Loading

Durima (Dorina) Alla, 39 anni, mamma. Uccisa dal marito a martellate

Pove del Grappa (Vicenza), 18 Aprile 2021


Titoli & Articoli

La donna uccisa a martellate dal marito (Today – 19 aprile 2021)
Omicidio a Pove del Grappa, in provincia di Vicenza. L’uomo, un muratore di 51 anni, ha chiamato i carabinieri e ha confessato
Ha impugnato un martello e, probabilmente al culmine di un litigio, ha ucciso la moglie. La tragedia si è consumata nell’abitazione della coppia a Pove del Grappa, in provincia di Vicenza, dove erano presenti i figli dei due, di 13 e 9 anni: non è ancora stato chiarito se abbiano assistito al delitto. Subito dopo l’uomo, il 51enne Gezim Alla, ha chiamato il 112 e si è consegnato ai carabinieri arrivati da Bassano del Grappa, confessando l’omicidio della moglie Dorina Alla di 39 anni. La famiglia, di origine albanese, viveva nel Vicentino da anni e mai aveva avuto problemi sia di lavoro che di convivenza nella piccola comunità veneta. Per ricostruire la vicenda oltre ai carabinieri di Bassano sono giunti anche i colleghi del nucleo investigativo di Vicenza, che hanno repertato l’arma del delitto, e il pm di turno per raccogliere la confessione dell’uomo, di professione muratore.
Sulle motivazioni del gesto gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo, anche se al momento l’ipotesi più accreditata sarebbe quella di un litigio poi degenerato in violenza, con l’uomo che si sarebbe scagliato sulla moglie colpendola al capo con il martello, fino a causarne la morte. L’omicida, pur sotto choc, ha comunque già parlato con gli inquirenti, raccontando quanto avvenuto. I bambini, subito allontanati dalla casa, sono stati affidati ad un parente della coppia che abita nel Bassanese. La zona intorno all’abitazione è stata interdetta al passaggio delle persone e al traffico per evitare la presenza di curiosi che volevano vedere quanto era accaduto.

Vicenza, uccide la moglie a martellate a Pove del Grappa e si costituisce (Corriere del Veneto – 19 aprile 2021)
La vittima aveva 39 anni, era emigrata dall’Albania per sfuggire al terremoto. La figlia più grande, in casa col fratellino, ha chiamato la cugina. «Gli zii litigavano sempre»

Durima AllaEmigrata dall’Albania per sfuggire al terremoto, ha trovato la morte in Italia, uccisa a martellate dal marito, a soli 39 anni, nell’abitazione di Pove del Grappa, in cui i due si erano trasferiti da meno di quattro anni. Un terribile dramma familiare è quello che si è consumato, nel tardo pomeriggio di domenica, nel piccolo comune pedemontano in provincia di Vicenza, in via Bastianelli. Gezim Alla, 51 anni, albanese di professione metalmeccanico, ha ucciso la moglie, Durima Alla, sua connazionale, colpendola ripetutamente alla testa con un martello, al termine di una violenta lite. Poi, resosi conto della gravità del suo gesto, ha chiamato il 112 ammettendo di aver colpito con violenza la moglie. Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri della Compagnia di Bassano del Grappa, guidati dal maggiore Filippo Alessandro, assieme agli operatori sanitari del 118 che non hanno potuto far altro che confermare il decesso della 39enne. Sul posto anche il Pm di turno.
I figli. Al momento dell’omicidio, in casa, si trovavano anche i figli della coppia: una ragazzina di 13 anni e il fratellino di 9. Terrorizzati dalle urla dei genitori, i ragazzi hanno telefonato ad una cugina, che abita a pochi metri di distanza. E’ proprio lei, Alessia, poco più che maggiorenne, a ricostruire quei tragici momenti. «Mi ha chiamata mia cugina – ricorda – dicendomi che i genitori stavano litigando. Li sentiva gridare e non sapeva cosa fare e così le ho detto di chiudersi nella sua camera con il fratello. Mai, però, avrei pensato che potesse accadere una cosa così grave». Da quanto emerso fin dalle prime ore successive al delitto, quello di domenica non era il primo litigio tra i coniugi Alla, tanto che già in altre occasioni, in via Bastianelli, erano dovuti intervenuti i carabinieri. «I miei zii litigavano sempre – continua Alessia – non andavano d’accordo. Lei avrebbe anche voluto andarsene, cercare un lavoro e cambiare casa, portando con sé i figli, ma lui non voleva rinunciare ai ragazzi».
Il possibile movente. Potrebbe essere stato proprio questo, la volontà della donna di lasciare l’abitazione coniugale, a scatenare la furia omicida dell’uomo, descritto come una persona principalmente dedita al lavoro. Durima, invece, non lavorava, ma si occupava dei figli, che frequentano le scuole del paese. Casalinga, viene ricordata dalla nipote come una persona solare e amante della compagnia. Assieme al marito e ai ragazzi era arrivata nel 2017 a Pove dove, da oltre una ventina d’anni, vive anche la famiglia della sorella. Quest’ultima domenica, appresa la notizia della tragedia, è stata colta da malore ed è stata trasferita d’urgenza all’ospedale di Bassano del Grappa, lo stesso comune in cui hanno trovato ospitalità, da alcuni parenti, anche i due figli della coppia, che fino alla tarda serata di domenica, sono stati tenuti all’oscuro di quanto realmente accaduto alla madre.

Di loro e del loro futuro immediato si è interessato anche il sindaco di Pove del Grappa, Francesco Dal Monte, giunto sul posto dell’uxoricidio, assieme all’ex primo cittadino, Orio Mocellin. «A memoria di tutti questo è il primo omicidio che si registra nel nostro comune – è il commento del sindaco – ed è una tragedia sotto tutti i punti di vista perché ci sono di mezzo anche due minori. Abbiamo già interessato i servizi sociali del Comune per dare assistenza ai due ragazzi, ora orfani della madre e con il padre in arresto e faremo il possibile per dare loro un aiuto concreto. Nelle scorse settimane avevamo consegnato ai ragazzi i tablet per la didattica a distanza, ora dovremo invece pensare a garantirgli un futuro». Un paese sotto choc Pove, da sempre considerato un isola felice, e che domenica, invece, per la prima volta ha dovuto fare i conti con la realtà di un dramma familiare, ancora una volta difficile da spiegare.

Martedì l’addio a Dorina, la 39enne straziata a martellate dal marito. Generosità per i figli (Eco Vicentino – 30 aprile 2021)
Ora è la volta del funerale, a chiudere un capitolo ma non la ferita aperta che ha lasciato in eredità la morte di Dorina, la donna di 39 anni uccisa dal marito violento Gezim Alla, nel pomeriggio di domenica 18 aprile. La cerimonia di commiato, alla presenza dei connazionali giunti dall’Albania in questi giorni, si terrà martedì mattina alle 11 nel cimitero di Pove del Grappa. Si è atteso oltre 15 giorni per fissare l’ultimo saluto non solo in virtù dell’esame autoptico disposto dalla Procura ma anche per il periodo di quarantena a cui sono dovuti sottostare i parenti giunti in Italia dall’estero, in particolare i genitori di Dorina, nonni dei due bambini raggiunti a Pove. La cittadina di confine tra le province che aveva accolto quattro anni fa la famiglia Alla, composta anche da due figli minorenni ancora in età scolare, di 13 e 9 anni, in un colpo solo privati della loro mamma uccisa a colpi di martello, e di quel padre capace di spezzare la vita della propria compagna per sempre e devastare di dolore quella dei figli. Entrambi si erano rinchiusi nel bagno di casa, sentendo le urla dei genitori, impauriti, in quei attimi tragici vissuti in via Bastianelli.
Il 51enne operaio è stato arrestato dai carabinieri lo stesso giorno, senza opporre alcuna resistenza e si trova da quella terribile domenica in carcere, da reo confesso dell’uxoricidio. Come ormai assodato, altri episodi precedenti di violenze domestiche erano noti, con la vittima a finire in pronto soccorso, picchiata dalla mano del marito nel 2017, e la rete di supporto attivata per sostenere la donna. Rimasta però al suo fianco, senza presentare denuncia, nonostante il terrore che quella forza bruta si ripetesse, probabilmente per amore dei suoi bimbi. O forse, appunto, per paura.
E proprio la volontà di chiudere la relazione potrebbe aver scatenato l’ennesima e ultima lite, finita nel sangue.In un quadro denso di dubbi e rabbia uno spiraglio di parziale distensione giunge dalle iniziative a sostegno dei due ragazzi della coppia, maschio e femmina. Anche il gruppo Alpini locali si è rimboccato le maniche per favorire una “colletta” per loro, organizzando una cena a distanza con ricavi da devolvere. Anche questo slancio di generosità andrà a confluire in una raccolta fondi proposta dall’amministrazione comunale e dall’associazione Avas, che avrebbe già raggiunto i ventimila euro. In appena una settimana dall’apertura di un conto corrente a loro favore.
La somma raccolta non potrà certo restituire loro l’adorata mamma nè cancellare l’incubo reale che stanno vivendo, ma permetterà loro un domani di seguire le proprie aspirazioni sostenuti (anche) economicamente da tante persone toccate nel profondo del cuore dalla dramma che li ha colpiti. A fornire loro un supporto fondamentale c’è una rete di psicologi e la famiglia di parenti in Italia a cui sono stati affidati e un tutore nominato dal giudice di Vicenza, titolare delle indagini. Prossimamente, quando saranno ritenuti pronti da chi li segue, torneranno a scuola a Pove, iniziando a porre i primi mattoncini di quella che per forza di cose sarà per loro una nuova vita da costruire. Mai soli.

 

 


Link