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Mauro Rozza, 43 anni, campione di body building. Uccide la moglie con 60 coltellate ma non ricorda. Ritenuto incapace di intendere e di volere, viene assolto con l’ordine di ricovero in OPG per 10 anni, ma dopo 3 non è più pericoloso e gira il mondo in Ferrari, cena a Dubai e fa il bagno alle Maldive con i soldi che truffa a una disabile

Milano, 17 Aprile 2010


Titoli & Articoli

Campione di culturismo uccide la moglie a coltellate, poi si costituisce (Corriere della Sera – 17 aprile 2009)
Mauro Rozza, 43 anni, è andato alla polizia con il padre e ha confessato. Soffriva di depressione
Ciò che sia accaduto nella mente
di Mauro Rozza, 43 anni, milanese, imprenditore sportivo e campione italiano Pesi Massimi della Italian Federation Body Building, rimane un mistero. Venerdì mattina, a quanto pare in preda a un improvviso raptus, ha ucciso a coltellate la moglie Maria Casamassima, anche lei di 43 anni, poi si è presentato in compagnia del padre settantenne al Commissariato Villa San Giovanni (periferia nord di Milano, al confine con il Comune di Sesto San Giovanni) e si è costituito. Il delitto è avvenuto all’interno della loro abitazione, in via Bolama 18.
IGNOTO IL MOVENTE – La polizia ha immediatamente compiuto un sopralluogo nell’appartamento e ha trovato il corpo della donna. Sul posto sono accorsi gli agenti del commissariato e della questura milanese. All’origine del tragico gesto ci sarebbe la depressione dell’uomo, che era in cura per problemi psichici. La coppia viveva per nove mesi all’anno a Miami, in Florida, e tornava per le feste di Natale e Pasqua. I genitori di Mauro Rozza vivono nella stessa palazzina, al piano di sopra; il padre 70enne ha accompagnato il figlio in questura, mentre la mamma è stata portata in ospedale, probabilmente a causa di un malore.

 

Uccide la moglie e va a costituirsi (la Repubblica – 18 aprile 2009)
«NON esiste un motivo. Anzi, per dire la verità, non ricordo niente. Ho un vuoto di mezz’ ora. All’ improvviso ho visto mio padre, che abita nell’ appartamento sopra il nostro: era sceso perché aveva sentito dei rumori. Poi, a terra, in corridoio, mi sono accorto del cadavere di Maria». Con calma, quasi distaccato, Mauro Rozza racconta a un sostituto commissario di polizia lo scempio appena compiuto. Sono le 10.25. In casa, un trilocale al terzo piano di una palazzina degli anni Settanta in via Bolama, quasi al confine con Sesto San Giovanni, c’ è il corpo senza vita della moglie, Maria Casamassima, 42 anni come l’ uxoricida, milanese. Massacrata con una quarantina di fendenti, dirà più tardi il medico legale: la lama, un coltellaccio da cucina in acciaio, verrà ritrovata dentro l’ appartamento. Confessa, Mauro Rozza, nonostante a tratti perda la lucidità, colto da un «senso di disorientamento». Non riesce a ricordare la data del suo matrimonio, celebrato anni fa a Miami, né che lavoro facesse la vittima.
Lui, nato a Sesto San Giovanni, è un personal trainer affermato, ha una palestra in Florida dove si era trasferito nel 2000 dopo una brillante carriera da body builder, addirittura da campione italiano dei pesi massimi della Ifbb nel ‘ 96. Accanto a Rozza, nell’ ufficio denunce del commissariato Villa San Giovanni, c’ è il padre Sergio, 70 anni, proprietario di tre appartamenti – compreso il proprio al quarto piano e quello del figlio – in quel condominio con le piastrelle verdi all’ esterno e un pezzetto di giardino condominiale all’ angolo con via Frigia. Aveva aperto lui la porta di casa, assieme alla moglie Antonia, insospettito dall’ insolito trambusto.
Nessuno, nel palazzo, dirà di avere udito urla o rumori di lotta. Sono passate da poco le 10.10. Sergio Rozza convince il figlio a mettere giù il coltello,a vestirsie lo accompagna a piedi a costituirsi, 300 metri più in là. Tra i vuoti del racconto di Rozza al pm di turno Giancarla Serafini c’ è il movente di un omicidio di rara ferocia, simile nella dinamica a quello di Alenya Bortolotto da parte del fidanzato Ruggiero Jucker. Con la moglie era tornato a Milano da un mese. Lo facevano ogni anno per Natale e Pasqua, questa volta però la sosta si era prolungata: Mauro Rozza era in cura presso la Casa di cura di Villa Turro per uno stato depressivo. Niente, però, aveva fatto sospettare il raptus a genitori, portinaio e condomini. Coppia tranquilla, lui «un po’ figlio di papà» mormorano nel palazzo, soldi in tasca e quella passione per il culturismo che gli aveva scolpito il fisico. Lei discreta, gentile, atletica. «Chi se la immaginava – scuote la testa un’ anziana vicina- una cosa del genere?».

 

Uccise la moglie con 60 coltellate. Assolto il campione di culturismo (Corriere della Sera – 12 novembre 2010
«Totale incapacità di intendere e di volere». Farà 10 anni in un ospedale psichiatrico giudiziario
Assolto per totale incapacità di intendere e di volere Mauro Rozza, l’ex campione italiano di pesi massimi e body building che il 17 aprile 2009 uccise la moglie con una sessantina di coltellate, in seguito a un litigio ritenuto banale dagli inquirenti. I giudici della prima corte d’assise hanno deciso per lui il ricovero obbligato, per 10 anni, in un ospedale psichiatrico giudiziario. Subito dopo il delitto, avvenuto nell’abitazione dei coniugi in via Bolama nel quartiere di Villa San Giovanni (Milano) l’uomo, 44 anni, era andato a costituirsi facendosi accompagnare dal padre e dicendo di non ricordare più nulla di quello che aveva fatto.
ERANO IN VACANZA – I coniugi Mauro Rozza e Maria Casamassima, coetanei, vivevano di solito a Miami Beach, in Florida, in un appartamento nelle «King David Towers», e stavano a Milano solo nei periodi di vacanza. Sembra che l’uomo soffrisse di uno stato di profonda depressione. Era accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dal fatto che la vittima fosse sua moglie.
IL PM AVEVA CHIESTO 20 ANNI – Il pubblico ministero Giancarla Serafini aveva chiesto la condanna a 20 anni di reclusione nel procedimento con rito abbreviato, sulla base di una precedente perizia psichiatrica svolta con la formula dell’incidente probatorio all’avvio dell’inchiesta che aveva concluso per la «semi incapacità». I giudici della prima corte d’assise, che successivamente hanno fatto svolgere una nuova perizia su richiesta del difensore, hanno disposto nei confronti dell’imputato la misura di sicurezza del ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario per 10 anni.

 

Uccise la moglie a coltellate: assolto Mauro Rozza (Milano Today – 12 novembre 2010)
Il campione di body building è incapace di intendere e di volere e dovrà rimanere 10 anni in ospedale psichiatrico. Lo ha deciso la prima Corte d’appello di Milano. L’omicidio risale allo scorso 17 aprile Mauro Rozza, campione italiano di body building, è stato assolto dalla prima Corte d’Assise di Milano per incapacità di intendere e di volere, ma dovrà restare per 10 anni in un ospedale psichiatrico giudiziario.
Rozza, milanese di 43 anni, lo scorso 17 aprile uccise la moglie Maria Casamassima,  con numerose coltellate nella loro casa in via Bolama a Milano. Subito dopo il campione andò a costituirsi dalla polizia, dicendo di non ricordare più nulla di quello che aveva fatto. Una prima perizia aveva accertato un vizio parziale di mente e per questo il pm di Milano Giancarla Serafini aveva chiesto per lui 20 anni di reclusione. Una perizia disposta dalla Corte, invece, ha spiegato che l’uomo al momento del fatto era totalmente incapace di intendere e di volere. Così i giudici l’hanno assolto, ordinando che venga ricoverato in un Opg.

Chi è Mauro Rozza: la carriera nel body building, le vacanze nel lusso, l’omicidio della moglie (il Giorno – 28 luglio 2023)
Le due facce dell’ex culturista, accusato con i genitori di aver prosciugato il patrimonio di una disabile: la bella vita ostentata sui social e il terribile segreto custodito dal suo passato
Sui social immagini di bella vita fra Stati Uniti, Maldive e costa romagnola – compresa una cena con mamma e papà, presunti complici nel raggiro alla donna disabile della quale avrebbero prosciugato il patrimonio. Nel passato una carriera ai vertici del body building nazionale e un terribile peso, l’omicidio della moglie Maria Casamassima. Mauro Rozza, 57 anni, è indagato con la madre Antonia Maria Rosa Meanti e il padre Sergio Rozza con l’accusa di aver spolpato i conti di una donna della quale la signora era stata nominata curatrice. I tre avrebbero sottratto in totale 1,3 milioni di euro in dieci anni, dal 2011 al 2021. Soldi serviti anche ad acquistare una Ferrari Spider targata Money, oltre che a concedersi una serie di lussi, così come emergono dalle foto postate da Rozza sul profilo Instagram.
La bella vita. Mauro Rozza, a quanto emerge dal suo lato social, non se la passava affatto male. Spuntano fotografie di una cena in un ristorante di pesce sottomarino – nel senso che si trova proprio sott’acqua – alle Maldive, di un bagno nella vasca idromassaggio di un resort vista mare, sempre alle Maldive, di un tour in elicottero alle Seychelles. E ancora vacanze a Creta, a Bali e a Singapore. Non solo. Rozza si sarebbe goduto i soldi – parte dei quali, almeno secondo gli accertamenti investigativi, spillati a una donna quasi incapace di intendere e volere – anche in località più “casalinghe”, come dimostra lo scatto di una cena in un ristorante di Riccione per i 60 anni di matrimonio di mamma e papà
Il passato. Rozza ha un passato da stella del body building. Di quei tempi conserva ancora il fisico possente e la qualifica di personal trainer, almeno nel suo profilo Linkedin. Da professionista del culturismo aveva vinto un titolo di campione italiano dei pesi massimi Ifbb. Successivamente si era trasferito negli Stati Uniti con la moglie Maria Casamassima, sposata nel 2008, in rito civile alla Villa Reale di Milano. Aveva aperto una palestra a Miami, in Florida, dove risiedeva per nove mesi all’anno, in un appartamento della King David Towers, insieme alla consorte.
L’omicidio. Tornava in Italia solo per incontrare i genitori, ai quali è evidentemente legato da un rapporto di profondo affetto. E proprio durante uno dei suoi viaggi nel paese di origine, ha lasciato la sua prima – terribile – traccia nel mondo della cronaca nera. Nell’aprile del 2009, infatti, Mauro Rozza accoltellò a morte la moglie Maria, nell’appartamento di via Bolama, in zona Precotto, in una palazzina dove all’epoca risiedevano anche i genitori.
Papà Sergio aveva raccolto la prima confessione di Mauro e lo aveva accompagnato al commissariato di Villa San Giovanni per costituirsi. A quanto pare aveva rivelato i dettagli del delitto agli investigatori senza tradire alcuna emozione. L’anno successivo: assolto per totale incapacità di intendere e volere ma con l’obbligo di rimanere per dieci anni in ospedale psichiatrico giudiziario.  Nella struttura protetta Rozza sarebbe rimasto fino al 2014, tornando poi a fare la spola fra Stati Uniti e Italia, riprendendo con l’attività di personal trainer. E riallacciando i rapporti con i genitori, dei quali sarebbe stato complice nella truffa ai danni della donna disabile.

 

LA STORIA SENZA VERGOGNA DEL BODY BUILDER MAURO ROZZA (Dagospia – 29 luglio 2023)

 

Mauro Rozza, dal femminicidio impunito alla mega truffa. La vita dorata del bodybilder (il Secolo d’Italia – 1 agosto 2023)
Mauro Rozza irrompe sulle nostre coscienze a ricordarci le imperfezioni spesso esasperate della giustizia. E se non avesse organizzato una mega truffa di due milioni di euro ai danni di una disabile ce lo saremmo dimenticati. E avremmo dimenticato che ha ucciso la moglie, scontando appena tre anni in un Opg per una perizia psichiatrica che oggi fa impallidire. Una brutta storia che torna a galla per la cronaca odierna.
Dodici immobili, una Ferrari, sei orologi di lusso e 750 mila euro in contanti. E’ questo il bottino della presunta truffa organizzata dall’ex pugile insieme ai suoi genitori. In particolare la madre di Rozza, Rosa Meanti, era stata nominata curatrice della vittima, un’amica di famiglia. Viaggi in giro per il mondo per Rozza con i soldi sottratti alla disabile. Per i tre il gip Alessandra di Fazio, che ha convalidato il sequestro, ha disposto il divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla parte offesa.
Il 17 aprile del 2009 Mauro Rozza uccide con 66 coltellate la moglie, Maria Casamassima. Si costituisce. La Corte di assise in base a una perizia che oggi bisognerebbe rileggere lo assolve per totale incapacità di intendere. Dieci anni  di pena in un ospedale psichiatrico giudiziario, poi ridotti a cinque, poi a tre per sopravvenuta assenza di pericolosità sociale. Agli inquirenti dirà che pensava di avere dato “una coltellata” sola alla coniuge. Esce il 2014 e può di nuovo dedicarsi alla sua attività. Fino a quando non trova l’occasione per spolpare, con assoluta lucidità, il patrimonio di una persona disabile. La povera signora “Silvia”, privata di ogni bene. Quando interviene la Guardia di finanza, allertata dai movimenti bancari anomali, del patrimonio della signora Silvia resta poco. Non è la prima storia di persone deboli divenute vittime di chi doveva prendersi cura di loro. Ma qui, quando salta fuori il nome di Mauro Rozza, tutto cambia. E una domanda si impone. Rozza è guarito in ospedale? O, probabilmente, matto davvero non lo è stato mai?.


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