Julissa Dilia Reyes Feliciano, 26 anni, ballerina, mamma. Uccisa a coltellate dall’ex
Borgo Casale (Vicenza), 4 maggio 2012
Ha aspettato che lei finisse di lavorare e sono andati insieme in un albergo. La loro era una relazione burrascosa, lei lo aveva lasciato, lo aveva denunciato 6 volte, ma forse aveva deciso di dargli un’altra possibilità. E lui l’ha uccisa con dieci coltellate, poi ha telefonato alla madre di Julissa, ridendo, per dirle “Finalmente ho ucciso tua figlia”
Jesus Maria Paredes Gil, 37 anni, parrucchiere. Dopo aver ucciso Julissa è stato arrestato per stalking
Figli di Julissa: 1 bambina, Carolina, 2 anni
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Dominicano uccide l’ex fidanzata «Finalmente ho ammazzato tua figlia»
Il 38enne accoltella la 26enne connazionale e poi chiama la madre di lei. Localizzato grazie alla centralina: arrestato dai carabinieri
Diceva di amarla, ma negli ultimi mesi non aveva fatto altro che renderle la vita un inferno, tra aggressioni, soprusi e minacce di morte. Quelle minacce sono diventate realtà, una triste realtà. Gil Jesus Maria Paredes, dominicano 38enne residente a Vicenza ora si trova in carcere, accusato di aver ucciso una connazionale di 26 anni residente a Montecchio Maggiore, madre di una bimba di due. Da chiarire le cause dell’efferato delitto: forse lei lo ha respinto, facendogli sapere che voleva essere lasciata in pace, forse lei ha rifiutato un rapporto sessuale. Tutte ipotesi al vaglio. Quello che è certo è che l’uomo ha aspettato che la ragazza, di professione ballerina, terminasse il lavoro in un locale della città, quindi l’ha accompagnata in un hotel a due stelle nella zona del centro. Una volta rimasto solo con la connazionale il 38enne ha impugnato un coltello a serramanico e l’ha uccisa: una decina circa le coltellate inferte all’altezza del torace e dell’addome, che non hanno lasciato scampo a Julissa Dilia Reyes Feliciano.
E’ stato allora che l’uomo ha preso il telefono e chiamato la madre della ragazza: «Finalmente ho ucciso tua figlia» le avrebbe detto, ridacchiando. La donna, in preda al panico all’angoscia, ha contattato i carabinieri di Vicenza e ha fornito loro il numero di telefono dell’immigrato. Subito si sono attivate le indagini che hanno permesso, anche grazie alla centralina, di localizzare l’uomo, che nel frattempo aveva lasciato con una scusa l’hotel e camminato per alcuni chilometri. «L’ho uccisa io» ribadirà poi ai militari del nucleo operativo di Vicenza, che in brevissimo tempo lo hanno bloccato in strada ed arrestato. In tasca del dominicano, visibilmente ubriaco, c’era ancora il coltello usato per l’omicidio.
di Benedetta Centin
Vicenza, uccide l’ex a coltellate – Chiama la mamma di lei e ride
Ieri mattina Dilia Reyes, ballerina dominicana di 25 anni, è stata ammazzata in una stanza d’albergo – L’omicida ha chiamato la mamma della vittima per dirle che l’aveva assassinata accoltellandola. Pochi minuti dopo è stato arrestato dai carabinieri
«Rideva mentre mi diceva che aveva ucciso mia figlia. Rideva e mi ripeteva che aveva ammazzato la mia bambina».
La telefonata alla mamma di Dilia Julissa Feliciano Reyes è arrivata ieri mattina, poco dopo le 11. Una chiamata al cellulare da un numero che lei non conosceva. Era lui, Jesus Maria Paredes Gil, l’ex fidanzato della ragazza, l’uomo che, secondo i parenti, «la minacciava, la spaventava, la picchiava, la bombardava di messaggi per supplicare di perdonarlo e tornare da lui».
L’aveva appena massacrata con almeno dodici coltellate in una camera d’albergo, dove i due erano arrivati poche ore prima. Poi l’ha abbandonata nuda, sul letto, in un lago di sangue, il cuscino sul volto, forse perché le sue urla e le invocazioni d’aiuto non fossero sentite nelle stanze vicine. E, infatti, nessuno ha sentito nulla.
L’ARRIVO IN ALBERGO. Erano le 8 quando, davanti all’albergo “Dream” di via Borgo Casale, si è fermato un taxi. Sono scese due persone, entrambe di origine dominicana: lei di appena 25 anni, lui parrucchiere di 37, senza fissa dimora, volto noto alle forze dell’ordine. La giovane, che abitava insieme alla famiglia e alla sua bambina, di appena due anni, a Montecchio Maggiore, in via degli Alberi, aveva lavorato come ballerina al “Dubai club” a Cresole di Caldogno. Proprio qui avrebbe trascorso la serata insieme all’ex fidanzato. Era ormai mattina quando hanno lasciato il locale e sono partiti insieme. Hanno chiesto una stanza e il titolare li ha accompagnati alla numero dieci, al primo piano.
Sembrava tutto normale: una coppia allegra, arrivata dopo una serata di festa, forse dopo aver bevuto qualche drink di troppo. Quando sia avvenuto l’omicidio è ancora da chiarire: di certo nel lasso di tempo tra le 8 e le 10.30. Sul movente, invece, ci sarebbero pochi dubbi.
I due avevano avuto una relazione burrascosa. La famiglia della ragazza ha spiegato che lei lo aveva lasciato più volte e poi, forse perché troppo innamorata, aveva deciso di dargli un’altra possibilità. Probabilmente è andata così anche ieri mattina: lei si è illusa che lui potesse cambiare, che le cose sarebbero migliorate e l’ha seguito.
Poche ore prima, sulla sua pagina Facebook aveva postato un’immagine con un cuore rosso e la scritta in spagnolo: “Metti il tuo cuore nelle mani di Dio e lui lo affiderà alla persona giusta”. «Così farò anch’io», aveva scritto lei.
IL DELITTO. Una volta in camera ci sarebbe stata una discussione. Sembra che tutto sia nato da una scenata di gelosia dell’ex che, ancora una volta, le aveva detto di lasciare il lavoro. Non accettava che lei facesse la ballerina in un locale pieno di uomini, voleva che si licenziasse ma lei, probabilmente, deve avergli detto che non aveva alcuna intenzione di obbedirgli. Sembra che sia stato questo a scatenare la furia omicida. L’uomo l’ha aggredita una, due tre, almeno dodici volte con un coltello a serramanico dalla lama lunga circa 15 centimetri. L’ha colpita all’addome, al petto, le ha messo anche un cuscino sul viso.
LA TELEFONATA. Dalle ricostruzioni dei carabinieri del nucleo operativo, coordinati dal capitano Graziano Ghinelli e dal luogotenente Marco Ferrante, lui è uscito dall’albergo subito dopo l’omicidio. Probabilmente è stato allora che ha chiamato la mamma della giovane. «Ho ucciso tua figlia» le ha detto. Una frase agghiacciante dopo la quale avrebbe riso. Nonostante lo choc la donna ha avuto la prontezza di riflessi di memorizzare quel numero di telefono e di contattare subito i militari. E proprio grazie al cellulare il dominicano è stato localizzato. Non solo. Lo hanno anche chiamato e lui ha risposto.
Era chiaramente ubriaco e in stato confusionale, ma ha ammesso di aver compiuto l’omicidio. I carabinieri sono riusciti a calmarlo, lo hanno convinto a fermarsi, a smettere di fuggire e, in un lampo, si sono precipitati in viale della Pace.
L’ARRESTO. Jesus Maria Paredes Gil è stato bloccato e arrestato ed ora dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario aggravato. Nella tasca aveva ancora il coltello a serramanico sporco di sangue. È stato lui a dire dove si trovava il corpo, ma era talmente confuso da sbagliare persino albergo, conducendoli al primo hotel dove i due avevano cercato una stanza. Hotel che era al completo, quindi avevano ripiegato sul vicino “Dream”. Solo quando si è trovato di fronte all’edificio si è ricordato gli eventi della notte ed è stato in grado di accompagnare i militari in via Borgo Casale.
La ragazza è stata trovata supina, sul letto, senza abiti, il volto coperto da un cuscino, il corpo sotto una coperta, in un lago di sangue.
DILIA JULISSA FELICIANO REYES La giovane dominicana, 25 anni, era in Italia da anni. Viveva con la mamma Gertrudis Reys e la sua bimba Carolina, di appena due anni, avuta da una precedente relazione, in un appartamento di Montecchio Maggiore, in via degli Alberi. La ragazza lavorava come ballerina in alcuni locali notturni del Vicentino. Fino a qualche settimana fa era stata figurante di sala al “Dubai club” di Cresole di Caldogno. Proprio il suo lavoro avrebbe scatenato la gelosia dell’ex fidanzato con il quale, secondo la famiglia, aveva sempre avuto un rapporto travagliato, fatto di minacce, persino botte e continue molestie.
di Claudia Milani Vicenzi