Concetta Zimone detta Cettina, 64 anni, panettiera, mamma e nonna. Freddata con un colpo di fucile dal marito che tenta di uccidere anche i figli
Caltagirone (Catania), 1 Ottobre 2013
«Lui era un tipo po’ scontroso. Ma la moglie cercava sempre di mettere pace»
Gaetano Sortino, 67 anni, panettiere, padre e nonno. Il suo fucile era in regola, la sua testa non tanto.
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Tragedia in Sicilia: ammazza la moglie a fucilate, ferisce il figlio e poi si suicida
Tutto si è consumato in pochi istanti. L’anziano ha imbracciato il suo fucile da caccia ed ha fatto fuoco prima contro il figlio. Poi avrebbe cercato di colpire la figlia e in preda al raptus ha ucciso la moglie
Tragedia familiare ieri sera a Caltagirone, in provincia di Catania: si è consumato un dramma il cui bilancio poteva essere ancora più grave. Un uomo di 67 anni, Gaetano Sortino, che soffriva di una profonda crisi depressiva, ha ucciso con un colpo di fucile la moglie 63enne Cettina Zimone e ferito gravemente il figlio di 44 anni. L’episodio è accaduto in via Svevi 12, zona periferica del paese, dove la famiglia viveva e l’uomo era titolare di un panificio. Tutto si è consumato in pochi istanti. L’anziano ha imbracciato il suo fucile da caccia ed ha fatto fuoco prima contro il figlio, ferendolo gravemente al viso. Poi avrebbe cercato di colpire la figlia, ma questa è riuscita a trovare rifugio in una stanza di casa. Poi, in preda al raptus, ha raggiunto la moglie, e le ha esploso contro un colpo che non le ha lasciato via di scampo. Infine l’omicida ha rivolto contro di sé l’arma ed ha fatto fuoco uccidendosi. Il figlio ferito è stato trasferito d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania in condizioni gravissime. Sul luogo della tragedia è intervenuta subito la polizia, allertata dai vicini di casa che hanno sentito gli spari.
La strage delle donne
Freddata nel panificio dove per anni aveva aiutato nel lavoro suo lavoro il marito Gaetano Sortino, 67 anni. Che senza un perché ha imbracciato un fucile e ha sparato alla testa della moglie Concetta, uccidendola. Lo stesso fucile che pochi istanti prima aveva rivolto contro il figlio Giuseppe, 44 anni, ridotto in fin di vita, mentre la figlia 45enne, sentiti gli spari, è scampata alla strage chiudendosi in camera. L’assassino ha poi puntato l’arma sotto il mento e si è sparato. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori Giuseppe è arrivato con moglie e figlio sotto casa dei genitori. Vedendo la saracinesca del panificio abbassata è entrato in casa per chiedere come mai. Il padre gli è andato incontro dicendogli: «Fai venire il bambino perché gli voglio dare un bacio». Dopodiché si è rivolto al nipotino di 10 anni intimandogli «Allontanati» e facendo fuoco contro Giuseppe sotto gli occhi terrorizzati del bambino. Alla figlia, che è riuscita a fuggire chiudendosi nella sua stanza, l’omicida ha urlato attraverso la porta: «Aprimi, ti devo uccidere». Non ricevendo risposta è andato a “caccia” di Concetta, che ha trovato nel panificio: le ha sparato alla testa senza dire una parola e poi, puntato il fucile sotto il mento ha premuto il grilletto, uccidendosi.
Spara a moglie figlio e si suicida: raptus di follia a Caltagirone
Si è consumato un dramma nella serata di ieri a Caltagirone: un panificatore di 67 anni, Gaetano Sortino, ha ucciso con colpi di fucile alla nuca la moglie, Concetta Zimone, di 64 anni, e ferito gravemente al viso il figlio, Giuseppe, di 44 anni, e dopo avere mancato la figlia di 45 anni, riuscita a fuggire alla sua furia omicida, si è suicidato con un colpo della stessa arma fatto esplodere sotto il mento.
È la ricostruzione di una serata di follia esplosa nell’edificio dove viveva la famiglia, in via Svevi 12, nella zona nuova di Caltagirone, dove con anni di duro lavoro aveva realizzato il panificio e la casa d’abitazione in locali attigui. L’uomo da alcuni giorni dava segni di essere in stato confusionale, forse era entrato in crisi depressiva. Ieri sera, senza motivo apparente se non un raptus di follia, ha imbracciato il fucile da caccia e ha esploso un colpo in viso al figlio Giuseppe, mentre questi era sulla porta di casa. Poi ha puntato l’arma contro la figlia 45enne, che è riuscita a sfuggire alla furia omicida del padre scappando e trovando rifugio nella sua stanza. L’uomo è quindi andato a “caccia” della moglie che ha trovato nel panificio, dove le ha esploso diversi colpi alla nuca, freddandola con una tecnica da esecuzione. Infine l’uomo si è suicidato con lo stesso fucile da caccia legalmente detenuto che si è puntato al mento. Il figlio Giuseppe, padre di due bambini, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania, in pericolo di vita. Il colpo di fucile, che l’ha colpito i viso, gli ha provocato lesioni craniche e l’uomo è in coma. La prognosi è riservata. I medici stanno valutando la possibilità di sottoporre l’uomo a un intervento chirurgico per rimuovere i pallini, che hanno colpito l’encefalo e altre parti del colpo. “In questo momento – ha detto il direttore del reparto di Rianimazione dell’ospedale Sergio Pintaudi – il paziente è in neuroprotezione, quindi sedato, perché ha subito un colpo di arma da fuoco a munizionamento multiplo”. “I pallini – ha proseguito Pintaudi – lo hanno raggiunto al capo e ha anche lesioni ad un polso perché lui, in un atteggiamento difensivo, si è coperto con il braccio. Siamo in fase di valutazione. Aspettiamo prossime ore per dire qualcosa di più preciso”. Sul posto è intervenuta la polizia del locale commissariato. Secondo quanto ricostruito da alcuni vicini di casa e da investigatori, Gaetano Sortino da diversi giorni soffriva di evidente stati confusionali accomunati a manie di persecuzione: era convinto di essere seguito da qualcuno che lo influenzava negativamente. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Anna Andreatta.
“Sono incredulo e sgomento per una strage avvenuta senza un perché che ha falcidiato una famiglia di onesti ed apprezzati lavoratori e determinato nella nostra città sentimenti di profonda tristezza”. Lo ha affermato il sindaco di Caltagirone Nicola Bonanno. “Oggi Caltagirone si è svegliata duramente provata per un gravissimo fatto di sangue – ha aggiunto Bonanno – di fronte al quale ciascuno di noi è chiamato a fermarsi e riflettere. Sono vicino ai superstiti di questa tragedia e ai parenti delle vittime. In queste ore il mio pensiero va, in particolare, al povero, incolpevole Giuseppe, che lotta fra la vita e la morte, con la speranza che le sue condizioni possano al più presto migliorare”. Dolore e attenzione della comunità ecclesiale ai familiare vittime del folle gesto. Sulla tragedia è intervenuto anche il vescovo di Caltagirone, Mons. Calogero Peri: “È un fatto che ci lascia attoniti e sgomenti. Saranno le autorità e i periti a fare chiarezza sulla vicenda. Vorrei richiamare tutti, in questo momento, a stringerci in preghiera per questa famiglia devastata, per la figlia e soprattutto per il figlio, Giuseppe, le cui gravi condizioni ci preoccupano”. “Non possiamo sapere – prosegue Mons. Peri – se questa fosse una tragedia evitabile. È certo che ogni giorno siamo tutti chiamati a custodire la nostra vita e quella di chi ci sta accanto, chiunque esso sia, nella logica del dono, della cura, dell’amore, della speranza, dell’accoglienza, dell’attenzione per evitare che le delusioni, i problemi, i silenzi sfocino in simili funesti eventi che deturpano il volto dei singoli e della comunità”.
Caltagirone, uccide la moglie e si suicida Alla figlia: «Apri, che ora ammazzo anche te»
«Lui era un tipo po’ scontroso. Ma la moglie cercava sempre di mettere pace». Così i clienti del panificio divia Svevi, a Caltagirone, descrivono il proprietario Gaetano Sortino, 67 anni, che ieri sera ha ucciso la moglie Concetta Zimone, 64 anni, ferito il figlio Gaetano, 44 anni, e si è poi suicidato. Salva la figlia Maria, 45 anni, che è riuscita a sfuggire da quello che sembra essere stato un raptus del padre. Il fratello, padre di due bambini, è al momento ricoverato all’ospedale Garibaldi di Catania con lesioni craniche dopo la fucilata in viso ricevuta dal genitore davanti al portone di casa. Proprio accanto al panificio di proprietà della famiglia.
«In serata abbiamo iniziato a vedere tanto traffico in zona – spiega la proprietaria di un bar a 500 metri dal luogo del delitto – Sfrecciavano ambulanze e polizia, e non capivamo cosa fosse successo. Poi, chiudendo il bar, abbiamo fatto un giro in macchina e abbiamo visto la tragedia. Chi era già sul posto ci ha spiegato». Sono le 19.45 in via Svevi 12, abitazione della famiglia Sortino accanto al panificio di famiglia, quando il figlio Giuseppe arriva in auto, vede la saracinesca del negozio chiusa e si stupisce. Scende dal veicolo con uno dei suoi due bambini, la moglie resta in macchina. Va incontro al padre, i due discutono, a un tratto Gaetano Sortino sposta il nipote e punta il proprio fucile da caccia al viso del figlio Giuseppe: «Pino, ti debbo ammazzare», sente dire la nuora al suocero. Ferito al volto e al braccio destro, Giuseppe Sortino si accascia al suolo. Ma il padre non ha ancora finito.
Pochi passi ed entra al panificio.Trova la moglie Concetta e la fredda con alcuni colpi di fucile alla nuca. Poi si dirige di nuovo verso casa. Mentre sale le scale, si rivolge alla figlia, che si trova al primo piano con i propri bambini: «Maria, apri, che adesso ammazzo anche te». La donna capisce che il padre fa sul serio e si barrica in casa, chiama i vicini e la polizia. Gaetano Sortino non insiste. Torna in garage, si punta il fucile al mento e si toglie la vita. Un raptus di follia secondo le prime ricostruzioni della polizia. Un gesto ancora inspiegabile per i più. «Compro il pane da loro da 20 anni, nonostante abbia un panificio più vicino. Ormai me lo mettevano da parte e ogni tanto scambiavamo due chiacchiere», racconta la signora del bar. Ripercorrendo gli ultimi giorni, non ricorda di aver notato nulla di strano nel proprietario. «Fino a venerdì abbiamo chiacchierato – continua – Mi ha chiesto come mai mio marito non fosse venuto a caccia, hobby che aveva anche lui, e io gli ho spiegato che quest’anno non aveva pagato il porto d’armi». Il fucile di Gaetano Sortino, invece, era in regola. Ma non così sembrava essere la sua vita negli ultimi giorni. Almeno secondo i vicini di casa che, subito interrogati dalla polizia, riferiscono di aver visto l’uomo preoccupato, spesso in stato confusionale e con manie di persecuzione.