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Bruna Demaria, 60 anni, dipendente comunale in pensione da dieci giorni, mamma. Uccisa a colpi di pistola dal marito che uccide anche il figlio (strage di Beinasco)

Beinasco (Torino), 13 Marzo 2020


Titoli & Articoli

La strage del vigile che temeva la crisi (La Stampa – 14 marzo 2020)
Beinasco, Franco Necco,66 anni, vigile urbano in pensione ha scaricato un intero caricatore contro la moglie Bruna Demaria 60 anni e il figlio Simone, 29. Poi si è ucciso
Era preoccupato per il figlio: disoccupato a 29 anni e con difficoltà a trovare un impiegoLa paura che un domani potesse patire gravi problemi economici, quando lui e sua moglie non ci sarebbero più stati. Uno stato d’animo che lo ha consumato dentro, senza però mai farne cenno a nessuno e rimanendo agli occhi di tutti quello di sempre. Ossia un uomo per bene, ex agente di polizia locale per vent’anni a Beinasco e poi Villardora che conoscevano tutti. Ancora mercoledì scherzava con il negoziante di frutta vicino casa, parlando del virus e di quello che stava capitando.
Ma la sua mente era divorato da fantasmi. Da paure, dal buio oltre l’orizzonte della vita. E così ha trasformato il suo amore per i suoi cari in un sentenza di morte. Ieri mattina, Franco Necco, 66 anni pensionato, ha preso le pistole di medio calibro detenute regolarmente che custodiva nel suo appartamento di via Roma 12, a Beinasco, e ha ucciso la sua famiglia. Prima il figlio Simone, e poi la sua compagna di vita, la moglie Bruna Demaria 60 anni. Ha scaricato tutti i caricatori delle pistole: voleva essere sicuro di ucciderli. Poi ha chiamato il 112, raccontando che aveva intenzione di farla finita, senza dire cosa avesse appena fatto. L’ultimo suo grido di aiuto, fatto probabilmente perché i carabinieri trovassero in fretta i corpi dei suoi cari, oltre che il suo. Dopo aver chiuso la telefonata infatti, l’ultimo colpo in canna lo ha sparato contro di sé, alla testa.
Una scena terribile quella che hanno trovato i militari davanti i loro occhi, una volta arrivati all’appartamento che dista pochi metri dal cuore del paese. I cadaveri di Simone e la mamma Bruna nel letto matrimoniale. Li ha uccisi così, dove dormivano assieme. Franco Necco avrebbe pianificato lucidamente tutto: ha infatti lasciato il computer acceso dove in poche righe ha spiegato il motivo di tanta disperazione. Non solo, ma in mattinata attraverso l’applicazione web «messenger » aveva mandato dei messaggi ad alcuni conoscenti, che in qualche modo preannunciavano le sue intenzioni. Ad alcuni ha chiesto di andare a «trovare Simone. Quando leggerete questo, tutto sarà finito». Il tempo che passava, il figlio che continuava a rimanere senza un impiego e minato da alcuni problemi fisici legati al sovrappeso.
La paura, nella testa dell’ex vigile, era che in futuro Simone avrebbe patito problemi di soldi. Un ragazzo che da tempo aveva abbracciato la passione per la politica. Simone Necco, infatti, era un fervido militante della Lega e si era candidato alle ultime comunali di Beinasco, risultando come primo escluso. E di lì a poco sarebbe entrato Consiglio comunale, visto che sono nell’aria le dimissioni di Giorgio Falsone. I colleghi di partito gli avevano già spiegato di prepararsi, che il cambio sarebbe stato imminente.
E poi c’era Bruna: mamma, moglie e fedele dipendente comunale a Beinasco nell’ufficio tecnico. Una vita di lavoro in municipio, finita dieci giorni fa quando aveva raggiunto la tanto meritata pensione. E ieri pomeriggio tra i corridoi del palazzo comunale l’aria era pesante e le facce comprensibilmente scioccate. Anche il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, è rimasto sgomento: «Conoscevo bene la famiglia, non avrei mai pensato a un epilogo così drammatico. Simone era un ragazzo cortese, era sempre presente ai banchetti ed a qualsiasi iniziativa della Lega con educazione e disponibilità »

“Ho paura del coronavirus”, vigile stermina tutta la famiglia (il Giornale – 21 marzo 2020)
Franco Necco, ex vigile urbano di 66 anni, temeva la crisi da parte del coronavirus: in un momento di follia ha ucciso la moglie e il figlio, alla fine si è suicidato
Franco Necco, ex vigile urbano di 66 anni, aveva paura della pandemia di coronavirus che sta flagellando l’Italia. Temeva che a causa della pandemia lui e sua moglie potessero morire. Era ansioso anche riguardo il futuro di suo figlio, un ragazzo di 29 anni ancora disoccupato. Tutte queste preoccupazioni hanno fatto scattare un impeto di follia nella mente dell’uomo, che ha ucciso entrambi i familiari per poi suicidarsi. L’episodio è accaduto a Beinasco, in provincia di Torino. Le vittime sono Bruna De Maria, moglie di Franco, ex impiegata dell’ufficio tecnico del comune di Beinasco, e Simone, figlio della coppia. Come si legge da Giallo, sembra che il 66enne temesse che, una volta morto assieme alla moglie a causa del coronavirus, il giovane Simone sarebbe stato condannato ad una vita in solitudine e in povertà, a causa della mancanza di lavoro. Franco Necco voleva accertarsi che nessuno della sua famiglia potesse sopravvivere alla situazione apocalittica che, secondo la sua psiche impazzita a causa della paura, sarebbe presto arrivata.
Coronavirus, vigile urbano impazzisce e stermina la sua famiglia
Il duplice omicidio da parte di Franco Necco è avvenuto lo scorso 13 marzo, quando tutta l’Italia era già chiusa in casa per evitare il contagio da coronavirus. Una quarantena forzata che a casa Necco è sfociata in follia. L’ex vigile urbano ha finito la moglie Bruna con 20 colpi di pistola, altri 17 invece per uccidere il figlio Simone. A quel punto, il 66enne ha contattato le forze dell’ordine, pronunciando parole a dir poco agghiaccianti: “Ho ucciso mia moglie e mio figlio. Ora mi ammazzo”. Subito dopo aver riattaccato il telefono e, prima che i carabinieri potessero giungere per bloccarlo, Franco ha completato il suo aberrante piano, rivolgendo l’arma da fuoco contro se stesso e sparandosi. Arrivati sul luogo del delitto, gli inquirenti si sono trovati dinanzi ad un triste spettacolo: I corpi senza vita di Franco, Bruna e Simone all’interno della stessa camera.
Madre e figlio erano distesi sul letto. È probabile che siano stati uccisi mentre stavano ancora dormendo. Accanto a loro, il cadavere di Necco. Le forze dell’ordine hanno dato subito inizio alle indagini per comprendere il movente che avesse spinto l’ex vigile urbano ad uccidere i suoi familiari, per poi farla finita lui stesso. Hanno scoperto la verità grazie ad una lettera d’addio scritta da Franco sul computer, ancora visibile, in quanto il portale non era stato spento. Nela sua mente inficiata dalla paura e dalla preoccupazione, l’uomo ha voluto liberare moglie e figlio dall’agonia della morte che il contagio da covid-19 avrebbe potuto causare loro.


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