Bruna Porazzini, 75 anni, pensionata, mamma e nonna. Soffocata e colpita a martellate in testa dal marito.
Rosignano (Livorno), 8 Febbraio 2013
Una vita apparentemente senza problemi, una coppia normalissima, come tante, stimata e gentile, lei era sempre vestita bene e nessuno nel quartiere residenziale di villette ha visto o sentito nulla, tanto che si pensava che Bruna fosse morta per una caduta accidentale e il marito si fosse suicidato per il dolore.
Leopoldo Giorgio Bertini, 81 anni, bidello in pensione, padre e nonno. Ha scritto frasi sconnesse, prigioniero del suo precario equilibrio psicologico.
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Bruna Porazzini, di 75 anni cade e muore il marito Leopoldo Giorgio Bertini, 81 anni si suicida col fucile – La moglie cade e muore, lui si uccide sparandosi con un fucile da caccia. I due probabilmente stavano litigando. I loro corpi sono stati trovati dalla figlia, erano all’interno della villetta dove abitavano. Tragedia questa mattina in una villetta del centro di Rosignano Solvay in via Zeffiro, dove marito e moglie, entrambi pensionati, sono stati trovati dalla figlia nel soggiorno di casa privi di vita. Secondo le ipotesi formulate dalla polizia Leopoldo Giorgio Bertini, 81 anni, si sarebbe sparato con il suo fucile da caccia dopo che, probabilmente a seguito di un litigio, la moglie, Bruna Porazzini, di 75, avrebbe sbattuto violentemente la testa rimanendo uccisa.
Per gli inquirenti potrebbe trattarsi quindi di un omicidio suicidio, ma solo l’autopsia del medico legale Luigi Papi, fissata per lunedì mattina a Pisa, potrà chiarire la dinamica esatta dell’accaduto. Nessuno stamattina si era accorto di nulla nel tranquillo quartiere residenziale di Rosignano, tutto villette e giardini, e a trovarsi di fronte la terribile scena è stata proprio la figlia Manuela, era passata a trovare i genitori prima di andare al lavoro nella sua tabaccheria di Porto Vecchio. La donna, dopo essersi resa conto dell’accaduto è uscita di corsa dal piccolo cancello di casa dei genitori chiedendo aiuto per strada. Così i vicini che abitano di fronte, dopo averla soccorsa, hanno subito chiamato il 113. Sul posto sono arrivate le ambulanze del 118, che aveva ricevuto la richiesta di soccorso alle 10.03, e le volanti della polizia del commissariato di Rosignano. Poi il magistrato e il medico legale. Subito dopo è arrivato anche il fratello di Manuela, Nicola, ingegnere che abita a Cecina. La famiglia Bertini è una famiglia come tante, normalissima, come ricordano nel quartiere, e Giorgio e Bruna erano una coppia stimata e gentile. «Si fermava sempre con la sua Panda grigia a prendere il pane qui davanti – racconta Nazzareno Mancini, proprietario dell’ortofrutta all’angolo di via Zeffiro a cento metri dalla villetta – mentre la signora, che era mia cliente, era sempre allegra e ben vestita». Giorgio ex bidello della scuola Dante, aveva avuto anche la gestione di un bar ed era da tempo in pensione, mentre la moglie era casalinga e si dedicava con il marito anche alla cura dei quattro nipoti adolescenti, un maschio e una femmina avuti da entrambi
L’ha soffocata mentre la colpiva con un martello – Le ha sfondato il cranio, colpendola una decina di volte. Così è morta Bruna Porazzini, uccisa dal meri (martedì) all’istituto di medicina legale di Pisa era in programma l’autopsia sui due copri. Esame di cui il sostituto procuratore Fiorenza Marrara, a cui sono state affidate le indagini sull’omicidio suicidio che ha sconvolto l’intera cittadina di Rosignano, ha incaricato il medico legale Luigi Papi per fare chiarezza sulla morte di Bruna Porazzini. L’esame sul corpo di Bruna Porazzini si concluderà oggi, ma il sostituto procuratore chiarisce alcuni aspetti sulle cause di morte della donna. «Ci sono una decina di ferite alla testa – dice -, è evidente che le ha sfondato il cranio in più punti». Quanto all’arma con cui Leopoldo Giorgio Bertini ha ucciso la moglie, dall’autopsia è emerso che potrebbe trattarsi di un martello. «Le ferite – dice ancora la dottoressa Marrara – hanno dimensioni grandi, quindi non può essere un attrezzo appuntito, ma qualcosa di più pesante e grosso». Gli inquirenti devono stabilire di che attrezzo si tratti, visto che sulla scena del delitto sembra non sia stata ritrovata nessuna arma a parte il fucile con cui poi l’uomo di è sparato alla testa. Dall’esame autoptico è inoltre emerso che la donna ha ecchimosi intorno alla bocca. «Significa – conclude Marrara – che il marito le ha chiuso la bocca con le mani o con altro». L’oggetto con cui Bertini ha tappato la bocca della moglie durante l’aggressione potrebbe essere anche un cuscino, trovato nel tinello della casa di via Zeffiro, in terra a fianco ai corpi. «Anche se – termina il pm – il cuscino non era particolarmente sporco di sangue
Lei cade e muore, lui si spara col fucile – A dare l’allarme, poco prima delle 10, è stata la figlia. Dramma a Rosignano, nel Livornese dopo una violenta lite tra anziani.
Una lite, probabilmente molto violenta, tra marito e moglie: lei cade, sbatte la testa e muore. Lui, invece, la testa la perde: capisce che non c’è niente da fare per la donna. Così prende il fucile da caccia, spara e si uccide. È questo lo scenario che agli investigatori pare, per ora, il più probabile di quanto accaduto in una villetta di Rosignano, ad una ventina di chilometri a sud di Livorno. Ma in un primo momento la scena che si è presentata a soccorritori e polizia lasciava invece pensare ad un omicidio-suicidio compiuto con l’arma che l’uomo deteneva regolarmente: troppo sangue sui due corpi riversi nel soggiorno della villetta ad un piano circondata da un giardino, per capire da subito cosa era successo. Leopoldo Bertini, 81 anni, ex bidello in pensione, e la moglie Bruna Porazzini, 75, vivevano da soli nella villetta. Una vita apparentemente senza problemi. Ma segnata da dissapori e liti. Nella casa sarebbe stato trovato, secondo alcune indiscrezioni, anche un blocco notes dove l’uomo avrebbe scritto frasi sconnesse all’indirizzo della moglie. A dare l’allarme, stamani poco prima delle 10, è stata la figlia che stamani ha varcato il cancelletto del giardino entrando in casa. Ne è uscita subito, gridando e chiedendo aiuto dopo aver visto i corpi dei genitori. Subito sul posto sono arrivati i sanitari del 118 e la polizia, ma è stato solo possibile constatare la morte della coppia e cercare di ricostruire l’accaduto. Attorno alla casa dei due anziani altre villette come la loro, in una zona residenziale. Ma nessuno avrebbe visto e soprattutto sentito niente: una delle ipotesi è che i rumori di un vicino cantiere edile abbiano coperto quelli della lite ed anche dello sparo partito dal fucile usato dall’ex bidello per uccidersi. In un primo momento la situazione appariva relativamente chiara agli investigatori, ma è stato quando il medico legale giunto nella villetta per un primo esame dei cadaveri ha cercato, senza trovarla, la ferita da arma da sparo sul corpo della donna che si sono rafforzati i dubbi. L’anziana aveva sì una ferita, profonda sulla testa quasi fracassata, ma compatibile con un forte urto non certo con una fucilata. L’ipotesi della lite violenta conclusasi con la caduta della donna, forse accidentale, forse spinta dal coniuge, ha preso poi più quota perché in casa non c’era alcun corpo contundente con il quale poteva essere stata colpita. Lunedì l’autopsia potrà forse «raccontare» qualcosa di più.
Rosignano (Livorno), 8 febbraio 2013 – Orrore nel livornese. Due persone sono state trovate morte in un annesso agricolo a Rosignano, ad una ventina di chilometri a sud di Livorno. Si tratta di due anziani, un uomo di 81 anni Giorgio Leopoldo Bertini e la moglie Bruna Porazzini che abitavano a Rosignano Solvay, in via Zeffiro.
E sembrerebbe errata la prima ricostruzione fatta, che ipotizzava un omicidio-suicidio: secondo il quale l’uomo avrebbe sparato alla moglie e poi si sarebbe ucciso. La donna in realtà, da quanto risulta ad una seconda analisi, sarebbe morta a causa di una caduta, probabilmente dopo una lite con il marito. Questi, resosi conto della morte della donna, si sarebbe poi ucciso. La donna avrebbe una ferita profonda al cranio, ma in casa non è stato trovato alcun corpo contundente che possa essere stato usato per colpirla. Questo va a sostegno della tesi del litigio. Il fucile da caccia trovato sul luogo sarebbe servito solo al suicidio dell’uomo, una volta constatata la morte della compagna.
E’ toccato alla figlia il difficile compito di ritrovare i genitori morti. I due cadaveri erano all’interno della villetta ad un piano, e non di un annesso agricolo come appreso in un primo momento, dove la coppia viveva: lui ex bidello pensionato, 81 anni, lei casalinga di 75, abitavano da soli nella villetta circondata dal giardino in una zona residenziale della cittadina, con attorno altre costruzioni simili. Nessuno si sarebbe accorto di niente: nei pressi sono in corso lavori edili e non è escluso che i rumori del cantiere possano aver coperto quello dello sparo.
Negli anni Ottanta la famiglia gestiva il bar dei Canottieri
Leopoldo Giorgio Bertini era molto conosciuto a Rosignano non solo per aver svolto il mestiere di custode alle scuole medie Dante Alighieri, ma anche per aver gestito alcuni ristoranti e bar insieme alla famiglia. In molti lo ricordano dietro il bancone del ristorante bar del circolo Canottieri Solvay, che Bertini ha gestito con la moglie Bruna e i due figli verso la metà degli anni Ottanta.
Duecento persone commosse per l’addio a Leopoldo e Bruna – I funerali nella chiesa di Santa Croce
Rosignano (Livorno), 15 febbraio 2013 – Un cuscino di rose, gerbere ed altri fiori, con una scritta “I figli” adagiato sulle bare di legno scuro con il Crocifisso e altri due cuscini di fiori per dire addio a Leopoldo Bertini, 81 anni, e alla moglie Bruna Porazzini, 75 anni, che da ieri riposano nel cimitero di Marittimo. Ieri mattina l’ultimo saluto: i funerali si sono svolti nella chiesa di Santa Croce, la parrocchia a due passi dalla villetta di via Zeffiro dove una settimana fa Leopoldo in un raptus ha ucciso Bruna sfondandole il cranio. A stringersi ai figli Nicola, ingegnere, e Manuela, che gestisce una tabaccheria a Castiglioncello, in chiesa c’erano familiari e amici: duecento persone hanno ascoltato le parole del parroco don Pio Maioli.
I funerali, curati dall’impresa funebre Lugi Caprai e Alessandro Di Dio, si sono svolti alle 11 quando le salme sono arrivate dall’istituto di medicina legale di Pisa. Il quartiere dove i coniugi hanno vissuto per oltre trenta anni si è stretto ai figli, lacerati da un dolore profondo per una tragedia che li ha privati dei genitori in un modo orrendo. In via Zeffiro davanti al portone della villetta qualcuno ha portato un fiore in memoria di quell’anziana coppia che aveva saputo farsi amare anche dai vicini. Cosa abbia scatenato il raptus lo sanno solo Leopoldo, prigioniero del suo precario equilibrio psicologico, e Bruna.