Alina Nutica, 18 anni, prostituta, mamma. Massacrata a bastonate e gettata in un burrone
Alassio (Savona), 16 Ottobre 2008
Titoli & Articoli
Alina, prostituta a diciotto anni massacrata e gettata nel burrone (La Repubblica – 18 ottobre 2008)
Il volto sfigurato dai colpi inferti con ferocia disumana. Il bel corpo buttato giù in un dirupo, come un manichino. Un delitto efferato, dicono gli investigatori. Alina Nutica aveva solo 18 anni. Ma i suoi 18 anni erano un’ altra cosa, raddoppiati come per crudele incanto da un destino di certo non voluto ma accettato come ineffabile, ormai sdrucito da qualsiasi tenero orpello adolescenziale e investito dei peggiori crismi del “tira a campà”, di quelli, per intenderci, che per i soldi ti fanno sopportare tutto e fare qualsiasi cosa. Alina aveva deciso di investire sulla sua bellezza e su quel visino fine dai grandi occhi neri che era ancora minorenne: a 16 anni, con un figlio rimasto in Romania coi genitori, era venuta in Italia a vendere sulla strada il suo corpo minuto. Un corpo che piaceva a tanti per il quale, in quel tratto stradale dell’ Aurelia al confine tra Albenga e Ceriale, si formava spesso una fila di auto, malgrado i decreti anti-prostituzione del sindaco Tabbò.
Lei faceva sentire unici e speciali i suoi clienti, li illudeva, c’ era chi si spingeva oltre e addirittura, innamorato, le chiedeva di sposarlo, ma ad Alina interessava solo mettere da parte più soldi possibile. Il suo corpo è passato dalla strada ai boschi di Caso, sulle alture tra Alassio e Villanova d’ Albenga, e ora si trova su un tavolo dell’ obitorio di Pietra Ligure in attesa dell’ autopsia. In attesa dei “perché” e dei “per come”.
Le indagini proseguono a pieno ritmo e a tutto campo. «Stiamo indagando senza lasciare nulla al caso», ribadisce il procuratore capo di Savona Vincenzo Scolastico, che insieme al suo vice Alberto Landolfi, i Carabinieri della compagnia alassina guidata dal capitano Samuele Sighinolfi e la Scientifica del Reparto Operativo provinciale dei Cc lavorano a pieno ritmo dal momento del ritrovamento del cadavere della giovane romena, grazie allo spirito d’ osservazione di un meccanico che stava passando per quella strada in scooter e aveva notato delle strane macchie sull’ asfalto che conducevano al margine della carreggiata. Si era fermato per esaminarle, pensava fosse olio; seguendone la scia mai più avrebbe pensato di imbattersi in un cadavere. Che non fosse investimento stradale, con la vittima scaraventata da un veicolo nel dirupo, il medico legale lo aveva capito sin dai primi accertamenti. L’ altro ieri notte i Carabinieri hanno sentito “come persona informata sui fatti” il convivente della vittima, un albanese, muratore incensurato che sapeva della sua professione di “bella di notte” e la aveva accettata suo malgrado: si era presentato spontaneamente dopo aver appreso la notizia di una giovane trovata morta dal Tg3. Nonché il tassista che per ultimo l’ aveva vista e trasportata al “lavoro”, la sera di mercoledì, e alcune “colleghe” dell’ Aurelia, nella speranza di trovare qualche indizio utile. Donne di vita come lei, con le quali intratteneva però rapporti poco confidenziali e riservati. Ma anche diversi uomini che la corteggiavano e volevano avere con lei rapporti più intimi, affettivamente parlando; soprattutto una persona di mezza età che Alina aveva regolarmente illuso come tanti, raccontandogli che le servivano molti soldi, 2.500 euro, perché aveva il figlio di 3 anni con sé e voleva riportarlo in Romania.
Tra le ipotesi formulate si fanno quelle della rapina (ma sembrerebbe che questa sia stata inscenata per depistare le indagini), del racket della prostituzione, dell’ invidia e della gelosia (il volto sfigurato dai colpi rimanda sia a un avvertimento mortale per chi sgarra, sia a motivi di gelosia per la bellezza della ragazza), persino di un maniaco o di un alterco con un cliente insoddisfatto da prezzo o prestazione. Insomma, non si esclude nulla, e capire non sarà facile, la soluzione del caso pare laboriosa. Le informazioni sugli ultimi spostamenti di Alina, mediante le celle telefoniche alle quali si sarebbe collegato il suo telefono cellulare, forse potranno dare delle risposte, così come l’ autopsia. Sperando che l’ autore del delitto abbia lasciato sul corpo tracce del proprio Dna, eventualità che spianerebbe forse la strada agli investigatori.
Alina Nutica, gettata in un dirupo ad Alassio: 15 anni fa il delitto rimasto impunito (Rai News – 20 aprile 2023)
La 18enne di origini romene fu trovata con il volto sfigurato. Si indagò nel mondo della prostituzione, ma non venne mai trovato il colpevole
Un’aggressione feroce e violenta, il volto sfigurato, il corpo ancora agonizzante gettato in un dirupo. È il 16 ottobre 2008, quando un motociclista sta passando sulla strada collinare tra Villanova d’Albenga e Alassio, nella frazione di Caso. Si accorge che c’è un cadavere dentro al fosso a lato della carreggiata. Il corpo di Alina Nutica. Barbaramente uccisa. Un delitto rimasto impunito, nella quinta puntata di “Tracce”, una serie di approfondimenti della TgR Liguria dedicati ai ‘cold case’, casi da anni senza soluzione.
L’autopsia stabilisce che Alina potrebbe essere stata uccisa la notte precedente, tra il 15 e il 16 ottobre. Ma chi era Alina Nutica? E perché è stata uccisa? Alina è una ragazza di 18 anni. Da tre è mamma di un bimbo che è rimasto in Romania con i nonni. Lei, appena 16enne, è partita per l’Italia. In cerca di fortuna. Costretta però a prostituirsi. Lavora sull’Aurelia, nel tratto tra Ceriale e Albenga. I carabinieri che indagano sulla sua morte raccolgono le prime testimonianze. Tutte concordano nel dire che è molto bella e ricercata dai clienti. E’ fidanzata con un uomo, di origini albanese, dividono un alloggio a Loano.
Gli investigatori non escludono alcuna pista. Partendo proprio dal racket della prostituzione, un possibile regolamento di conti, di scontri tra bande. Tracce, ipotesi, poco altro. Vengono sentite le colleghe, non emerge nulla. Ci si concentra allora sui clienti. Ma il colpevole resta senza un nome.