Marisa Triscornia, 88 anni, pensionata, mamma. Uccisa dal marito con un colpo di pistola
Zeri (Massa Carrara), 13 Agosto 2016
Titoli & Articoli
CHOC A ZERI, OMICIDIO SUICIDIO MORTI I CONIUGI ANDREA E MARISA TRISCORNIA
La tragedia si è consumata in una villetta a Foce di Rossano, frazione del comune di Zeri, in Lunigiana in provincia di Massa Carrara. Andrea Triscornia, dopo cena, avrebbe sparato alla moglie uccidendola sul colpo. Con la stessa arma si sarebbe tolto la vita mirando alla tempia. Un omicidio suicidio. L’arma, una pistola, regolarmente detenuta dal pensionato, è stata trovata sul pavimento vicino ai due cadaveri. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Pontremoli e della stazione di Zeri insieme alla scientifica.
VIVEVANO IN UNA LOCALITÀ IMPERVIA SUI MONTI
Andrea e Marisa Triscornia, rispettivamente di 89 e 88 anni, di origini carraresi, sono le due vittime dell’omicidio suicidio. Il fatto di sangue ha scosso non solo la comunità di Zeri, ma tutta la Lunigiana. A trovare i cadaveri è stato uno dei figli, che, non sentendo i genitori per tutto il pomeriggio, si sarebbe presentato insieme alla moglie nell’abitazione che si trova nella piccola frazione di Rossano. Per loro non c’era più nulla da fare. La casa dei Triscornia è stata setacciata dai Carabinieri per fare chiarezza su quanto accaduto. I due anziani stavano insieme da una vita. Perché questa fine tragica? Un interrogativo a cui si conta di dare risposta. Un esito che purtroppo non lenirà il dolore per una così grave perdita.
Una tragedia inspiegabile, il sindaco: “Il paese è sotto choc”
Ha sparato in testa alla moglie e poi, con la stessa pistola calibro 38, si è ucciso. La tragedia si è consumata, per motivi che rimangono inspiegabili, in una villetta isolata in montagna dove i coniugi abitavano, a Foce di Rossano, nel comune di Zeri, verso le 15.30 di sabato scorso. Le vittime sono Andrea Triscornia, 89 anni, e la consorte Marisa di 88, una vita intera vissuta insieme e interrotta bruscamente da un momento di follia.
NESSUN biglietto è stato lasciato per giustificare l’insano gesto, ma per gli inquirenti si tratterebbe di un chiaro caso di omicidio-suicidio. Il figlio della coppia, Paolo, molto conosciuto, maestro di sci sugli impianti di Zum Zeri, ha scoperto i corpi senza vita poche ore più tardi tornando a casa dopo un giro in scooter per la vallata. Il corpo della madre era riverso senza vita in giardino, in un lago di sangue, mentre il padre era salito al primo piano dell’abitazione prima di esplodere verso se stesso un altro colpo mortale. Disperato il figlio della coppia ha chiamato la Pubblica assistenza e i carabinieri della locale stazione che sono giunti subito sul posto.
I RILIEVI della scientifica sono durati a lungo fino a tarda sera alla presenza del medico legale, del magistrato di turno della Procura di Massa Carrara e del Nucleo radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Pontremoli, comandata dal maggiore Giuseppe Loschiavo. Gli investigatori hanno scoperto che l’anziano, prima di farla finita, aveva ucciso anche il cane. Dietro questa tragedia non sembrano esserci particolari disagi, nè economici né riguardanti la salute. La famiglia Triscornia conduceva una vita riservata e nulla faceva presagire questo tragico epilogo. Una «mattanza» familiare senza un apparente perché: nessun messaggio è stato lasciato per spiegare il dramma. La coppia, come detto, secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, non sembrava avere problemi di alcun tipo. Certo, qualche acciacco dovuto all’età avanzata, ma niente di particolare. La famiglia Triscornia è descritta come molto riservata. Originaria della Calabria, era giunta a Zeri già molti anni fa da Carrara ed era andata ad abitare in quella villa che sovrasta uno splendido ambiente incontaminato. Un posto sereno per avviarsi al tramonto della vita, che però è giunto cruento e improvviso. «ERANO persone che vivevano tranquillamente senza particolari problemi – commenta il sindaco di Zeri, Egidio Pedrini – nessuno pensa che dietro ci sia un movente legato a un’eventuale malattia della moglie, perché il medico di famiglia lo ha escluso. La nostra comunità è stata colpita da questo episodio che rimane difficile da decifrare».
I COLPI di pistola, che apparteneva al figlio della coppia ed era regolarmente detenuta, sono stati sentiti dai vicini di casa, ma sono stati scambiati per spari di una battuta di caccia. Ma nessuno comunque avrebbe potuto far nulla per impedire lo scempio. I corpi dei due coniugi sono stati trasferiti all’obitorio dell’ospedale di Pontremoli in attesa dell’autopsia disposta dal magistrato.