Livia, 2 anni. Uccisa dal padre, che uccide anche la mamma, con un mix letale di sonniferi e gas butano
Crema, 21 Luglio 2011
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“Claudia è morta per difendere i diritti di sua figlia Livia”
Sette ore di requisitoria del pm di Cremona Aldo Celentano sono riassunte in quelle undici parole. Si parla del cosiddetto “delitto dell’oculista”, quello in cui Maurizio Iori, primario all’ospedale di Crema avrebbe ucciso l’ex amante Claudia Ornesi e Livia, la bimba di due anni nata dalla loro relazione. Duplice omicidio all’inizio mascherato da suicidio. Quando Iori fu arrestato, il 14 ottobre del 2011, la storia fu occupata principalmente dal ruolo di Claudia, dalla sua lettera all’uomo che amava così carica di dolore
(“ho trascorso la gravidanza nascosta, nel dolore fisico e morale…mi dicevi che la tua reputazione contava di più…”)
e considerata la causa scatenante del delitto; al processo adesso è la figura della piccola Livia, la più giovane vittima delle strage delle donne che scuote l’Italia a salire in primo piano. La mamma voleva che Livia avesse pari dignità rispetto agli altri figli che Iori aveva avuto dai suoi due matrimoni e questa richiesta ha messo a soqquadro la vita già di per sé confusionaria del primario, secondo le indagini.
Ecco perché quello di Crema diventa un femminicidio sui generis: perché le vittime sono due, perché una di loro sa a malapena camminare e perché al centro di questa torbida storia balza il tema della maternità.
Può nell’Italia di oggi la nascita di un figlio fare scandalo al punto da spingere un maschio a sopprimere una figlia indesiderata come un inciampo?
E può accadere tutto questo in un ambiente attrezzato dal punto di vista sociale e culturale come quello di uno stimato professionista?
Siamo oltre i figli gettati nel cassonetto e agghiaccianti sono alcune parole lette nell’aula di giustizia di Cremona. “Per Maurizio la morte di quella bambina è stata l’equivalente della morte di un gatto o di una lucertola” riferisce la prima moglie del medico. “Quando gli dissi che sua figlia era morta il dottore non ebbe alcuna reazione” ha detto un poliziotto. “Ma tu eri affezionato alla piccola?” si sente chiedere il medico al telefono da sua amica. “Purtroppo no. O per fortuna” lo sciagurato rispose. (di Claudio Del Frate)