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Ludovica, 10 anni. Gettata da un viadotto dell’autostrada dal padre

Francavillla al Mare (Chieti), 20 Maggio 2018

 


Titoli & Articoli

Filippone, il disegno criminale: un piano studiato per settimane (il Messaggero – 23 maggio 2018)
“Funerali separati”. Sono i familiari di Marina Angrilli, la prof 51enne di lettere del liceo scientifico Da Vinci di Pescara, mamma della piccola Ludovica, di dieci anni, a volerlo, per dare venerdì a Pescara l’ultimo saluto e una degna sepoltura a quella mamma e alla sua bambina vittime di quel disegno criminale che Fausto Filippone, il manager 49enne della Brioni, domenica scorsa ha messo in atto uccidendo prima la moglie, buttandola giù dal balcone della loro casa in piazza Roccaraso 18, a Chieti scalo, e poi, a distanza di un’ora, buttando da un cavalcavia dell’A14 la piccola Ludovica. E dopo sette ore, allo stesso modo, ha messo fine alla sua esistenza con un volo di trenta metri, precipitando a fianco al corpicino della sua bambina.
Disegno criminale nella testa di Fausto Filippone per sterminare la sua famiglia che ora, man mano che gli investigatori mettono in fila tutti i tasselli delle indagini, emerge sempre più chiaro, anche da quel dettaglio che, adesso, sembra ancora più inquietante: pochi mesi fa, Fausto Filippone aveva fatto richiesta di porto d’armi per il tiro a volo. Ma nell’incertezza dell’eventuale rilascio, e dei tempi necessari per ottenerlo, ha deciso di dare un’accelerazione al desiderio di imporre la parola fine su quella famiglia descritta da tutti come una famiglia modello. E così, con una scusa, «andiamo a comprare la lavatrice», ha prima teso una trappola alla moglie, portandola invece nell’appartamento di piazza Roccaraso 18, a Chieti scalo. E sul balcone di quella casa che l’uomo era solito affittare agli studenti, si è consumato il primo delitto. Una scaletta trovata sul lato sinistro del balcone, «compatibile con la traiettoria della caduta della donna», è per la squadra mobile di Chieti la prova del tranello studiato a tavolino: «Facciamo un selfie sul balcone», e l’ha spinta giù. La prof di lettere, soccorsa agonizzante come raccontano i vicini di casa, è morta due ore più tardi in ospedale.
Omicidio studiato e quindi premeditato. «Non un suicidio, né un malore», ha stabilito Cristian D’Ovidio, il medico legale che ha eseguito l’autopsia sul corpo della donna, interpretando la dinamica della caduta. E in quella casa non è stato trovato alcun segno di colluttazione, non s’è trattato, dunque, di un delitto d’impeto al culmine di una lite. Filippone è poi sceso nel piazzale e ha fornito ai soccorritori del 118 false generalità della moglie, forse per potersi ritagliare qualche momento in più per fuggire e portare a termine il suo disegno criminale.
Nessuno lo ha fermato. Nemmeno la volante della polizia che era già sul posto. Il manager 49enne è così tornato nella sua casa di via Punta Penna a Pescara, per prendere la piccola Ludovica: «Papà ti fa una sorpresa», le aveva fatto dire dalla zia e lei s’era fatta trovare in strada ad attenderlo. L’ha caricata in macchina ed è salito fino al cavalcavia dell’autostrada a Francavilla al Mare. E l’ha buttata di sotto. Poi, dopo sette ore aggrappato a quella rete del parapetto del viadotto, senza voler ascoltare i mediatori che hanno cercato di fermarlo, si è buttato giù.

 

La fanciullezza spezzata di Ludovica Filippone (Video Quarto Grado – 25 maggio 2018)

 

«Ludovica e Marina, un legame fortissimo» (il Centro – 27 maggio 2018)
L’istruttore di sci e la direttrice del Centro studi arte danza ricordano la piccola e la mamma uccise una settimana fa
«C’era un legame fortissimo tra Marina e Ludovica. Anche la madre sciava a Roccaraso insieme alla bimba, il papà l’ho visto una volta sola. Ludovica era argento vivo, faceva tanti sport, aveva una energia inesauribile, come se volesse saltare tutte le tappe. Una volta volle terminare una gara di sci, malgrado una bufera di neve in corso».
Scivolano uno dopo l’altro i ricordi di David Di Battista, 22 anni di Roccaraso, la località montana che la famiglia Filippone- Angrilli sceglieva per le vacanze invernali. Di Battista è stato per due anni il maestro di sci della piccola travolta da un destino crudele: uccisa il 20 maggio scorso dal padre Fausto che l’ha fatta volare dal viadotto Alento dell’autostrada 14, dopo aver lanciato la moglie Marina Angrilli dal balcone di un appartamento di Chieti che Fausto Filippone avrebbe voluto affittare agli studenti.
La piccola, dotata di notevole talento in tutte le discipline che praticava (danza classica e moderna, equitazione, vela, canto, inglese, ma aveva superato i test attitudinali anche per clarinetto e pianoforte) era iscritta ai corsi dello sci club Aterno, guidato da Mattia Giansante, che si svolgevano ogni anno da gennaio a marzo a Roccaraso, nell’aquilano.
Nell’ultima competizione aveva riportato ottimi punteggi. Si era classificata prima e terza in due diverse gare ed era stata premiata una settimana prima di morire durante una festa organizzata a Montesilvano dall’associazione sciistica, a cui erano presenti, tra i 300 partecipanti, anche mamma e papà che per tutta la sera le hanno scattato foto, orgogliosi e fiera della loro campionessa. «Mamma e figlia ridevano sempre, giocavano e si abbracciavano», ricorda Di Battista.
Con la bimba, il maestro di sci aveva instaurato un «rapporto da fratello maggiore, non dimenticherò mai i nostri pranzi in baita con pasta al sugo e carne che Ludovica divorava anche se io le dicevo di non mangiare troppo, altrimenti non ce l’avrebbe fatta a sciare. Ma lei non si fermava mai, aveva una carica inesauribile. Mi faceva domande a raffica persino sui punti cardinali, era molto curiosa».
Al corso c’era anche altri ragazzetti più grandi, di 14 anni, ma Ludovica «aveva legato molto con Adriana e Serena». Come vi siete lasciati? «Ci siamo dati appuntamento al prossimo anno, mai avrei potuto immaginare che non l’avrei più rivista», conclude il giovane, rammaricato.
Tra gli interessi di Ludovica c’era la danza. Classica e moderna, ma ancora indecisa su quale strada intraprendere. Di sicuro, però, voleva mollare un po’ gli altri sport per concentrarsi sul ballo. E’ quanto racconta Rossana Raducci, direttrice del Centro studi arte danza di via Cavour, dove la piccola piroettava con la maestra Bianca Maria Montesi.
«Era una bambina splendida, entusiasta, la danzatrice che ogni insegnante vorrebbe avere», racconta Raducci, «era diligente, precisa, instancabile. Mai vista accusare un momento di cedimento, vivace, in camerino con le compagne scherzava e rideva. Mai un’ombra sul suo viso. Non riusciamo a spiegarci questa tragedia».
A scuola di danza spesso l’accompagnava la madre Marina e il padre Fausto, «che l’aspettava sempre fuori», andava a riprenderla a fine lezione. Quando nessuno dei due poteva accompagnarla, andava a danza con la baby sitter.
«La madre la vedevo spesso», prosegue la direttrice del dance center, «Mi diceva che sua figlia era vivace e aveva bisogno di scaricare le energie. Voleva che provasse un po’ tutti gli sport prima di sceglierne uno. Ma Ludovica, negli ultimi tempi aveva già scelto. Voleva smettere con le altre discipline e fare danza moderna, prevalentemente. L’ho vista l’ultima volta il giorno prima della sua morte, sabato, e mi disse: “Sono riuscita a convincere mamma e papà a fare danza tutti i giorni”. Purtroppo, non la vedremo più», conclude Raducci addolorata.

L’ultimo saluto a Marina e Ludovica, vittime della follia di Filippone: “Il male le ha rapite” (Today – 25 maggio 2018)
Una folla immensa ha accolto l’arrivo delle due bare nella Chiesa di San Cristo Re a Pescara
Chiesa e piazzale gremiti a Pescara per l’ultimo saluto a Marina Angrilli ed alla figlia Ludovica Filippone, vittime della tragedia avvenuta domenica scorsa tra Chieti e Francavilla al mare.  Parenti, amici, studenti, compagni di scuola e tante persone comuni per salutare per l’ultima volta madre e figlia. Presenti fra gli altri anche il sindaco Alessandrini e il presidente del consiglio comunale Pagnanelli. Una folla immensa che la Chiesa di Cristo Re a Pescara non è riuscita a contenere. E’ stato il Vescovo di Pescara, monsignor Tommaso Valentinetti che ha celebrato la funzione religiosa, ad accogliere le due bare, bianca quella di Ludovica e quella della madre.
A dare l’ultimo saluto a madre e figlia anche i colleghi insegnanti di Marina gli studenti del Liceo Scientifico Da Vinci dove insegnava la donna guidati dal preside dell’Istituto pescarese Giuliano Bocchia. Altro momento toccante il lungo applauso che ha salutato madre e figlia a conclusione del rito mentre centinaia di palloncini bianchi a forma di cuore volavano verso il cielo.
L’omelia del vescovo e l’abbraccio tra le due famiglie “Marina e Ludovica sono state rapite dal male, dal nemico. Nemico che purtroppo continua a rapire nella morte le persone che amiamo e a cui vogliamo bene. Noi gli vogliamo puntare contro il dito con la preghiera”, ha detto il vescovo durante l’omelia. Commovente è stato l’abbraccio tra le due famiglie ed in particolare tra la sorella di Filippone ed i cugini di Marina all’arrivo delle due bare. Una preghiera unica anche per gli alunni del Liceo Da Vinci di Marina: “Signore ti preghiamo affinché donne e bambini non siano mai più vittime di violenza. Fa in modo che l’esempio di professionalità e amore della nostra professoressa rimanga vivo nella nostra comunità scolastica e che i suoi insegnamenti possano continuare a caratterizzare il nostro percorso di crescita”.

Tragedia del viadotto, la piccola Ludovica era stata sedata dal padre (la Repubblica – 29 maggio 2018)
Francavilla, la conferma dagli esami tossicologici: nel corpo della figlia di Fausto Filippone una grande quantità di benzodiazepine. Sull’uomo, invece, nessuna traccia di cocaina
Fu sedata dal padre la piccola Ludovica: una quantità notevole di benzodiazepine – classe di psicofarmaci con proprietà sedativo-ipnotiche – è stato trovato nel corpo della figlia di Fausto Filippone che, lo scorso 20 maggio, dopo aver spinto la moglie Marina Angrilli dal secondo piano di una casa di Chieti scalo (questa, almeno, resta l’ipotesi investigativa prevalente), ha lanciato dal cavalcavia della A14 tra Pescara Ovest e Francavilla la bambina di 10 anni. Dopo sette ore si è tolto la vita gettandosi nel vuoto, a fianco della figlia.
Sono stati diffusi anche i risultati tossicologici sui corpi di Filippone e della moglie: non è stata rinvenuta, in questo caso, traccia di alcuna sostanza. Sull’auto dell’uomo gli agenti intervenuti quella domenica avevano sequestrato un bicchiere con 50 grammi di cocaina. Sulla base dei risultati tossicologici appena conclusi, gli investigatori sono al lavoro per capire per quale motivo nell’auto di Fausto Filippone ci fossero una siringa e un bicchiere di plastica contenente – al primo riscontro – cocaina mista ad altra sostanza. Gli esami su questo ritrovamento sono ancora in corso.


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