Nicola Del Sorbo, 34 anni, pregiudicato, padre di 7 figli. Accoltella l’amante e la getta in un pozzo. Condannato a 25 anni di carcere
Poggiomarino (Napoli), 23 Luglio 2020
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Luana Rainone, il killer confessa: “Voleva farmi lasciare la mia compagna” (Vesuvio Live – 5 settembre 2020)
Luana Rainone, trovata morta in un pozzo nel Salernitano, sarebbe stata uccisa da un uomo per motivi sentimentali. A confessare il tutto un 34enne di Poggiomarino, Nicola Del Sorbo, che ha anche guidato anche i carabinieri verso il luogo dove era stato occultato il cadavere
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le indagini si sono concentrate fin da subito su Del Sorbo. L’uomo ha alle spalle un passato di tossicodipendenza e una condanna per estorsione e violenza nei confronti degli ex suoceri. Del Sorbo aveva avuto quattro figli dalla moglie, dalla quale si era successivamente separato, e tre dalla nuova compagna.
Durante l’interrogatorio svoltosi nella serata di giovedì, l’uomo ha raccontato la sua versione dei fatti. Stando alle sue spiegazioni, Luana lo pressava per avere con lui una relazione stabile, addirittura di convivenza. Nel giorno in cui la donna è sparita, i due si sarebbero incontrati a casa dell’uomo e avrebbero prima consumato droga insieme. In seguito, tuttavia, sarebbe nato un violento diverbio, al termine del quale Luana Rainone sarebbe stata uccisa. “Quando mi ha lanciato addosso il suo telefonino ho perso il controllo. Ho afferrato il coltello e l’ho colpita“, racconta Del Sorbo. Il 34enne è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ed è stato trasferito al carcere di Fuorni (SA), dove lunedì dovrebbe essere sottoposto all’interrogatorio di garanzia del gip.
Luana Rainone uccisa e buttata nel pozzo, 25 anni a Del Sorbo (Sarno Notizie – 11 marzo 2022)
La Corte di Assise di Appello ha confermato la condanna a 25 anni di reclusione per Nicola Del Sorbo
Uccise l’amante con una coltellata alla gola, dopo un litigio scoppiato perché la vittima, Luana Rainone, 31enne di Sarno, avrebbe voluto rivelare alla moglie del suo amante, Nicola Del Sorbo, la loro relazione. La Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado per il 35enne di Angri, con pena di 25 anni di reclusione. Rispetto al primo giudizio, il tribunale ha modificato la provvisionale in favore delle parti civili, con un aumento. L’imputato era difeso dagli avvocati Luigi e Riccardo Senatore.
La Procura generale aveva chiesto invece l’ergastolo, dopo aver presentato ricorso in Cassazione, poi trasferito presso la Corte d’Appello. L’omicidio si consumò il 23 luglio a Poggiomarino, dopo che la ragazza, residente a San Valentino Torio, fu data per scomparsa dal marito con una denuncia ai carabinieri. Stando alle indagini, quel giorno la donna, sposata e con una figlia, uscì di casa per recarsi a Poggiomarino, dove viveva l’uomo, con il quale avrebbe avuto da tempo una relazione. Negli atti dell’inchiesta emerse come poco prima del delitto i due avessero cominciato a discutere animatamente. Poco prima, avevano consumato un rapporto sessuale e della cocaina.
Luana Rainone avrebbe poi preteso successivamente che Del Sorbo chiamasse la moglie per riferire della loro relazione clandestina. La discussione sarebbe degenerata, dopo il rifiuto dell’uomo, al punto che quest’ ultimo fu colpito dalla donna con un calcio.
Così, Del Sorbo le strappò il cellulare di mano poi afferrò un coltello da cucina e colpì la 31enne alla gola, con un unico fendente. Mentre la donna moriva, l’imputato non chiamò i soccorsi. Anzi, dall’ordinanza d’arresto del gip emerse che si accese una sigaretta, per poi tentare di fermare il sangue con un cuscino. Non ci riuscì. Così, infilò il corpo in un lenzuolo e infine in una busta dei rifiuti, dopo averlo avvolto in un piumone, gettandolo in un pozzo.
Quel pozzo si trovava all’interno di un terreno agricolo, a pochi metri dal capannone dove viveva. Le indagini si concentrarono subito su Del Sorbo. Una volta tornato in casa, l’imputato effettuò una rapida pulizia. Nei giorni successivi, invece, fu messo alle strette dei carabinieri che risalirono a lui incrociando celle telefoniche e video di telecamere, insieme a dichiarazioni, che provarono diverse contraddizioni quando lo stesso fu sentito a sommarie informazioni, una prima volta. Poi la confessione, fino all’arresto, un mese dopo la scomparsa della donna. Alle indagini lavorarono i carabinieri della stazione di San Valentino Torio e quelli di Nocera Inferiore. Ieri mattina, il tribunale di Napoli ha confermato la condanna a 25 anni di carcere, così come in primo grado, per l’imputato. Serviranno sessanta giorni per il contestuale deposito della sentenza e leggere le motivazioni del collegio.
In carcere per aver ucciso l’amante, picchiato da tre detenuti: il caso (L’occhio di Salerno – 14 dicembre 2022)
E’ stato picchiato in carcere N.D.L., in cella per aver ucciso l’amante. Il 36enne di Angri sarebbe stato aggredito in carcere da tre detenuti nel 2021. I tre, per motivi ancora da chiarire, non erano nella sua cella e pestarono l’uomo che rimediò diverse lesioni e due denti rotti come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Angri, in carcere per aver ucciso l’amante viene picchiato: il processo In occasione dell’interrogatorio durante la fase d’indagine, il 36enne avrebbe spiegato di essere stato accusato di una “spiata”. Ad ogni modo, si tratterebbe di una circostanza completamente infondata. Tre persone del Napoletano lo aggredirono e ora, insieme alla vittima del pestaggio, dovranno difendersi in un processo presso il tribunale di Salerno con l’accusa di rissa.
L’omicidio dell’amante. Il 36enne fu condannato a 25 anni di reclusione per l’omicidio di Luana Rainone, 31enne di Sarno uccisa con una coltellata. Era la sua amante e la uccise al culmine di un litigio avvenuto all’interno di un casolare di Poggiomarino.Il corpo della donna fu trovato sotterrato, nei pressi di quell’abitazione, dopo che il marito ne aveva denunciato la scomparsa.