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Pinotto Iacomino, 44 anni, albergatore, padre. Entra di nascosto in casa della ex moglie e la uccide a coltellate davanti al figlio di tre anni. Ergastolo

Napoli, 12 Marzo 2021


Titoli & Articoli

Femminicidio a Napoli: “Ornella Pinto vittima di brutalità inaudita” (la Repubblica – 14 marzo 2021)
Ucciderla, soprattutto devastare il suo corpo. Dodici coltellate, tutte al petto: sette sul lato destro, cinque sul sinistro. Per massacrarla l’ha inseguita in tutte le stanze dove lei voleva nascondersi, lasciando una scia di sangue dal bagno alla cucina, dal corridoio alla camera da letto. Fino a quando lei non è riuscita a chiedere aiuto chiamando la sorella.
L’uomo è scappato, ha guidato per due ore fino a Terni dove si è costituito. Quando i carabinieri gli hanno aperto ha detto: “Ho ucciso mia moglie”. Certo di aver lasciato quella donna morta in camera da letto quando invece era ancora viva. Soccorsa, portata subito in sala operatoria al Cardarelli, la vittima però non ce l’ha fatta. Si è spenta qualche ora dopo la confessione del compagno, lasciando esterrefatti per la violenza anche i medici che avevano cercato di salvarla.
Ornella Pinto, trentanovenne con laurea in filosofia. Abituata al ragionamento e non certo alla violenza, insegnante di sostegno al liceo artistico Santissimi Apostoli: è lei l’ultima vittima della violenza sulle donne, fenomeno che si è fortemente acuito ai tempi del Covid con le convivenze forzate. La storia di Ornella segue il copione inaccettabile della morte violenta in seguito alla fine del rapporto con il suo compagno di 43 anni Pinotto Iacomino, genitori di un bimbo di quasi quattro anni. Rapporto in crisi ma anche problemi di lavoro causa Covid. Iacomino è infatti gestore di un albergo di Ercolano chiuso per la pandemia. E Ornella, insegnante di sostegno, resta anche lei a casa. Lavora in Dad. Cercano di rimanere insieme, ma quindici giorni fa il rapporto si interrompe.
Lui va via, a Terni, dove ha dei parenti. Quindici giorni lontani, durante i quali però la mente di Iacomino va in tilt. Quello che mette a segno la scorsa notte è un vero e proprio agguato. Ha tenuto le chiavi di casa quando è andato via, intorno alle cinque del mattino di ieri torna a Napoli e apre la porta dell’appartamento in via Filippo Cavolino, quartiere San Carlo Arena, dove è rimasta a vivere Ornella con il figlioletto di quattro anni. Lei si sveglia di soprassalto. Quel che succede dopo viene ricostruito dalla polizia. Iacomino è arrivato disarmato. Scoppia la lite, lui vuole poter stare con il figlio e tornare con Ornella. Ma lei non ci sta. In cucina l’uomo afferra un coltello e comincia a colpire. Ornella grida, lo prega di fermarsi, fugge dalla cucina lungo il corridoio, poi in bagno. Ma lui la insegue, continua a colpire. E lei, pur piegata in due, tenta ancora di salvarsi raggiungendo la camera da letto mentre il bimbo si sveglia per il gran fracasso. Intanto Iacomino sferra la dodicesima coltellata e Ornella crolla a terra nel sangue.
Immobile, Iacomino si convince che è già morta. Scappa, è così stravolto da lasciare il suo cellulare in casa. Risale a bordo della sua Mazda, raggiunge l’autostrada A1 e si dirige verso Terni. La caserma dei carabinieri della stazione di Montegabbione (Terni) è molto vicina all’uscita dell’autostrada. E Iacomino, dopo aver guidato per due ore, la raggiunge. Suona il campanello e al carabiniere che gli apre dice soltanto: “Ho ucciso mia moglie”.
Eppure Ornella non è ancora morta. Quando il suo assassino va via lei riesce a raggiungere il telefonino e a chiamare la sorella Stefania: “Aiutami”. Il cognato Antonio chiama subito la polizia e il 118, quando arrivano le volanti Ornella è già a bordo di una ambulanza, viene portata direttamente in sala operatoria, ma è un caso disperato. Muore alle 10.30. “È l’ennesimo episodio di aggressione e omicidio nei confronti di una donna – sottolinea il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo – Un gesto vile e di una brutalità inaudita. Fatti come questo dovrebbero spingerci ad una riflessione profonda su quanto sta accadendo. Siamo vicini alla famiglia di questa giovane madre e a tutte le donne”. Iacomino viene interrogato nel pomeriggio dal pm della procura di Terni Elena Neri e fermato per omicidio volontario. Confessa e piange: “Non vedrò più mio figlio”, ripete.
Mentre le colleghe insegnanti di Ornella esprimono il loro dolore per l’accaduto, sono sconvolti i vicini di casa che descrivono la famiglia di Ornella “tranquilla e senza problemi”. “Ancora un brutale femminicidio ad opera di chi dovrebbe amare la propria compagna invece di odiarla al punto di ucciderla – dice il sindaco de Magistris – Le donne, in questa pandemia, stanno pagando un prezzo altissimo. Esprimo a nome mio e di tutta la città profondo dolore e cordoglio per il brutale omicidio di Ornella e ci stringiamo attorno ai suoi veri affetti”. E la senatrice del Pd Valeria Valente: “Quest’ultimo femminicidio parla a tutti noi molto chiaramente. Occorre imparare ad ascoltare le donne, a dare credito alle loro richieste di aiuto e a riconoscere subito la violenza domestica senza derubricarla a conflitto di coppia”.

 

Ornella Pinto, insegnante di sostegno di 40 anni e madre di un bambino di quattro, è stata uccisa a Napoli da Pinotto Iacomino, 43 anni. Dopo aver accoltellato l’ex compagna, l’uomo ha confessato e ammesso le sue responsabilità costituendosi ai carabinieri di Montegabbione, in provincia di Terni. Ora spunta l’ultimo messaggio che il 43enne ha inviato alla sua ex su WhatsApp. Era il 12 marzo scorso. Da lì a poche ore Iacomino avrebbe accoltellato a morte la donna.

Ornella Pinto uccisa dall’ex compagno: l’ultimo messaggio su WhatsApp (Today – 2 aprile 2021)
“Ho perso un tesoro. Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata – scriveva Iacomino -. Sono confuso. Scusa scusa scusa. So pure che non dovrei scriverti o chiamarti. Spero di farcela a superare tutto questo, anche se è una cosa troppo grande per me. Non ho le spalle larghe, non le ho mai avute. Giuro che farò di tutto per non assillarti più, perché non è giusto. Ti lascio in pace Orny, poi magari domani parliamo. Mi aiuti a trovare una sistemazione per me?“.
Secondo gli inquirenti, l’uomo in questi frangenti starebbe recitando: voleva che la compagna si fidasse di lui, ma aveva già in mente di ucciderla. Al maresciallo che ha raccolto la confessione (poi ribadita davanti al pm), Iacomino ha detto che da un anno lui e Ornella erano separati. L’uomo negli ultimi tempi viveva in Umbria. Il 12 marzo scorso in auto ha raggiunto Napoli, arrivando nell’appartamento della donna mentre Ornella e il bambino di 4 anni, figlio della coppia, dormivano. Poi ha ammazzato la donna con una dozzina di coltellate.
I medici che hanno fatto di tutto in ospedale per salvarla hanno parlato di “brutalità inaudita”. Dopo la brutale violenza, Pinotto Iacomino a bordo della sua Mazda ha percorso più di trecento chilometri al volante prima di presentarsi dai carabinieri e confessare tutto. Ornella Pinto, ferita, ha chiamato la sorella chiedendo aiuto. Intorno alle 4.30 è stata la sorella a chiamare gli agenti di polizia e i soccorsi. Purtroppo non c’è stato nulla da fare. Ornella è morta all’ospedale Cardarelli di Napoli dopo quasi cinque ore dal suo arrivo al pronto soccorso.


Riconosciuta l’aggravante della premeditazione

Omicidio Ornella Pinto, ergastolo per Pinotto Iacomino. Il racconto dell’orrore: “Zia papà uccise mamma” (il Riformista – 10 maggio 2022)
Pinotto Iacomino, 44 anni, è tato condannato all’ergastolo per l’omicidio della compagnaOrnella Pinto, 40 anni, uccisa nella notte dello scorso 13 marzo 2021 nell’abitazione dove viveva con il figlioletto che all’epoca aveva appena 3 anni. E’ quanto deciso dalla prima sezione della Corte di Assise di Napoli che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore di Napoli Fabio De Cristofaro che lo scorso 3 maggio, al termine della sua requisitoria, ha chiesto il massimo della pena per Iacomino che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, si recò nel cuore della notte a casa dall’oramai ex convivente (Ornella aveva deciso di lasciarlo da pochi giorni) e, armato di un coltello da cucina preso presumibilmente nell’albergo che gestiva con la famiglia in provincia di Napoli, accoltellò almeno 13 volte la donna, incurante della presenza del bambino.
La sentenza è giunta al termine della camera di consiglio, durata poco più di un’ora. I giudici non hanno accolto la tesi presentata dalla difesa di Iacomino, rappresentata dal legale Mario Terracciano che ha provato a dimostrare l’insussistenza delle tre aggravanti contestate dai pm: premeditazione, particolare crudeltà e stabile convivenza della coppia. Per la difesa infatti il 44enne utilizzò per l’omicidio un coltello che si trovava in casa di Ornella, dunque non vi sarebbe premeditazione ma l’omicidio sarebbe maturato in seguito a un raptus. In aula  erano presenti la due sorelle di Ornella (Valeria e Stefania), il padre Peppe e la madre, oltre agli avvocati che assistono la famiglia, Mino Capasso e Valeria Passetti.

 

Ornella Pinto, uccisa dal compagno davanti al figlio di tre anni. Poco prima lui le scriveva: «Ho perso un tesoro» (Corriere del Mezzogiorno – 4 settembre 2022)
Lei voleva lasciarlo. Il bimbo è ancora sotto shock: «A casa ci sono i mostri»
«Ho perso un tesoro: tu sei la cosa più bella che mi sia capitata».
Così il 12 marzo del 2021 Pinotto Iacomino, 44 anni, albergatore di Ercolano, scriveva alla compagna Ornella Pinto, di 40, che aveva deciso di lasciarlo e che di lì a poche ore lui avrebbe assassinato, colpendola nel sonno con 13 coltellate mentre il loro bambino di tre anni assisteva alla scena.
Dalle motivazioni della sentenza di condanna dell’omicida, cui lo scorso maggio i giudici della I sezione della Corte d’Assise hanno inflitto l’ergastolo, emergono tragici particolari su un delitto che suscitò grande indignazione e dolore in città.
Lo shock del bimbo di tre anni
Nella sentenza il giudice estensore Teresa Annunziata, che era anche presidente della Corte (a latere Giuseppe Sassone) si sofferma in particolare sull’aggravante della crudeltà, riconosciuta assieme a quelle della premeditazione e della convivenzaIacomino, entrato di nascosto nella casa di cui aveva ancora le chiavi, colpì a morte la compagna incurante del fatto che il bambino si fosse svegliato. E il piccolo, stravolto, più tardi spiegò agli zii, che lo avevano trovato rannicchiato sotto la coperta, con i pugni chiusi premuti sul viso: «Papà ha ucciso mamma ed ha rotto la casa». Ma anche nelle settimane successive il bambino era ossessionato da quella violenza: «A casa di mamma ci sono i mostri»; «Io ero solo al buio e mamma gridava».
La donna stava per cambiare casa.
L’omicidio avvenne nella casa in cui i due abitavano da anni, in via Cavolino, nel quartiere dell’Arenaccia. Da tempo Ornella, una insegnante stimata e benvoluta da tutti, aveva capito che il rapporto con Pinotto si era logorato. Aveva accettato di continuare a dividere temporaneamente con lui l’appartamento, ma poi, esasperata da fatto che l’uomo non si decideva a trovare un’altra casa, aveva deciso di trasferirsi con il bambino in un’abitazione procuratale da una delle sorelle, nella quale non era mai neppure stata. Questo fatto indusse, secondo la ricostruzione dei giudici, Pinotto Iacomino a uccidere la compagna. Ornella Pinto, nonostante le ferite gravissime, riuscì a telefonare alla sorella Stefania per chiedere aiuto: la donna le chiese che cosa stesse succedendo: «Mia sorella mi ha risposto con un urlo tremendo, misto tra dolore e paura, un urlo che io purtroppo non dimenticherò mai più e mi ha detto anche una parola che nella confusione io non ricordo più, non so se ha detto “è pazzo”». La famiglia di Ornella è assistita dall’avvocato Mino Capasso.
Ha perso la potestà genitoriale. Dopo l’omicidio Iacomino fuggì in auto ma la sua fuga terminò a Montegabbione, in provincia di Terni, quando la vettura uscì di strada. Nei mesi scorsi il Tribunale dei minorenni lo ha privato della potestà genitoriale.


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