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Giulia Giusti, 22 anni, studentessa universitaria. Uccisa a calci, pugni e decine di coltellate dall’ex fidanzato

Bagno a Ripoli (Firenze), 9 Maggio 2009


Titoli & Articoli

Firenze, è giallo sui due cadaveri trovati in un bosco (Sky Tg24 – 9 maggio 2009)
I corpi di due giovani ex fidanzati sono stati ritrovati oggi pomeriggio a Bagno a Ripoli, nel Fiorentino. I carabinieri sono convinti si tratti di omicidio-suicidio
A dare l’allarme è stato un motociclista che stava facendo fuori strada con la sua moto in un bosco. E’ stato lui a scoprire i due cadaveri, casualmente, mentre si stava concendeno qualche ora di svago in mezzo alla natura. I corpi sono quelli di due giovani, Lapo Santiccioli 27 anni, e Giulia Giusti,22, entrambi residenti a Bagno a Ripoli. Secondo i carabineri si tratta di un omicidio-suicidio.

 

Calci e decine di coltellate poi si è tagliato la gola (la Repubblica – 10 maggio 2009)
Omicidio seguito da suicidio. I due corpi erano a cinque metri, l´arma nel mezzo
Due morti sulla strada sterrata in mezzo al bosco. Una ragazza sdraiata a pancia in giù con la gola tagliata e decine di ferite in tutto il corpo, un ragazzo senza vita cinque metri più in là, con le braccia e le gambe allargate e la faccia rivolta verso l´alto. In mezzo un coltello da macellaio. Riccardo, 17 anni, intorno alle 14 di ieri faceva motocross sulla stradina che sale verso Fonte Santa tra Antella e San Donato, frazioni di Bagno a Ripoli. E´ stato il primo a vedere quello che ha fatto Lapo Santiccioli, 27 anni e una passione diventata ossessione omicida per Giulia Giusti, di 22.
Riccardo è corso da alcuni amici che abitano vicino e ha dato l´allarme ai carabinieri: ci sono due giovani morti nel bosco, uccisi con un coltello. Ambientazione e arma per un pezzo di pomeriggio hanno fatto tornare su Firenze i fantasmi del Mostro. «Non ci sono elementi per pensare all´intervento di terzi». Le parole del comandante provinciale dei carabinieri Emanuele Saltalamacchia verso le 18 hanno tolto ogni dubbio, si è trattato di un feroce omicidio-suicidio. Lapo Santiccioli ha colpito ripetutamente Giulia Giusti, l´ex fidanzata che non voleva rimettersi con lui. Decine di coltellate. Al collo, al petto e anche sulle braccia, perché la giovane ha provato a difendersi.
Lapo non si è fermato nemmeno quando Giulia è caduta a terra senza vita, uccisa da un colpo che ha tranciato la carotide. L´ha accoltellata alle spalle, sui polpacci. Da quelle ferite non è uscito sangue perché la vittima era già morta. L´ha perfino presa a calci e le impronte delle sue scarpe sulla tuta di lei sono state uno dei primi elementi che hanno fatto ritenere plausibile l´omicidio-suicidio.
Dopo il raptus si è lavato le mani ad una fontanella, poi, travolto dal rimorso o per portare a termine un piano premeditato ha rivolto la lama verso di sé. Tre colpi di taglio sulla gola, scesi abbastanza in profondità da uccidere in pochi secondi. (di Michele Bocci)

 

LA TRAGEDIA DEI FIDANZATI – Lo sfogo del babbo di Lapo  «Come ho fatto a non capire» (Corriere della Sera – 12 maggio 2009)
Non si dà pace, perché gli sembrava che il figlio si fosse ripreso. Il parroco: «Oltre al dolore, prova un senso di colpa enorme»
«Non riesco a darmi pace. Co­me mai non ho capito prima quello che stava succedendo?». Filippo Santiccioli, il padre di La­po, non riesce a capire. E ripete, come una litania ossessiva, que­sta frase disperata a tutti quelli che, ieri pomeriggio, sono andati a trovare la famiglia. Si sfoga e lancia parole nel vuo­to, come a cercare una risposta che non c’è.
«In un giorno sem­bra invecchiato di dieci anni», spiegano due signori uscendo dall’abitazione di via Romanelli, all’Antella, dove continua una processione ininterrotta di amici e parenti. Un cugino della studen­tessa di farmacia apre il cancello, abbandonando per un attimo il giardino di casa: «Siamo piegati dal dolore. Per favore, però, la­sciateci stare». È una Via Crucis, questa. Do­ve esiste solo un sentimento: il dolore. Il dolore che ha spezzato due famiglie. Quella di Giulia Giusti e Lapo Santiccioli, il cuo­co di 27 anni che ha ucciso la sua ex fidanzata e poi si è tolto la vita in un bosco di San Dona­to, a Bagno a Ripoli.
UNA VIA CRUCIS – La casa dei Santiccioli è a una decina di metri dall’abitazione dei Giusti. «Siamo disperati. È tutto assurdo», dicono con la vo­ce strozzata Alessandro e Laura, i genitori di Giulia. Gli amici della studentessa, che frequentano i campini di Grassina, sono tra i primi ad arrivare e tra gli ultimi ad andarsene. «È una giornata as­surda », dicono. Non c’è livore, nelle parole di chi conosce i genitori dei due ra­gazzi. Non c’è odio tra chi cono­sceva più Giulia rispetto a Lapo. Del resto anche le due famiglie, che l’altro giorno hanno deciso di incontrarsi, hanno scelto la via della dignità.
«È stato un in­contro molto difficile. Erano di­staccati, ma non c’è stato mai un momento di rancore. Solo tanto dolore e sbigottimento per una cosa che nessuno si aspettava. Erano due ragazzi so­lari », racconta un amico comu­ne delle due famiglie, un uomo che gestisce un’attività commer­ciale all’Antella. Anche il parro­co, padre Giovanni, che ieri mat­tina è tornato a trovare le fami­glie, racconta: «Non c’è rancore tra di loro, ma solo disagio. È una situazione complicata: ba­sta pensare quello che stanno vi­vendo i genitori di Lapo. Oltre al dolore, stanno vivendo un senso di colpa enorme».
A volte le parole sono super­fluee: sabato scorso, quando il padre di Giulia è stato convoca­to dai carabinieri con una scu­sa, tutto sembrava tranquillo. Non appena però l’uomo ha avu­to la certezza che sua figlia Giu­lia era stata uccisa, è svenuto tra le braccia di un militare. Che lo ha sorretto assieme al fratel­lo. Nessuna parola cattiva, però, contro Lapo è stata profferita dai genitori di Giulia. Il destino, a volte, tira scherzi atroci. E la sofferenza sembra es­sere uno spartito che contiene una musica infinita.
Neppure due settimane fa a ca­sa Giusti c’era stato un lutto: uno dei due fratelli di Giulia ha una relazione con la sorella di Fabio Giusti, un centauro di 23 anni che ha perso la vita dopo un inci­dente stradale. «Una tragedia die­tro l’altra», si sussurra in paese. All’Antella don Giovanni ha ce­lebrato, ieri, la messa delle sei del pomeriggio. A un certo pun­to, durante l’omelia, ha detto: «L’amore è vero quando è dono, non possessività. Altrimenti ri­schia di essere fuorviante». Lo ha detto di fronte ai ragazzini che si stanno preparando per ri­cevere la comunione.
L’OMELIA DI DON GIOVANNI – Qualcuno ci ha voluto vedere un riferimento, seppure indiret­to, alla tragedia di Fonte Santa. Ma il paese, in queste ore, non fa altro che vedere riferimenti a una storia così tragica. Forse nel­la speranza di esorcizzarla. Il dolore fa urlare. Il dolore è silenzio. Il dolore è disperazio­ne che non lascia spazi di tre­gua. «In questo momento fac­ciamo fatica anche a pregare», ha detto Alessandro Giusti, che è un signore molto religioso ed è stato a capo del consiglio pa­storale dell’Antella. Lo ha detto a don Giovanni che ha capito il suo dolore. «Pregheremo noi per voi» ha risposto, abbrac­ciandolo delicatamente.
Tutto sembrava essere svani­to. Svanito il brutto periodo di La­po, che aveva difficoltà con Giu­lia ed era andato in America per imparare l’inglese. Sembrava che tutto fosse finito, che gli States gli avessero fatto bene. O così sembrava ai suoi genitori, gente abituata a lavorare e a soffrire perché qualche anno fa Lapo era finito in coma dopo un incidente in cui perse la vita un suo amico. Da quell’incidente si era ripreso, anche se a fatica. E poi aveva trovato in Giulia una compagna ideale: lui tacitur­no, lei solare. Un carattere intro­verso e, per certi aspetti, difficile quello del cuoco. «Ma di lui non vogliamo parlare, anche perché qua non lo abbiamo mai visto», raccontano gli amici di Giulia. Quella ragazza che, da neppure un mese, aveva cominciato a pro­vare una simpatia per un suo coe­taneo: Matteo. Erano usciti qual­che volta. Era un sentimento te­nero. Era qualcosa che adesso non sarà mai più.( di Simone Innocenti e Ivana Zuliani)

Il padre di Giulia: «Perdonami,  non avevo capito i pericoli» (Corriere della Sera – 14 maggio 2009)
Preghiere e una richiesta di perdono alla figlia, per non aver compreso i pericoli che correva, sono state pronunciate dal padre di Giulia Alessandro, durante il funerale della ragazza che è stata uccisa il 9 maggio in un bosco di Bagno a Ripoli dall’ex fidanzato, Lapo Santiccioli, che poi si è tolto la vita.
La cerimonia funebre si è svolta ieri nella chiesa di San Miniato, a Firenze, gremita di parenti e amici. Al termine della cerimonia, fra gli amici della giovane è stata distribuita una sua foto. Il parroco dell’Antella, don Giovanni Martini, citando santa Maria Teresa Goretti, che pregò per l’uomo che l’avrebbe uccisa, ha auspicato che anche Giulia, dal cielo, possa fare altrettanto per Lapo, i cui funerali saranno oggi, nella cappella del cimitero dell’Antella, a Bagno a Ripoli. Per sabato, il sindaco di Bagno a Ripoli Luciano Bartolini, ha proclamato il lutto cittadino. Il primo cittadino ha poi inviato una lettera ai dirigenti scolastici affinchè «vengano presentati ai ragazzi spunti di riflessione su quanto avvenuto» per «elaborare il dolore».
DUE GIORNI FA, DAVANTI ALLA SALMA – Davanti alla chiesa di Santa Maria a Quarto, a Bagno a Ripoli, gli amici e le amiche di Giulia, la ragazza uccisa sabato scorso dall’ex fidanzato, aspettano che i medici legali restituiscano la salma. Aspettano dall’una, da quando si è sparsa la voce che ci sarebbe stata la veglia. Un’amica di Giulia si avvicina: «Ci sarebbe tanto e niente da dire, l’unica cosa che vi chiediamo è di non mettere più le foto di loro due assieme». Come loro anche noi aspettia­mo.
Stiamo davanti a questa piccola chiesa di collina cercan­do di essere il più invisibili pos­sibile. La storia di Lapo e Giu­lia, conclusa in tragedia, è fini­ta su tutte le cronache dei gior­nali, locali e nazionali. Capiamo il desiderio di riservatezza della famiglia e degli amici più cari. Allora ci limitiamo ad osserva­re. E approfittiamo solo della gentilezza dell’amica di Giulia che ci ha chiesto di non pubbli­care più le foto di lei e Lapo in­sieme, ma che ha ideato il car­tellone che sta appiccicato sulla porta della chiesa di Santa Ma­ria a Quarto. «È stato difficile farlo, perché si rischiava di ca­dere nella retorica».
UN POSTER PER RICORDARE – Sul poster, gli amici di Giulia hanno lasciato un ricordo, una frase, una foto. Non c’è traccia di Lapo, non viene mai citato. E forse ieri pomeriggio, davanti a quella piccola chiesa, non c’era­no nemmeno gli amici comuni di quella che una volta era una coppia. Anche i loro funerali sa­ranno celebrati in due momen­ti diversi, in due giorni diversi. Oggi quello di Giulia nella chie­sa di San Miniato al Monte. Do­mani quello di Lapo al cimitero dell’Antella. Una scelta che ha spiazzato il sindaco di Bagno a Ripoli, Luciano Bartolini (ieri ha partecipato alla veglia e sarà presente ad entrambi i funera­li), che avrebbe proclamato il lutto cittadino se le due cerimo­nie si fossero tenute lo stesso giorno e che ora pensa alla gior­nata di sabato come quella giu­sta anche per coinvolgere gli studenti delle due scuole supe­riori di Bagno a Ripoli, il liceo Gobetti e l’istituto Volta.
Il poster pensato dall’amica di Giulia non è banale. Non c’è retorica. Fa capire i gusti, le pas­sioni, i modi di dire di questa ragazza così amata. Appeso in un angolo c’è un sacchettino con le sue caramelle preferite, quelle gommose che dentro hanno tanto succo di frutta per le quali Giulia andava matta. C’è la foto dell’amato gatto bian­conero con un nome indecifra­bile (si capisce solo, perché c’è scritto, che è ciccione). C’è la playlist, le canzoni che questa ragazza di 22 anni adorava: al primo posto One degli U2, poi di seguito La descrizione di un attimo dei Tiromancino, Cry dei Simple Minds, Under the bridge dei Red Hot Chili Pep­pers, Countdown to Extinction dei Megadethm un gruppo hea­vy metal. Ci sono i modi di dire di Giulia, che gli amici come nei fumetti hanno trascritto dentro una nuvoletta che parte dalla foto più grande di tutto il poster e che ritrae il suo viso bianco e rosa e i bellissimi ca­pelli biondi. Modi di dire da cui viene fuori la simpatia di que­sta ragazza. Classici fiorentini: «Oh ragazzi, io stasera fo’ come Baglioni…»; «Per forza non ci fo neanche l’aceto», «Madonni­na delle Rose». C’è l’incipit di una poesia di D’Annunzio, «La pioggia nel pineto»: «Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole più nuove che parlano gocciole e foglie lontane».  C’è Vasco Ros­si, in Senza Parole e ci sono i pensieri degli amici: «Grazie per quello che mi hai dato, scu­sami se io non sono riuscito a darti abbastanza». Leggiamo e rileggiamo il car­tellone. Sotto il piccolo portico ci sono le corone dei fiori, tutti bianchi. Ci sono delle donne an­ziane.


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