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Giulia Tramontano, 29 anni, agente immobiliare, incinta di 7 mesi. Massacrata con 37 coltellate, muore dissanguata insieme al piccolo Thiago. Il compagno, padre del piccolo, tentava già da mesi di avvelenarli

Senago (Milano), 27 Maggio 2023


Titoli & Articoli

 

La scomparsa di Giulia Tramontano a Senago: «Aveva litigato con il fidanzato, lui aveva un’altra relazione» (Open – 31 maggio 2023)
Prima di scomparire domenica 28 maggio Giulia Tramontano aveva davvero litigato con il fidanzato. Da Sant’Antimo nel Napoletano fino a Senago in provincia di Milano parlano di Alessandro Impagnatiello, 30 anni, barman. Lui aveva un’altra relazione. E lei, incinta al settimo mese, lo aveva scoperto proprio sabato. Poche ore prima della scomparsa. La ragazza si era confidata con la sorella Chiara (che ieri ha fatto un appello sulla scomparsa), alla madre e a un’amica. «Sono turbata, vado a dormire», è il testo di una delle sue ultime chat. La procura di Milano ha aperto un fascicolo senza titolo di reato né indagati. L’inchiesta coordinata dal pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella e affidata al nucleo investigativo carabinieri e alla compagnia di Rho sta vagliando comunque tutte le ipotesi.
Le prime segnalazioni. La giovane lavora in una agenzia immobiliare. È originaria della provincia di Napoli ma risiede da cinque anni nel Milanese. A denunciare la scomparsa è stato proprio il fidanzato. Ha raccontato nella sua denuncia di essere andato al lavoro domenica mattina, di essere rientrato nel pomeriggio e di non averla trovata a casa. Da qui, stando alla sua versione, la decisione di allertare le forze dell’ordine. La madre della 29enne, che vive nel Napoletano, si era subito preoccupata, invece, quel mattino, perché la figlia non l’aveva chiamata, come faceva di solito. Ieri l’Associazione Penelope ha verificato alcune segnalazioni provenienti dal Milanese, senza esito. Nell’abitazione non sono stati trovati il passaporto e il bancomat della donna. E nemmeno il suo telefono, che sarebbe risultato non attivo dalla tarda serata di sabato. Quando domenica, poi, la mamma ha provato a chiamarla risultava spento.
La lite con il fidanzato.
Il Corriere della Sera dettaglia i contorni della lite con il fidanzato. E dice che proprio sabato c’è stato un incontro a tre: presenti Alessandro Impagnatiello, Giulia Tramontano e la ragazza con cui il barman aveva intrecciato una relazione. L’altra donna avrebbe scoperto nell’occasione che Impagnatiello aveva un’altra relazione e che Giulia era incinta. «Anche lei era incinta ma ha interrotto la gravidanza», si racconta. A quel punto i genitori sarebbero arrivati in Lombardia e avrebbero incontrato il ragazzo. A quanto pare sarebbero volati parole e schiaffi. I carabinieri hanno ascoltato il 30enne. Il suo racconto avrebbe delle incongruenze, forse legate alla concitazione dei fatti. Non è indagato.
Alessandro Impagnatiello. I due convivevano in un appartamento in via Novella. Dove ora sono arrivati i genitori di Tramontano. Alessandro Impagnatiello ha un altro figlio, frutto di una relazione precedente. Il bambino va in prima elementare e i rapporti con la ex sono buoni. Non erano sposati. Lui aveva continuato a vivere in affitto nell’appartamento al primo piano dopo la fine della relazione. Giulia Tramontano invece svolgeva il suo mestiere di agente immobiliare in smart working. Impagnatiello invece si spostava con un suv T-Roc bianco. I carabinieri hanno sequestrato le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona. Con la speranza di vederla prima o poi inquadrata.
La famiglia Tramontano. L’edizione milanese di Repubblica racconta che anche don Salvatore Coviello, parroco della chiesa di Santa Lucia e amico dei Tramontano, ha ricevuto confidenze dalla famiglia. «Pare che Giulia avesse telefonato alla madre dicendo che aveva litigato in maniera forte con il compagno. Ha scoperto che c’era un’altra donna e ha saputo che anche l’altra è incinta». La sorella Claudia, il padre Franco e la mamma Loredana si sono presentati nell’appartamento di Alessandro Impagnatiello. Poi il barman è tornato in caserma per raccontare gli ultimi minuti di Giulia. Le telecamere alla destra del condominio non la inquadrano mai. A sinistra c’è uno stabilimento industriale. Intanto la madre ha raggiunto Impagnatiello in casa con il compagno: «Bisogna ritrovare Giulia. È importante per noi. Come sta Alessandro? Abbattutissimo».

 

Giulia Tramontano, la lite con il fidanzato e l’sms all’amica: il giallo dietro la scomparsa da Senago della 29enne incinta (Corriere della Sera – 30 maggio 2023)
La 29enne agente immobiliare sabato sera avrebbe mandato un messaggio a un’amica dopo una discussione con il compagno. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta.

Giulia Tramontano, la lite con il fidanzato e l'sms all'amica: il giallo dietro la scomparsa da Senago della 29enne incintaGiulia Tramontano, 29 anni, originaria di Sant’Antimo in provincia di Napoli, ma da cinque anni a Senago, sparisce ufficialmente tra le sette di domenica mattina e le cinque del pomeriggio. Sabato sera avrebbe mandato un messaggio a un’amica dicendo che era «turbata» dopo aver avuto una discussione col fidanzato.
I carabinieri stanno facendo verifiche su questo presunto ultimo messaggio (smentito da altri familiari) e sono al lavoro per ricostruire eventuali incongruenze nella ricostruzione delle ultime ore prima della scomparsa. Le indagini sono affidate al pm Alessia Menegazzo della procura di Milano. Il fascicolo al momento è stato aperto senza titolo di reato né indagati. Secondo i primi risultati, la giovane era viva e stava bene fino alla prima serata di sabato, quando è stata immortalata da alcune telecamere. Sul caso sono in corso indagini frenetiche da parte dei carabinieri di Rho, Senago e del Nucleo investigativo di Milano.

La prima ad allarmarsi è la mamma in Campania. Perché domenica mattina Giulia non la chiama. Lo fa ogni giorno di festa. Ma il telefono non suona. Anzi, sembra spento. Ma più probabilmente è in modalità «offline», senza connessione dati né linea telefonica. È la madre la prima ad agitarsi e a capire che la sua Giulia, incinta al settimo mese, potrebbe essere scomparsa. Le paure dei familiari si fanno sempre più forti quando tutti cercano Giulia ma di lei non c’è più traccia.
Nessuno sa perché sia uscita di casa,
dove vive con il compagno 30enne, che lavora a Milano come barista. È lui, proprio domenica, a fare denuncia ai carabinieri di Senago al rientro dal lavoro. L’ultimo contatto con i familiari risale alle 21 di sabato. Più passa il tempo e più il mistero si fa preoccupante. La 29enne è uscita senza bagagli, ha lasciato il portafoglio ma avrebbe portato con sé il passaporto e il bancomat. Il fidanzato parla anche di 500 euro. Sulle liste di partenza e arrivo dei passeggeri il suo nome non risulta da nessuna parte, né tra gli alloggiati di alberghi e bed and breakfast.
«È incinta, quindi potrebbe avere bisogno d’aiuto», dice al telefono la sorella. Giulia Tramontano lavora come addetta alla gestione di appartamenti a Milano per conto di un’importante società immobiliare. «Non abbiamo idea di dove possa essere. Non c’erano mai stati episodi strani né allontanamenti. È una ragazza solare e senza problemi», ripete la sorella. Per questo i familiari sono convinti che il suo non possa essere stato un allontanamento volontario.
E su questa ipotesi lavorano i carabinieridi Senago, Rho e del Nucleo investigativo di Milano che lunedì hanno sequestratole immagini delle telecamere intorno all’abitazione della coppia registrate fino alle 23 di domenica. Si attendono gli esiti degli accertamenti bancari sui conti della ragazza: se ha usato il bancomat, se ha effettuato pagamenti ha certamente lasciato una traccia.
Giulia Tramontano è uscita a piedi, almeno così sembra. È alta 1 metro e 68 e ha un vistoso tatuaggio sul braccio sinistro. Non è chiaro quali vestiti possa indossare perché nessuno l’ha vista allontanarsi. «Forse indossa una tuta, magari una felpa. Sicuramente abiti comodi perché ha il pancione».
I carabinieri hanno interrogato i familiari della ragazza e anche il compagno. Si lavora a pieno ritmo, perché le circostanze della scomparsa si prestano a molti scenari. «Non aveva mai manifestato segnali di insofferenza, né volontà di abbandonare Senago», ripetono i familiari. Cosa sia successo rimane un mistero. Gli appelli per le sue ricerche hanno rapidamente fatto il giro del web, spinti anche dalla trasmissione«Chi l’ha visto?» e dall’associazione Penelope: «Sono ore di angoscia, speriamo torni presto a casa».

 

“Alessandro aveva cercato in rete come ammazzare Giulia”. Poi le coltellate e i tentativi di bruciare il corpo. “L’ho uccisa per non farla soffrire”. Fino a mercoledì in giro con il cadavere nel bagagliaio dell’auto (La Stampa – 1 giugno 2023)
Trovato il corpo della ventinovenne al settimo mese di gravidanza. L’ipotesi: «C’è un complice». Nella notte il fermo. Il corpo a mezzo chilometro da casa. Lutto cittadino e bandiere a mezz’asta a Senago. Impagnatiello è stato portato a San Vittore
Alessandro Impagnatiello ha confessato – gelido – l’omicidio della compagna Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza. «Mentre veniva verso la sala con il coltello che stava usando per i pomodori, ha iniziato a procurarsi dei tagli sulle braccia (…) mi diceva che non voleva più vivere (…) si era già inferta qualche colpo all’altezza del collo e io arrivato vicino a lei, per non farla soffrire le ho inferto anche io tre o quattro colpi all’altezza del collo». Così si legge nel decreto di fermo dei pm di Milano. Una confessione che, a parte l’ammissione sull’omicidio, presenta per gli stessi inquirenti molti punti ancora da chiarire.
Ma Alessandro aveva già pensato come fare per ucciderla e come sbarazzarsi del corpo tempo prima. Lo hanno scoperto gli investigatori e gli inquirenti attraverso l’analisi del cellulare e del pc dell’uomo. La pm, Alessia Menegazzo lo ha svelato nel corso della conferenza stampa di oggi: «Lo abbiamo scoperto dalle stringhe di ricerca fatte dall’omicida su internet» ha spiegato. «Ed è per questo che gli abbiamo contestato anche la premeditazione».
Poi la pm ha spiegato come Impagnatiello abbia cercato di sbarazzarsi del corpo: «Usando prima alcol per bruciare il cadavere in bagno e poi la benzina nel box. Ma non c’è riuscito». Fino a mercoledì avrebbe girato con il cadavere della giovane in auto. E poi emergono altri dettagli, come il tentativo del barman di incontrare l’amante: «Ha provato a cercarla a casa ma è stato respinto» spiegano gli inquirenti. Che, poco prima, hanno raccontato dell’incontro tra Giulia e l’amante di lui, una ex collega di origini americane: «Tra le due c’è stata anche solidarietà».
La confessione nella notte. A lungo, ieri, Impagnatiello è stato interrogato nella caserma della stazione carabinieri di Senago. Infine è crollato. E dopo aver ceduto, confessando il delitto, l’omicida ha indicato agli investigatori il luogo in cui aveva nascosto il corpo della vittima: una piccola intercapedine dietro a una serie di box in via Monte Rosa a Senago, a 650 metri dal suo appartamento di via Novella.
Prima l’ha uccisa a coltellate poi ha infierito sul corpo provando a bruciarlo due volte. L’ha trascinato giù per le scale, forse con l’aiuto di un complice che ora gli investigatori stanno cercando, l’ha caricato nel baule della sua T-Roc e ha provato a farlo sparire. Quel coltello lo avrebbe inizialmente tenuto in mano la 29enne, e cominciato a muoverlo in aria mentre cucinava: così racconta Alessandro. Le sue dichiarazioni sono però ancora al vaglio degli inquirenti per una serie di circostanze che non tornano.
Dopo aver ucciso Giulia, Alessandro avrebbe tentato di incontrare, nella serata di sabato scorso, l’altra donna con cui aveva una relazione, una sua ex collega di lavoro: «Ora sono un uomo libero
». Avrebbe anche detto all’amante che «il figlio che Giulia aspetta non è mio», cosa non vera. Ma l’amante, per paura, ha deciso di non incontrarlo. Alessandro avrebbe addirittura falsificato il test del dna per il figlio in arrivo per convincere l’amante – all’oscuro dell’altra relazione – di voler stare solo con lei rompendo la relazione amorosa con la 29enne di origini campane. La relazione con Giulia durava da due anni e mezzo, da circa un anno quella con la ex collega all’Armani Bamboo Bar di Milano, anche lei rimasta incinta prima di interrompere la gravidanza. La pm di Milano, Alessia Menegazzo, e l’aggiunto, Letizia Mannella, contesteranno ad Alessandro anche la premeditazione.
Le tracce del corpo sulle scale. Sulla scala del suo condominio, con il Luminol, i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche in serata hanno trovato le tracce del corpo della vittima. A differenza del resto della casa, il trentenne, infatti, non ha potuto lavare bene i gradini esterni all’appartamento. Nell’auto erano già state rilevate altre tracce della donna. Troppi errori aveva fatto in questi giorni, troppe incongruenze rispetto al suo racconto, quando domenica ha denunciato la scomparsa di Giulia. Dopo una giornata intensa di accertamenti, condotti anche alla presenza dell’indagato, davanti alla pm Alessia Menegazzo, all’aggiunta Maria Letizia Mannella e ai carabinieri del Nucleo investigativo, negli uffici della stazione di Senago, Impagnatiello ha ammesso di aver ucciso Giulia, di aver infierito sul suo corpo, di averlo nascosto nell’auto e portato via. Ha detto di aver fatto tutto da solo. Ha indicato il luogo in cui lo ha nascosto, in parte coperto da alcuni cellophane, pezzi di sacchetti di plastica, dove all’una di questa notte, disperati, sono arrivati i genitori della vittima.
La sorella: distrutti dal dolore. Chiara Tramontano, sorella di Giulia, affida a una storia su Instagram i suoi pensieri, dopo il ritrovamento del corpo di Giulia. «Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto ed aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali. La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto».
Anche lo zio Enzo ricorda Giulia, «una ragazza senza grilli per la testa che non meritava tutto questo». Giulia «era una persona intelligente, raffinata. Amava la sua famiglia e sua sorella e suo fratello Mario». «Noi siamo persone normali, gente perbene e spero che chi ha fatto questo a mia nipote paghi. Non cambia molto ma spero che paghi per il male che ha fatto».
I particolari emersi dopo l’arresto. Un incubo che andava avanti da cinque giorni, quando sono iniziate le ricerche della donna. Alessandro, dopo aver ucciso Giulia con due o tre coltellate mirate contro organi vitali, ha provato a bruciarne il corpo nella vasca da bagno, utilizzando dell’alcol etilico. Poi, non riuscendo, si sarebbe spostato nel box di famiglia, dove avrebbe provato nuovamente a dar fuoco al cadavere utilizzando una tanica di benzina. Dettagli che dovranno trovare riscontri nelle indagini. Nell’auto di Impagniatiello c’era ancora l’odore del carburante utilizzato. L’omicidio sarebbe avvenuto tra le 19,05 di sabato, quando una telecamera davanti all’abitazione ha ripreso per l’ultima volta Giulia, e le 20. Altre telecamere di sorveglianza hanno inquadrato, poi, gli spostamenti successivi dell’uomo per andare a nascondere il corpo, dopo averlo caricato nella sua auto e dopo due tentativi di bruciarlo.
Il 30enne, accusato di omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso, è stato portato nel carcere di San Vittore, dopo l’interrogatorio e la confessione.
La doppia vita di Alessandro. Ad aprile, Giulia aveva scoperto la seconda vita del compagno. Proprio sabato, aveva incontrato per la prima volta l’altra donna del trentenne, una 23enne americana. Era stata lei a cercare Giulia, stanca delle bugie di Impagnatiello. Anche lei, per un periodo, ha creduto di essere l’unica fidanzata del barman e anche lei è stata incinta, ma lui l’aveva spinta a interrompere la gravidanza. Alessandro si sarebbe presentato, dopo aver ucciso Giulia, sotto casa dell’amante a Milano, verso le due di domenica scorsa, insistendo per poter entrare, ma lei non l’avrebbe fatto salire.
In quel momento il corpo della 29enne sarebbe stato ancora in casa, anche se, come è stato riferito dagli inquirenti, lui aveva già provato a bruciarlo con alcol nella vasca da bagno. Il corpo della donna, dunque, sarebbe rimasto in casa per alcune ore. Poi, sabato sera, tra Giulia e Impagnatiello c’è stata una lite furiosa. La ventinovenne l’ha affrontato. Sicuramente dopo le 19 (orario in cui una telecamera di videosorveglianza inquadra per l’ultima volta Giulia viva) il fidanzato l’ha uccisa per poi disfarsi del cadavere della ragazza. Alcune telecamere di videosorveglianza hanno permesso agli investigatori di tracciare parte del percorso fatto dal trentenne con la sua T Roc. Ma, nonostante le ricerche, il corpo non si trovava. Finché, questa notte, ha indicato lui stesso il luogo in cui lo ha nascosto. A notte fonda, è ancora in caserma, in attesa del fermo con le accuse di omicidio volontario aggravato, soppressione di cadavere e procurato aborto.
Fiori nel luogo del ritrovamento I familiari di Giulia, tra cui il fratello Mario, si sono recati stamani in via Monte Rosa a Senago, nel Milanese, a lasciare fiori nei pressi del luogo in cui ieri sera è stato trovato il corpo della 29enne, nascosto dietro ad alcuni box. Accanto a un peluche di Tigro e ai vari bouquet portati da amici e conoscenti, spicca quello della famiglia, composto di fiori rosa e bianchi. «Per sempre nei nostri cuori – si legge sul bigliettino -, mamma, papà, Chiara, Mario». In alto a destra c’è scritto «per Giulia e Thiago», probabilmente il nome che la donna aveva scelto per il bimbo che portava in grembo.
Alessandro era stato sospeso dal lavoro. «Già durante i giorni delle indagini il signor Alessandro Impagnatiello era stato sospeso dalle sue mansioni di barman presso Armani Hotel», scrivono in una nota il Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC, azienda proprietaria di Armani Hotel. Il Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC «’esprimono il proprio cordoglio e la propria vicinanza alla famiglia di Giulia Tramontano». Fatti del genere, sottolineano «non sono tollerabili in una società civile. Episodi come questo non possono e non devono verificarsi, mai».
È lutto cittadino. Magda Beretta, sindaca di Senago, annuncia il lutto cittadino: «Ho dato disposizione di mettere le bandiere a mezz’asta». Nei quattro giorni di ricerche, l’apprensione era cresciuta in città mentre diminuivano le speranze di ritrovare viva la ventinovenne. «Purtroppo è andata come tutti da ieri temevamo», dice la sindaca, che appena saputo del ritrovamento del corpo di Giulia ha scritto alla famiglia Tramontano, con cui negli ultimi giorni era in contatto. «Posso solo immaginare che cosa stiano provando». Oltre al lutto cittadino e le bandiere del Comune a mezz’asta – fa sapere – «valuterò altre iniziative per manifestare la nostra vicinanza».

 

L’ultimo disperato appello di Giulia Tramontano ad Alessandro Impagnatiello: “Non sono felice, devo ritrovare la mia tranquillità. Basta” (il Giorno – 3 giugno 2023)
Senago, nei messaggi whatsapp della donna anche la rabbia per le continue bugie del compagno assassino: “Fai schifo, non c’è persona peggiore di te”
Le chat raccontano di un rapporto ormai al capolinea, tra accuse incrociate e sospetti di tradimenti.
I messaggi di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello rimandano l’immagine di una coppia costantemente sull’orlo di una crisi di nervi, nonostante la ventinovenne agente immobiliare sia incinta di sette mesi. In quegli scambi su Whatsapp, la donna palesa più volte l’intenzione di voler interrompere la relazione perché non si fida più del compagno: è decisa, non mostra tentennamenti, vuole andare avanti per la sua strada. Di contro, lui cerca di convincerla a ripensarci, anche per il bene del bambino che sta per nascere. Fino all’epilogo drammatico di sabato scorso: lei che incontra la ragazza con cui l’uomo ha una storia parallela dal luglio del 2022 e rientra nell’abitazione a Senago per mettere un punto definitivo; lui che la aspetta a casa e la uccide con due coltellate al collo, per poi continuare a scrivere al cellulare di una persona che sa già morta. È anche su quegli sms che si stanno concentrando le indagini sul delitto di Senago, coordinate dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo e condotte dai carabinieri della Omicidi del Nucleo investigativo di Milano.
Il rossetto in auto. Alle 18.37 del 9 maggio, Giulia scrive ad Alessandro: “Mio non è. Quindi è di qualcuno che è stato dal lato passeggero e gli sarà caduto”. Dai passaggi successivi della conversazione via smartphone, si capisce che la 29enne ha trovato un rossetto sulla T-Roc bianca del compagno e gliene chiede conto. Lui sembra cadere dalle nuove: “Non è salito nessuno nella mia macchina… non ne ho minimamente idea Giulet”. Lei insiste: “E quindi come lo giustifico io sto rossetto da donna?”. “Non ho giustifiche, non so proprio cosa dire baby”, replica lui.
“Chiudiamo i conti”. Giulia contesta al compagno pure lo spostamento di una cassa d’acqua, che dal sedile anteriore destro è finita dietro: “Sai quando l’ho visto? Quando ho recuperato le chiavi del motorino dalla macchina”. Alessandro prova a giustificarsi, ma lei interrompe il dialogo a distanza alle 18.57: “È stato un piacere Ale. Quando torni chiudiamo i conti”. Il giorno dopo, è Impagnatiello a riprendere a scrivere, senza mai ottenere risposta: “Non voglio ’ognuno per la sua strada‘, che cavolo vuol dire…”.
“Lasciamo stare” E arriviamo al 25 maggio. Il barman prova più volte a contattare Giulia, ma lei gli dice di essere impegnata a lavoro. Poi alle 14.39 scrive: “Accetta la mia decisione e chiudiamo discorso. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare. Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità. Basta”. “E vuoi trovare tranquillità mettendomi da parte???”, chiede lui. “Sì, non voglio più sapere che tu sia il mio compagno, così da non aspettarmi più nulla e trovare la mia pace. Condividiamo una casa finché sarà necessario”.
“Che madre sei?” A quel punto, Impagnatiello tira in ballo la gravidanza: “Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!!! (scritto in maiuscolo, ndr) Ma te lo chiedi?!?”. Lei non perde la calma: “Importante che tu sia un buon padre. Io penso a me, tranquillo”. E ancora: “Non mi sembra normale far arrivare invece una persona a questo limite, dopo aver superato mille volte la stessa cosa. Ho avvisato e stravvisato più volte, nessuno mi ha mai ascoltata, sempre tutto un’eterna lotta. Io non voglio più combattere e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata. Non ho fiducia in te e non ne avrò mai. Ormai il vaso è rotto. E io non voglio sistemarlo”.
Il giorno dell’omicidio. Tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di sabato 27, il giorno dell’omicidio, i due si scrivono di un prodotto per gatti e di una telefonata da fare alla madre di lui: “Tato, richiamami appena puoi please”, il messaggio di lei alle 14.49. La situazione sembra tranquilla, ma tutto precipita una ventina di minuti dopo: “Non potevi perderti la grigliata: non eri con Z., eri con Chiara (nome di fantasia, ndr)”. Evidentemente, in quel breve lasso di tempo, Giulia ha parlato con la 23enne cameriera dell’Armani hotel, che le ha rivelato della sua relazione con Impagnatiello e del weekend precedente trascorso insieme per il suo compleanno (l’uomo aveva detto alla compagna che lo avrebbe passato in Emilia-Romagna con un amico). “Sei vergognoso Alessandro, non esiste persona peggiore di te. Saluta Thiago (il figlio che sta per nascere, ndr), lo vedrai nel binocolo”. Lui fa finta di niente: “Domani stacco alle 4 e 30”. Lei risponde: “Fai meglio a finire sta farsa… il labello era di Chiara”, facendo riferimento al rossetto ritrovato in macchina due settimane prima.
“Non creiamo casini al lavoro” Pochi minuti dopo, Giulia lo informa dell’appuntamento con l’altra donna, fuori dall’albergo di via Manzoni. “Non creiamo casini sul posto di lavoro ché non serve a nulla”, scrive lui. “Sono per strada… tranquillo andiamo in una via affianco… 40 minuti e sono là”, replica Giulia. “Giuliet, io sto già uscendo, per favore parliamone noi prima e torno a casa”, dice lui, che per anticipare la chiusura del turno ed evitare l’incontro chiarificatore a tre ha detto ai suoi responsabili che deve andare a trovare la madre in ospedale. “Sono in metro. Ti avviso! Non ti muovere da là”. A faccia a faccia terminato, la donna riprende la metropolitana alla fermata di Monte Napoleone: “Ti amo… wow sono curiosa di sapere cosa ti inventerai ora. E gran pezzo di m. che non sei altro, quella è casa mia e tu non devi farci entrare nessuno, hai capito?! Quanto fai schifo alla razza umana. Hai fallito nella vita: due figli con due madri diverse. Che tu possa affogare nella m. che ti crei da solo. Sto tornando a casa. Fatti trovare”, l’ultimo sms delle 18.30. Poi il silenzio. Rotto da Impagnatiello alle 7.50 di domenica: undici ore prima, ha ucciso Giulia, ha provato a bruciarne il cadavere nella vasca da bagno e nel box. “Hey, io sono arrivato al lavoro, ora scendo a cambiarmi, faccio colazione e attacco!”, il messaggio con cui inizia a costruirsi l’alibi del fidanzato preoccupato, scrivendo a un cellulare che lui stesso ha buttato nel tombino di un parcheggio.Ci stiamo preoccupando tutti”, il messaggio delle 18.10.
I giornalisti sotto casa. Il 29 maggio, a denuncia di scomparsa già presentata, lui scrive alle 19.04: “Mi hai fatto esplodere il cuore. Non volevo spezzare il tuo io invece. Non volevo che non ti brillassero più gli occhi quando stavamo insieme”. Gli ultimi sms sono datati 7.43 del 31 maggio: “Tata… ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così… mia mamma piange, mio fratello e L. (il compagno della madre, ndr) pure, ti prego fallo per Marco (nome di fantasia del primo figlio di Impagnatiello, ndr). Lo sai quanto è legato a te. Siamo al quarto giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico”. Diciassette ore dopo, Impagnatiello crollerà davanti al pm: “L’ho uccisa io”.

 

“Mi strappò il telefono di mano, avevo paura”. Il racconto choc dell’amante di Impagnatiello (il Giornale – 4 giugno 2023)
La 23enne ha raccontato agli inquirenti alcuni dettagli dell’incontro con Giulia: “Le ho proposto, se ne avesse avuto bisogno, di venire da me a casa a dormire”
La diffidenza mostrata nei confronti di Alessandro Impagnatiello potrebbe averle salvato la vita: l’amante dell’assassino di Giulia Tramontano ha spiegato agli inquirenti che cosa è accaduto nelle ore successive al brutale omicidio. La giovane, una ragazza italo inglese di 23 anni, lavorava nello stesso locale dell’omicida, ovvero l’Armani Bamboo Bar di Milano: con lei Impagnatiello aveva una relazione da circa un anno. Né la 23enne né Giulia Tramontano, tuttavia, erano a conoscenza della doppia vita dell’uomo, almeno fino al momento in cui tutto non è venuto a galla, e le due ragazze hanno deciso di incontrarsi.
La giovane ha scoperto della doppia vita di Impagnatiello dopo aver visto delle foto sul suo cellulare, scatti che lo ritraevano insieme a Giulia, a Ibiza. “Lei era chiaramente in stato interessante“, ha riferito la 23enne agli inquirenti.
Lui si è accorto che stavo guardando le foto e mi strappò il telefono di mano e abbiamo avuto una mezza discussione che io ho interrotto per via di altre persone presenti“. Il 30enne, però, aveva una spiegazione per tutto. In quel caso raccontò che il bambino in arrivo non era il suo. Io gli avevo creduto. Lui mi disse che il motivo del viaggio insieme a Giulia era stato fatto perché lei era giù di morale”.
L’incontro con Giulia. “Il nostro incontro è stato veramente cordiale, ha raccontato ai carabinieri del nucleo investigativo di Milano l’amante di Impagnatiello durante la deposizione dello scorso 31 marzo, “tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile”. Nel confronto cordiale tra le due, avvenuto il sabato poco prima dell’omicidio, Giulia aveva anticipato alla 23enne le sue intenzioni. “Mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute”, ha proseguito la ragazza italo-inglese. “Non sapeva ancora se si sarebbe recata a Napoli dai suoi genitori, ma sicuramente non voleva più vedere Alessandro”. Non prima di dire addio al 30enne. “Sarebbe comunque tornata a Senago, dopo il nostro incontro, per parlare con Alessandro e per lasciarlo, ha spiegato ancora la giovane, mostrando piena solidarietà a Giulia e proponendosi di aiutarla in qualunque modo: “Io le ho anche proposto, se ne avesse avuto bisogno, di venire da me a casa a dormire. Lei disse di non preoccuparmi ringraziandomi”.
Le ore dopo l’omicidio. Dopo avere ucciso la compagna, Impagnatiello ha iniziato subito ad assillare l’amante“Alessandro ha iniziato a chiedermi di vederci”, ha raccontato agli inquirenti la ragazza. “Le sue richieste erano talmente pressanti che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati”.Una situazione completamente fuori controllo, specie nel momento in cui il 30enne si è presentato dinanzi alla porta di casa dell’amante.
“Lui insisteva perché lo facessi entrare a casa, ma io non ho voluto perché avevo paura”, ha rivelato la 23enne. E forse proprio grazie a questa sua diffidenza nei confronti dell’omicida la giovane si è potuta salvare. Il timore era dettato “soprattutto dal fatto che non sapevo che fine avesse fatto Giulia e di cosa fosse capace lui”, ha specificato ancora la collega di Impagnatiello. “Tenga presente che quando io ero ancora a lavoro e cercavo di capire dove fosse Giulia e perché non mi rispondeva ho fatto una videochiamata ad Alessandro”.

 

Omicidio Tramontano, l’autopsia svela: Giulia è morta dissanguata. Impagnatiello avvelenava il feto da inizio gravidanza (il Giorno – 30 agosto 2023)
Milano, tracce di topicida nel sangue della donna e del bambino che portava in grembo. Dall’esame emerge anche che la vittima era ancora viva dopo ogni coltellata inferta.
Da mesi, almeno da dicembre,Alessandro Impagnatiello stava tentando di avvelenare con del topicida Giulia Tramontano
, la compagna 29enne incinta di 7 mesi poi uccisa il 27 maggio con 37 coltellate e il cui corpo è stato ritrovato dopo quattro giorni gettato vicino a dei box a Senago, alle porte di Milano. È quanto risulta dalla consulenza autoptica depositata oggi alla Procura di Milano che ha rivelato la presenza del veleno per topi sia nel “feto” che nel “sangue” della donna con un “incremento” della somministrazione “nell’ultimo mese e mezzo”.
Dalla relazione dei medici legali che hanno effettuato l’autopsia sul corpo della giovane, emerge anche che Giulia non è morta dopo la prima coltellata. La lama del coltello da cucina, impugnato da Impagnatiello, è stata affondata per ben 37 volte prima che la compagna morisse dissanguata. E con lei anche Thiago, il bimbo che la 29enne portava in grembo. Un elemento che rende il delitto ancora più atroce e che potrebbe tradursi, in aula, nell’aggravante della crudeltà, contestata dalla procura fin dal primo istante ma rigettato dal gip Laura Minerva.
I due elementi più importanti che emergono dalla relazione del pool dei medici legali, ossia la presenza del “bromadiolone” sia nel “sangue che nei capelli” della madre sia nei “tessuti e capelli fetali” e il fatto che Giulia fosse ancora viva dopo ognuna delle coltellate ed è morta dissanguata (di conseguenza è morto il feto), rafforzano le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Le “lesioni”, hanno scritto i consulenti, avevano tutte una “massima infiltrazione emorragica di significato certamente vitale”. Sul corpo della 29enne nessun segno di difesa, perché la donna è stata aggredita alle spalle con le prime coltellate inferte nella zona del collo e dell’arteria “succlavia”.
L’esito dell’autopsia, per quanto agghiacciante, non è però sorprendente. Dalle indagini era infatti già emerso che Impagnatiello aveva cercato sul web l’argomento “come uccidere un feto con il veleno”. Non solo, a dicembre, quando era incinta di pochi mesi, Giulia Tramontano aveva scritto sul cellulare di non sentirsi bene, e che il malessere era sorto dopo aver bevuto “qualcosa di caldo”. Uno stato passeggero che poi si era ripetuto, ma che forse non doveva aver destato particolari sospetti perché scambiato probabilmente con un malessere da gravidanza. I messaggi di lei sul cellulare, le ricerche di lui sul web e i primi esiti che rilevano sostanze potenzialmente tossiche hanno quindi portato gli inquirenti ad approfondire questo aspetto, fino alla conferma choc dell’autopsia.

 


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