Lucia Di Muru, 32 anni, maestra. Massacrata, insieme a sua madre, dal marito
Canosa di Puglia (Bari), 2 Agosto 2008
Si era seduta a capotavola
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La storia di Lucia Di Muru
Ci sono donne che resistono una vita accanto a uomini violenti. Donne che si accontentano di sopportare maltrattamenti e pestaggi, che perdono la loro dignità in nome di un amore malato. E poi ci sono donne che finalmente hanno il coraggio di riacquistarla la loro dignità, che dopo anni di violenze dicono, decidono di separarsi dal loro uomo e quando si sentono in salvo lui arriva e le uccide. Come e’ successo a Lucia.
La storia di Lucia Di Muru. Una donna che credeva nell’amore
Bari, uccide la moglie e la suocera Era sposato da appena un mese
Si erano sposati due mesi fa, il 24 maggio. Sembravano una coppia felice, affiatata, innamorata. Da quattro giorni, il 30 luglio, erano tornati dal viaggio di nozze. Sembravano entusiasti o, forse, lo volevano far credere. Lei, ieri sera, forse dopo una lite, era andata a dormire dai genitori. Ieri mattina è tornata a casa, accompagnata dalla mamma. Voleva chiarire tutto col marito ma ne è nata una violenta discussione durante la quale l’uomo ha ucciso la moglie e la suocera ed è fuggito. Dopo qualche ora è stato arrestato dai carabinieri.
La tragedia è avvenuta in un appartamento di un discreto complesso edilizio alla periferia di Canosa di Puglia, nel barese. Lì, nel soggiorno, dopo mezzogiorno, sono state uccise Maria Grazia Priscindaro, casalinga di 60 anni, e Lucia Di Muro, una bella giovane di 32 anni, maestra non di ruolo nelle scuole elementari.
Responsabile del delitto sarebbe il marito trentaduenne della Di Muro, Giovanni Valentino, che con il padre fa il mediatore nella compravendita delle olive. L’uomo, da molti ritenuto un bravo ragazzo, dopo qualche ora dal delitto è stato bloccato dai carabinieri e portato in caserma.
«In due ore di interrogatorio – ha spiegato il pm Mirella Conticelli, che dirige le indagini – non ha detto una parola, è sotto choc».
Il magistrato ha confermato che alla base del delitto ci sono «conflitti familiari», e ha spiegato che i giovani coniugi «si erano sposati a maggio e non avevano avviato alcuna pratica di separazione».
«Il delitto – ha concluso – è terribile, essendo un duplice omicidio molto efferato. Valentino, secondo quanto si dice in città, era un bravo ragazzo, un insospettabile». Secondo alcuni parenti, nella coppia le cose non andavano bene forse anche prima di sposarsi: soprattutto non andavano bene tra Valentino e i parenti di lei.
Ad accorgersi del duplice omicidio è stato il suocero di Valentino, Domenico Di Muro, padre di tre figli, due dei quali militari dell’Aeronautica. L’uomo attendeva in auto che la moglie scendesse dall’abitazione della figlia. Infastidito dalla lunga attesa, ha deciso di raggiungere l’appartamento, al quinto piano di via Sardegna 33: all’interno ha visto i corpi delle due donne riversi sul pavimento, in una pozza di sangue. Ha quindi allertato carabinieri e 118.
I soccorritori, una volta sul posto, hanno constatato che le donne avevano il cranio fracassato: Di Muro era agonizzante ed è morta pochi minuti dopo. Per Prisciandaro, invece, è stato subito accertato il decesso.
Non sono state ancora chiarite le modalità dell’uccisione: Valentino – a quanto viene reso noto – ha grosse capacità fisiche, avendo fatto anche pugilato e potrebbe aver ucciso le sue vittime senza alcuna arma.
Uccide la moglie e la suoceraal ritorno dalla luna di miele
È stato fermato dai carabinieri, l’uomo che oggi avrebbe ucciso a coltellate la moglie e la suocera dopo una lite avvenuta nella sua abitazione a Canosa in Puglia, nel nord barese. Il movente alla base del duplice omicidio sono i conflitti familiari.
Si chiama Giovanni Valentino e ha 38 anni, l’uomo bloccato dai carabinieri con l’accusa di aver ucciso oggi, poco dopo mezzogiorno, nella sua casa a Canosa di Puglia la moglie Lucia Di Muro, di 31 anni, e la suocera Maria Grazia Prisciandaro, di 62. L’uomo è stato condotto nella caserma dei carabinieri, dove si è recato per interrogarlo, anche il pm inquirente Mirella Conticelli, della procura di Trani, dopo essere uscita dall’appartamento del duplice omicidio, dove ha compiuto un rapido sopralluogo. All’interrogatorio dell’uomo partecipa il comandante del reparto operativo di Bari, Vincenzo Trimarco, che dirige le indagini.
LE TESTIMONIANZE. “Abbiamo sentito che hanno litigato, le loro urla si sentivano anche dalla strada”. Così alcuni vicini di casa hanno raccontato ai carabinieri le fasi immediatamente precedenti l’omicidio di Lucia Di Muro e della madre, Maria Grazia Prisciandaro. Un parente del presunto assassino, invece, che è arrivato sotto l’abitazione di via Sardegna, dove è stato compiuto il duplice omicidio, si continua a disperare e a ripetere: “Glielo dicevo, se non vai d’accordo con la tua fidanzata non ti sposare”.
IL MOVENTE. Era tornata il 30 luglio scorso dal viaggio di nozze Lucia Di Muro, la giovane donna uccisa oggi, assieme alla mamma, dal marito Giovanni Valentino, fermato dai carabinieri poche ore dopo nei pressi dell’abitazione del padre. A scatenare la furia omicida dell’uomo sarebbe stato il fatto che la notte scorsa la moglie avrebbe dormito a casa dei genitori. Quando Di Muro poco dopo mezzogiorno è tornata nella sua abitazione, accompagnata dalla mamma, ha trovato ad attenderla il marito: ne è nata una violenta discussione durante la quale è stato compiuto il duplice omicidio.
LE VITTIME. Hanno i crani fracassati le due donne. Attorno ai cadaveri c’è una pozza di sangue. Lo si è appreso da fonti investigative che definiscono “un mattatoio” il soggiorno dell’appartamento in cui è stato compiuto il duplice omicidio. A quanto si è saputo, a dare l’allarme ai carabinieri e al 118 è stato il papà di Lucia Di Muro e marito di Maria Grazia Prisciandaro, le due vittime. L’uomo, infatti, attendeva in auto che la moglie scendesse dall’abitazione della figlia. Infastidito dalla lunga attesa, ha deciso di raggiungere l’appartamento, al quinto piano di via Sardegna 33: all’interno ha visto i corpi delle due donne riversi sul pavimento. I soccorritori del 118, una volta sul posto, hanno constatato che la figlia era agonizzante, quindi le hanno somministrato una flebo. Operazione vana perché la donna è morta subito dopo. Per la madre, invece, è stato subito accertato il decesso.
L’ASSASINO. Si è chiuso in un mutismo assoluto ed è sotto choc Giovanni Valentino, l’uomo che oggi avrebbe ucciso la moglie e la suocera durante una lite nella sua abitazione alla periferia di Canosa di Puglia, nel nord barese. Lo ha confermato il pm Mirella Conticelli che per due ore ha rivolto invano domande all’indagato. Il magistrato poco fa ha lasciato la caserma dei carabinieri. Valentino non avrebbe un lavoro fisso ma in passato avrebbe venduto frutta e verdura. La moglie invece, diplomata, dopo aver lavorato per qualche tempo in un bar, faceva la casalinga. In attesa che il medico legale faccia i rilievi sui cadaveri, sta prendendo piede tra gli investigatori l’ipotesi che le due donne siano state uccise non a coltellate (come si era appreso in un primo momento) ma forse con un martello. “Non siamo riusciti a capire se abbia utilizzato un’arma – ha detto il pm – anche perché in due ore di interrogatorio non ha detto una parola, è sotto choc”. Il magistrato ha confermato che alla base del delitto vi sono “conflitti familiari”, e ha spiegato che i due giovani coniugi “si erano sposati a maggio e non avevano avviato alcuna pratica di separazione” . “Il delitto – ha concluso – è terribile, essendo un duplice omicidio molto efferato. Lui, secondo quanto si dice in città, era un bravo ragazzo, un insospettabile”.
IL SUOCERO. E’ stato colto da malore ed è stato accompagnato in ospedale il papà di Lucia Di Muro, e marito di Maria Grazia Prisciandaro, le due giovani donne uccise oggi a Canosa di Puglia. L’uomo, che indossa una t-shirt bianca e un paio di pantaloni grigio chiaro, è uscito dalla caserma accompagnato dal vice comandante della polizia municipale che lo ha accompagnando nel vicino nosocomio. Il papà di una cognata di Lucia Di Muro ha raccontato ai giornalisti assiepati davanti alla caserma dell’Arma che Di Muro e Valentino si erano sposati da pochi mesi e “con tanti sacrifici avevano comprato casa e l’avevano ristrutturata”. “Lei era diplomata e faceva la casalinga dopo aver lavorato per qualche tempo in un bar. Lui – ha concluso – sembrava a tutti un bravo ragazzo”.