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Pasquale Stabilito, 35 anni, manovale o cameriere, pregiudicato per molestie. Uccide l’ex compagna a colpi di pistola, la brucia in un sacco, la fa a pezzi con un’ascia e la getta in un fosso. Uccide anche il cane. Poi risponde agli sms delle amiche fingendosi lei. Scoperto, confessa altri femminicidi di prostitute, ma viene condannato solo per l’uccisione dell’ex convivente. Ergastolo poi ridotto a 20 anni confermati in Cassazione

Castiglione della Pescaia (Grosseto), 7 Gennaio 2004


Titoli & Articoli

Donna uccisa nel grossetano. Su fermato ipotesi serial killer (la Repubblica – 26 marzo 2004)
Nel corso dell’interrogatorio durato 20 ore, ha confessato di aver ammazzato altre volte. Si indaga su morte prostituta
L’uomo ha freddato la convivente con tre colpi e poi ha ammazzato anche il cane
Prima di ammazzare Mirna Bartolini, la sua ex compagna, il cui cadavere mutilato e carbonizzato era stato trovato mercoledì sera dai carabinieri in un fossato lungo l’Aurelia a Tarquinia, Pasquale Stabilito avrebbe commesso “altri efferati delitti”. Lo ha confessato lui stesso al pm Paolo Calabria nel lunghissimo interrogatorio – oltre 20 ore – a cui era stato sottoposto l’altra notte in Procura a Grosseto. Gli inquirenti non hanno precisato quali, ma i carabinieri hanno avviato degli accertamenti – soprattutto di carattere balistico – almeno su un altro omicidio, quello di una prostituta nigeriana di 25 anni uccisa a colpi di pistola il 25 aprile scorso in uno spiazzo lungo la strada fra Follonica e Castiglion della Pescaia.
Pasquale Stabilito avrebbe detto di averla uccisa con una pistola diversa da quella usata per uccidere Mirna Bartolini e freddare anche il suo cane, un meticcio di nome Briciola, ammazzato per evitare che gli creasse problemi nel tentativo di accreditare prima l’allontanamento volontario della donna e poi un suo preteso rapimento. La carcassa di Briciola non è stata ancora trovata, ma i carabinieri sono impegnati anche in questa ricerca.
“L’ho uccisa sparandole tre colpi di pistola, nel primo pomeriggio del 7 gennaio nella mia abitazione di Roselle”. 
Questo il racconto dell’uccisione della sua ex compagna che Stabilito ha fatto agli inquirenti. “Ho atteso che facesse buio e poi in giardino l’ho bruciata e l’ho fatta a pezzi con un’ascia. Dopo di che ho caricato il corpo in auto e sono arrivato fino a pochi chilometri da Tarquinia dove l’ho abbandonato chiuso dentro a un sacco”.
La donna, 47 anni, due figli, separata dal marito che aveva lasciato a Cesena, era scomparsa il 7 gennaio scorso, dopo aver salutato un’amica con la quale aveva fatto alcune commissioni a Castiglion della Pescaia e si era allontanata con Pasquale Stabilito, l’uomo con il quale pochi giorni prima aveva interrotto una relazione sentimentale perchè lo aveva scoperto insieme ad un’altra. Quell’incontro, secondo quanto raccontato dalla stessa Mirna all’amica, doveva servire a un ultimo, definitivo chiarimento, ma, come ha raccontato l’uomo, era sfociato invece nel delitto. Dalle 12 di quel 7 gennaio nessuno l’aveva più vista.
Qualche giorno dopo i figli Santino e Davide Romeo, insieme alla stessa amica, ne denunciarono la scomparsa ai carabinieri di Castiglione della Pescaia, dove la donna lavorava come cuoca in un ristorante. I primi accertamenti dei militari furono eseguiti sugli sms partiti dal cellulare di Mirna e arrivati su quello dell’amica: messaggi prima rassicuranti (“sono in gita, non sto facendo nulla di male”) e poi inquietanti (“mi tiene segregata, ci spostiamo continuamente, prima o poi mi ammazz…”)Una messa in scena che aveva subito messo in allarme i carabinieri, visto che alcuni di quegli sms erano stati inviati da San Severo, il paese in provincia di Foggia dove abita la famiglia di Pasquale Stabilito e dove lui stesso si trovava nei giorni in cui sono stati scritti e spediti sul cellulare dell’amica.
L’uomo, sentito come indagato per sequestro di persona, l’altra notte è crollato e ha confessato, facendo trovare il cadavere della donna, raccontando di aver ammazzato anche il cane Briciola e di aver commesso “altri delitti”. Aprendo nuovi fronti d’indagine – su alcuni assassinii di donne rimasti insoluti – e facendo nascere l’ipotesi che l’assassino possa essere un serial killer.

 

Un sanseverese forse serial killer (Capitanata – 6 aprile 2004) 

 

 

Per trovare una vicenda analoga, in Maremma, bisogna andare quasi a dieci anni fa. Mirna Bartolini sparì il 7 gennaio 2004 dal suo appartamento di Castiglione. Furono i figli della donna a dare l’allarme e del caso si interessò anche “Chi l’ha visto?” durante il quale Pasquale Stabilito lanciò un appello alla donna perché tornasse a casa. Stabilito era arrivato in Maremma qualche anno prima ed aveva ha sempre lavorato con impieghi stagionali, come cameriere in bar e pizzerie della zona, oltre che in un albergo a Castel del Piano. Di tanto in tanto tornava a trovare i genitori e i due fratelli che abitano a San Severo, ed è proprio in quell’abitazione che i carabinieri scoprirono, durante una perquisizione, il telefonino di Mirna. Così dopo ore e ore di interrogatorio negli uffici della Procura, Pasquale crollò e confessò l’omicidio. Poi condusse egli stesso i carabinieri nel punto in cui aveva abbandonato i poveri resti della donna, fatta a pezzi e bruciata, nei pressi di TarquiniaPoi Stabilito confessò anche un altro omicidio: quello di una prostituta nigeriana Mercy Igbinova, uccisa con un colpo di pistola alla testa nella macchia a poca distanza da Pian d’Alma nel pomeriggio del 25 aprile 2003. Fu condannato all’ergastolo in primo grado, ma l’appello ridusse la pena a vent’anni. Poi confermata in Cassazione.

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