Daniela Marchi, 53 anni, disoccupata. Strangolata dal convivente
Vasto Marina (Chieti), 8 Marzo 2015
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Strangola la compagna l’otto marzo dopo una lite per motivi economici (Corriere della Sera – 9 marzo 2015)
Joseph Martella, 57 anni, avrebbe ucciso Daniela Marchi, 53, con un cavo elettrico. Erano entrambi disoccupati dalla fine dell’anno
L’ha strangolata con un cavo elettrico, quello che a suo dire aveva usato per riparare il phon e buttato nel cestino. Poi, quando si è reso conto che il suo corpo era a terra senza vita, ha chiesto aiuto ai vicini (due ragazzi che abitano al piano di sopra) i quali si sono precipitati a chiamare i soccorsi. Ma per la compagna non c’era già più niente da fare. Daniela Marchi, 53 anni, originaria di Roma ma residente a Vasto, in Abruzzo, da anni, è morta il giorno della Festa della donna per mano del suo uomo, Joseph Martella, 57, nato a Strasburgo ma anche lui abruzzese di adozione.
Pare che siano banali ma evidentemente pesanti i motivi economici che hanno innescato la lite, l’ennesima di una coppia che negli ultimi tempi non faceva altro che discutere. Lui, ex barista di notte, con precedenti penali per reati contro il patrimonio, detenzione di armi e droga (figurava tra gli indagati della maxi operazione «Adriatico» che ha visto coinvolta la banda guidata dal pugliese Lorenzo Cozzolino), aveva perso il lavoro a dicembre. Lei, disoccupata, si era arrangiata in passato lavorando come collaboratrice domestica e dando una mano in alcuni ristoranti della zona. Vivevano in un appartamento di via Eduardo De Filippo, a Vasto Marina, quello dove è avvenuto l’omicidio. Nessun segno di colluttazione, nessuna cosa fuori posto.
«È stato un delitto d’impeto» ha spiegato il vice questore aggiunto Alessandro Di Blasio, dirigente del commissariato di Vasto, nel corso della conferenza stampa. Daniela Marchi è stata strangolata in cucina, quando i due avevano già consumato la cena e lei, con indosso il pigiama, era pronta per andare a dormire. Probabilmente è stata assalita da dietro, non essendosi affatto difesa. È stato lo stesso compagno a chiamare la polizia intorno alle 22.40, farfugliando che era capitato qualcosa di brutto in casa. Sul posto si sono recati la polizia e il personale sanitario, che ha provato a rianimare la donna senza successo. Il cavo elettrico nero era ancora accanto al corpo.
Confessione ritrattata «Non so come ho fatto, ma l’ho uccisa» le prime parole di Joseph all’arrivo degli agenti, davanti ai quali alternava al pianto lunghi momenti di silenzio. Poi, però, durante l’interrogatorio di garanzia avvenuto domenica notte, non ha confermato agli inquirenti la confessione e, assistito dall’avvocato Massimiliano Baccalà, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Attualmente è nel carcere di Torre Sinello, accusato di omicidio. A condurre l’indagine è il pm Giancarlo Ciani della Procura di Vasto, accorso sul posto dopo l’accaduto insieme al vice questore Di Blasio. La polizia scientifica ha ispezionato attentamente la casa e raccolto ogni elemento utile alle indagini, mentre il dottor Falco ha eseguito la ricognizione cadaverica prima che la salma venisse trasportata al San Pio da Pietrelcina di Vasto. Qui, probabilmente martedì, verrà effettuata l’autopsia.