Marco Marcone, 42 anni, operatore ecologico, pregiudicato per tentato omicidio della ex moglie. Uccide l’ex compagna sparandole un colpo di pistola dietro l’orecchio, poi la lega mani e piedi, la zavorra con tre blocchi di cemento, la avvolge nel cellophane e la getta sul fondo di un laghetto con l’aiuto di un complice. Condannato a 20 anni con rito abbreviato
Cernusco (Milano), 30 Novembre 2016
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Omicidio a Cernusco sul Naviglio: arrestato il compagno di Gabriella Fabbiano (Milano Today – 15 dicembre 2016)
È Mario Marcone l’assassino di Gabriella Fabbiano, la donna di 43 anni uccisa con un colpo di pistola e gettata in una cava di Cernusco sul Naviglio. L’uomo ha confessato davanti ai carabinieri nella serata di mercoledì 14 dicembre. I militari sono arrivati a lui dopo i risultati degli accertamenti dei Ris sulla sua auto. Sulla tappezzeria del veicolo sono state trovate alcune tracce ematiche, le stesse sono state trovate nell’appartamento di Marcone, in particolare nella camera da letto. Incastrato, Marcone ha ammesso le proprie responsabilità nel corso dell’interrogatorio davanti al pm titolare delle indagini ed al proprio legale. Stando al suo racconto, Gabriella — che aveva un matrimonio finito alle spalle e due figli — è stata ammazzata il trenta novembre, all’interno della propria abitazione. Dopo una pesante lite, l’uomo le ha sparato un colpo di pistola letale in testa. Il cadavere della donna è rimasto lì e solo alcuni giorni dopo è stato occultato.
Gabriella Fabbiano “L’ho uccisa io”. Mario Marcone confessa, l’amico l’ha aiutata a disfarsi del corpo (Leggo – 16 dicembre 2016)
Poche ore dopo l’omicidio, Mario Marcone è andato a lavoro come se niente fosse. Il corpo di Gabriella Fabbiano era nella sua camera da letto, ancora caldo dopo il colpo di pistola sparatole dietro l’orecchio a distanza ravvicinata dopo un raptus di gelosia, eppure ha trovato la forza di presentarsi in ufficio.
È uno dei dettagli che emerge dall’interrogatorio dell’operatore ecologico di 52 anni che mercoledì è stato fermato dai carabinieri del nucleo investigativo di Monza per il delitto della sua compagna 43enne, trovata il pomeriggio del 5 dicembre all’interno di un laghetto formatosi in una cava in disuso di Cernusco sul Naviglio. Era avvolta nel cellophane con fili di ferro e una corda da tapparella a cui erano stati assicurati 70 chili di pietre per tenerla sul fondo. Secondo le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal sostituto procuratore Francesco Cajani, ad aiutarlo nell’occultamento del cadavere è stato Fabrizio Antonazzo, 60enne originario di Parabita (Lecce), che viveva a cento metri dalla cava.
I due sono molto amici forse anche in virtù della comune provenienza geografica e del passato violento: Marcone nel 2010 è stato arrestato per aver tentato di uccidere la ex moglie investendola con l’auto, Antonazzo ha precedenti per reati contro la persona e resistenza a pubblico ufficiale. Marcone ha raccontato ai magistrati di aver ucciso la donna nella notte del 30 e il giorno dopo lo ha confessato all’amico, incontrato al solito bar. Quattro giorni dopo, quando si è deciso a spostare il corpo, Antonazzo lo ha aiutato a trasportarlo fino alla cava.
Gli investigatori sono convinti che il movente sia un raptus di gelosia dovuto alle numerose frequentazioni maschili della Fabbiano, ma il 52enne ha detto che si è trattato di una fatalità: la donna si sarebbe presentata da lui armata di una pistola e nel tentativo di disarmarla sarebbe partito il colpo letale. Due conoscenti ascoltati dai militari di Cernusco, però hanno raccontato di aver ricevuto da Marcone la richiesta di un cilindro di metallo con cui fabbricare un silenziatore. Arma che domenica scorsa i sommozzatori hanno cercato invano nella cava. È l’ultimo tassello che manca in questo giallo.
Condannato a 20 anni l’assassino di Gabriella Fabbiano: il suo corpo gettato in un laghetto (FanPage – 13 novembre 2017)
Dovrà scontare 20 anni di carcere Mario Marcone, accusato di aver ucciso l’ex compagna Gabriella Fabbiano. Un anno fa la donna fu trovata morta in un laghetto vicino a una cava di Cernusco sul Naviglio, Milano. La condanna è arrivata al termine del processo che si è svolto con il rito abbreviato, procedimento che consente uno sconto di un terzo della pena. Per Morcone il pm aveva chiesto l’ergastolo e il riconoscimento della premeditazione, aggravante che invece il gip Manuela Scudieri non ha concesso. Il giudice ha condannato anche Fabrizio A., il complice dell’assassino, a tre anni di reclusione. Avrebbe aiutato Morcone a disfarsi del cadavere della Fabbiano. Soppressione di cadavere e favoreggiamento, i reati a lui contestati.
Morcone, 42 anni, è stato arrestato a dicembre dell’anno scorso. L’omicidio sarebbe avvenuto all’interno dell’appartamento dell’uomo nella sera del 30 novembre 2016 al termine di un litigio scoppiato per gelosia. Gli investigatori trovarono tracce di sangue sia all’interno dell’abitazione, che sulla sua motocicletta. “Solo un’amicizia, nessuna relazione. Lei era così, conosceva tanta gente, ogni tanto usciva con me, mi chiamava, mi chiedeva di darle una mano e io gliela davo. L’ho aiutata un sacco di volte. Poi mancava per settimane intere, poi tornava, poi spariva”, disse l’uomo prima del suo arresto ai microfoni del Tg1. Invece lui e il suo complice avrebbero avvolto il corpo di Gabriella Fabbiano in un telo di cellophane e l’avrebbero gettato sul fondale di un piccolo specchio d’acqua di una cava a Cernusco sul Naviglio.