Celestina Castiglia, 78 anni, bidella in pensione, mamma. Uccisa con 7 coltellate dal genero. La figlia Sonia muore dopo 3 anni per un malore improvviso
Vighizzolo di Cantù (Como), 1 Ottobre 2019
Titoli & Articoli
Cantù, la lite e 7 coltellate: l’ultima alla gola (la Provincia – 3 ottobre 2019)
La ricostruzione del delitto di Vihizzolo: Celestina si era lamentata vivacemente per il rumore del tagliaerba, Bellugi è andato in cucina Ieri il primo esame esterno sul corpo, seguirà l’autopsia
Sono le 11.30 di martedì quando Massimiliano Bellugi, 40 anni, giardiniere disoccupato – alle spalle una condanna patteggiata a un anno e mezzo per maltrattamenti in famiglia relativa a fatti del 2015 (quando viveva ancora con la sua prima moglie a Oltrona San Mamette) – chiama i carabinieri e confessa di avere ucciso a coltellate Celestina Castiglia, 78 anni, ex bidella in pensione, la madre della sua convivente.
Gli inquirenti cercano prima di tutto di capire il clima in cui è maturato questo omicidio. Almeno in un paio di occasioni in passato i carabinieri erano già intervenuti per sedare dissidi scoppiati nella casa di via Cartesio a Vighizzolo, che si erano mantenuti solo a livello verbale. E l’anziana signora, grazie anche alla mediazione dei militari, si era mostrata persona magnanima: aveva deciso di non sporgere denuncia.
La dinamica, di quello che ha tutte le caratteristiche di un delitto d’impeto, deve essere ricostruita attimo per attimo, a partire da quando Bellugi si trova nel giardino dell’abitazione di via Cartesio a tagliare l’erba. Celestina Castiglia, donna che non ha peli sulla lingua, gli dice qualcosa. Forse si lamenta per il rumore. Ne nasce un battibecco. Forse lei gli rinfaccia, e non sarebbe la prima volta, la sua condizione di disoccupato.
È la provocazione a cui Bellugi ha fatto cenno con gli inquirenti? Fatto è che lui schiuma di rabbia. Lascia il tosaerba, sale in casa, prende un coltello da tavola seghettato e appuntito, scende di nuovo in giardino e affronta l’anziana donna. È mosso da una furia cieca: la colpisce, secondo quanto appurato dall’esame esterno del cadavere, almeno sette volte, al torace e all’addome. Ma il fendente fatale è al collo.
Delitto di Vighizzolo, la figlia:«Mai pensato che finisse così» (La Provincia – 3 ottobre 2019)
Poche parole, rotte dal pianto, sull’uscio dell’abitazione di via Cartesio – Sonia Critofaro è anche compagna dell’omicida, Massimiliano Bellugi, e non riesce a darsi pace «Il dolore che provo è indescrivibile. No, non mi sarei potuta aspettare una cosa del genere». Sono alcune delle pochissime parole, con la voce rotta dal pianto, che Sonia Cristofaro confida dall’uscio di casa sua, al primo piano della casa dell’omicidio. Pochi scalini al di sopra del piano terra dove viveva sua mamma. Sonia è distrutta. Sua madre, Celestina Castiglia, 78 anni, non c’è più. È stata uccisa, nemmeno ventiquattr’ore prima, con diverse coltellate. E Sonia non è solo la figlia della vittima di un’altra tragedia domestica, avvenuta in famiglia. È anche la compagna di Massimiliano Bellugi, il 40enne con cui conviveva. Arrestato dopo aver confessato l’omicidio ai Carabinieri di Cantù, non può esserci: è in carcere. Famiglie spazzate via. Del tutto o quasi. Da una mattina all’altra.
Il giorno dopo la tragedia, al civico 18 di via Cartesio, una traversa di via Pitagora, a Vighizzolo di Cantù, nulla sembra essere cambiato. Persino la sedia su cui l’altro figlio di Celestina – per tanti anni, bidella al liceo Melotti di via Andina prima della pensione: la stessa scuola frequentata, quando si chiamava istituto d’arte, dalla figlia – Roberto, si è appoggiato disperato, dopo aver gridato “Dov’è mia mamma?”, è ancora lì, nel cortiletto, a pochi passi dalla porta principale e dalla finestra dove i sigilli posti dai Carabinieri segnano un prima e un dopo.
La figlia – pantaloni da casa, una t-shirt, un accappatoio – nonostante tutto, riesce a trovare con i cronisti modi gentilissimi. «Grazie, ma preferisco non dire nulla – si limita a dire – Un ricordo di mia mamma? No, non me la sento. Mi spiace». Singhiozza. «Preferisco non dire niente». Toni molto educati. Ma la voce tradisce le emozioni. Si incrina. Viene frenata dal pianto. Le frasi si spezzano. Il dolore è troppo forte. «Ecco come sto. Non penso che sia un bel momento. E’ un dolore indescrivibile. Quello che è successo, no, non me l’aspettavo».
Omicidio di Vighizzolo, l’autopsia conferma: Celestina colpita a ripetizione da Bellugi (TvNews – 4 ottobre 2019)
Sette, forse otto coltellate su tutto il corpo. La più profonda alla gola. L’autopsia ha confermato che Celestina Castiglia, la pensionata di 79 anni uccisa martedì nella sua casa a Vighizzolo di Cantù, è stata colpita a ripetizione da Massimiliano Bellugi, 40 anni, compagno della figlia. L’uomo, in carcere al Bassone con l’accusa di omicidio volontario, ha utilizzato un coltello da cucina per aggredire la suocera dopo l’ennesima lite con l’anziana.
L’esito completo dell’autopsia, eseguita all’ospedale Sant’Anna, sarà disponibile solo nelle prossime settimane. I primi riscontri però sono stati sufficienti per confermare il numero delle coltellate e anche per evidenziare che il taglio alla gola sarebbe stato inferto con particolare violenza. Celestina si è accasciata al suolo, ha perso moltissimo sangue ed è morta nonostante l’intervento del personale del 118, mandato nell’abitazione di Vighizzolo dopo che lo stesso Bellugi ha chiamato i carabinieri per dire quello che aveva fatto.
Le indagini sull’omicidio sono affidate ai carabinieri della compagnia di Cantù e del nucleo operativo di Como, coordinati dal pubblico ministero Massimo Astori. Bellugi ieri è stato interrogato in carcere. Assistito dal legale difensore, Stefano Amirante, ha risposto alle domande del giudice e ha confermato di aver aggredito e accoltellato la mamma della sua compagna dopo l’ennesimo litigio. Nei prossimi giorni, il 40enne potrebbe chiedere di essere sentito nuovamente dal magistrato, con il quale aveva avuto un primo faccia a faccia poco dopo il delitto.
L’addio di Vighizzolo a Sonia «Portiamo il tuo sorriso nel cuore» (la Provincia di Como – 15 maggio 2021)
Tanti in chiesa e sul sagrato ai funerali della donna stroncata da un malore a 46 anni. Don Dondossola: «Le persone speciali continuano a vegliare su quelle che hanno amato»
«Dolce sorriso, ora sorridi lassù…». «Ciao Sonia, ti porterò nel cuore». «Buon viaggio cara amica». Le frasi sul libro dei ricordi, all’ingresso della chiesa, viene riempito dal dolore. Sui volti di familiari, amici e amiche, scorrono le lacrime. Qualcuno si avvicina al feretro per una carezza sul legno. L’ultima, per quanto possibile, a Sonia Cristofaro, 46 anni. Lei, sotto a un cuscino di rose, lei, nel giorno del suo ultimo viaggio.
Il funerale, ieri, alle 15.30, in una chiesa, Santi Pietro e Paolo, a Vighizzolo, riempita con i posti distanziati per la pandemia. E altre persone fuori, sul sagrato, ad aspettare anche per quella carezza. Sonia è morta per un malore in casa domenica sera, al termine di una giornata qualsiasi, dopo una serata che è sembrata spensierata, con qualche tiro al pallone in strada con i bimbi dei vicini, in via Cartesio.
A piangerla, ora, c’è il figlio, quattordicenne – avuto da una precedente relazione -, i familiari, Lorenzo Terraneo, il suo compagno attuale. Ma anche le persone conosciute in vita da Sonia, da ragazza studentessa alla scuola d’arte di Cantù, dove sua mamma faceva la bidella, fino a pochi giorni fa imprenditrice della Sweet Smile di via Tito Speri, creazioni su tessuto.
Sonia, «strappata ai suoi cari da una morte improvvisa», come ha ricordato don Paolo Dondossola, parroco della Comunità Madonna delle Grazie. «Davanti a qualsiasi morte – le parole del sacerdote all’omelia funebre – Nascono nel nostro cuore tante domande sul senso della vita, sul senso del nostro esistere, sul significato della nostra vita stessa. Soprattutto quando la morte bussa nelle nostre case, nelle nostre famiglie, in modo così improvviso e inaspettato». «Davanti al mistero della morte ci sono due strade – ha aggiunto – La prima è pensare che le persone defunte non ci sono più, che vivranno nei nostri cuori finché il loro ricordo rimarrà dentro di noi. Oppure, c’è un altro modo di intendere la morte, il modo cristiano, che è quello della speranza, della certezza della Risurrezione. Le persone che ci hanno lasciato, in particolar modo le persone speciali, continuano a vegliare sulle persone che hanno amato in questa vita».
Vighizzolo, tragedia infinita. Fu uccisa sua madre e adesso è morta Sonia (la Provincia di Como – 14 maggio 2021)
Malore in bagno fatale alla donna (46 anni). L’ex compagno Massimiliano Bellugi ammazzò Celestina Castiglia nel 2019 e lei non lo perdonò mai: «Pochi 15 anni per una vita». Appello per adottare i suoi due cani.
Tra le amiche, c’è chi dice che portava dentro di sé una ferita troppo grande nell’anima, qualcosa di troppo profondo anche per lei, che, oltre a essere solare e creativa, aveva anche un lato combattivo e tenace. È morta a 46 anni Sonia Cristofaro, figlia di Celestina Castiglia, 78 anni, uccisa a coltellate nell’ottobre di nemmeno due anni fa dall’ex compagno di Sonia, Massimiliano Bellugi, 42, condannato in primo grado a 15 anni di reclusione. È stato un malore a portarsi via per sempre la donna.
In casa, con lei, c’era il figlio 14enne. Per il ragazzo – avuto da una precedente relazione: ora di lui si occuperà il padre – un altro dramma: dopo la morte della nonna materna, adesso, anche la mamma.
«Non è mai abbastanza per la vita di una persona, la condanna che viene stabilita. Devo per forza accettare quello che la legge ha deciso. Cerco di andare avanti, e basta». Così Sonia aveva detto a luglio, dopo la condanna di Bellugi. Domenica sera, appena un paio d’ore prima di morire, come raccontano i vicini, Sonia – titolare di un laboratorio di ricami e stampe personalizzate, Sweet Smile di via Tito Speri – era in strada, a giocare a palla con i bimbi che abitano di fronte. In via Cartesio, a Vighizzolo.
Dove si trova la palazzina a due piani del delitto. L’omicidio era avvenuto dopo una lite in giardino. Al piano terra abitava Celestina, sua mamma, bidella alla scuola d’arte di Cantù, la stessa che aveva frequentato da ragazza Sonia, che aveva continuato ad abitare nell’appartamento soprastante, al primo piano. Dopo un paio di calci al pallone con i bimbi, Sonia è salita in casa, è entrata nella doccia. E qui, distesa nella stanza da bagno, secondo quanto riferito, l’ha trovata proprio suo figlio. Immediata la chiamata ai soccorsi, la corsa dell’ambulanza del 118. Niente da fare.
Le parole di Lorenzo. Scosso l’attuale compagno, Lorenzo Terraneo. «L’unica cosa che mi viene in mente è che Sonia era solare, non si faceva spaventare da niente ed era determinata – dice – Altro non riesco a dire, anche perché non ho la lucidità necessaria in questo momento».
I due cani da adottare In lacrime Cristina Diolosà, un’amica di Sonia. Sta cercando una nuova casa ai suoi due cani – il contatto: 388.4538426 – Dante e Artù. «Sonia era una donna, una mamma, un’imprenditrice, una guerriera – dice – ha fatto di tutto per portare avanti i suoi principi. Mi viene da pensare anche a quello che aveva passato, la stanchezza, lo stress, la rabbia. Era stata Sonia a lasciar detto, se le fosse capitato qualcosa, di occuparmi dei suoi animali. Lorenzo, il suo compagno, baderà ai gatti. Dante e Artù stanno anche loro soffrendo, certo, mai quanto il figlio, li ho visti nelle scorse ore, uno era arrabbiato, l’altro aveva le lacrime agli occhi». «Credo che i due cani non si possano separare, vivono insieme da tanti anni – continua – Mi sono arrivate proposte da Parma, dalla Toscana e dalla Sicilia, ma preferirei che la famiglia adottiva fosse della provincia di Como. Magari un giorno il ragazzo vorrà rivederli». I funerali di Sonia sono fissati per dopodomani, sabato, alle 15.30, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Vighizzolo. La stessa chiesa dove si sono svolti i funerali di mamma Celestina.