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Mariangela Catalano, 51 anni, impiegata nella direzione sanitaria, mamma. Dopo anni di maltrattamenti, stalking e minacce, viene uccisa a colpi di pistola dall’ex marito

Foggia, 22 Gennaio 2009


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Avverte la moglie con un messaggino: «Vengo a ucciderti» (il Giornale – 23 gennaio 2009)
Un omicidio annunciato. Attraverso un messaggio sms che l’assassino ha inviato alla vittima la sera prima: «Vengo, ti ammazzo e poi mi tolgo la vita», ha scritto Vito Consoli, 53 anni, che ieri ha raggiunto l’ex moglie e l’ha uccisa con cinque colpi di pistola.
Per la donna, Mariangela Catalano, 51 anni, non c’è stato niente da fare; l’assassino prima è fuggito pensando di suicidarsi, poi è stato contattato telefonicamente da un commissario di polizia che lo ha convinto a desistere e a consegnare l’arma. Alla fine, dopo una drammatica trattativa, è stato arrestato: così si è conclusa una giornata di terrore vissuta a Foggia, una tragedia innescata da un matrimonio fallito e dalla montagna di debiti di gioco che hanno spinto il 53enne a premere il grilletto con lucida ferocia.
La vittima era una dipendente della direzione sanitaria degli Ospedali Riuniti. Sul suo telefono cellulare la sera prima è apparso il messaggio con le minacce dell’ex marito, ma la donna, che dopo la separazione viveva con le tre figlie, ha deciso comunque di andare al lavoro.
L’assassino la pedinava e quando l’ha vista si è affiancato e ha aperto il fuoco. Più volte, una serie di colpi che hanno sparso terrore e morte. Cinque pallottole hanno raggiunto Catalano al volto e alle braccia: si è accasciata sul volante della macchina, che ha proseguito la corsa ed è finita contro un semaforo. In un primo momento i soccorritori del 118 hanno pensato a un incidente stradale; poi, quando la donna è stata tirata fuori dall’abitacolo, è venuta fuori la storia di un omicidio compiuto secondo un folle copione criminale.
Consoli si è allontanato, ha imboccato la strada provinciale per Troia, ha telefonato a un nipote. Nello stesso tempo la polizia ha avviato indagini e sono scattate le ricerche. Il dirigente del nucleo volanti della questura, Maurizio Galeazzi, si è procurato il numero di cellulare e ha chiamato il 53enne. L’assassino ha risposto, gridava e piangeva: «Ora mi ammazzo, mi hanno lasciato, mi hanno abbandonato, nessuno mi vuole bene», urlava in preda al panico. Il poliziotto è riuscito a calmarlo, gli ha parlato delle tre figlie, gli ha detto che l’ex moglie non era morta ma ferita gravemente.
E lui ha deciso di abbandonare l’ultimo capitolo del folle piano e ha scelto di rinunciare al suicidio: si è fermato, è sceso dall’auto, ha appoggiato la pistola sul tettuccio della macchina e si è consegnato agli agenti. Consoli e la moglie si erano lasciati da circa un anno. Il 53enne, originario di Catania, invalido civile dopo un infortunio sul lavoro che lo costringeva a camminare con le stampelle, era tornato in Sicilia. Ma non si era ripreso dal naufragio del matrimonio, su cui avrebbe pesato anche il vizio del gioco: l’assassino aveva perso parecchi soldi con i videopoker. Lunedì l’uomo è tornato a Foggia e nella sua mente s’è fatto strada il tragico progetto: un omicidio pianificato nei dettagli e annunciato con quel messaggio sms.


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