaci, è stato portato nel carcere di Sollicciano come indiziato di delitto.
Il marito della donna, un piccolo imprenditore di import-export era spesso fuori Firenze o all’estero per motivi di lavoro. Ieri si trovava insieme alla figlia a Taranto, città di cui Raffaella Ingrassia era originaria.
Alla base del delitto un movente passionale. Secondo i carabinieri c’era una «relazione di affetto tra l’assassino e la vittima», sposata e con una figlia di 22 anni. I due lavoravano nello stesso supermercato, l’Ipercoop di Sesto Fiorentino, e la loro frequentazione, secondo alcune testimonianze, proseguiva anche oltre l’orario di impiego …
Già conosciuto alle forze dell’ordine, Mauro Iorio non ha la patente e vive nella zona di Novoli (Firenze) con i genitori. Ama collezionare coltelli, passione non condivisa dal padre che più di una volta ha buttato nella spazzatura i suoi acquisti. Nella notte la casa degli Iorio è stata perquisita: il 25enne era nella sua camera di letto. I carabinieri hanno trovato le scarpe Hogan, un giubbotto e altri indumenti. Tutti i capi sono stati analizzati con il luminol che ha rivelato un’abbondante presenza di sangue e altre tracce biologiche …