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Stefano Martini, 77 anni, ex commerciante ed ex assessore, padre. Uccide la moglie a colpi di pistola, avverte il figlio e si suicida

Camogli (Genova), 27 Agosto 2018


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Uccide la moglie, avverte i familiari e si toglie la vita
E’ successo a Camogli, Genova. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il magistrato di turno
Prima ha sparato alla moglie un colpo di pistola calibro 38, poi ha rivolto l’arma verso di sé sparandosi a una tempia. Omicidio-suicidio questa mattina a Camogli, nel levante di Genova. E’ successo in un appartamento di via Rosselli.
Stefano Martini, pensionato ex commerciante di 77 anni, ha ucciso la moglie 70enne, Rosmary Schiaffino; dopodiché ha allertato i familiari, che a loro volta hanno dato l’allarme ai carabinieri, ma all’arrivo dei militari l’uomo era in fin di vita.  Il 118 ha provato a rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare. Martini, ex assessore comunale e notissimo commerciante nel settore ittico, era molto conosciuto a Camogli. Sul caso indagano i carabinieri del comando provinciale di Genova. Sul posto, oltre ai militari, è intervenuto il magistrato di turno.

Omicidio-suicidio, nessun tracollo finanziario
Non è stato un tracollo finanziario, né improvviso né graduale, a spingere Stefano Martino, 78 anni, a sparare alla moglie Rosa Maria Schiaffino, 70 anni, e poi a togliersi la vita con un colpo di pistola alla tempia. La conferma arriva dalla verifica dei due conti bancari della coppia di Camogli, svolta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Santa Margherita, Verifica che ha confermato come la florida situazione finanziaria della coppia non avesse subito nessun dissesto capace di giustificare un gesto, quello commesso da Martini, ancora senza un perché.
Il fatto che la coppia non avesse subito ammanchi di rilievo allontana anche l’ipotesi della ludopatia: nel paese infatti si racconta che i coniugi negli ultimi tempi giocassero alle slot machine e a carte. Ma sono stati gli stessi carabinieri a dire che la passione per il gioco dei due anziani non era patologica e non poteva spiegare la tragedia. Ludopatia che a questo punto viene esclusa del tutto, visto che i conti bancari della coppia sono in ordine e non presentano anomalie.
Stefano Martini faceva parte di una famiglia di pescatori genovesi, originaria di Prà ,che dopo essersi trasferita a Camogli e a Recco era riuscita a creare un impero con il commercio dei prodotti ittici. Molto facoltosa era anche la famiglia della moglie Rosa Maria.
L’unico figlio della coppia, Roberto, 50 anni, distrutto dal dolore, ha sempre escluso che i genitori fossero schiavi del gioco e per giustificare la tragedia, a suo avviso inspiegabile, ha parlato di un raptus di follia di cui potrebbe essere stato vittima il padre, forse schiacciato all’improvviso dal peso degli anni.

Omicidio-suicidio a Camogli, il figlio: «Papà non aveva motivi per fare questo»
«Mio padre non aveva nessun motivo per fare quello che ha fatto. Ditemi perché l’ha fatto? Non è possibile, mio padre non era pazzo…». Urla il suo dolore Roberto Martini, 40 anni, l’unico figlio diStefano Martini, 78 anni, e Rosa Maria Schiaffino, 70 anni, morti ieri nell’omicidio-suicidio commesso dal padre con una vecchia pistola calibro 38 che l’uomo custodiva in casa da quando era a capo dell’impero dei Martini, importatori di pesci, e ogni sera si ritrovava nella pescheria del porto con incassi di milioni di lire e per questo temeva di essere rapinato.
Alle 10.30 di ieri mattina Roberto, jeans a pinocchietto, maglietta color crema, borsa a tracolla, è attorniato da carabinieri, amici e conoscenti davanti al palazzo di via Rosselli, al civico 5, teatro della tragedia: i coniugi Martini abitavano al primo piano, all’interno 4. Nei suoi occhi l’incredulità per una tragedia senza spiegazioni: «Perché, perché?», ripete a voce alta scuotendo la testa e a nulla serve la compagnia degli amici che cercano di confortarlo.


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