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Grazia Rosaria Quatrini, 62 anni, vedova. Colpita più volte e poi sgozzata da un pretendente respinto

Palermo , 16 Novembre 2013

La donna col barboncino. Aveva diversi problemi, soprattutto con il bere.

 

 

Alfredo Palumbo, 53 anni, autotrasportatore. In un momento di lucidità ha preso il televisore e glielo ha sbattuto in testa. Condannato a 30 anni con rito abbreviato.


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Grazia Rosaria Quatrini, la donna col barboncino
Decisiva, per risolvere il delitto di Grazia Rosaria Quatrini, l’immagine di una telecamera in cui la donna saliva sull’auto dell’assassino
La donna è nuda, riversa nel corridoio in una pozza di sangue, nella sua casa del quartiere Zisa, a Palermo. Qualcuno l’ha sgozzata e ha lasciato lì l’arma del delitto, un coltello da cucina. Il 18 novembre 2013 il fratello, preoccupato dal fatto di non sentirla da qualche giorno, va a trovarla. Bussa a lungo. Ma non ottiene risposta. Ha un brutto presentimento e chiama i vigili del fuoco. È così che trovano il cadavere di Grazia Rosaria Quatrini, 62 anni. Vedova, nel quartiere raccontano che avesse diversi problemi, soprattutto con il bere, motivo per il quale era stato chiamato spesso il 118 per soccorrerla. Viveva con la pensione di reversibilità del marito insieme ad un barboncino, Lunetta. Alcuni ricordano che avesse una relazione con un avvocato ottantenne e di averli sentiti litigare spesso, anche pochi giorni prima, il venerdì precedente l’omicidio. Nell’edificio c’è solo il suo appartamento, il resto sono magazzini. Per questo nessuno, forse si è accorto di nulla. In casa non ci sono segni di effrazione, segno che molto probabilmente la donna ha aperto la porta al suo assassino. Sicché è facile immaginare che lo conoscesse.
Il barboncino Gli inquirenti rintracciano l’avvocato e ascoltano i tre fratelli e una sorella della vittima. Ma si capisce subito che qualcosa non torna: sono tutti sconvolti dalla morte della signora Grazia. Il medico legale fa risalire la morte alle ultime 36 ore. Ma qualcuno l’ha vista viva certamente sabato 16 novembre. È seguendo il filo di queste testimonianze che si cerca di far luce sul caso: ricostruendo le ultime 24 ore della vittima. In particolare si battono pub e bar che la donna, secondo quanto emerge dai ricordi degli abitanti, frequentava. Si scopre in questa maniera che proprio il pomeriggio del 16 era stata in un’enoteca. Si era presentata lì intorno alle 18. Due ore più tardi aveva salutato i conoscenti sostenendo di aver rimediato un passaggio a casa. È la chiave di volta del giallo. Certo, bisognerebbe identificare chi le ha dato il passaggio, capire se qualcuno li ha incontrati ed è in grado di ricostruire un identikit. Oppure ci vuole un colpo di fortuna. Lì vicino ci sono alcune telecamere di sicurezza. A novembre c’è un gran buio e non è facile distinguere con sicurezza tutte le persone che passano. Ma il caso vuole che nelle immagini si veda una donna con un barboncino salire a bordo di una Fiat Seicento rossa proprio intorno a quell’ora. Un barboncino come Lunetta, quello trovato in casa della signora Grazia.
La svolta. Arrivare al proprietario della macchina è a questo punto decisamente più facile. Si chiama Alfredo Palumbo, ha 53 anni ed è un autotrasportatore. Quando vede arrivare i poliziotti tira un lungo respiro e dice subito che sì, l’ha uccisa lui. Al procuratore aggiunto Maurizio Scalia e al sostituto Emanuele Ravaglioli ricorda che aveva bevuto con la signora Grazia alla taverna. Poi era salito con lei a casa. Aveva tentato un approccio sessuale, ma lei si era rifiutata e si era messa a gridare perché lui insisteva e allungava le mani. Forse in un momento di lucidità si è spaventato. E la lucidità si è trasformata in rabbia. E subito dopo in furia: l’ha colpita prima con un televisore, ripetutamente. Quindi l’ha sgozzata con un coltello preso in cucina. È tornato a casa, ha lavato i vestiti sporchi di sangue e le scarpe da ginnastica. Ma non se ne è liberato: li indossava anche nel momento in cui lo hanno preso. Il gup lo condanna a 30 anni.
(Edoardo Montolli)

Palermo, condannato a 30 anni per l’omicidio di Grazia Rosaria Quatrini
Il gup ha condannato a trent’anni, con il rito abbreviato, un operaio di 53 anni, Alfredo Palumbo, per l’omicidio di Grazia Rosaria Quatrini, la donna di 62 anni trovata sgozzata nella sua abitazione lo scorso 18 novembre. Come scrive il Giornale di Sicilia, Palumbo, che ha confessato l’omicidio, ha detto di averlo fatto perchè la donna rifiutava un rapporto sessuale dopo averlo invitato a salire a casa, dove l’uomo l’aveva accompagnata in macchina la sera del 16 novembre.


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