Mariella Gili Vinardi 46 anni, insegnante, mamma. Uccisa con un colpo di pistola dal marito
Vauda Canavese (Torino), 6 Agosto 2011
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Vauda Canavese, petilino uccide con un colpo di pistola la moglie (CN24tv – 6 agosto 2011)
La scorsa notte, a Vauda Canavese in provincia di Torino, Salvatore Scandale, 51 anni, nato a Petilia Policastro, ha ucciso la moglie con un colpo di pistola alla testa. La vittima, Mariella Gili Vinardi, insegnante di 46 anni, nata a Ciriè in provincia di Torino, è morta sul colpo nella sua abitazione. Secondo le prime indagini il delitto è avvenuto per motivi passionali, ricollegabili alla instabilità del rapporto tra i due. L’aguzzino – marito, probabilmente, nel corso di una lite ha perso il controllo, ha tirato fuori la pistola, ed ha fatto fuoco.
Il cantoniere originario della Calabria è stato sentito dal pm del Tribunale di Torino. L’uomo si è costituito ai Carabinieri dopo aver commesso il delitto. Scandale, difeso dall’avvocato Mauro Bianchietti di Cuorgnè, ha riportato al sostituto procuratore la sua versione dei fatti: rincasato dopo una cena con un amico l’uomo ha detto di essere andato a dormire e, in sogno, avrebbe visto la moglie che lo tradiva. Sempre nel sonno avrebbe deciso di ucciderla, finché il colpo di pistola sparato contro la donna alla nuca l’avrebbe svegliato.
Il pm ha contestato all’uomo il reato di omicidio con l’aggravante della premeditazione. Da qualche mese, infatti, erano frequenti le incomprensioni sentimentali della coppia, sfociate anche in liti; sembra che la donna avesse anche l’intenzione di chiedere il divorzio dal marito. La vittima lascia due figli di 18 e 20 anni, che al momento dell’omicidio erano fuori casa e sono rientrati quando il padre aveva già allertato i Carabinieri.
Uccide la moglie e si consegna “Ho sognato che le sparavo” (la Repubblica – 6 agosto 2011)
Salvatore Scandale, 51 anni, ha confessato al pm l’omicidio compiuto la scorsa notte nella loro abitazione. “Quando mi sono svegliato l’ho vista morta”. Era stato lo stesso uomo a chiamare i carabinieri
“Ho sognato che mi stava tradendo e ho sparato. Poi mi sono svegliato e l’ho vista morta”. Così Salvatore Scandale, 51 anni, ha confessato l’omicidio della moglie, Mariella Gili Vinardi, di 46 anni, compiuto la scorsa notte nella loro abitazione a Vauda Canavese (Torino). La confessione è stata fatta al pm, Marco Sanini, che ha ascoltato Scandale subito dopo l’arresto da parte dei carabinieri, chiamati dallo stesso Scandale. Nell’interrogatorio, l’uomo era assistito dal suo legale, l’avvocato Mauro Bianchetti. Nonostante la sua versione dei fatti, a Scandale il pm contesta il reato di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, Scandale è rientrato in casa e ha trovato la moglie addormentata nel letto e le ha sparato un unico colpo di pistola alla testa, chiamando subito dopo i militari. Quando i due figli della coppia, entrambi adulti, sono rincasati (pochi minuti prima dell’arrivo dei Carabinieri), lo hanno trovato in stato di agitazione e hanno avvisato i nonni materni che abitano al piano superiore della villetta bifamiliare di Vauda Canavese, dove è avvenuto il delitto.
Dalle prime indagini è emerso che la coppia era in crisi da tempo e che la moglie Mariella aveva manifestato l’intenzione di separarsi.
Uccide la moglie nel sonno “L’ho fatto ma dormivo” (la Repubblica – 7 agosto 2011)
Uxoricidio a Vauda Canavese. “Erano mesi che la minacciava”. Carabinieri e familiari: è stato premeditato. Si è accorto del dramma il figlio maggiore, quando è rientrato nella notte
Vent’anni di matrimonio finiti con un colpo di pistola alla nuca. E anche se adesso Salvatore Scandale, 51 anni, cantoniere comunale, mai un problema con la giustizia, racconta di aver sognato di uccidere la moglie e di essersi svegliato scoprendo invece di aver compiuto il delitto davvero, i familiari della vittima sostengono con forza che si è trattato di un omicidio premeditato: “Erano mesi che minacciava di ucciderla. Era geloso”, hanno riferito a carabinieri e cronisti i parenti di Mariella Gili Vinardi, 46 anni. Come pure hanno raccontato che, tre mesi fa, la donna lo aveva denunciato ai carabinieri, ai quali aveva sottolineato che possedeva una pistola.
La tragedia si è consumata nella notte tra venerdì e sabato a Vauda Canavese, poco dopo mezzanotte e mezzo, nella casa dove i due risiedevano da quando si erano sposati; al primo piano di una cascina ristrutturata in via Malone 17, sopra l’appartamento dove vivono anche i genitori della donna. Nessuno ha però sentito lo sparo: ad accorgersi del dramma, il figlio maggiore della coppia che, verso l’una, rientrando a casa, ha trovato il padre seduto sugli scalini che singhiozzava, in stato confusionale, la testa tra le mani.
Quando il ragazzo ha chiamato i nonni, Salvatore è tornato in sé; è andato nell’appartamento dove aveva appena ammazzato la moglie con la sua Beretta 7,65 regolarmente denunciata (ha un porto d’armi per uso sportivo) e ha composto il 112, per costituirsi. La confessione, compresa la surreale ipotesi dello stato di sonnambulismo sotto il quale avrebbe agito, è stata fatta al pm, Marco Sanini, che ha ascoltato Scandale subito dopo l’arresto da parte dei carabinieri. Nell’interrogatorio, l’uomo era assistito dal suo legale, l’avvocato Mauro Bianchetti. Una versione dei fatti che naturalmente dovrà essere vagliata ma che al momento pare convincere davvero poco gli investigatori. Il pubblico ministero ha contestato il reato di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione.0
La salma della donna è stata portata all’obitorio dell’ospedale di Lanzo, in attesa dell’autopsia. I due figli della coppia, di 18 e 13 anni, in stato di choc, sono da amici di famiglia. Secondo la prima ricostruzione degli investigatori, Scandale sarebbe rientrato in casa e, mentre la donna dormiva, le avrebbe sparato un unico colpo di pistola alla testa. Dalle prime indagini e soprattutto dalle testimonianze dei familiari della vittima, è emerso che la coppia era in crisi da tempo e che la moglie Mariella aveva manifestato l’intenzione di separarsi.
“Non era certo un bel matrimonio – racconta in lacrime la mamma, Margherita Bianco – I loro rapporti si erano incrinati dopo pochi anni di convivenza, al primo figlio. Prima andavano a ballare, erano uniti, poi lui usciva e si divertiva e mia figlia lavorava e tirava su i bambini. L’ha sempre trascurata; faceva il padre padrone, anche con noi. Finché mia figlia non ha cominciato a emanciparsi”.
La nuova vita di Mariella era iniziata da quando era riuscito a coronare il sogno di mettere a frutto i suoi studi da maestra elementare, dopo i lunghi anni passati a lavorare come impiegata in una residenza per anziani della zona: “Da quattro anni faceva supplenze alle elementari di Forno Canavese – dice la sorella Daniela – certo era precaria, ma le piaceva, si sentiva gratificata. Aveva più tempo per se stessa e ultimamente aveva, effettivamente, una simpatia”. Da qui, soprattutto negli ultimi mesi, il cambiamento del marito, da indifferente a sempre più geloso.
“Abbiamo tenuto in casa un delinquente per 20 anni ed ecco cosa è successo – chiosa amaramente l’anziano papà della donna, Giovanni Gili Vinardi, 80 anni e un passato da partigiano giovanissimo prima di fare il muratore e crescere nel dopoguerra tre figli – Ultimamente, oltre a minacciare di morte Mariella, se la prendeva con il figlio più piccolo, mio nipote, legatissimo alla mamma. Solo l’altra sera ha detto che l’avrebbe ammazzato. È un miracolo che lui non fosse presente; ne sono sicuro, lo avrebbe fatto”. (di Antonello Micali)