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Maria Rosa Elmi, 73 anni, pensionata, mamma. Uccisa dal marito a colpi di fucile

Bologna, 21 Agosto 2021


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Bologna, uccide la moglie: “Rosa stava male, l’ho fatto per lei”
È la frase che Mauro Bergonzoni ha ripetuto ai soccorritori dopo avere ucciso la moglie a Castello di Serravalle e avere tentato il suicidio
“Lei stava male, stava tanto male. L’ho fatto per lei”. Mauro Bergonzoni lo continuava a ripetere, mentre i soccorsi lo portavano verso l’eliambulanza. Il settantasettenne, che sabato pomeriggio ha sparato due colpi di fucile contro sua moglie Maria Rosa Elmi e poi ha rivolto la stessa arma verso di sé, è sopravvissuto a un’operazione delicata e durata ore. E ora Bergonzoni, stabile nel suo letto al reparto di Rianimazione dell’ospedale Maggiore, è in arresto, con l’accusa di omicidio aggravato.
Avrebbe voluto morire assieme alla donna che aveva amato per una vita. Ma il destino ha deciso diversamente per lui. I carabinieri della compagnia di Borgo panigale, che per primi assieme ai sanitari del 118, sono arrivati a castello di Serravalle, nello spiazzo di via Rio Monteorsello, tra il letto del torrente in secca e l’erba ingiallita, nascosto alla vista da alberi e cespugli, hanno ascoltato le ultime parole, confuse e farfugliate, di Bergonzoni, prima che venisse trasportato in ospedale. L’uomo, che aveva i polmoni compromessi dal foro causato dal colpo di fucile, ha continuato a ripetere di averlo fatto per lei. Di aver deciso insieme di chiudere così la loro storia. Lo stesso messaggio lasciato scritto su un biglietto, ritrovato in casa della coppia a Castelletto.
I militari Borgo Panigale hanno ascoltato come testimone anche la figlia della coppia, che vive fuori dalla provincia, nel Modenese. “Non potevo immaginare, nulla avrebbe potuto farmi sospettare che avevano in mente un proposito simile”, ha detto, sconvolta, ai carabinieri. Ha scelto il silenzio e il riserbo, per cercare di capire quale male oscuro abbia spinto i suoi genitori a una fine tanto tragica. Forse in quella forte depressione, con cui da anni conviveva la mamma, e le malattie legate all’età, rese insopportabili da quel malessere insidioso e sempre presente, è racchiuso il movente di questo omicidio suicidio, probabilmente ancora più doloroso, perché compiutosi soltanto a metà. Lasciando a chi resta il dolore di convivere con il rimorso per aver spezzato una vita amata e il rimpianto di non essere riuscito a mettere fine alla propria.

Uccide la moglie a Bologna: chi era Maria Rosa Elmi
Spara alla donna poi rivolge l’arma contro di sè. Il biglietto d’addio: vogliamo morire insieme. Arrestato per omicidio. Il cordoglio del sindaco  Quella panchina, dove Maria Rosa e Mauro si fermavano a prendere il fresco nei pomeriggi di primavera, ora è vuota e triste. “Mauro ha fatto un bel disastro“, si lascia scappare un pensionato, seduto al tavolo del bar della piazza di Castelletto di Serravalle. Un disastro. La fine progettata insieme di una vita in cui ogni battito è stato condiviso, in salute e in malattia.
Quella malattia che da tempo, ormai, affliggevaMaria Rosa Elmi, 73 anni. E il marito, Mauro Bergonzoni, 77, che l’assisteva, l’accompagnava ovunque e, da quando lei ormai non usciva più, provvedeva a ogni suo bisogno, si è preso addosso anche il peso più gravoso. Quello dell’ultima decisione. Un’ultima passeggiata insieme. E tre colpi di fucile, due per lei, uno per sé, per farla finita insieme.
Bologna, uccide la moglie: “Rosa stava male, l’ho fatto per lei”. Mauro e Maria Rosa, ieri pomeriggio, hanno percorso, a bordo della loro Panda, i cinque minuti di strada che separano via Vivaldi, a Castelletto di Serravalle, dove abitavano, e via Rio Monteorsello. A sinistra terreni coltivati a pignoletto. A destra il letto del torrente a secco, pietre e sterpaglie, protetto dalla vista da alti alberi.
Sono scesi dall’auto. Lui imbracciava il suo fucile da caccia, regolarmente detenuto. Si è messo di fronte alla moglie. E ha sparato. Due colpi, a bruciapelo, all’addome. Maria Rosa è caduta in avanti. Morta sul colpo. Poi, Mauro ha rivolto l’arma verso di sé. Un altro sparo, sempre in pancia. Mauro, però, non è riuscito a mantenere quella promessa fatta alla moglie di morire insieme. È rimasto a terra, semi-cosciente, fino all’arrivo dei soccorsi.
A chiamarli, un uomo, che si trovava nei campi vicini. E che ha sentito gli spari e poi, correndo verso quel rivolo riarso, ha trovato i corpi, tra l’erba secca. L’uomo ha chiamato il 118 e i carabinieri. Era evidente che per Maria Rosa non ci fosse più nulla da fare. Ma Mauro ancora respirava. E così, in elicottero, è stato trasportato all’ospedale Maggiore, dove è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Ora è in Rianimazione, in prognosi riservata.  Sopravvissuto all’intervento per lui è scattato l’arresto per omicidio.
In via Rio Monteorsello, i carabinieri della compagnia di Borgo Panigale hanno repertato i bossoli e ricostruito la scena di un delitto terribile, ma allo stesso tempo pietoso. Con la Scientifica dell’Arma e il Nucleo investigativo, i militari, coordinati dal pm Marco Forte, hanno scavato nella vita della coppia di pensionati. Una coppia che era stata normale, affiatata. Ma che da anni divideva le stanze del proprio appartamento con il male invisibile che si stava nutrendo, giorno per giorno, di Maria Rosa.
In quella casa, poco prima di uscire per il loro ultimo viaggio insieme, i coniugi Bergonzoni hanno lasciato, in bella vista, un bigliettino. “Abbiamo deciso di farla finita insieme“. Nessuna data, nessuna firma. Una dichiarazione d’intenti condivisa, per chiudere, nel sangue, il cerchio di una vita passata insieme.
Ora, a chi resta, alla figlia della coppia subito avvisata dai carabinieri, rimangono tanti interrogativi a cui è difficile, se non impossibile, dare una risposta.
E resta quella panchina, defilata dagli sguardi vivaci e rumorosi della piazza, da cui Mauro e Maria Rosa scrutavano con discrezione i ritmi e i volti della vita di paese. Un luogo dell’intimità. E un testimone silenzioso di un lungo amore, che si è spento nella tragedia di un sabato pomeriggio d’estate.
Il sindaco Ruscigno: “Vicino alla famiglia”
“Esprimo vicinanza alla famiglia e agli affetti della coppia coinvolta nel tragico gesto di ieri pomeriggio. Un fatto su cui rimangono ancora aspetti da chiarire ma che rappresenta un lutto per l’intera comunità”. Lo ha scritto su Facebook Daniele Ruscigno, sindaco del Comune di Valsamoggia. “Spiace leggere anche in questo caso sui social diversi commenti del tutto inopportuni, che potrebbero aggiungere dolore alla famiglia e agli amici già colpiti da questa tragedia – aggiunge il sindaco -. Cerchiamo invece di fare il possibile per far sentire loro sostegno e vicinanza”.


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