Sergio Giana, 36 anni, sposato e padre. Uccide l’amante che lo ha lasciato con 28 coltellate e getta il corpo dalla scogliera, poi torna per pulire con una spazzola e infierisce sul cadavere
Stalettì (Catanzaro), 24 Novembre 2020
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Femminicidio a Pietragrande. Chi è Sergio Giana, il giovane solitario che non accettava la fine del suo amore “malato” (La Nuova Calabria – 25 novembre 2020)
Camminava sempre a piedi, Sergio Giana. Era frequente vederlo lungo la Nazionale mentre rientrava in paese, nella sua Badolato, dove oggi non si parla d’altro che di quel trentaseienne solitario finito in carcere con un’accusa gravissima, quella di aver massacrato a coltellate la donna che amava di un amore malato. Si, proprio così, un amore malato che due giorni fa gli ha armato la mano di un coltello affondato decine e decine di volte nel corpo indifeso di Loredana Scalone, la cinquantunenne trovata dai carabinieri tra gli scogli di Pietragrande dove l’uomo l’avrebbe gettata dopo averla uccisa su una terrazza di uno dei posti più suggestivi della Calabria.
Un femminicidio scoperto paradossalmente nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne e che ha sconvolto ben tre comunità, quelle di Girifalco e Stalettì, rispettivamente paese d’origine e di residenza della vittima, e Badolato, dove l’assassino reo confesso è nato e abita con la moglie e il figlio. Ed è qui, a Badolato, che tutti descrivono Sergio Giana come un tipo strano, solitario, in cura per depressione, sempre trasandato, ma mai violento.
Nel paese si sussurrava da tempo della sua relazione con Loredana, ma nessuno sapeva che fosse ormai finita, men che meno che l’uomo si fosse trasformato in un incubo per la donna, la quale aveva anche confidato a qualcuno di avere paura dell’uomo che non voleva accettare la sua decisione di lasciarlo, tanto da iniziare a starle con il fiato sul collo seguendola anche quando andava a lavoro. Proprio come quel maledetto lunedì, a Caminia, dove, con la mente annebbiata da chissà quali spettri, avrebbe messo in atto il suo progetto di morte.
Anche il sindaco di Badolato, Gerardo Mannello, parla di Sergio Giana come di un tipo strano, senza amici, particolarmente asociale e depresso. Il primo cittadino spiega anche di avergli concesso da tempo una casa popolare con assistenza alloggiativa, in considerazione delle difficoltà economiche in cui versava la famiglia, e il suo pensiero adesso va alla moglie dell’uomo, “una brava ragazza – dice – appartenente a una famiglia perbene, figlia di due insegnanti, tutti adesso distrutti dal dolore”.
E nel dolore si stringe tutta la comunità per un fatto di sangue senza precedenti in paese e destinato a lasciare dietro di sè una scia di dubbi e interrogativi anche sul contesto di labilità mentale in cui è tragicamente maturato e che potrebbe essere stato sottovalutato da chi di dovere. L’uomo, infatti, pare che avesse abbandonato la terapia che stava seguendo presso il Cis proprio per i suoi tormenti psichici.
Femminicidio a Pietragrande, disposta perizia psichiatrica per Giana (La Nuova Calabria – 17 marzo 2023)
Il 38enne di Badolato è accusato dell’omicidio di Loredana Scalone, 51 anni, originaria di Girifalco ma da tempo trasferitasi a Squillace, uccisa a coltellate a novembre 2020 e gettata giù dalla terrazza della scogliera di Pietragrande a Stalettì.
Sarà uno psichiatra a valutare le condizioni di Sergio Giana, il 38enne di Badolato accusato dell’omicidio di Loredana Scalone, 51 anni, originaria di Girifalco ma da tempo trasferitasi a Squillace, uccisa a coltellate a novembre 2020 e gettata giù dalla terrazza della scogliera di Pietragrande a Stalettì.
La Corte d’assise di Catanzaro ha nominato un perito- l’incarico sarà affidato nell’udienza del 4 aprile prossimo – così come richiesto dalla difesa di Giana rappresentata dagli avvocato Salvatore Staiano e Vincenzo Maiolo Staiano. Un omicidio violento che scosse la comunità di Squillace dove risiedeva la donna e quella di Badolato, paese di origine di Giana. Il corpo della donna venne trovato a tarda notte notte dai carabinieri “su indicazione” dello stesso Giana, il giorno dopo.
L’omicidio, nel pomeriggio, di un lunedì dopo che Sergio Giana andò a prendere Loredana Scalone a Caminia di Stalettì, a casa di una famiglia privata dove la donna lavorava come collaboratrice domestica. Da lì alla Scogliera di Pietragrande. Su quella terrazza che guarda al mare. Le telecamere del locale ripresero la coppia entrare ma non uscire. A varcare quel cancello sarà solo lui. Per poi tornare sulla scena del delitto il giorno dopo, martedì e andar via dalla spiaggia poche ore dopo. Dopo aver cercato di ripulire la scena del delitto.