Giancarla Bonente, 75 anni, mamma e nonna. Uccisa con un colpo di fucile dal marito che ammazza anche il coker
Zevio (Verona), 4 Ottobre 2013
Lei era una bellissima signora, sempre elegante e col sorriso sulle labbra. Certo, non era scattante come una ventenne, ma non si lamentava mai ed era contenta, nonostante i limiti imposti dalla malattia. Solo che lui non l’ha ascoltata.
Vittorio Albiero, 79 anni, serramentista, padre e nonno. Lui le voleva tanto bene, ci teneva che andasse sempre dal parrucchiere. Ma aveva il terrore di invecchiare.
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Uccide la moglie a fucilate, poi si suicida
Dramma familiare a Zevio, nel veronese, dove un uomo ha ucciso la moglie prima di suicidarsi. Nel primo pomeriggio di venerdi Vittorio Albeiro, 79 anni, ha imbracciato il suo fucile da caccia e ha aperto il fuoco contro Giancarla Bonente, 75enne. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo ha sparato alla moglie in camera da letto e si è poi tolto la vita con la stessa arma in cucina. L’anziano non ha lasciato alcun biglietto per spiegare le ragioni del gesto, ma i Carabinieri ritengono che all’origine della tragedia familiare vi siano state le cattive condizioni di salute della donna. A ritrovare i due cadaveri, nella villetta con annessa mostra di serramenti e porte blindate dell’azienda di famiglia, è stato uno dei cinque figli, che ha avvertito gli investigatori.
«Mio padre aveva il terrore d’invecchiare»
Paura di invecchiare: è la molla che ha spinto Vittorio Albiero, 79 anni, a premere il grilletto del suo fucile da caccia prima contro la moglie malata, Giancarla Bonente, 75 anni, e poi contro se stesso.Teatro della tragedia, la villa a un piano con annesso laboratorio in località Mulino dei sassi, a Santa Maria di Zevio, quartiere generale dell’anziano che, con il figlio Sandro, fabbricava serramenti in Pvc e porte blindate. Il giorno dopo il dramma familiare, è Remo, il figlio primario di cardiologia, ad avvalorare, su Facebook, l’ipotesi di una ribellione all’età che avanzava come il motivo che ha armato la mano del papà al punto da uccidere anche il cane cui era tanto affezionato. «Forse mio padre si era convinto che il meglio della vita fosse passato, portato via dai compleanni spenti uno dopo l’altro», scrive Remo sul social network. «Lui aveva visto le rughe farsi spazio prima in volto e poi sulle mani, la fatica sempre maggiore di mia madre a camminare, i primi acciacchi di entrambi.Forse aveva visto la vita rallentare.Fino a dire no.Basta, meglio scendere dalla giostra prima che si fermi del tutto.Prima che il gioco peggiori all’improvviso, fino a sentire il peso addosso tutto insieme, prima che arrivasse il rimpianto della gioventù, a tradimento, prima delle lacrime per una parola che non viene in mente.Prima di scoprirsi un ingombro nella vita dei figli e dei nipoti». Parole accorate, di sgomento quelle del figlio maggiore di Vittorio e Giancarla.Che denotano tutto il dolore di veder sparire tragicamente i genitori che ai cinque figli hanno saputo offrire la possibilità di laurearsi o, comunque, di farsi una buona posizione.Un raptus per il timore di rimanere prima o poi senza l’amata moglie, di non essere più in grado di badare a se stesso avrebbe dunque indotto Vittorio a brandire il fucile calibro 12 e a sparare contro la donna con cui aveva diviso tutta la vita. «Lei era una bellissima signora, sempre elegante e col sorriso sulle labbra», ricorda l’amica di famiglia Mariangela Grielli. «Faceva tappa nel mio negozio di gioielleria le volte che un suo nipotino andava alla comunione o alla cresima. Recentemente Giancarla era stata un mese all’ospedale.Già magra, era tornata a casa magrissima.In quel periodo Vittorio mi ha confidato d’essersi sentito morire durante la sua assenza. Lei era un tipo disponibile: è stata catechista ed era impegnata nel gruppo terza età.Entrambi, tutte le domeniche venivano a messa a Santa Maria.Apparentemente, lui era un tipo riservato, taciturno, ma s’entusiasmava facilmente quando parlava del suo lavoro. Alla moglie voleva tanto bene, teneva andasse puntualmente dalla parrucchiera. Mi sembra impossibile che abbia potuto spararle».La notizia dell’omicidio-suicidio a Zevio ha avuto l’effetto di un elettrochoc.Ieri il sindaco Diego Ruzza e il consigliere comunale Gabriele Bottacini si sono recati a casa del figlio minore dell’anziana coppia, Luca, con studio di commercialista a Santa Maria, per porgere le condoglianze a nome di tutta la comunità. «Vittorio era socio del gruppo alpini della frazione», fa sapere Bottacini. «Era un tipo generoso: quando abbiamo ristrutturato la baita ci ha regalato la porta d’ingresso.
Suo figlio Luca è stato candidato nelle nostra lista alle ultime amministrative.E Vittorio ha voluto ospitare in corte sua la cena conclusiva della campagna elettorale.La moglie?Aveva male alle gambe ma non era in condizioni di salute gravi». «Probabilmente mio zio ha ingigantito oltremisura la malattia della moglie», confida Giovanna Seno, nipote di Vittorio. «Invece Giancarla aveva un problema cardiaco normale per la sua età e ben controllabile con i medicinali. Certo, non era scattante come una ventenne. Ma evidentemente mio zio era preoccupato dall’avanzare dell’età e dal fatto che non riusciva più a fare le cose di una volta.Aveva iniziato a lavorare a 14 anni, era sempre pieno di idee, iperattivo e non lasciava mai nulla al caso. Forse a quest’ultima prerogativa va ricondotta la sua scelta estrema.Se gli dicevi di non vedere l’ora di andare in pensione, lui si stupiva e poi ti chiedeva cosa avresti fatto per occupare il tempo.Per lui esisteva solo la moglie.Non so come abbia trovato il coraggio d’ucciderla.Di recente Vittorio aveva espresso il desiderio di vendere la casa troppo grande che aveva, un po’ isolata, per venire ad abitare in paese.Ma le preoccupazioni per la salute della moglie devono averlo soverchiato.Non ha mai manifestato neppure lontanamente l’idea di farla finita.La moglie, invece aveva un carattere diverso: non si lamentava mai, era contenta nonostante i limiti imposti dalla malattia.Anzi, alleggeriva il clima in famiglia invitando Vittorio a stare tranquillo».Ma lui non l’ha ascoltata e si è lasciato sopraffare dai demoni che aveva int esta e che gli hanno fatto imbracciare il fucile.