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Emiliana Femiano, 25 anni, estetista. Massacrata con un numero indefinibile di coltellate (almeno 66, forse 80, di cui 20 al cuore) dall’ex fidanzato che già l’aveva accoltellata un anno prima

Terracina (Latina), 21 Novembre 2010

Luigi era un tipo violento, una volta le aveva spaccato un dente con un pugno e chissà quante altre volte l’aveva insultata e picchiata, finché Emiliana l’aveva lasciato. Allora lui l’aveva accoltellata, con 14 coltellate di cui una aveva quasi reciso la carotide. Lei si era salvata e lui era stato condannato a 8 anni di reclusione. Ma 10 mesi dopo lui era già libero, perché anche se ufficialmente li chiamano “arresti domiciliari” Luigi ha potuto incontrare Emiliana (attirata in un tranello e sequestrata, secondo i genitori e la logica comune) e a porre fine alla sua ossessione per quella ragazza così bella con un numero di coltellate difficile da stabilire, tanto è straziato quel piccolo corpo.

 


Titoli & Articoli

Emiliana Femiano è morta. Nessuno ha fermato l’omicida 
Una storia che sembra ripeterne altre. Messaggi, pedinamenti, telefonate, un carnefice ed una vittima. Un omicidio prima tentato e poi portato a segno. Luigi Faccetti, questo il nome dell’omicida, ha ammesso davanti agli inquirenti che questo era il suo vero obiettivo. Eliminare Emiliana per porre fine ad un’ossessione, per chiudere i conti con quella ragazza così bella che lo aveva lasciato perché turbata dalla sua violenza.
Una storia d’amore durata un anno e mezzo, poi Emiliana, spaventata dal ragazzo, dice basta.
Il 20 dicembre 2009, ovvero meno di un anno fa, Faccetti tenta un riavvicinamento: la discussione tra i 2 ragazzi si conclude con Emiliana in fin di vita a causa di 4 coltellate al collo, salvatasi per miracolo solo grazie ad un tempestivo intervento chirurgico. All’aggressore, condannato per tentato omicidio, vengono riconosciuti gli arresti domiciliari. Emiliana, dimessa dall’ospedale torna a casa e affronta mesi bui, tormentata dall’angoscia per quanto subito.
Qualche giorno fa, i due ex fidanzati si risentono attraverso Facebook.
Domenica sera Emiliana esce da casa apparentemente serena, dice ai genitori che sta andando a ballare. In realtà si reca a Terracina a casa di Faccetti per l’ennesimo chiarimento, accompagnata dai due cugini di lui, Giuseppe e Marco Prisco, arrestati oggi con l’accusa di favoreggiamento nel delitto. La conversazione degenera in litigio e Femiano accoltella la ragazza ripetutamente, anche al volto, rendendola irriconoscibile. I familiari di Emiliana sono adesso convinti che sia stata attirata in una trappola, «perché – sostengono – mai avrebbe deliberatamente incontrato Luigi Faccetti. Aveva troppa paura di quell’uomo».
Adesso Emiliana non c’è più, e purtroppo, indietro non si torna. Chissà cosa avranno pensato, alla notizia dell’uccisione, proprio quei giudici che avevano concesso i domiciliari a Faccetti. In Italia accade anche questo. Storie di ordinaria amministrazione di una giustizia che non c’è.
(Veronica Femminino)

A casa dopo la condanna, ci riprova e uccide la ex scampata la prima volta
La ragazza era stata ferita con 10 coltellate un anno prima. Si salvò grazie all’intervento di un passante. L’ex fidanzato, condannato a 8 anni, era già stato scarcerato …
UN LEGAME che la violenza non aveva spezzato definitivamente. O forse un tranello. E non si esclude uno scherzo delle amiche, sarebbero state loro a portarla verso la fine. Emiliana è stata sul punto di morire, meno di un anno fa. Il ragazzo che aveva lasciato dopo una tormentata storia d’amore l’aveva aspettata sotto casa, l’aveva aggredita e colpita dieci volte, con un coltellino-portachiavi. A pochi centimetri dall’aorta e in faccia, vicino alla carotide e alle mani. Ma un passante era comparso dal nulla, come un angelo: l’aveva salvata e lei aveva ricominciato a vivere. Undici mesi dopo, domenica sera, alla fine di una lunga catena di eventi e appuntamenti giudiziari, Emiliana si è ritrovata di fronte al giovane. E la scena si è ripetuta, come in un incubo è arrivata la pioggia di fendenti. Proprio come undici mesi prima. Ma stavolta non c’era il passante a salvarla.
La giovane, 25 anni, stavolta è morta. Una passione malata all’origine di tutto? Ipotesi troppo facile. Si delinea una vicenda diversa, una storia di malagiustizia. Perché l’assassino di Emiliana, condannato a otto anni di reclusione per il primo tentato omicidio, era agli arresti domiciliari. (Emiliana)Si è anche costituita parte civile nel processo contro Luigi. Quest’ultimo si è visto negare dal tribunale del Riesame gli arresti domiciliari. Scrivono i giudici: “Si tratta di una personalità particolarmente violenta e trasgressiva, senza nessuna capacità di autocontrollo. Esiste un concreto pericolo di condotta recidivante”. A marzo però il suo legale, Rosario Marino, ci riprova. Il gip, come aveva fatto il Riesame, rigetta la richiesta. Nel frattempo la famiglia di Luigi si trasferisce a Terracina. Agosto, terzo tentativo. Seconda istanza al gip, la difesa sostiene che quel coltellino-portachiavi usato per ferire Emiliana era un’arma occasionale. E poi si tratta di andare ai domiciliari a Terracina, lontano da Napoli. E Luigi si era costituito, all’epoca dell’aggressione. Ed è incensurato. Stavolta Luigi ottiene gli arresti a casa, a Terracina, dai suoi, lontano da Emiliana. Intanto il processo con rito abbreviato si chiude lo scorso 21 ottobre, il gip Nicola Miraglia del Giudice condanna Luigi a otto anni di reclusione per il tentato omicidio di Emiliana.
Un mese dopo, domenica sera. I genitori di Luigi sono a Napoli, lui resta solo nella casa di Terracina. Emiliana, spiega la madre, Luisa Falanga, “era andata in discoteca con le amiche ma alle quattro del mattino non era ancora tornata”. Ma Emiliana si ritrova a Terracina, nell’appartamento di via Capirchio. Come? Lo vuole lei? Oppure qualcuno, per farle uno scherzo, ce la porta senza che lei abbia modo di evitarlo? Non guida, Emiliana. Ci va in auto, probabilmente. C’è un testimone? Domande ancora senza risposta. Ieri mattina, però Luigi compare al pronto soccorso di Villaricca. Ha una ferita da coltello a una mano. “Hanno cercato di rapinarmi”, spiega ai medici. Che subito avvertono i carabinieri di Giugliano. Notizia che rimbalza a Terracina, dove i militari sfondano la porta dell’appartamento e trovano Emiliana in un lago di sangue, il corpo pieno di pugnalate. Senza vita.
È caccia a Luigi, che viene rintracciato nel centro storico di Giugliano e arrestato. Si chiude nel silenzio, i fatti parlano per lui. “Emiliana era terrorizzata da quell’uomo – insiste la madre della ragazza -. Fuggiva da lui, le devono aver teso una trappola”. Intanto però si delinea il corto circuito giudiziario. “Non chiediamo vendetta – dice lo zio di Emiliana, Antonio Marauccio – ma denunciamo l’incoscienza dei giudici che dopo appena cinque mesi hanno rimandato a casa una persona così pericolosa”. “Forse data la gravità del primo episodio – commenta il legale della famiglia di Emiliana, Elio Palombi – il giudice avrebbe dovuto accertare bene i presupposti per la concessione dei domiciliari”. In serata il pool del procuratore aggiunto Giovanni Melillo dispone il fermo di due lontani parenti di Luigi per favoreggiamento: l’avrebbero aiutato nella fuga.
(Irene De Arcangelis)

L’omicidio di Emiliana Femiano, una lunga storia di violenza
«Ci avevo provato già un anno fa».
Questa la terribile ammissione di Luigi Faccetti, l’ex fidanzato accusato dell’omicidio della giovane napoletana. La coppia era rimasta insieme un anno e mezzo circa, mentre da quasi due anni lei lo aveva lasciato perché le sembrava un ragazzo violento. Nel dicembre 2009, poi, la triste «conferma» che l’aveva condotta direttamente in sala operatoria per un intervento d’urgenza a causa di quattro coltellate al collo che solo per poco non le avevano tranciato la carotide.
Il 20 dicembre 2009, era una domenica sera anche quel caso, lui la aspettò sotto casa, nascondendosi nell’androne del palazzo in cui le risiedeva con la famiglia, in via Enrico Cosenz, a Napoli. Aveva aspettato che uscisse di casa e, appena fuori, la aggredì con un coltello. Solo per miracolo lei riuscì a divincolarsi dalla presa e a fermare, in strada, una guardia giurata che in auto la accompagnò in ospedale. Prima di entrare in sala operatoria lei indicò come responsabile del ferimento il suo ex fidanzato, lasciato otto mesi prima, che poi non la aveva lasciata più in pace. Messaggi, pedinamenti, telefonate.
Più volte la ragazza gli aveva detto di tenersi alla larga, ma lui non ne voleva sapere e, accecato dalla gelosia dopo aver letto su Facebook che Emiliana aveva cambiato il suo stato sentimentale in «single», aveva deciso di appostarsi sotto casa sua. Per le forze dell’ordine e per la magistratura, quell’atto fu espressione della volontà di uccidere e Faccetti venne accusato di tentato omicidio. Gli vennero concessi gli arresti domiciliari (a Terracina) perché il giovane napoletano era incensurato, aveva confessato agli inquirenti l’aggressione alla ex fidanzata e sulla base del fatto che, inoltre, si era costituito. Faccetti, infatti, dopo due giorni di latitanza in seguito all’accoltellamento della ex, si presentò insieme al suo legale di fiducia presso il carcere di Secondigliano per confessare.
(Stefania Belmonte)

 

I genitori di Emiliana Femiano: «Una trappola fatale»
C’è stato un atto sessuale, volontario o meno, che ha preceduto la selvaggia uccisione di Emiliana Femiano per mano del suo ex fidanzato, Luigi Faccetti? È, questo, uno dei quesiti ai quali gli inquirenti stanno cercando di rispondere in queste ore.
Ma l’interrogativo più inquietante del dopo fattaccio va al cuore del problema: come poteva stare agli arresti domiciliari uno che la sua maschera di orco l’aveva già fatta cadere in precedenza? Faccetti aveva già picchiato la ragazza, facendole saltare un dente, prima di rendersi protagonista, a ridosso del Natale 2009, di una vile aggressione dalla quale la ragazza si era salvata per miracolo. Erano state 14 le coltellate allora. Diventeranno 4 volte di più quasi un anno dopo. I familiari di lei parlano di una trappola. Il loro legale, l’avvocato Elio Palombi: «Era già nel programma criminoso. Un soggetto pericoloso era purtroppo agli arresti domiciliari, che non avrebbero dovuto essergli consentiti, data la sua personalità. Il Tribunale del Riesame era stato durissimo sotto questo aspetto. Le altre volte che era stata riproposta, l’istanza di una misura alternativa era stata sempre respinta, fino a quando nel luglio scorso un GIP l’ha accordata». Una decisione importante, in merito alla quale Carolina Lussano, vicepresidente dei deputati della Lega Nord, ha chiesto al ministro Alfano di intervenire sul CSM «perché venga avviata un’istruttoria che valuti nella circostanza il comportamento della magistratura». Intanto ieri mattina sono stati convalidati gli arresti dei cugini Giuseppe e Marco Prisco, accusati di favoreggiamento. I due avevano accompagnato Emiliana a Terracina, facendogli fare, probabilmente a loro insaputa, il suo ultimo viaggio.
Il ritorno a casa di Emiliana è avvenuto ieri pomeriggio in una fredda bara. Le esequie sono attese per oggi. Intanto oggi avrà tutta una sua tragica valenza la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il Centro Antiviolenza «Essere Donna» organizzerà un sit-in un piazza Garibaldi, per sensibilizzare la gente su un fenomeno ancora ampiamente sommerso. In tutto 115 le donne uccise nel 2010. «L’ennesimo efferato delitto», rimarca la presidente Grazia Camarda, «preannunciato dalla spirale della violenza, alla quale non viene spesso corrisposta un’adeguata rete protettiva, si è consumato con la morte violenta di Emiliana, vittima di una morbosità di possesso di genere che non risparmia la vita. Essere in piazza il 25 novembre è un modo per non dimenticare le donne vittime di violenza e un invito solidale e civile affinché non si consumino altre vite come quella di Emiliana».
(Ercole Bersani)

Levante Online
<Buone notizie per Emiliana Femiano, la ragazza accoltellata ieri mattina dal suo ex ragazzo e ricoverata all’ospedale Loreto Mare: sta bene>>, questo quanto riportavano i giornali nel 21 dicembre dello scorso anno.
Un’altra storia d’amore culminata in un delitto, in cui l’uomo è il carnefice e la donna la vittima; un omicidio prima tentato … e poi portato a compimento. Messaggi, pedinamenti, telefonate, una storia come tante altre e che come tante altre porta con sé l’odore del sangue e della violenza.
Luigi Faccetti … ha ammesso davanti agli inquirenti che il suo scopo era proprio quello di eliminare Emiliana per porre fino ad un’ossessione, per fargliela pagare: voleva chiudere i conti con colei che l’aveva lasciato, dopo un anno e mezzo, perché turbata dalla sua violenza. Dopo i fatti dello scorso anno, Faccetti era stato condannato per tentato omicidio ma, costituitosi, gli erano stati riconosciuti gli arresti domiciliari …
… Non commenta il giudice Carlo Modestino, che ha firmato il provvedimento, a differenza del capo dell’ufficio Gip Giustino Gatti, che spiega: <<Ho parlato con il collega e anche lui, come tutti noi, è comprensibilmente addolorato per la morte della povera Emiliana. Alla famiglia va tutta la nostra solidarietà. Non è mia abitudine fare difese d’ufficio anche perché credo che non ce ne sia bisogno. Non mi sta bene però questa caccia indiscriminata al magistrato, soprattutto quando non sono chiare le ragioni che hanno spinto la vittima a incontrare l’ex fidanzato. Da quel che ho letto sui giornali, questa persona era detenuta agli arresti domiciliari in un’altra città e non risulta che sia evaso da quella località per commettere l’omicidio>>.
Al perché Faccetti non fosse in carcere, lo stesso Gatti risponde: << Semplicemente perché ci sono leggi che lo consentono; fra l’altro il provvedimento di arresti domiciliari non è stato neppure impugnato dalla Procura. Le norme prevedono situazioni di pericolosità diverse a seconda delle circostanze. Ci sono soggetti pericolosi per quello che possono commettere nei confronti di una determinata persona. Altri che sono ritenuti pericolosi per il ruolo che ricoprono e magari non sono in carcere solo perché coperti da immunità. Ragioni in generale – sottolinea Gatti – non mi riferisco a nessuno in particolare. Capisco che l’opinione pubblica possa sentirsi colpita dalla tragica morte di quella ragazza>>.
I familiari di Emiliana però si dicono convinti che sia stata attirata in una trappola in quanto << mai avrebbe deliberatamente incontrato Luigi Faccetti. Aveva troppa paura di quell’uomo>>.
La madre, Luisa Falanga, ha ricordato le preoccupazioni della figlia: <<Mamma, ho sempre paura di trovarmelo alle spalle>>; inoltre, ha lanciato un appello rivolto alla magistratura: <<Vi prego signori giudici, vi scongiuro affinché la mia Emiliana riposi in pace e ottenga giustizia. Il mio appello è rivolto a chi giudicherà Luigi Faccetti, l’assassino di mia figlia. Chiedo che venga condannato all’ergastolo affinché nessuna altra mamma abbia a soffrire le pene che sto soffrendo io. Ma il mio – ha aggiunto – è anche un appello affinché, tra i giudicanti vi sia minore superficialità. Se quell’essere malvagio non avesse ottenuto i domiciliari ad agosto, mia figlia sarebbe qui con me>>.
Adesso, la madre della vittima ha deciso di apparire in tv rivelando retroscena importanti: <<Già dopo la terribile aggressione del dicembre scorso – ha detto la signora Luisa -, abbiamo avuto pressioni da parte di alcuni ‘personaggi’ affinché la nostra famiglia non si costituisse parte civile. Siamo stati minacciati, definiti degli ‘infami’. Ma io e mio marito siamo andati avanti per proteggere Emiliana, che era stata aggredita tante volte da Luigi. Ricordo che un giorno la inseguì in via Duomo, la strattonò, poi le diede un pugno in faccia spezzandole un dente>>.
L’appello finale di questa madre straziata insiste affinché la giustizia faccia il suo corso: <<Non lasciatevi ingannare da Luigi, non è pazzo. E’ soltanto cattivo. Ha colpito Emiliana venti volte al cuore, in tutto sessantasei sono state le coltellate>>.

Confermati otto anni a Faccetti per la prima aggressione a Emiliana
Concluso il processo di appello sul tentato omicidio della 25enne napoletana, poi assassinata a Terracina. La mamma della ragazza: ora voglio l’ergastolo
«Non uccidetela ancora» è la scritta comparsa sugli striscioni davanti il Tribunale di Napoli. Un presidio per ricordare Emiliana Femiano, la 25enne napoletana assassinata lo scorso novembre a Terracina. Imputato al processo d’appello per la prima aggressione subita dalla giovane nel 2009 è il suo ex fidanzato, Luigi Faccetti (diverso è invece il procedimento sull’omicidio ancora alle battute iniziali): Faccetti è stato condannato a 8 anni per tentato omicidio, sentenza che conferma quella di primo grado. Amici e conoscenti di Emiliana hanno deciso di manifestare davanti al Palazzo di giustizia di Napoli. «Giustizia per Emiliana»
§LA MAMMA DI EMILIANA – «Quella di oggi è una piccolissima soddisfazione – afferma la mamma di Emiliana Luisa Falanga il cammino è ancora lungo, lunghissimo e io mi auguro che sia fatta giustizia». E Paolo Abenante, avvocato della famiglia Femiano spiega: «Siamo soddisfatti della conferma della sentenza anche in appello per Luigi Faccetti, ma questo è solo il processo per il tentato omicidio di Emiliana, per l’omicidio chiederemo l’ergastolo».
LA STORIA- Nel 2009, un anno prima dell’omicidio, Faccetti aveva tentato di uccidere la ragazza, dopo averla perseguitata per anni. Litigi continui che poi sono sfociati nell’ultima aggressione: a pochi passi dal centro storico di Terracina, i due si erano incontrati forse per l’ennesimo chiarimento, ne è nato un violento litigio che ha trovato il suo epilogo con la morte di Emiliana, ferita con decine di coltellate. Faccetti dopo la fuga è stato rintracciato dalle forze dell’ordine: aveva raggiunto il pronto soccorso di Villaricca, nel Napoletano, dove si era fatto medicare la mano ferita durante la colluttazione con la donna. Dopo un lungo interrogatorio, l’uomo ha confessato.
L’ASSOCIAZIONE – Oggi, a ricordare Emiliana c’era l’associazione onlus Campania in Movimento, presieduta da Chiara Giordano. «Vogliamo essere presenti in tanti – ha spiegato Chiara Giordano durante il sit-in davanti al Palazzo di giustizia di Napoli – affinchè morti come quelle di Emiliana non si ripetano ancora. Non è la prima e se continuiamo così non sarà l’ultima vittima di stalking. È per questo che chi sbaglia deve essere punito per tempo con misure cautelari importanti che impediscano a soggetti pericolosi e violenti di poter reiterare i reati».


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