Anna Mura, 54 anni, mamma. Uccisa con olte 30 coltellate e a colpi di accetta in testa dal marito
Castenedolo (Brescia), 16 Marzo 2015
Titoli & Articoli
La crisi, lo sfratto, il divorzio: una famiglia sull’orlo del baratro (Brescia Today – 17 marzo 2015)
Anna Mura aveva compiuto 54 anni giusto una settimana fa. In crisi con il marito Alessandro Musini, l’unico grande accusato, stava preparando le carte per il divorzio. Senza lavoro, era già stata sfrattata una volta
Aveva compiuto 54 anni giusto una settimana fa. Davanti a sé l’ennesima svolta della sua vita: la pratica del divorzio per separarsi da Alessandro Musini, il marito che si è reso irreperibile e che è l’unico grande accusato per il suo omicidio. L’omicidio di Anna Mura, trovata morta in una pozza di sangue dal figlio Danilo, appena 15enne, nella loro casa di Castenedolo, in Via Matteotti. Una vita difficile, e non da oggi. Le difficoltà economiche, il lavoro che non si trovava, le liti in casa e fuori. Musini lavorava nella zona industriale appena fuori dal paese. Ma il suo contratto era in scadenza. Si dava all’alcol. A Castenedolo tanti trovano il coraggio di parlare solo adesso, di raccontare della sua indole violenta, sempre scontroso. Una persona da evitare.
Anna era vedova, da qualche anno. Aveva perso il primo marito in un incidente stradale: da lui aveva avuto due figli, un maschio e una femmina. Il più giovane, Cristian, viveva in casa insieme a lei e al fratellastro Danilo. Erano già stati sfrattati, una volta. Anna era andata a chiedere aiuto in Comune, la sua vicenda era seguita da vicino, dai Servizi Sociali. Anche negli ultimi mesi le cose non andavano meglio. Ai ferri corti con i padroni di casa, ancora per problemi di affitto. Una situazione tesa, e complicata. Che le cose non andassero bene tra i due era fatto noto: i vicini raccontano delle liti furibonde, delle grida, forse anche delle botte. Ma lei non mollava. Si stava preparando a cambiare vita, portando con sé i due figli, di 15 e 20 anni.
Musini sapeva, ci pensava continuamente. Finché non l’ha aspettata in camera da letto, l’ha colpita una volta, l’ha finita probabilmente con un martello. Fuggito, scappato a bordo della sua Opel Zafira. Non si è presentato il lavoro, ora ha spento anche il cellulare. Prima di allora ha lasciato un messaggio involontario, quando gli inquirenti hanno provato a contattarlo. Ha risposto, forse mentre scappava. Il respiro affannoso di un uomo in fuga, e che non ha intenzione di tornare indietro, né tantomeno di voltarsi. Il suo identikit è stato diffuso in tutti i luoghi sensibili: stazioni ferroviarie, aeroporti, tangenziali e autostrade. Probabilmente non andrà lontano. Sulle sue tracce i Carabinieri, praticamente di tutta la provincia.
Il figlio di Anna Mura: «Sabato lui l’aveva picchiata» (GDB – 18 marzo 2015)
Le parole di Cristian Concu, figlio di Anna Mura, la donna uccisa lunedì a Castenedolo
La morte ha bussato nuovamente alla porta di Cristian Concu, uno dei tre figli di Anna Mura, la donna uccisa a Castenedolo lunedì mattina. Dopo tanti anni dalla morte in un incidente del padre, in Sardegna, lo ha fatto a Castenedolo con la violenza bruta dell’omicidio.
«Ho saputo della morte di mia madre dai Carabinieri – ha raccontato il ragazzo -. Sono venuti in azienda e mi hanno portato in caserma dove mi hanno raccontato tutto. Avrebbe usato un martello… Uccisa con un martello…».
Quando il giovane ha parlato,il patrigno Alessandro Musini non era ancora stato trovato e bloccato. «Spero che sia andato lontano. Che non torni mai più. Spero si sia ammazzato».
E, sulla situazione della famiglia, il giovane ha affermato che «le liti erano frequenti. A volte i tratti erano davvero forti. Sabato avevano litigato. Lui l’aveva colpita con un pugno al volto. Poi sembrava che la cosa si fosse fermata». Quel lunedì la donna «doveva rivolgersi all’avvocato per separarsi. Poi sarebbe andata dai Carabinieri e in Comune. Io sono andato a lavorare. Non mi aspettavo tutto questo. Non me lo sarei mai aspettato».
Omicidio Mura: “Ho paura che mio marito possa darmi un colpo in conca” (l’Unione Sarda – 19 luglio 2016)
“Ho paura che di notte, mentre dormo, mio marito possa darmi un colpo in conca (“alla testa”, in sardo, ndr)”, diceva Anna Mura pochi giorni prima di essere uccisa. Per quell’omicidio è sotto processo il marito, Alessandro Musini, che si è sempre dichiarato innocente. All’udienza davanti alla Seconda sezione penale di Brescia hanno parlato oggi i vicini di casa e un’amica della vittima. Anna, cagliaritana residente da tempo a Castenedolo, è stata trovata dal figlio minore con la testa fracassata, in camera da letto, il 16 marzo 2015.
In aula la sua amica Immacolata A. ha ricordato quelle parole: “Mi disse di temere che il marito la potesse colpire nel sonno. E che non voleva arrivare allo scontro”. I vicini hanno raccontato di “litigi e discussioni ad alta voce”: la coppia si era già separata per due mesi nel 2011: “Sandro la implorò di perdonarlo e lei gli diede una seconda possibilità, ma mi disse di essersi pentita di averlo fatto”. E 4 giorni prima della morte aveva manifestato l’intenzione di ricontattare quello stesso avvocato, che nel frattempo aveva cambiato numero di telefono. “Anna mi raccontava che con il marito le cose non andavano affatto bene – sono le parole di un’altra amica, Marisa B. – E lei ci soffriva moltissimo”. La cagliaritana inoltre le aveva confessato di aver scoperto che il marito “aveva prelevato, e negato, 7mila euro dal suo conto, causandole un grande dispiacere”.
E poi i figli: Cristian, nato da una precedente relazione, e Danilo, figlio dell’imputato: “Anna mi raccontava che con loro Sandro non aveva un buon rapporto. Lo avrebbe voluto più presente e attento come padre”; sospettava anche che l’uomo parlasse con altre donne attraverso una chat, aveva chiesto al figlio di controllare, e in effetti erano saltate fuori conversazioni, “si presume a sfondo sessuale“. Il 26 luglio prossimo, Alessandro Musini potrà raccontare la sua versione davanti ai giudici.