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Elena Casanova, 49 anni, operaia e ambientalista, mamma. Dopo mesi di stalking, viene pedinata, aggredita e uccisa dall’ex con 16 martellate alla testa

Castegnato (Brescia), 20 Ottobre 2021


Titoli & Articoli

Uccide a martellate l’ex compagna e si ferma a fumare una sigaretta (Giornale di Sicilia – 21 ottobre 2021)
Scritte sui muri, gomme bucate, insulti, ma lei non lo aveva mai denunciato
Il vicino di casa è stato tra i primi ad intervenire. «Elena era a terra, Ezio era davanti a lei, fermo, la guardava. Mi ha detto: “Ho fatto quello che dovevo fare”». Parole, immagini di un dramma, che i residenti in via Fiorita a Castegnato, in provincia di Brescia, non dimenticheranno mai. Il racconto di una serata di sangue consumatasi tra villette a schiera che si affacciano su campi agricoli di un paese del primo hinterland della città. Ezio Galesi che aspetta davanti casa la sua ex Elena Casanova per colpirla a martellate.
«Volevo ucciderla» «In quel momento la volevo uccidere. Perché tanta violenza? Perché c’erano dei sentimenti, anzi no, ritratto e non voglio rispondere a questa domanda. È stato un raptus di follia», ha detto nell’interrogatorio davanti al pm, il 59enne Galesi che ha ammesso l’omicidio dell’ex compagna Elena, 49 anni, mamma di una ragazza di 17, operaia all’Iveco in città. «L’ho colpita più volte sulla testa», ha spiegato.
L’incontro in un negozio. Si erano incrociati in un negozio nel tardo pomeriggio. Lui poi l’ha aspettata fuori casa, le ha bloccato ogni via di fuga parcheggiando la sua auto dietro a quella della donna. Ha infranto il finestrino e poi ha fatto scendere la vittima con la violenza dalla vettura e l’ha colpita fino ad ucciderla. E ha detto ai vicini attirati dalle urla della vittima: «Chiamate i carabinieri, l’ho ammazzata a martellate».
Le gomme tagliate. Nessun dubbio sulla dinamica dell’ultimo femminicidio accaduto in provincia di Brescia. Ezio e Elena si erano invece lasciati da un anno, ma pare che lui, già separato e con due figli adulti, la tormentasse. Scritte sui muri, gomme tagliate, insulti. Su un muretto a pochi metri da casa della vittima campeggia una scritta: «Goditela, mille euro». Per il paese è opera proprio di Galesi e le parole si riferirebbero ad un presunto debito che la donna aveva nei confronti dell’ex per alcuni lavori di giardinaggio svolti a casa nel periodo del lockdown. Il 59enne, con un solo precedente per spaccio risalente al 1981, nel corso dell’interrogatorio della notte scorsa davanti al magistrato di turno non ha menzionato quelle scritte, ma ha invece ammesso di aver tagliato a gennaio le gomme dell’auto alla ex fidanzata, che ora frequentava un altro uomo. Elena Casanova non ha però mai denunciato l’uomo diventato il suo assassino.

Fiori sul luogo in cui Elena Casanova, 49 anni, e’ stata uccisa a martellate in strada a Castegnato, in provincia di Brescia, dal 59enne Ezio Galesi con il quale aveva concluso una relazione un anno fa, 21 ottobre 2021.
ANSA/ FILIPPO VENEZIA

 

Elena, uccisa a martellate dall’ex: è un altro femminicidio annunciato (Avvenire – 22 ottobre 2021)
A gennaio l’uomo le aveva bucato le gomme dell’auto. E di recente pare che la tormentasse con messaggi e telefonate. Ma lei non lo ha mai denunciato.
Ha massacrato l’ex compagna sotto casa, a martellate. Con una raffica di colpi alla testa così irruenti, rapidi e improvvisi che non le ha dato nemmeno il tempo di gridare aiuto. La tragedia avvenuta mercoledì poco dopo le 19 in una strada alla periferia di Castegnato, nel Bresciano, è l’esito di un agguato in perfetta regola: l’assassino era nascosto in una radura ed è piombato davanti alla vettura della donna che si era fermata nel vialetto davanti alla sua abitazione. Prima ha frantumato col martello il parabrezza della macchina e poi ha trascinato a forza la donna fuori dall’abitacolo per poterla colpire mortalmente. La vittima si chiamava Elena Casanova, aveva 49 anni ed era mamma di una ragazza di 17. «In quel momento la volevo uccidere» ha ammesso l’altra notte l’assassino, Enzo Galesi, nell’interrogatorio, durato 40 minuti, davanti al pm di Brescia Carlo Pappalardo. Follia omicida, una violenza inaudita. Perché? «C’erano dei sentimenti, anzi no. Non voglio rispondere, io ritratto. È stato un raptus» ha dichiarato il 59enne al magistrato. Era stato lui, appena compiuto il delitto, a dire ai vicini di casa della ex, in dialetto bresciano «chiamate i carabinieri, l’ho ammazzata, ho fatto quello che dovevo fare». Appariva stralunato, aveva lo sguardo fisso nel vuoto e fumava una sigaretta, immobile, davanti al corpo di Elena riverso a terra, hanno raccontato i presenti. «L’ho incrociata in un negozio del paese e poi – ha spiegato Galesi al magistrato – sono andato ad aspettarla davanti casa». La donna, un’ambientalista impegnata, faceva l’operaia all’Iveco di Brescia. La sua storia con Galesi era terminata quasi un anno fa ma lui ancora non se ne capacitava. La tormentava con telefonate e messaggi accusandola di avere un altro. La figlia di Elena era nata dal matrimonio finito male con un uomo che abitava nella stessa via, a 50 metri, in un’altra villetta a schiera di un quartiere che confina con i campi. Anche Galesi era stato sposato e ha due figli già grandi.
Ma è emerso un altro particolare inquietante della vicenda. In un muro vicino alla villetta dove abitava Elena si legge una scritta: «Goditela mille euro». Sarebbe opera del Galesi e pare si riferisca a un presunto debito che la donna avrebbe contratto con lui per lavori di giardinaggio eseguiti a casa nel periodo del lockdown. Ma l’uomo nell’interrogatorio col pubblico ministero non ne ha parlato ammettendo invece di aver tagliato a gennaio le gomme dell’auto alla ex fidanzata. Che non lo aveva mai denunciato.

Femminicidio di Castegnato, Elena aveva paura di Ezio Galesi: “Mi ucciderà” (Qui Brescia – 29 novembre 2022)
La 49enne, massacrata a martellata dall’ex compagno Ezio Galesi, 59 anni, il 20 ottobre del 2021, aveva confidato i proprio timori al nuovo compagno e alle amiche, ma non aveva sporto denuncia per timore di inasprire la situazione.
Elena Casanova viveva nella paura. Temeva per la propria casa e per la propria vita. Sapeva che Ezio Galesi, l’ex compagno con il quale aveva troncato una relazione un anno prima, non le aveva perdonato la rottura e si sentiva minacciata.
Al nuovo compagno aveva confidato il timore che l’ex potesse incendiarle l’abitazione (nella quale lo stesso Galesi, 59 anni, aveva vissuto durante la pandemia e in cui aveva effettuato dei lavori edili per i quali reclamava un pagamento che in realtà gli era già stato corrisposto), mentre, ad un’amica, qualche giorno prima di essere massacrata a martellate da Galesi davanti a casa, in via Fiorita a Castegnato (Brescia), aveva confidato di temere di venire uccisa.
Anche l’ex marito, che ha testimoniato martedì mattina in aula nel processo per l’omicidio della donna, madre di sua figlia, ha dichiarato che Elena non aveva voluto denunciare Galesi per timore che si incattivisse ulteriormente nei suoi confronti. L’omicidio venne compiuto la sera del 20 ottobre dello scorso anno: Galesi attese che Elena Casanova, 49 anni, parcheggiasse l’auto davanti a casa quindi si scagliò con furia, colpendola numerose volte con un martello, finchè la donna non morì. Quindi si accese una sigaretta e ad un vicino di casa che gli chiedeva cosa avesse fatto rispose in dialetto bresciano che l’aveva ammazzata, aspettando l’arrivo delle forze dell’ordine a cui si consegnò. Deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. La difesa dell’uomo ha avanzato istanza di perizia psichiatrica.

Uccisa a Castegnato, l’ultimo saluto a Elena Casanova (Giornale di Brescia – 27 ottobre 2021)
Castegnato si è fermata per dare l’ultimo saluto ad Elena Casanova, la 49enne uccisa da Ezio Galesi esattamente una settimana fa. Bandiere a mezz’asta e serrande abbassate per rispettare il lutto cittadino proclamato dal sindaco del paese.
Il feretro è giunto sul sagrato della parrocchiale accolta da tantissimi cittadini raccolti in silenzio intorno alla figlia 17enne Alice che, circondata dalle amiche e dai familiari, ha accompagnato la mamma fin davanti all’altare. Sulla bara è stato legato un palloncino rosso, il colore simbolo contro la violenza di genere.
Il grido di dolore accomuna tutta la comunità civile ed ecclesiale di Castegnato, che ha sentito il bisogno di stringersi insieme. Stasera l’invito a mettere un cero acceso alle finestre» ha sottolineato il parroco don Duilio Lazzari. Quello che ha investito la collettività del comune franciacortino è «un groviglio di emozioni – ha proseguito il sacerdote – di fronte al quale l’unica via d’uscita è il silenzio. Ma il grido di dolore e la rabbia non devono rimanere muti ma devono essere ascoltati per essere compresi».
Un omicidio brutale quello dell’operaia dell’Iveco a Brescia, che l’uomo ha fin dall’inizio confermato: «In quel momento la volevo uccidere – le sue parole pronunciate in un interrogatorio davanti al pubblico ministero -. C’erano dei sentimenti, anzi no, ritratto e non voglio rispondere a questa domanda. È stato un raptus».
La dinamica è ancora al vaglio degli inquirenti ma alcuni terribili dettagli sono già stati accertati in via preliminare. Secondo i medici legali infatti l’uomo avrebbe colpito Elena con ben sedici martellate. L’arma del delitto potrebbe essere il martello contenuto nella cassetta di attrezzi che Galesi teneva con sé in auto e che usava per i lavori che gli venivano assegnati saltuariamente da amici e conoscenti. Tanti aspetti sono però ancora da chiarire. Un aiuto alle indagini potrà giungere dall’analisi dei telefoni posti sotto sequestro, che saranno analizzati per capire se ci fossero state minacce prima dell’omicidio.
In quest’ottica sono al vaglio anche gli episodi antecedenti all’omicidio: nei mesi precedenti infatti Ezio Galesi aveva già provato a intimorire la donna, con scritte sui muri e giungendo perfino a tagliarle le gomme dell’automobile.


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