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Salvatore Di Grazia, 76 anni, informatore scientifico in pensione. Denuncia la scomparsa della moglie con 11 giorni di ritardo e dice che lei è scappata con la cassaforte. Arrestato con l’accusa di omicidio e soppressione di cadavere, viene condannato a 25 anni confermati in Appello- Ottiene i domiciliari e cerca la moglie a Chi l’ha visto

Catania , 25 Agosto 2011


Titoli & Articoli

Di Grazia, dai domiciliari alla diretta tv. Uxoricida, in onda la polemica (Luce – 29 giugno 2023) 
‘Chi l’ha Visto’ trasmette le esternazioni imbarazzanti dell’83enne siciliano condannato per omicidio e occultamento del cadavere della moglie Mariella Cimò, scomparsa il 25 agosto 2011
Condannato agli arresti domiciliari torna in diretta tv: è polemica sull’intervista all’uxoricida e alle sue esternazioni imbarazzanti. Non bastava l‘Intelligenza artificiale che ha “fatto parlare” bambini scomparsi, proprio come succede su TikTok: ieri sera la trasmissione andata in onda su RaiTre Chi l’ha Visto?, ha proposto uno dei momenti più bassi della Tv di Stato. Ovvero, l’intervista aSalvatore Di Grazia, siciliano di 83 anni condannato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Mariella Cimò, sua moglie, scomparsa il 25 agosto 2011.
L’uomo, agli arresti domiciliari  – condannato dopo i 3 gradi di giudizio – non è non nuovo alle apparizioni televisive (vedi l’apparizione andata in onda a Quarto Grado su Rete4 nel 2014. Nei giorni scorsi ha chiamato la redazione del popolare programma Rai condotto da Federica Sciarelli, con l’obiettivo di “ritrovare” la consorte.
Di Grazia, condannato per omicidio e occultamento di cadavere. Apparentemente una telefonata come tante, uno degli appelli per una persona scomparsa: un marito che chiede aiuto per ritrovare sua moglie. Ma la chiamata ricevuta nei giorni scorsi dalla redazione di Chi l’ha visto?, e che Federica Sciarelli ha portato all’attenzione del pubblico, non è come tutte le altre: quella che poteva sembrare una richiesta di aiuto, nascondeva una realtà molto diversa. A contattare la trasmissione è stato Salvatore Di Grazia, condannato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Mariella Cimò, sua moglie, scomparsa il 25 agosto 2011.
Tutt’ora l’83enne, che si vanta di essere un seduttore, si proclama innocente, nonostante sia agli arresti domiciliari scontando la sua pena, e ora ha contattato la trasmissione per provare a ritrovare la consorte: “Chiunque l’abbia vista si faccia avanti”, le parole di Salvatore Di Grazia ai microfoni del programma nel corso della puntata dimercoledì 28 giugno 2023.
Un’intervista raccolta mentre l’uomo si trova agli arresti domiciliari nella sua villa ad Acireale, condannato a 25 anni per l’omicidio di Mariella Cimò, sua moglie, che ora sta cercando. Secondo tre gradi di giudizio l’uomo ha ucciso la donna dopo un litigio, all’alba del 25 agosto 2011, litigio avvenuto a causa dei continui tradimenti di lui.
Per Di Grazia il movente è inesistente: stando alle sue parole “la moglie non sapeva dei rapporti extraconiugali e non ci fu nessuna lite in merito, anzi. Lui si proclama innocente e dice di essere sempre stato perfettamente in grado di gestire le ‘scappatelle’ senza mai essere scoperto”. Parole che hanno profondamente turbato gran parte degli ascoltatori, tanto che è scattata la polemica social, dovuta anche a varie ‘esternazioni’ dell’uomo, e i commenti su Twitter la dicono lunga. Aneddoti sessisti, conditi da telefonate di signore pronte ad andare ad “assisterlo” a casa (“assistenza sanitaria”, dice lui), come sottolineato dallo stesso detenuto, condannato per la morte delle consorte che – secondo lui – “è ancora viva e chissà dove”.
Le indagini. Secondo gli inquirenti e la verità processuale, la donna sarebbe stata uccisa all’alba del 25 agosto 2011 al culmine di un litigio a San Gregorio di Catania, dove la coppia viveva in una bella villa con tanti cani e gatti. Il movente è stato indicato nell’infedeltà dell’uomo che, nell’autolavaggio di cui era proprietario e in cui lavorava, a venti minuti dalla propria abitazione, pare ricevesse numerose donne“. “Io sono stato 43 anni con mia moglie, ho avuto centinaia di donne”, ha commentato in tv, smentendo il rapporto conflittuale con la moglie scomparsa, e negando che la donna avesse avuto contezza delle relazioni extraconiugali.
Gli inquirenti lo inchiodarono perché la mattina della scomparsa Salvatore Di Grazia si recò in ferramenta per comprare un mastello da 300 litri: secondo la ricostruzione, sarebbe stato acquistato per sciogliere nell’acido i resti della donna, mentre lui ribatte che serviva per fare il bagnetto ai loro 3 rottweiler.
La campagna del ‘pacchio’ E quando gli viene chiesto perché non abbia denunciato subito, ribatte: “Mia moglie aveva un culto smodato per la privacy”. Sul suo capo, per gli inquirenti, ha pesato una confidenza a un amico, a cui, nel novembre successivo alla scomparsa, disse: “Non è il momento del lutto, apro la campagna del ‘pacchio’”. In altre parole avrebbe aperto “la campagna del sesso”. Si è così giustificato: “Mia moglie manca da 3 mesi, mi trovo anche inquisito. Ho una certa reazione. Mi pare epidermicamente legittimo. Ho avuto un po’ di contenimento nell’immediato, non volevo che tornasse e mi trovasse con un’altra donna”.
Le telefonate. Durante l’intervista andata in onda sul terzo canale Rai, Salvatore Di Grazia è stato chiamato continuamente al telefono e in un caso si sente una voce femminile dall’altro capo dell’apparecchio. L’intervista si conclude con quest’affermazione di Di Grazia: “Io non ho bisogno di dire che sono innocente, perché si vede che sono innocente”.
“Vittima dei giudici incapaci?”, dovrebbero pensare i telespettatori. L’uomo ha  infatti sempre negato le proprie responsabilità ma le prove a suo carico sono sempre state pesanti.  Per i magistrati la verità è un’altra. Per i telespettatori restano sgomento e imbarazzo. In attesa della prossima intervista tv.

Caso Mariella Cimò, ultima prova giudiziaria: il marito accusato di omicidio ricorre in Cassazione (NewSicilia – 7 gennaio 2020)
Dopo ben 9 anni arriva un nuovo tassello di quello che è diventato un vero e proprio caso giudiziario relativo alla scomparsa di Maria Francesca, detta Mariella, Cimò. Gli avvocati del marito, Salvatore Di Grazia, accusato di omicidio della donna, hanno presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza di secondo grado che incriminava l’uomo del reato in questione. Secondo i legali, mancherebbero ipotesi certe sull’omicidio di Mariella Cimò.
Mariella è scomparsa da San Gregorio di Catania il 25 agosto 2011, aveva 72 anni ma non dimostrava affatto la sua età. Quel giorno, dopo aver litigato col marito Salvatore Di Grazia, proprio lui è uscito di casa e alle 20, quando è rientrato, la donna non era più lì. Denunciato l’accaduto e avviate le ricerche, si è perlustrata la loro casa al mare a Pozzillo (Acireale), ma invano. Dall’abitazione principale mancava della biancheria, una borsa – con tutta probabilità -, i documenti e del denaro. Restano solo i cellulari e l’auto.
Stabilito un quadro indiziario a carico di Salvatore Di Grazia, l’8 luglio 2019, la Corte d’Appello del capoluogo etneo ha confermato la condanna a 25 anni per il marito, ritenuto responsabile non solo di omicidio, ma anche di distruzione e soppressione del cadavere della moglie. Il corpo, infatti, non è stato mai ritrovato e tutto è avvolto – ancora – nel mistero.


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