Codroipo (Udine), 15 Giugno 2022
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Omicidio di Codroipo, “Paolo era diventato geloso, possessivo e aggressivo”
A dirlo in udienza è stata Petronilla Beltrame la madre della vittima, Elisabetta Molaro
Paolo era diventato geloso e aggressivo e negli ultimi due anni il rapporto si era molto incrinato”. Sono queste le parole pronunciate a Udine, davanti alla corte d’assise da parte di Petronilla Beltrame, madre di Elisabetta Molaro, la donna uccisa a coltellate dal marito Paolo Castellani nella notte tra il 14 e il 15 giugno dello scorso anno.
Beltrame, come riporta il Messaggero Veneto, ha ripercorso la storia della coppia. Da un inizio felice alle difficoltà e alle confidenze che le aveva fatto la figlia. Elisabetta non ne poteva più della gelosia del marito. L’uomo le controllava il telefono e le uscite con le amiche, oltre a usare la pausa pranzo per capire dove fosse.
Secondo il racconto della donna Castellani era convinto che la moglie avesse addirittura due amanti. Con tutti gli impegni che aveva, tra il lavoro nell’agenzia di viaggio e la famiglia non ne avrebbe avuto neppure il tempo, ha spiegato la madre. La donna ha poi ripercorso le terribili ore di quella notte: “Pronto, o ai copade to fie” le aveva detto al telefono, in friulano, Castellani. “Pronto, ho ucciso tua figlia”.
Parole alle quali l’uomo ha risposto. “Mi dispiace tantissimo che persone che consideravo amiche, come la madre di Elisabetta, nutrano ancora dell’astio verso di me. So che ciò che ho fatto è un gesto irreparabile. Mi spiace che il mio grido di aiuto sia stato scambiato per ossessione. Quel giorno è morta Elisabetta e sono morto anche io”.
Uccise la moglie con 71 coltellate, 24 anni a Paolo Castellani
La decisione della Corte di Assise di Udine, accolta la richiesta del PM
La Corte di Assise di Udine ha condannato a 24 anni di reclusione Paolo Castellani per l’omicidio della moglie Elisabetta Molaro. La donna fu uccisa con 71 coltellate lo scorso 15 giugno a Codroipo, escludendo l’aggravante della crudeltà. Il PM, al termine della propria requisitoria, aveva chiesto la condanna di Castellani proprio a 24 anni di reclusione; nella requisitoria, durata poco più di mezz’ora ha ripercorso quanto accadde la notte del delitto: lui che cerca di abbracciare la moglie, il rifiuto di lei, l’aggressione con il coltello preso in cucina poco prima. Poi le telefonate al 118 e alla suocera, la fuga verso il torrente Corno, il tentativo di suicidio e infine l’arresto.
Il Pm ha escluso la premeditazione, insistendo sulle aggravanti del rapporto matrimoniale e della crudeltà, ma anche sulla concessione delle attenuanti generiche per l’atteggiamento tenuto durante le indagini e il processo.
Accorata la requisitoria dell’avvocato di parte civile, Federica Tosel, che ha chiesto il risarcimento di un milione di euro per ciascuna delle figlie e di 500mila euro per la madre di Elisabetta. Il legale ha insistito sulla crudeltà, sulla lucidità di Castellani in quella notte e chiesto giustizia per le sue assistite. “Elisabetta voleva che lei si togliesse la fede, lo faccia, signor Castellani”, ha concluso.
“Paolo Castellani ha realizzato nella famiglia il suo sogno a cui ha dedicato la vita – ha risposto nell’arringa il difensore Paolo Bevilacqua – e ha il diritto di tenere la fede. Castellani è un uomo mite, affettivo e rassegnato alla perdita del suo sogno. Purtroppo quella notte la tempesta emotivaha invertito la direzione delle coltellate. Quella sera Castellani voleva uccidersi per punire la moglie che voleva separarsi”. Il legale ha concluso chiedendo l’insussistenza dell’aggravante della crudeltà.
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