Kaur Balwinder, 27 anni, mamma, forse incinta. Strangolata e gettata nel fiume dal marito
Il loro matrimonio era in crisi, lei lo ha aggredito di nuovo e durante l’ennesima lite lui è stato colto da un raptus e l’ha strangolata. Poi ha simulato tutto ciò che era possibile simulare, e quando nessuno poteva vederlo ha caricato il corpo di Kaur in macchina e lo ha portato fino al fiume
Singhj Kulbir, 36 anni, operaio in un’azienda agricola
Figli: 1 bambino di 5 anni
Titoli & Articoli
“Non c’entra nulla l’occidentalizzazione, il vero problema sono i matrimoni combinati” ha dichiarato l’avvocato Mauro Pontini, difensore di Kulbir Singh che nelle scorse ore durante l’interrogatorio ha confessato di aver ucciso la moglie Kaur Balwinde, confermando l’intera dinamica dell’omicidio, avvenuto durante un litigio.
“Il mio assistito, che si dichiara pentito, aveva chiesto il divorzio a settembre – ha spiegato Pontini – ma se non c’è accordo tra le famiglie degli sposi, questi sono condannati a vivere insieme. La famiglia della vittima si era opposta e quindi la moglie non sarebbe potuta essere ri accolta in casa”.
Il ritrovamento della salma nelle acque del Po, viene ricondotto ad una pratica funebre indiana “L’uomo dopo aver ucciso la donna, dice di averla avvolta in un sudario e adagiata nel fiume, come prevede il rito funerario in India”, spiega ancora l’avvocato “Per quanto riguarda lo stato interessante in cui si trovava Kaur, il marito ne era a conoscenza e proprio il giorno dell’omicidio le aveva prenotato una visita ecografica. Non era la gravidanza il vero problema della coppia, il matrimonio era già finito a settembre”.
“Ho trovato una famiglia logorata dal dolore” è quanto dichiara l’avvocato Gianmarco Lupi, legale della famiglia di Kaur Balwinde. Proprio i genitori, la sorella e il fratello della vittima, residenti a Firenze, ne avevano denunciato la scomparsa e oggi straziati dal dolore chiedono di avere giustizia.
“Il loro principale pensiero – prosegue Lupi – è ora rivolto al figlio di Kaur, attualmente affidato alle cure dei nonni paterni. La battaglia della famiglia Balwinde è di riuscire ad ottenerne l’affidamento”.
E intanto il mondo della politica interviene sull’omicidio di Kaur Balwinder. Indipendentemente dalle posizioni politiche che nello specifico assumono contorni differenti, in generale ciò che si percepisce è la difficoltà che questo percorso di integrazione incontra nel creare armonia tra le diverse comunità. Si parla di un maggior sostegno alle famiglie e alle donne e di isolamento delle sacche di fanatismo religioso.
Secondo l’assessore regionale Sabrina Freda dell’Idv è necessario istituire uno sportello unico nazionale “Amico delle donne” che operi su più livelli per garantire la corretta integrazione e il dovuto sostegno alle donne di queste comunità straniere.
Omicidio Kaur Balwinder Piacenza: uccide la moglie perché vestiva all’occidentale
Ha ucciso la moglie perché “vestiva all’occidentale” – Un 36enne indiano è stato arrestato per omicidio: ha ucciso la moglie incinta di tre mesi e l’ha gettata nel Po
Interrogato per ore nella notte, alla fine ha ceduto e ha confessato. Un delitto atroce, sconvolgente: avrebbe ucciso la moglie per gelosia, ma soprattutto perché vestiva all’occidentale. Sarebbe questo, secondo i primi riscontri dei Carabinieri e della Procura di Piacenza, il movente dell’omicidio di Kaur Balwinder, l’indiana di 27 anni strangolata dal marito, Singhj Kulbir.
L’uomo, 36 anni, operaio in un’azienda agricola di Fiorenzuola d’Arda, incensurato, avrebbe strangolato la moglie, per poi gettarla nel Po, una quindicina di giorni fa, dove è stata trovata ieri da un pescatore romeno su un argine a San Nazzaro, frazione di Monticelli d’Ongina.“
Ai carabinieri del nucleo investigativo di Piacenza e della stazione di Fiorenziola avrebbe ammesso la gelosia per la scelta della donna di non vivere secondo i costumi indiani. Adesso è interrogato in procura dal Pm, Antonio Colonna.
Se l’autopsia dovesse confermare che Kaur Balwinder era incinta, si tratterebbe di omicidio plurimo. A breve il 36enne verrà accompagnato in carcere alle Novate. (da ilPiacenza)“
Omicidio Kaur, dopo l’interrogatorio la “verità” del marito
Ha ripercorso gli ultimi mesi di matrimonio con la moglie, un legame sempre più deteriorato, fino alla mattina del 14 maggio quando le ha tolto la vita.
E’ quanto è emerso nel corso del nuovo interrogatorio a Kulbir Singh, il 36enne indiano che ha confessato di aver ucciso la moglie Kaur Balwinder, il cui corpo senza vita è stato recuperato domenica pomeriggio sul fiume Po, nei pressi dello sbarramento di Isola Serafini. Kulbir è stato sentito per oltre tre ore dal pubblico ministero Antonio Colonna, di fronte al quale avebbe ammesso di aver agito in preda ad un raptus al culmine dell’ennesima lite.
L’uomo ha nuovamente raccontato quanto successo quella tragica mattina, della discussione scattata quando l’uomo è rientrato nell’abitazione di Baselicaduce, dopo aver accompagnato il figlio all’asilo, sfociata nell’omicidio.
Avrebbe spiegato di aver agito in preda ad un raptus, dopo essere stato inizialmente aggredito dalla moglie, e di averla strangolata con il foulard che la donna portava al collo. Durante quei terribili secondi Kaur non avrebbe reagito, tenendo le braccia stese sul letto dove Kulbir l’aveva gettata, come a voler accettare la morte.
Si è quindi liberato del corpo gettandolo in Po. Un gesto motivato inizialmente con la volontà di celebrare una sorta di rito funebre; intenzione che lui stesso stamattina avrebbe smentito ammettendo invece la volontà di disfarsi del cadavere della donna.
“Il mio assistito ha sostanzialmente riaffermato la versione già fornita nelle ultime ore – ha spiegato il legale difensore di Kulbir Mauro Pontini – ripercorrendo oltre alle fasi dell’omicidio anche gli ultimi mesi di matrimonio, una convivenza che fra i due era diventata sempre più difficile”.
“Kulbir voleva divorziare – ha ribadito Pontini, sottolineando come l’uomo si trovi al momento in uno stato di forte stress psicologico – ma in questo ha trovato profonde resistenze da parte della famiglia di Kaur. Una situazione molto complessa, nella quale si era inserita anche la figura di un intermediario: è proprio lui, da New York, ad avvisare Kulbir il 10 maggio, quattro giorni prima del delitto, del rientro nel piacentino della moglie dalla Toscana”.
Il 36enne è accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Imputazioni alle quali potrebbe aggiungersi quella di interruzione volontaria della gravidanza se l’esame autoptico, previsto per domani, sul corpo di Kaur proverà l’effettivo stato di gravidanza come lei stessa sosteneva. Proprio la mattina dell’omicidio Kulbir avrebbe prenotato una prima visita ginecologica per la moglie. Nelle prossime ore è attesa la convalida del fermo da parte del gip.
Nel frattempo i familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Gianmarco Lupi, hanno manifestato la volontà di cosituirsi parte civile e di chiedere l’affidamento del figlio di cinque anni della coppia.