Anna Maria Renna, 62 anni, prostituta, mamma. Uccisa con 11 coltellate
Palermo, 9 Dicembre 2014
Titoli & Articoli
Via Toselli, donna uccisa con undici coltellate (la Repubblica – 13 dicembre 2014)
E’ stata la figlia a dare l’allarme al 113, ieri sera, perché non aveva notizia della madre da martedì. Anna Maria Renna era conosciuta dalla polizia come prostituta.
In una stanza dell’appartamento al piano terra, in via Maggiore Toselli 87, c’era il corpo della donna in una pozza di sangue. Secondo una prima ricostruzione del medico legale, Anna Maria Renna, 62 anni, sarebbe stata uccisa con 11 coltellate.
Le indagini sono condotte dalla sezione omicidi della squadra mobile, guidata dal vice questore aggiunto Carmine Mosca. In via Toselli sono arrivati anche gli esperti della polizia scientifica, che hanno trovato macchie di sangue secche, si ritiene dunque che la donna sia stata uccisa nei giorni scorsi. La signora Renna era conosciuta dalla polizia come prostituta, che esercitava in casa e in strada. Ma gli investigatori non escludono alcuna ipotesi rispetto al movente dell’omicidio. Il sostituto procuratore Emanuele Ravaglioli ha già disposto l’audizione di amici e familiari della donna assassinata.
Anna Maria Renna è stata uccisa molto probabilmente da qualcuno che conosceva e che aveva fatto entrare in casa. I colpi sono stati inferti al collo, torace e addome. La donne era vestita. Gli agenti della omicidi e della scientifica hanno prelevato diversi campioni di sangue. Non è escluso che ci possano essere tracce biologiche dell’assassino. Come accertato dagli agenti ci sono tracce di sangue in diverse stanze della casa: come se la donna fosse stata colpita in una stanza e abbia cercato di fuggire, ma sia stata raggiunta e uccisa. La porta dell’abitazione era regolarmente chiusa. Dentro le luci erano accese. In queste ore i poliziotti stanno sentendo i familiari, i vicini di casa e gli amici per cercare di ricostruire gli ultimi giorni della donna e cercare di sapere se questa avesse o meno una relazione fissa con un uomo.
“Da martedì non vedevo la signora. Ieri pomeriggio è venuta la figlia – che da giorni non sentiva la madre – e ha chiamato la polizia e i vigili del fuoco per fare aprire la porta d’ingresso. La donna si era trasferita qui a maggio. Era una bella donna che non passava inosservata”. A parlare è Giuseppe Corsale, portiere del residence in via Maggiore Toselli dove è stata uccisa Anna Maria Renna. L’appartamento con giardino dove abitava la donna si trova al piano terra, accanto allo studio di un professionista.
Qui Renna, secondo quanto riferiscono i vicini di casa, accoglieva alcuni clienti fissi. Di giorno, invece, si prostituiva nel parco della Favorita, “il luogo dove più volte è stata vista da diversi inquilini dello stabile che si recavano a Mondello – aggiunge il portiere -. Una volta scoperto che la donna si prostituiva, i condomini avevano chiesto che lasciasse lo stabile e Renna era in procinto di andarsene: aspettava di trovare una nuova sistemazione”.
Anna Maria Renna era stata assolta nel 2005 dall’accusa di favoreggiamento della prostituzione. Nel corso di un’indagine della polizia, partita dall’annuncio su un giornale (“Giovane bomba sexy riceve senza fretta”), gli agenti arrivarono a un appartamento di via Croce Rossa, dove Renna viveva con la figlia e un’immigrata. Nelle due camere da letto gli investigatori avevano trovato diverse scatole di preservativi. Le donne “alle dipendenze” dell’imputata sarebbero state la figlia venticinquenne e una extracomunitaria. Quest’ultima, in particolare, avrebbe tenuto i contatti con i clienti, fissando gli appuntamenti. Agli inquirenti l’extracomunitaria disse che il suo compito era solo quello di rispondere al telefono, salvo poi presentarsi in questura e ammettere che lavorava per la Renna. A difendere la donna erano stati gli avvocati Enzo Fragalà (ferito a bastonate il 23 febbraio 2010 e morto tre giorni dopo a Palermo), Cristina Ricco e Loredana Lo Cascio. I legali dimostrarono che si era trattato di un clamoroso errore giudiziario: Renna, che non ha mai nascosto di vendere il proprio corpo, non era la tenutaria di una casa a luci rosse. La figlia, avevano spiegato e dimostrato gli avvocati, è una donna rispettabile, sposata, e con un lavoro fisso.
L’omicidio di via Toselli, l’autopsia rivela: morta per una coltellata al cuore (la Repubblica -16 dicembre 2014)
E’ caccia al Dna dell’assassino. La polizia scientifica ha prelevato alcuni frammenti di pelle sotto le unghia di Anna Maria Renna. La donna, uccisa con undici fendenti, si è difesa. L’omicida, hanno ricostruito medici e investigatori, ha inferto i colpi con rabbia: le ferite erano profonde.
Anna Maria Renna è morta per una coltellata al cuore. E’ stata quella fatale, che ha stroncato la vita della donna conosciuta dalla polizia come prostituta storica della città.
Dall’autopsia sul corpo della vittima, che aveva 62 anni, emergono altri particolari sull’omicidio di via Toselli. Anna Maria Renna di certo si è difesa con tutte le sue forze: sotto le sue unghia la polizia scientifica ha prelevato alcuni reperti di pelle. E’ da lì che gli investigatori sperano di arrivare al Dna dell’assassino. Un uomo, sembrerebbe, che ha colpito la donna alle spalle e al torace con crudeltà. ha infierito le coltellate con rabbia, provocando ferite profonde. La Renna aveva anche sulle mani piccoli tagli, che testimoniano come la donna abbia cercato di difendersi dall’aggressione.
La prostituta é morta per l’emorragia provocata dalle coltellate. Nessuno, nel palazzo, tra martedì e mercoledì, avrebbe sentito nemmeno un urlo provenire da quell’abitazione al pianterreno. Eppure, dall’autopsia, non emerge che Anna Maria Renna sia stata soffocata dal suo assassino. L’ultimo cliente è stato un uomo che con lei ha avuto un rapporto orale e ha un alibi che reggerebbe. Il preservativo usato ritrovato nell’abitazione sarebbe proprio di quest’uomo e quindi non sarebbe utile alle indagini.
Le indagini della squadra mobile, coordinate dal pm Emanuele Ravaglioli, puntano su alcune tracce di sangue trovate nell’appartamento. Anna Maria Renna è stata aggredita nell’ingresso di casa, ma gocce di sangue sono state rintracciate anche in altre stanze. Chi l’ha uccisa o era appena arrivato oppure stava andando via da quella casa. Di certo si tratta di una persona conosciuta dalla prostituta, che riceveva i suoi clienti di notte. Per questo le indagini si sono concentrate sui suoi clienti, ma non tralasciano la pista dei dissidi in famiglia. Il figlio maschio della vittima, che si trova in carcere a Caltanissetta, nel 2009 era stato arrestato per alcuni furti messi a segno quando era ancora minorenne.
Prostituta uccisa in casa, c’è un indagato: è un cliente stalker (la Repubblica – 20 dicembre 2014)
Un cinquantottenne che ha avuto problemi psichici ha tempestato di telefonate Anna Maria Renna. Perquisita la sua casa, su un paio di scarpe trovate macchie di sangue
Tempestava di messaggi e telefonate Anna Maria Renna, la prostituta trovata assassinata nella sua abitazione di via Maggiore Toselli, una settimana fa. Diceva di voler essere suo amico, ma lei non rispondeva alla chiamate. Adesso, un uomo di 58 anni è sospettato di essere l’assassino che ha colpito con undici coltellate, ieri gli è stato notificato dalla polizia un avviso di garanzia firmato dai sostituti procuratori Emanuele Ravaglioli e Claudio Camilleri.
Gli investigatori della sezione Omicidi della squadra mobile hanno già perquisito l’abitazione dell’uomo e hanno sequestrato un paio di scarpe: su una suola ci sono delle macchie bianche, che potrebbero essere sangue raggrumato. Sangue di Anna Maria Renna. Nei prossimi giorni, le scarpe saranno esaminate dagli investigatori del Gabinetto regionale di polizia scientifica nel corso di un “accertamento tecnico irripetibile”. L’indagato ha la facoltà di nominare un esperto di fiducia per assistere all’esame. Intanto, il gruppo di investigatori guidati dal vicequestore aggiunto Carmine Mosca scava nella vita del primo sospettato di questo caso. È un disoccupato, in passato ha sofferto di problemi psichici, ha un alibi incerto per la serata in cui sarebbe avvenuto il delitto, martedì 9.
Alla squadra mobile si continua comunque a cercare fra i clienti di Anna Maria Renna. E soprattutto fra le ultime telefonate ricevute. Chi l’ha uccisa doveva conoscerla bene, perché si è fatto aprire la porta di casa senza problemi. Poi, una discussione sarebbe degenerata in lite. Nel peggiore dei modi: l’assassino si era portato dietro un grosso coltello: lungo e largo, questo dicono le ferite fotografate dal medico legale. E per la vittima predestinata non c’è stato scampo, nonostante una sua estrema difesa testimoniata da diversi tagli alle mani.
L’assassino doveva covare grande rancore nei confronti di Anna Maria Renna, probabilmente per un rifiuto, non è ancora chiaro quale. I poliziotti hanno provato a saperne di più interrogando anche i condomini dello stabile. Ma nessuno sembra aver sentito nulla durante la sera di martedì. Davvero strano. Quelle undici coltellate inferte dentro l’appartamento al piano terra di via Maggiore Toselli sono state un lungo calvario per Anna Maria Renna, un calvario che si è consumato in più stanze. Ora, gli investigatori sono certi che l’assassino abbia camminato sul sangue della sua vittima. E attendono l’esito dell’esame sulla scarpa del primo e unico indagato.
Omicidio di una prostituta in via Maggiore Toselli, nessun colpevole (Blogi Sicilia – 21 aprile 2016)
Non sembrava un omicidio di quelli destinati a restare irrisolti, quello di Anna Maria Renna, la prostituta di 62 anni, massacrata con 11 coltellate, il 13 dicembre 2014, nella sua casa al pianoterra di via Maggiore Toselli, 87.
Gli inquirenti hanno in mano, infatti, elementi importanti: il dna dell’ assassino, rimasto sotto le unghie della donna, che cercò di difendersi con forza, l’ impronta di una scarpa lasciata nel sangue della vittima, un diario e delle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza. Ma, nonostante tutto, i pm Emanuele Ravaglioli e Claudio Camilleri, che hanno coordinato l’ inchiesta, stanno per chiedere l’ archiviazione del fascicolo.
Sono stati infatti compiuti diversi approfondimenti anche sui tabulati telefonici e un cliente della vittima era pure stato indagato, ma il suo dna non è compatibile con quello dell’ assassino. L’ omicidio di An na Maria Renna resta allo stato senza colpevole. È una storia che somiglia per alcuni versi ad un altro delitto irrisolto, fra i più cruenti avvenuti in questi anni, quello di Antonietta Giarrusso, titolare di una negozio di parrucche in via Dante. La donna, che tutti chiamavano “Ninni”, venne anche lei uccisa a coltellate nella sua attività, il 30 aprile 2012.
Anche in questo caso, fu individuato il dna dell’ assassino, in una traccia di sangue lasciata su una tenda. In entrambi i delitti, poi, le donne aprirono al loro assassino: la porta della casa di Renna e quella del negozio di Giarrusso non avevano segni di effrazione. Anche nel caso di via Dante peraltro si era arrivati all’ archiviazione, di recente però, come anticipato da questo giornale, le indagini sono state riaperte.
Anna Maria Renna si prostituiva sia in casa che per strada. Il suo cadavere venne ritrovato dopo la denuncia dei famigliari alla polizia. Gli investigatori trovarono la porta della casa regolarmente chiusa e il corpo della prostituta colpito con 11 coltellate.
Le indagini si erano concentrate sui clienti della donna, anche attraverso i tabulati telefonici ed era stato individuato l’ uomo di 58 anni, affetto da schizofrenia. La sua famiglia si era messa a disposizione dei pm, attraverso l’ avvocato Giuseppe Seminara, consegnando un diario in cui si parlava di un incontro tra l’ uomo e Renna. Ma il giorno dell’ omicidio l’ indagato non si sarebbe mosso da casa sua. Durante una perquisizione nella sua abitazione venne ritrovata una scarpa compatibile con quella che aveva lasciato l’ impronta nel sangue della vittima, per giunta sporca. Ma la pista si era rivelata senza riscontro: il dna dell’ uomo risultò incompatibile con quello dell’ assassino e sulla scarpa non furono trovate tracce di sangue. Il sospettato era stato dunque scagionato e ora, senza altri spunti, la Procura sta per chiudere il caso senza un colpevole.