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Maurizio Quattrocchi, 47 anni, muratore imbianchino e pizzaiolo ripetutamente licenziato, padre. Già denunciato per maltrattamenti e minacce, tende un agguato alla moglie, la massacra a calci e pugni, tenta di strangolarla e la uccide con 18 coltellate. Suicida in carcere

Cologno al Serio (Bergamo), 6 Ottobre 2019


Titoli & Articoli

L’omicidio pianificato di Zina, che aveva provato a lasciare il marito violento: “Se mi lasci ti ammazzo” (la Repubblica – 7 ottobre 2019)
Erano sposati da 13 anni, la scorsa settimana la donna aveva chiamato i carabinieri dopo una lite con il marito, ma aveva deciso di non denunciarlo. Si era trasferita a casa della sorella, i carabinieri avevano disposto un giro di controllo: l’ultimo due ore prima del delitto
Zinaida – Zina, così la chiamavano amici e parenti – aveva capito che suo marito poteva diventare pericoloso. Per questo la scorsa settimana si era rivolta ai carabinieri del suo paese, spiegando che l’uomo negli ultimi tempi aveva “crisi di gelosia”, minacciava gesti violenti, alzava la voce. Non l’aveva denunciato però, alla fine, forse pensando che allontanandosi da lui le cose sarebbero andate meglio. Invece non è andata così.
Soltanto due ore prima del suo omicidio una pattuglia dei carabinieri era passata davanti a quel cancello dove Zina è stata uccisa, per controllare che tutto fosse in ordine, ma nella notte tra sabato e domenica lui, Maurizio Quattrocchi, 47 anni, da poco licenziato da una ditta in cui faceva il muratore, pizzaiolo in passato e con piccoli precedenti per ricettazione e guida in stato di ebbrezza alle spalle, l’ha aspettata sotto casa della sorella, dove Zinaida Solonari, 36 anni, arrivata tanto tempo fa nella Bergamasca da Basarabeasca, un paesino della Moldavia al confine con l’Ucraina, si era rifiugiata da qualche giorno con le sue tre figlie.
Due coltellate, una alla gola e una al torace: per Zina non c’è stato scampo, è morta nel cortile di una palazzina a Cologno al Serio, mentre le sue tre figlie dormivano a pochi metri di distanza. La fuga di Quattrocchi sulla sua vecchia Peugeot 207 è durata poco meno di 16 ore: mentre era in corso una imponente caccia all’uomo organizzata dai carabinieri con posti di blocco e controlli nei luoghi da lui frequentati, seguendo le tracce del suo cellulare arrivando così ad accerchiarlo tra Calcio e Martinengo, l’uomo stava per entrare nella caserma di Martinengo, ed è stato allora che alcuni militari in borghese lo hanno bloccato. Portato poi alla caserma di Treviglio è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato e portato in carcere a Bergamo. Oggi la pm di Bergamo Letizia Ruggeri chiederà la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere per omicidio aggravato.
La gelosia, ancora una volta, utilizzata come spiegazione di un femminicidio. La convinzione che la moglie avesse un altro uomo, e che questo fosse un oltraggio inaccettabile. “Se te ne vai ti uccido e poi mi ammazzo”, le aveva detto dopo l’ultima lite.
Zinaida viveva da anni in Italia, qui c’erano altri suoi parenti, qui aveva sposato ormai 13 fa quell’uomo di dieci anni più grande di lei. Aveva già una figlia, che adesso ha 16 anni, insieme hanno avuto altre due bambine, di 12 e 8 anni, ma anche la più grande era stata riconosciuta da Quattrocchi, e tutte e tre le figlie, ancora bambine, sono tra le poche foto del profilo Facebook dell’uomo.
Lui impieghi saltuari – e l’ultimo lavoro l’aveva perso per una lite con il titolare -, e lei cameriera in ristoranti e alberghi, ma con anche un secondo lavoro, quello di modella. Dall’appartamento al quarto piano di una palazzina di via Crema a Cologno al Serio era andata via la scorsa settimana, dopo che per la prima volta erano arrivati in casa i carabinieri, chiamati da Zina per una lite con il marito, anche se già due volte si era presentata in caserma. I militari, vedendo anche la reazione dell’uomo, le avevano consigliato di allontanarsi e andare a vivere da qualche altra parte e lei lo aveva fatto: ma si era trasferita poco lontano, per non rendere difficile per le sue figlie continuare ad andare a scuola.
Aveva trovato ospitalità a casa di sua sorella Oxana, sposata con il nipote di suo marito Maurizio: un doppio filo, un indirizzo che lui conosceva bene. “Non pensavamo potesse arrivare a questo”, è adesso quello che dice sua sorella, sotto choc. Come ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri Paolo Storoni durante la conferenza stampa con il procuratore facente funzioni Maria Cristina Rota, era stato disposto un controllo sulla casa di Oxana in via Alberto da Giussano: e a mezzanotte, un paio di ore prima del delitto, i carabinieri avevano fatto il loro giro, non vedendo nessuno.
Il coltello portato da casa, l’attesa in strada che Zina tornasse dal lavoro: quell’aggressione è stata pianificata, e sono un di più le parole riferite ai carabinieri ieri da diversi testimoni, che parlano di un uomo “litigioso” e “prepotente”. La donna ha fatto appena in tempo a parcheggiare la sua Jeep Cherokee alla sinistra del cancelletto e a fare tre metri prima che lui l’aggredisse con un coltello da cucina. Colpi violenti che però non le hanno fatto subito perdere conoscenza: le sue grida hanno svegliato i vicini e sua sorella, che hanno chiamato i soccorsi mentre il marito iniziava la sua fuga, forse questa sì, non pianificata, visto che non aveva un luogo dove nascondersi e ha vagato fino a quando non ha capito che era finita.
Il giorno dei funerali di Zinaida Solonari sarà proclamato il lutto cittadino a Cologno al Serio. Lo ha fatto sapere il sindaco Chiara Drago

Bergamo, uccide la moglie a coltellate e fugge: catturato (FanPAge – 7 ottobre 2019)
La moglie viveva da tempo a casa della sorella. Fuggito in auto dopo il delitto, il killer è stato catturato dopo ore di ricerche
Si è consegnato ai carabinieri che lo hanno accerchiato bloccandogli tutte le vie di fuga Maurizio Quattrocchi, l’uomo di 47 anni che aveva ucciso la moglie, la 36enne moldava Zinaida Solonari, ed era poi fuggito. Il femminicidio, come riporta Ansa, è accaduto nella notte a Cologno al Serio, Bergamo. L’uomo ha ucciso a coltellate la moglie fuori dalla casa della sorella di lei, intorno alle 4 del mattino. Dopo aver braccato per ore il 47enne, i carabinieri lo hanno individuato nella zona di Martinengo, in provincia di Bergamo.
Secondo la prima ricostruzione dei fatti, come riporta la testata locale “l’Eco di Bergamo”,  la donna si era trasferita da alcuni giorni a casa della sorella, a causa delle continue liti con il marito. Con sé aveva portato le tre figlie di 16, 12 e 8 anni.
L’uomo, un operaio con piccoli precedenti penali, avrebbe aspettato nel cortile che la donna tornasse a casa dopo la fine del turno di lavoro per colpirla con una serie di coltellate che si sono rivelate mortali. A chiamare i soccorsi sarebbe stata la sorella della 36enne, ma una volta arrivati sul posto i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Il 47enne intanto si era dato alla fuga in auto. I carabinieri lo hanno cercato per tutto il giorno, disponendo posti di blocco in tutta l’area, fino alla svolta in serata.

 

Bergamo, uccide moglie a coltellate: “È stato il mostro della gelosia” (SkyTG24 – 8 ottobre 2019)
Maurizio Quattrocchi, l’uomo che questa notte ha ucciso a coltellate sua moglie Zinaida Solonari, si è consegnato ai carabinieri che lo avevano accerchiato. Il 47enne è stato bloccato mentre stava per entrare nella caserma di Martinengo (Bergamo) per costituirsi. L’assassinio di Zinaida, moldava 36enne, è avvenuto fuori dalla casa della sorella della donna, in via Alberto da Giussano a Cologno al Serio, dove la donna si era trasferita da qualche giorno con i tre figli a causa di alcuni dissidi con il marito. La settimana scorsa, la vittima aveva infatti raccontato ai carabinieri che negli ultimi tempi il marito aveva “crisi di gelosia”.
La vittima è rientrata a casa dal lavoro, ha parcheggiato la sua auto, una jeep, di fronte a casa e ha aperto il cancello pedonale quando è stata aggredita dal marito, che le ha sferrato almeno due coltellate prima di fuggire sulla sua auto, una vecchia Peugeot 207. La 36enne è morta subito dopo l’arrivo dei sanitari, chiamati dai vicini di casa. “Abbiamo attivato un dispositivo di ricerca in tutta la Bergamasca e anche oltre”, aveva spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, colonnello Paolo Storoni, durante le ore frenetiche dell’inseguimento. Gli investigatori avevano esteso le ricerche anche alla provincia di Brescia.
Secondo quanto riferito, i carabinieri sono riusciti a capire la direzione in cui Quattrocchi stava fuggendo già in mattinata, prima che il suo cellulare risultasse spento. I militari sono stati aiutati anche da alcuni testimoni che hanno riferito di aver visto il 47enne. Così sono stati organizzati una serie di posti di blocco ‘a ragno’ nella zona tra Martinengo e Calcio, sempre in provincia di Bergamo. Domani il pm Letizia Ruggeri chiederà al Gip la convalida dell’arresto con l’accusa di omicidio aggravato.
La vittima disse ai carabinieri che lui era geloso. La settimana scorsa Zinaide Solonari aveva raccontato ai carabinieri, giunti presso l’abitazione dei due, che il marito negli ultimi tempi aveva “crisi di gelosia” ma senza sporgere denuncia. I militari le avevano quindi consigliato di allontanarsi e andare a vivere da qualche altra parte. La donna decise quindi di trasferirsi con le figlie a casa della sorella, in una palazzina nella quale vivevano anche il cognato e suo fratello. Forse, proprio la gelosia è stata il movente dell’omicidio.
I testimoni: “Prepotente” e “litigioso”. Aveva un carattere “spigoloso” era “prepotente” e “litigioso”, Quattrocchi è stato descritto così da alcune persone ascoltate dai carabinieri durante le indagini. Il 47enne in passato aveva lavorato come pizzaiolo e ultimamente come muratore, ma era stato licenziato dall’impresa edile per dissidi con il datore di lavoro. Sul suo profilo social l’uomo ha pubblicato una serie di foto che lo ritraggono con le tre bambine. “Se un giorno tutto ti va storto e vorresti morire… pensa a chi vorrebbe vivere ma deve morire” recita un post pubblicato 2 anni fa. Anche Zina, che lavorava come cameriera e occasionalmente come modella, ha molte foto sui suoi social con le bimbe e fino a non molto tempo fa anche con il marito.
“Zinaida, un’altra vittima di un atto di violenza e di disumanità. Abbiamo bisogno più che mai di uno sforzo comune per le donne che vivono nel nostro Paese. È un nostro dovere, un dovere di tutti“, ha scritto sui social il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.

 

Massacrata dal marito con 18 coltellate: “È morta tra le mie braccia” (brescia Today – 5 maggio 2021)
Prosegue il processo per Maurizio Quattrocchi, il muratore bergamasco che nel 2019 uccise con 18 coltellate la moglie (e madre di 3 figli) Zina Solonari L’ha aspettata per ore fuori casa, covando una furia incontrollabile: le è poi saltato addosso, l’ha colpita e picchiata a mani nude, accoltellandola poi ben 18 volte prima di fuggire. E’ il ricordo, terribile, della notte in cui perse la vita la 36enne Zinaida Solonari, da tutti conosciuta come Zina: brutalmente uccisa dal marito Maurizio Quattrocchi, oggi 49enne. I due stavano insieme da 13 anni, e insieme avevano cresciuto tre figli.
La cronaca di quella notte è tornata alla memoria in tribunale. Tra i testimoni ascoltati dalla Corte d’assise, per il processo in primo grado, c’è anche Oxana, sorella di Zina. La donna ha riferito ai giudici di aver sentito delle urla, intorno alle 2: “Sembravano le urla di un gatto, e invece era lei che stava soffocando”. Oxana è corsa fuori insieme al marito e il cognato: i due uomini hanno cercato di fermare Quattrocchi, che le teneva una mano sul collo, poi l’ha buttata giù dalle scale”.
Nella foga cercano di fermarlo, ma il killer spietato nel frattempo l’aveva già colpita, più e più volte, non solo a mani nude ma con un piccolo coltellino a serramanico (con una lama da una decina di centimetri): dall’autopsia emergeranno 18 coltellate, al volto, alle mani e al collo (dove verrà sferrata quella mortale). Il marito e il cognato di Oxana riescono a disarmarlo ma quando ormai è troppo tardi: Quattrocchi fugge via, fa perdere le sue tracce.
“Sono corsa da Zina, l’ho presa tra le mie braccia – ha raccontato ancora Oxana Solonari in tribunale – Prima di morire mi ha detto che non respirava più, poi è crollata. Era piena di sangue”. Passeranno poche ore da quegli attimi orribili – tra il 5 e il 6 ottobre del 2019 – e Quattrocchi verrà raggiunto dai carabinieri poco lontano, a Martinengo: non esiterà un attimo, ma si costituirà ammettendo le sue colpe.
Da allora è in carcere, accusato di omicidio. Dopo 13 anni di matrimonio Zina si vedeva con un altro uomo: lei avrebbe voluto la separazione, Quattrocchi invece era ossessionato dalla paura di perderla, e dalla gelosia. Scorrendo a ritroso, prima dalla tragedia, emergono messaggi e parole di minaccia, perfino due denunce per maltrattamenti (in un’occasione Zina era finita addirittura in ospedale) di cui una soltanto un paio di giorni prima.
Se te ne vai, ti uccido e poi mi ammazzo
Insieme avevano abitato a Cologno al Serio, ed è qui che si consumerà l’omicidio. Quella sera Zina si era vista con Davide Bonacina, con cui aveva una relazione. “Quello mi ammazza, non mi dà il divorzio: così mi aveva detto del marito quella sera, dicendomi anche di aver vissuto con lui 10 anni d’inferno”, è il racconto di Bonacina in tribunale. “Se te ne vai di casa, ti uccido e poi mi ammazzo anch’io”: questo è quanto invece Quattrocchi avrebbe detto alla moglie, e più di una volta.

Omicidio di Zina, il marito suicida in carcere prima di testimoniare in udienza (bergamo News – 8 maggio 2021)
Martedì scorso era iniziato davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Bergamo il processo a suo carico ed era comparso in aula, nella cella riservata ai detenuti: durante la prima udienza erano stati sentiti alcuni testimoni, che avevano riferito di come la donna avesse paura del marito. Martedì prossimo, sarebbe dovuto intervenire e riferire la sua versione dei fatti
Si è tolto la vita in carcere Maurizio Quattrocchi, imputato per l’omicidio della moglie Zinaida Solonari, uccisa a coltellate il 6 ottobre 2019 a Cologno al Serio. La donna aveva 36 anni.
Quattrocchi, 49 anni, muratore, era in carcere dal giorno del delitto. Martedì scorso era iniziato davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Bergamo il processo a suo carico ed era comparso in aula, nella cella riservata ai detenuti: durante la prima udienza erano stati sentiti alcuni testimoni, che avevano riferito di come Zinaida avesse paura del marito. Martedì prossimo l’imputato sarebbe dovuto intervenire e riferire la sua versione dei fatti. “L’udienza lo ha sconvolto, non ha retto, anche perché alcuni aspetti secondo lui non erano veri, come il fatto che fosse già stato un marito violento” ha riferito l’avvocato Gianfranco Ceci.La Procura ha disposto l’autopsia per fugare ogni dubbio sulle cause della morte, ma per i familiari – anche se non si conoscono i dettagli sui destinatari – Quattrocchi avrebbe lasciato diversi bigliettini.

 

 

 


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