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Sabatino D’alfonso, 38 anni. Pluripregiudicato per violenza sessuale, mentre si trova ai domiciliari rapisce, violenta e uccide una giovane barista, poi abbandona il corpo in autostrada. Durante un permesso premio, sette anni dopo, tenta di sequestrare e violentare altre quattro ragazze

Caianello (Caserta), 29 Dicembre 2000


Titoli & Articoli

Parla D’Alfonso (Caserta Sette – 14 agosto 2007)

D’Alfonso: Violentatore seriale (DAPress – 11 dicembre 2007)
Con la scoperta dell’assassino di Maria Scarfò la squadra mobile di Roma che risolse il giallo dopo sette anni, sembra che abbia aperto il vaso di Pandora. L’omicidio di Maria Scafò non è ne il primo e ne l’ultimo compiuto da Sabatino D’Alfonso,altre indagini eseguite conducono a lui e tutte le prove lasciano intendere che D’Alfonso sia un violentatore seriale e che nel corso degli anni ha consumato una serie di violenze sessuali utilizzando sempre  la stessa tecnica.
E’ stato proprio l’omicidio di Maria Scarfo’ a far concentrare le indagini sul suo nome, Sabatino D’Alfonso, 45 anni, napoletano che ha abitato a Villa Literno (Caserta), attualmente detenuto a Regina Celi e raggiunto poche ore fa da una nuova ordinanza di custodia cautelare per rispondere di omicidio emessa dal gip Paola Piccirillo del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta del pubblico ministero Emilia Galante.
Il 12 novembre del 1999 D’Alfonso, a Latina, sequestra, minacciandola con una pistola, una ragazza e la porta, con la stessa autovettura della donna, verso Napoli, sull’autostrada A1. La ragazza viene violentata, percossa e rapinata e poi abbandonata. Sul corpo della vittima ci sono tracce organiche . L’assassino viene incastrato dai RIS, il DNA è di Sabatino D’Alfonso. Per questo episodio D’Alfonso e’ finito in carcere per scontare una pena fino al 2008. All’uomo però vengono concessi gli arresti domiciliari presso un appartamento proprio nel quartiere del Quadraro a Roma.
Il 22 dicembre del 2000, due ragazze vengono sequestrate e violentate, sempre con la stessa tecnica, mentre il successivo 29 dicembre avviene l’omicidio di Maria Scarfo’. Nel febbraio del 2001 Sabatino D’Alfonso viene sorpreso a Napoli e arrestato per evasione e dagli arresti domiciliari finisce in carcere. Questa estate, ad agosto, D’Alfonso usufruisce di un permesso premio dal carcere di Sulmona. A Roma, in via del Teatro di Marcello, sequestra quattro ragazze, studentesse di medicina, costringendole a guidare, sempre con la minaccia di una pistola, fino a Caivano, vicino Napoli, dove minaccia di violentarle, ma, spiegano gli investigatori, probabilmente, perche’ non in grado di gestire la situazione, le lascia scappare. D’Alfonso fa in tempo a rientrare nel carcere di Sulmona, ma le indagini per il sequestro delle quattro ragazze portano gli investigatori a lui e le vittime lo riconoscono senza ombra di dubbio. Le foto dell’uomo, pubblicate sui giornali, permettono agli investigatori di risolvere le due violenze sessuali del 22 dicembre del 2000. Le due ragazze, infatti, lo riconoscono e si presentano alla polizia. Agli agenti, che gli contestano l’omicidio di Maria Scarfo’, D’Alfonso ha risponde: “Non ricordo nulla”.

 

ROMA: VIOLENZA SESSUALE, NUOVA CONDANNA PER SABATINO D’ALFONSO (Adn Kronos – 10 ottobre 2008)
Quindici anni di reclusione per le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e detenzione illecita di arma. E’ la condanna che i giudici della nona sezione penale di Roma presieduta da Roberto Mendoza ha inflitto a Sabatino D’Alfonso, di 46 anni di Villa Literno (Caserta). Per l’imputato il pubblico ministero Roberto Staffa aveva chiesto 13 anni di reclusione ma i giudici hanno pronunciato una sentenza piu’ pesante disponendo che una volta scontata la pena D’Alfonso resti in liberta’ vigilata oltre ad interdirlo in perpetuo dai pubblici uffici.
I fatti contestati risalgono al 21 dicembre del 2000 quando secondo l’accusa entro’ nell’automobile di due ragazze in via Quinto Nuovo, a Roma minacciandole con la pistola. Messosi alla guida l’uomo percorse l’autostrada del Sole fino all’uscita di Caserta Sud. Dopo aver percorso alcuni km nelle strade di campagna, D’Alfonso secondo l’accusa violento’ le due ragazze poi rientro’ a Roma abbandonando le giovani nella zona Appio Claudio. Gia’ in precedenza l’uomo era stato protagonista di un’altra aggressione e il 21 novembre dello scorso anno processato con rito abbreviato fu condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione per sequestro di persona e tentativo di abuso sessuale. Questo episodio avvenne mentre D’Alfonso era in licenza premio nell’agosto del 2007 dal carcere di Sulmona. L’uomo e’ anche indagato a Roma per l’uccisione di Maria Scarfo’ che tra il 29 e il 30 dicembre del 2000 fu trovata morta sull’autostrada del Sole Roma-Napoli. Il giallo della morte di questa donna fu risolto dagli investigatori a sette anni di distanza dal delitto attraverso un accertamento del Dna nell’ambito delle indagini sulle aggressioni alle ragazze.

 

Omicidio, l’indagine di Giovanna Petrocca sulla donna violentata e uccisa sulla A1 (il Sussidiario – 1 dicembre 2018)
A quasi 18 anni dal suo delitto, si riaccendono i riflettori sul caso di Maria Scarfò, la donna uccisa il 29 dicembre del 2000 lungo l’autostrada Napoli-Roma. L’occasione è rappresentata dalla nuova puntata di Commissari – Sulle tracce del male, il programma in onda nella terza serata di oggi, sabato 8 dicembre, su Raitre, a partire dalle 23.55.
Maria aveva 36 anni ed era una donna bella e piena di vita. Gestiva un bar nel quartiere Quadraro, a Roma insieme al fratello.
Nulla nella sua vita era segnato da sfumature e sospetti: trascorreva gran parte delle sue giornate nel locale. La sera del 29 dicembre 2000, Maria lasciò il bar e salì sulla sua auto. Secondo alcuni testimoni dell’epoca, alla guida della Golf vi era un uomo e la donna apparve particolarmente tesa. Al marito giunse una telefonata nella quale Maria lo metteva al corrente che avrebbe fatto tardi. La donna, tuttavia, non fece più ritorno a casa. Il suo corpo fu ritrovato massacrato in un’area di sosta dell’autostrada A1. Il suo killer l’aveva prima violentata sessualmente, poi colpita alla testa con 40 colpi inferti con un corpo contundente. Dopo averla lasciata senza vita, le aveva portato via la borsetta e il cellulare e con la medesima auto – poi trovata bruciata la mattina seguente poco distante dall’abitazione della vittima – aveva fatto ritorno in città.
A portare avanti con non poche difficoltà le indagini sull’omicidio di Maria Scarfò fu Giovanna Petrocca vice dirigente della squadra mobile. Il suo impegno e la sua ricerca della verità, dopo sette lunghi anni di indagine finalmente la premiarono con l’attesa svolta. Il giallo legato al delitto della donna 36enne, rinvenuta cadavere sull’autostrada A1 fu risolto solo grazie alla determinazione del Commissario Petrocca il quale, attraverso le ricerche fino a quel punto eseguite, riuscì a portare all’individuazione dell’assassino di Maria Scarfò attraverso un accertamento del Dna nell’ambito delle indagini condotte sulle aggressioni alle ragazze, in quel periodo molto diffuse. Dalle indagini emerse un importante collegamento tra l’omicidio di Maria Scarfò e il sequestro di quattro studentesse avvenuto a Roma nel 2007. Ad uccidere la donna sarebbe stato proprio lo stesso uomo che in modalità molto simili a quanto accaduto sette anni prima, sotto minaccia di una pistola obbligò le quattro ragazze a recarsi con la propria auto in provincia di Caserta, dove tentò di abusare di una di loro.
Si tratta del pregiudicato Sabatino D’Alfonso, incastrato dalle tracce genetiche presenti sulla scena del delitto di Maria. Nel dettaglio, il suo Dna fu trovato su un assorbente che la vittima indossava quando venne brutalmente assassinata. Il confronto con il Dna dell’uomo confermò la sua presenza nonché la serialità dei crimini commessi da Sabatino D’Alfonso, il quale, già nel 1991 era stato arrestato con altri tre complici con l’accusa di violenza sessuale e successivamente, nel ’99, fu nuovamente arrestato per aver rapinato e violentato un’altra ragazza in provincia di Latina.


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