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Vito Passalacqua, 56 anni, commercialista, padre. Ai domiciliari per maltrattamenti, è sospettato di aver causato la morte della moglie che lo aveva denunciato. Anche le figlie lo accusano

Santeramo in Colle (Bari), 9 Febbraio 2023


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Santeramo, la storia di Michelle torna in Tribunale: oggi il processo all’ex marito violento (la Gazzetta del Mezzogiorno – 11 maggio 2023)
Udienza con rito abbreviato. La Procura deciderà se aggravare le accuse
Torna in aula la storia di Michelle Baldassarre, la 55enne di Santeramo in Colle il cui corpo senza vita, trafitto da una lama e carbonizzato, fu trovato in una campagna alla periferia della cittadina murgiana il 9 febbraio. Sulla morte della donna l’inchiesta della Procura è ancora in corso. Il pm Baldo Pisani ipotizza l’istigazione al suicidio, contro ignoti.
La storia che invece è già arrivata dinanzi ad un giudice è quella dei presunti maltrattamenti. Alla sbarra c’è il marito 57enne Vito Passalacqua. Lei lo aveva denunciato il 21 dicembre scorso. In 48 ore lui finì agli arresti domiciliari e lei fu accolta per alcune settimane in una casa rifugio, dopo essersi rivolta ad un centro antivolenza. Passalacqua da quel giorno, dal 23 dicembre 2022, è ai domiciliari con 8 ore di permesso al giorno per andare a lavorare. In meno di un mese la pm Silvia Curione ha chiuso l’inchiesta e ha chiesto il processo per il presunto marito violento, prima che la donna fosse trovata morta.
Per la Procura il decesso e i maltrattamenti non sarebbero collegati. Per questo l’indagine sulla morte procede autonomamente (nelle scorse settimane è stata depositata la relazione dei medici legali, che è stata secretata), mentre dei presunti comportamenti violenti l’uomo è già chiamato a rispondere.
Nella prima udienza, il 5 aprile scorso, dinanzi alla gup Anna De Simone, i legali che rappresentano i famigliari della vittima, gli avvocati Michele Laforgia e Maria Pia Vigilante, avevano sollecitato una modifica della imputazione, maltrattamenti aggravati dalla morte, ritenendo cioè che il suicidio sia stato diretta conseguenza di anni di vessazioni. La Procura, però, aveva insistito per la contestazione dei maltrattamenti semplici, dando anche il consenso al patteggiamento a 3 anni e 6 mesi di reclusione, proposto dall’uomo tramite i suoi difensori, gli avvocati Nicola Lanzolla e Maurizio Tolentino.
La giudice, dopo due settimane di riflessione, ha sciolto la riserva su tutte queste questioni all’udienza del 19 aprile: no al patteggiamento, no alla costituzione di parte civile dei fratelli della vittima, no all’aggravante della morte. L’aver rigettato la richiesta di patteggiamento, però, è stata motivata dalla contestazione di un’altra aggravante: aver cioè maltrattato non soltanto la moglie defunta ma anche le due figlie. Con una motivata ordinanza, la giudice aveva spiegato che «non risulta corretta la qualificazione giuridica dei fatti nella parte in cui la condotta dei maltrattamenti viene contestata con riferimento alla sola Baldassarre Michelle e non anche in relazione alle figlie».
La pm contestava al marito – dal quale la donna si stava separando – cinque episodi di violenze commessi tra ottobre e dicembre 2022. Michelle Baldassarre aveva raccontato di essere stata sottoposta a continue aggressioni fisiche e verbali, a minacce, a denigrazioni con espressioni del tipo «sei una bestia», «non capisci niente, pazza» e a scatti d’ira per futili motivi, fino a schiaffeggiarla, scagliarle piatti sulla testa, minacciarla con un coltello e frasi come «ti uccido, ti paralizzo», colpirla con pugni e calci. Una situazione che le avrebbe causato uno stato di tale prostrazione da arrivare – sostiene la sua famiglia – a compiere anche gesti autolesionistici.
Dopo l’ordinanza della gup (che essendosi pronunciata nel merito ha dovuto rimettere agli atti perché il procedimento venisse assegnato a un diverso giudice), la pm in queste settimane ha riesaminato dichiarazioni e testimonianze, per decidere se integrare la contestazione come suggerito dal giudice, cioè nella forma aggravata. Oggi, in udienza, difesa e parte civile (le figlie di Michelle e l’associazione antiviolenza Giraffa) sapranno a quali conclusioni è arrivata la Procura. Il processo, che dovrebbe celebrarsi con rito abbreviato, si farà dinanzi alla presidente Susanna De Felice. Salvo ulteriori colpi di scena, oggi il processo potrebbe arrivare a sentenza.


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