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Gerardo Limongiello, 86 anni. Soffoca la moglie con un cuscino. Condannato a 21 anni di carcere, ottiene i domiciliari in una casa di cura e viene liberato in attesa dell’appello

Avellino, 5 Maggio 2021


Titoli & Articoli

Avellino, uccide la moglie e poi chiama i carabinieri (il Quotidiano del Sud – 5 maggio 2021)
Uccide la moglie, poi avverte i Carabinieri e confessa l’omicidio. E’ successo questa mattina ad Avellino.
“Ho ucciso mia moglie”, ha riferito l’anziano ai militari in servizio al Comando provinciale dei Carabinieri di Avellino. I militari si sono subito recati sul luogo, un appartamento in via Sottotenente Iannaccone, una delle traverse di Via Fratelli Bisogno, a pochi passi dal Tribunale, dove hanno trovato il corpo senza vita della donna, 83 anni.
La vittima, Antonietta Ficuciello era in camera da letto, dove verosimilmente è stata soffocata con un cuscino dal marito. Sul posto i Carabinieri della Compagnia di Avellino e quelli del Nucleo Investigativo dell’Arma, che hanno eseguito i primi rilievi in attesa del medico legale e del pm di turno, il sostituto procuratore Vincenzo Russo, che ha partecipato insieme al medico legale al sopralluogo sul posto. Increduli i vicini della coppia di anziani. Nessuno aveva sentito nulla. L’ottantantreenne, stando a quanto ha raccontato un suo familiare, due mesi fa avrebbe anche tentato un atto autolesionistico.

Avellino, omicidio Ficuciello: marito condannato a 21 anni di carcere (Ottopagine – 23 novembre 2022)
il pubblico ministero Vincenzo Russo aveva chiesto 21 anni di reclusione per l’anziano
Omicidio dell’anziana moglie, condannato a 21 anni di reclusione Gerardo Limongiello difeso dall’avvocato Mario Di Salvia. Il pubblico ministero Vincenzo Russo al termine della sua requisitoria ha chiesto la pesante condanna per l’86enne, imputato per l’omicidio della moglie Antonietta Ficuciello, 83enne. Richiesta accolta dal presidente della Corte di Assise del tribunale di Avellino che ha condannato l’anziano a 21anni di reclusione con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e ristoro alla parte civile. I giudici gli hanno riconosciuto le attenuanti generiche. L’uomo- nel corso dell’istruttoria dibattimentale – raccontò di averla “strozzata con le mani e poi soffocata con cuscino dopo un litigio”. I familiari della donna, costituti parte civile, sono stati rappresentati in aula dall’avvocato Alfonso Laudonia.
L’omicidio avvenne nel maggio 2021 L’omicidio avvenne il 5 maggio 2021 in via Iannaccone, a seguito dell’ennesimo litigio con la moglie Antonietta che non voleva trasferirsi in una casa di riposo. Subito dopo l’omicidio l’anziano scrisse anche un biglietto: “Chiedo perdono a mia moglie Antonietta tanto amata. Perdonami, perdonami. Ci vediamo in paradiso”. La vegliò per poco più di un’ora, seduto al suo capezzale, poi uscì, a piedi si recò dai carabinieri di via Brigata confessando l’omicidio: “Ho ucciso mia moglie”.

Avellino: soffocò la moglie col cuscino, 87enne torna libero (il Mattino – 20 maggio 2023)
Due anni fa l’anziano aveva ucciso la moglie durante una lite
Uccise la moglie con un cuscino: i giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli hanno revocato la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Gerardo Limongiello. Dunque l’87enne, difeso dall’avvocato Mario Di Salvia, torna in libertà dopo aver rimediato, lo scorso anno, una condanna a 21 anni di reclusione, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e la condanna al risarcimento alla parte civile.

Ora potrà affrontare il processo di secondo grado in piena libertà. Per Gerardo Limongiello era stato disposto il giudizio immediato, che il 5 maggio del 2021 dopo aver soffocato la moglie, 83enne, si costituì ai carabinieri del comando provinciale di Avellino. Aveva ucciso la moglie dopo l’ennesima discussione in casa. Al militare di guardia l’anziano, in preda allo sconforto per il gesto compiuto, subito disse «ho ucciso mia moglie». I carabinieri del comando provinciale di Avellino si recarono nella abitazione dei due anziani coniugi, ubicata in via Iannaccone: trovarono la porta di casa aperta e la donna, Antonietta Ficuciello, distesa sul letto senza vita. L’uomo nell’immediatezza raccontò che due giorni prima dell’uxoricidio, avvenuto in via Iannaccone, ci fu un litigio tra i due anziani coniugi e la moglie lo aggredì dandogli dei morsi alla mano sinistra. I due non avevano figli, vivevano da sempre soli e l’anziano era da tempo malato e stanco della vita.
Potrebbe essere stata la paura di lasciare la moglie sola, e senza alcun tipo di sostegno, a spingere il marito a compiere l’insano gesto.
«Chiedo perdono a mia moglie Antonietta tanto amata, perdonami, perdonami, ci vediamo in paradiso, Gerardo, Grazie». Questo il contenuto di un biglietto scritto dall’87enne dopo aver ucciso la moglie e prima di uscire di casa per consegnarsi ai militari dell’Arma del comando provinciale di Avellino. Il gip del tribunale di Avellino, Francesca Spella, rigettò la richiesta di convalida di fermo e applicò i domiciliari in ospedale per l’anziano.
Per Limongiello fu disposta la misura degli arresti domiciliari presso il reparto psichiatrico dell’ospedale di Solofra o altra struttura disponibile all’accoglienza con eguali caratteristiche. Dagli elementi raccolti dagli inquirenti emerse che Limongiello nel mese di febbraio tentò il suicidio e che le sue condizioni psichiche erano già molto precarie. L’uomo era esasperato dalle condizioni di salute della moglie, ma anche dal clima di solitudine in cui versava la coppia, senza alcun tipo di aiuti in casa. L’età avanzata aveva portato l’uomo a chiedere più volte alla moglie di trasferirsi in un centro per anziani. Ma la donna lo aggredì con dei morsi, oltre a provocargli dei graffi sulla mano sinistra. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile nel processo, rappresentati dall’avvocato Alfonso Laudonia.


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