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Ludmilla Rugova, 43 anni, badante, mamma. Strangolata dall’ex datore di lavoro

Ferrara, 31 maggio 2012

Ludmilla accudiva la madre di Giuliano, era la sua badante, e probabilmente Giuliano ha desiderato essere anche lui accudito da quella donna così bella, dolce e forte. Ma poi l’anziana è stata ricoverata e Ludmilla ha trovato un altro lavoro. Secondo alcuni il loro rapporto era solo di lavoro, secondo altri lei era l’amante (poi perchè “amante” se entrambi erano liberi da altri legami? “amante” è un termine ricorrente collegato a una donna è straniera), secondo altri si erano anche lasciati. Fatto sta che lui l’ha sgozzata, o strangolata, e poi si è suicidato.

frezzatiGiuliano Frezzati, 65 anni, pensionato. Era terribilmente cupo. Suicida

Figli: 2. Di 16 e 6 anni

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Silenziata per sempre da chi poco prima l’aveva chiamata Amore

Passione, gelosia, possessione, persecuzione, aggressività, malattia, storpiato amore, o in una semplice parola Femminicidio!

L’ennesimo caso, questa volta avvenuto nel Ferrarese, che distrugge, annienta l’anima e il corpo di una giovane donna. Irrompe, taglia i sogni, la speranza e stronca la vita.

Ludmilla Rugova, 43enne, Ucraina, madre di due bambini, uno di 6 e l’altro di 16. Oggi Ludmilla non può più accudire, coccolare, crescere i propri figli, perchè un pazzo geloso, privo di senno e giustificazione l’ha soffocata. Silenziata per sempre, da chi poco prima l’aveva chiamata “Amore”. Soffocata nella sua casa, il luogo in cui i due erano soliti incontrarsi per passare le giornate e condividere gesti d’intimità.

Lui, un semplice uomo di 65 anni conosciuto al lavoro, nonchè il suo datore, visto che Ludmilla era la badante  della mamma dell’uomo. Lui in pensione da circa 13 anni e separato da 10 con la ex moglie.

Come tanti, Giuliano Frezzati, perchè questo è il nome del suo carnefice, l’aveva aiutata, amorevolmente corteggiata e poi..

Subito poco dopo l’inizio della loro storia, l’anziana signora è stata trasferita in una casa di riposo. Cosi un altro lavoro, un’altra esperienza, un’altra certezza economica. Non aveva aspettato, aveva trovato un’occupuzione in un’altra casa, nei pressi del paese. I vicini di casa dell’uomo in questo ultimo periodo lo ricordano distante, scontroso, terribilmente silenzioso e cupo. Forse perchè aveva accanto una donna forte, dedita alla famiglia e intraprendente.

Questo a volte spaventa, soprattutto se l’uomo che abbiamo di fronte è solo un violento retrogrado, che crede di possedere la propria compagna. Come la macchina costosa nel garage, la tv da 51 pollici in sala, e la villetta al mare da poter sfoggiare. Un anima  che purtroppo non riusciva a controllare perché inacquistabile, ingestibile, indomabile, perchè donna e non bambola.

Una bestia che vuole gestire, che presa dal panico attacca, morde, ferisce.

E proprio cosi, quel pomeriggio in via Fermi, per una parola di troppo, per un sogno in più o una maglia scollata, la bestia ha morso, e più che ferito ha ucciso.

Dopo aver visto quel corpo, quella donna a cui poco prima aveva giurato amore, la sua coscienza presa dal rimorso, dal pianto e dalla paura ha impugnato una pistola e premuto il grilletto stramazzandolo al suolo. Prima del gesto aveva scritto 2 biglietti, lasciandoli in cucina e inviato un messaggio di spiegazioni alla figlia.

All’ arrivo dei soccorsi, il cuore di lui batteva ancora, quello di lei si era spento da tempo.

I piccoli in Ucraina hanno perso la loro mamma, ancora oggi non sappiamo dir loro perchè non potranno più riabbracciarla, stringerla e vederla sorridere.

In Italia, ogni giorno 3 mila donne subiscono violenze. A casa, in ufficio, in strada, dal proprio compagno, dall’amico, dal parente. Nel migliore dei casi, i segni che queste donne portano addosso sono fisici, psicologici, ma ancora narrabili, perchè vive; ma attenzione, una di loro, un giorno, nella peggiore delle ipotesi potrebbe chiamarsi Ludmilla.

Autopsia per Frezzati

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Corriere della Sera

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