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Wu Yongqin, 50 anni, disoccupato. Già “seguito” dai servizi sociali per problemi psichici, smette di prendere le medicine e uccide a colpi di mannaia la moglie e un bimbo di tre anni che la donna stava accudendo. Condannato a 20 anni con rito abbreviato, due anni dopo si impicca in carcere

Cremona, 24 Gennaio 2018


Titoli & Articoli

Cremona, moglie e bimbo uccisi a coltellate: “Mia moglie mi trattava male”. Oggi l’interrogatorio (FanPage – 26 gennaio 2018)
Mercoledì mattina Chen Aizhu, 46enne uccisa dal marito a Cremona, si era rifiutata di andare a rinnovargli il permesso di soggiorno. L’uomo pensava che non volesse farla tornare in Cina e l’avrebbe uccisa assieme al bimbo di tre anni “perché è figlio degli amici di mia moglie cattiva”. Oggi l’interrogatorio.
L’interrogatorio di garanzia è in corso da questa mattina alle 9, in carcere. Solo lì si avrà la conferma effettiva dei motivi che hanno portato Wu Yongqin, il 50enne cinese arrestato dai carabinieri per il duplice omicidio della moglie Chen Aizhu, 46 anni, e di Wen Jun Ye, il bambino di tre anni figlio di una coppia di cinesi, che lo avevano affidato proprio alla moglie dell’omicida. Una mannaia per togliere la vita a entrambi. Un gesto cinico, neanche troppo meditato. Cinque minuti di follia, che si sono concretizzati fra le mura domestiche poco dopo le 10 di mercoledì mattina.
L’omicida ha problemi psicologici. Aveva già tentato il suicidio
Wu Yongqin, l’autore del massacro, soffriva di problemi psicologici. In passato aveva tentato di farla finita, lanciandosi nel vuoto da un balcone. Ma non ce l’aveva fatta. Ha continuato a portare sul corpo i segni di quel gesto estremo: zoppicava da diversi mesi. Era seguito dai servizi sociali. I vicini raccontano che spesso prendeva il pullman per recarsi al centro diurno, dove era in cura.
I fatti: la mattina di follia. Sono le 10 circa quando i carabinieri arrivano sul posto, al civico 1/A di via Fatebenefratelli a Cremona (quartiere Zaist). Ad aprire la porta di casa è lui, l’omicida, che ha ancora in mano la mannaia che ha appena utilizzato per compiere il folle gesto. È intrisa di sangue, proprio come le sue braccia e i suoi vestiti. È il sangue della prima vittima, quello della moglie che ha appena ucciso e che si era portata sul balcone per provare a salvarsi. All’arrivo dei carabinieri appoggia l’arma a terra. In quello stesso momento rientra a casa il figlio tredicenne della coppia di cinesi. È sconvolto. Non sa nulla ma vede il padre che viene portato via dagli uomini del Comando di Cremona, guidati dal maggiore Rocco Papaleo. Il bimbo di tre anni è in fin di vita, ma non è ancora spirato. Viene trasportato a massima urgenza in ospedale, dove muore qualche istante dopo.
I motivi del gesto. Secondo i primi interrogatori il cinquantenne Wu Yongqin avrebbe agito dopo l’ennesima discussione avvenuta proprio mercoledì mattina. L’uomo avrebbe ucciso la moglie perché “mi trattava male”, ha spiegato. Mercoledì mattina si era rifiutata di andare a rinnovargli il permesso di soggiorno. Lui, il marito, pensava che la donna non sbrigasse quella pratica perché non voleva che lui tornasse in Cina. E sull’omicidio del bimbo di tre anni, Wu Yongqin si sarebbe giustificato così: “Ho ucciso anche lui perché è figlio degli amici di mia moglie cattiva”. Gli elementi che sono ancora velati da punti interrogativi verranno chiariti nell’interrogatorio di venerdì mattina.
Il bimbo di tre anni massacrato Anche Wen Jun Ye, un bambino di tre anni, tra le due vittime della furia omicida dell’uomo. Il bimbo era stato affidato alla moglie di Wu Yongqin, che gli faceva da baby sitter mentre i suoi genitori erano al lavoro. La madre e il padre lavorano presso il mercatone “Hao Mei”, un superstore molto frequentato in città. Quando sono stati informati della morte del loro piccolo si trovavano proprio lì, al lavoro. Nel punto vendita, adesso, regna la tristezza. I due commessi che sostituiscono i coniugi alla cassa mantengono il massimo riserbo. Non si sbilanciano, ma continuano a fare il loro lavoro, dicendo che “quella che è capitata ai due colleghi è una tragedia sconcertante“. Nel superstore sono in corso le svendite promozionali con i saldi. La vetrina è piena di cartelli colorati che mostrano le promozioni. Viola, verde, giallo, fucsia e blu. Colori che si sono spenti, di colpo, appena la notizia del duplice omicidio ha cominciato a fare il giro della città. Appena è calato il silenzio sulla nuova, ennesima, tragedia familiare.

Wu: “Voglio morire qui” (La Provincia – 26 gennaio 2018)
Lo ha detto l’uomo cinese all’avvocato Luca Curatti prima dell’interrogatorio di garanzia in carcere
“Voglio morire qui”. Sono stale le parole dette, venerdì 26 gennaio, all’avvocato Luca Curatti da Yongqin Wu, l’uomo cinese di 51 anni, che mercoledì 24 ha ucciso la moglie Che e un bimbo di 3 anni, figlio di una coppia di amici della donna, a colpi di mannaia. Il colloquio è avvenuto in carcere, poco prima dell’interrogatorio di garanzia. L’avvocato Curatti ha ribadito al suo assistito che “ci sono già stati troppi morti e non deve più morire nessuno”.
Davanti al gip Pierpaolo Beluzzi, Wu ha risposto a tutte le domande del magistrato, confermando i continui litigi con la moglie e che proprio la mattina del massacro dovevano andare al Consolato cinese di Milano per la pratica di rinnovo del passaporto, ma che la moglie non ha voluto. Da qui sarebbe nata la furia omicida dell’uomo, che durante l’interrogatorio ha chiesto notizie del figlio 12enne. All’incirca 5-6 anni fa, Yongqin Wu aveva tentato il suicidio buttandosi da una finestra; da tre anni era seguito dal CPS (Centro psicosociale), ma da tempo non prendeva più i farmaci che gli erano stati prescritti perché gli procuravano malesseri. Per questo l’avvocato Curatti ha chiesto che su Wu venga effettuato un approfomndimento psicologico.

 

Uccise moglie e un bimbo, si suicida (Ansa – 19 febbraio 2020)
Stava scontando una condanna a 20 anni per un duplice delitto commesso due anni fa a Cremona: il 24 gennaio 2018 Wu Yongqin, cinese di 54 anni, aveva ucciso a colpi di mannaia sua moglie Chen Aizhu, di 46 anni, e un bambino di soli 3 anni, figlio di amici, che la donna accudiva come baby-sitter. Il 54enne si è tolto la vita nel carcere di Torre del Gallo, a Pavia, nel quale si trovava attualmente recluso. L’uomo si è suicidato domenica 16 febbraio, impiccandosi nella sua cella. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato dagli agenti della polizia penitenziaria. La direzione della casa circondariale ha comunicato la notizia all’avvocato dell’uomo. Il duplice omicidio era avvenuto nella casa del 54enne cinese, in via Fatebenefratelli a Cremona. Wu Yongqin era stato processato il 14 marzo dello scorso anno con rito abbreviato e condannato a 20 anni di reclusione.

 


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